Palazzo del Podestà (Verona)
Palazzo del Podestà | |
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Palazzo del Podestà di Verona | |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | Veneto |
Località | Verona |
Coordinate | 45°26′37.55″N 10°59′54.51″E / 45.443764°N 10.998475°E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Realizzazione | |
Committente | Scaligeri |
Il palazzo del Podestà, o palazzo del Governo, è un palazzo medioevale di Verona, che si trova tra piazza dei Signori e le Arche scaligere.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Il palazzo venne costruito dagli Scaligeri, sopra delle rovine romane (si trova presso il foro romano, oggi piazza delle Erbe), e venne abitato alla fine della costruzione da Alberto I della Scala. Venne probabilmente adibito a dimora dei signori della città. Dal 1311 Cangrande I andò a risiedere nel palazzo, che venne nel tempo risistemato più volte.
Il portale di Sanmicheli |
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Il portale che adorna il lato del palazzo verso piazza dei Signori è stato commissionato, nel 1533 da Giovanni Dolfin, a Michele Sanmicheli. Questa porta ricorda (che sostituì un'altra presente in precedenza), nella sua struttura, gli antichi archi trionfali romani ed in particolare l'Arco dei Gavi. Giorgio Vasari ebbe a dire a proposito[1]: «Non tacerò già, che fece le bellissime porte di due palazzi: l'una fu quella de' rettori e del capitano, e l'altra quella del palazzo del podestà, ambedue in Verona lodatissime: se bene quest'ultima, che è d'ordine ionico con doppie colonne e intercolonni ornatissimi, ed alcune Vittorie negli angoli, pare, per la bassezza del luogo dove è posta, alquanto nana, essendo massimamente senza piedestallo e molto larga per la doppiezza delle colonne: ma così volle messer Giovanni Delfini che la fe' fare». |
Nel palazzo trovarono ospitalità molti uomini illustri, tra i quali personalità di primo piano come Dante e Giotto, che secondo Giorgio Vasari fece alcuni ritratti di Cangrande I, che però non sono stati ritrovati.
Caduta la dinastia della Scala, il Palazzo divenne, durante la Repubblica di Venezia, sede di importanti magistrature. Erano presenti anche gli uffici del podestà, da cui prese appunto la sua denominazione. Nel 1404, aprirono un nuovo portale e aggiunsero sopra il leone di San Marco adornato nel 1533 da Michele Sanmicheli.
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
Su ordine di Cansignorio venne costruita una loggia, originariamente di soli due piani, con due soli altissimi ed immensi saloni. Questi furono interamente dipinti, alcuni descritti da Vasari: Guerra di Gerusalemme secondo Giuseppe Flavio e due Trionfi. Inoltre era presente una stanza delle medaglie in cui sono stati ritrovati dipinti di alta qualità, totalmente intatti, che sono stati comunque sottoposti ad un restauro nel '900.
Anche le sotto arcate dei piani superiori sono state completamente dipinte, a testimonianza della grande importanza dell'edificio. In questi dipinti diventa principale la celebrazione della dinastia Scaligera, a imitazione delle gesta degli antichi imperatori romani.
Dante[modifica | modifica wikitesto]
Dante Alighieri, esule da Firenze, venne ospitato al suo secondo soggiorno proprio in questo palazzo: infatti piazza dei Signori, su cui esso si affaccia, viene chiamata dai veronesi anche "piazza Dante", e al centro della piazza è presente una statua del poeta, ai piedi della quale è scritto:
«A Dante |
(Sul piedistallo della statua di Dante) |
Dante scrive nel XVII canto del Paradiso, della lunga vita in esilio da Firenze:
« Lo primo tuo refugio, il primo ostello |
(Dante Alighieri - Paradiso - XVII canto) |
Il "santo uccello" sarebbe l'aquila simbolo dell'autorità imperiale, utilizzata dagli Scaligeri essendo essi vicari dell'Imperatore del Sacro Romano Impero.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Nella sua opera Giorgio Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori, 1550.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Tullio Lenotti, Palazzi di Verona, Verona, Vita veronese, 1964, ISBN non esistente.
- Federico Dal Forno, Case e palazzi di Verona, Banca mutua popolare di Verona, 1973, ISBN non esistente.
- Pierpaolo Brugnoli e Arturo Sandrini, L'architettura a Verona nell'età della Serenissima, Verona, Edizioni B.P.V., 1988, ISBN non esistente.
- Patrizia Floder Reitter, Case Palazzi e Ville di Verona e Provincia, Verona, I.E.T. edizioni, 1997, ISBN non esistente.
- Giorgio Forti, La scena urbana: strade e palazzi di Verona e provincia, Verona, Athesis, 2000, ISBN non esistente.
- Mario Luciolli, Passeggiando tra i palazzi di Verona, Jago edizioni, 2003, ISBN 978-8889593059.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
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