Palazzo del Capitanio (Verona)
Palazzo del Capitanio | |
---|---|
La facciata prospiciente piazza dei Signori: sulla destra l'antico torrione trecentesco, e sulla sinistra la parte restaurata in età moderna. | |
Stato | ![]() |
Stato attuale | ![]() |
Regione | Veneto |
Città | Verona |
Coordinate | 45°26′36.2″N 10°59′54.4″E / 45.443389°N 10.998444°E |
Informazioni generali | |
Tipo | Palazzo |
Stile | Casa fortificata medievale |
Termine costruzione | 1363 |
Costruttore | Michele Sanmicheli (palazzo cinquecentesco) |
Condizione attuale | Restaurato nel 1882 l'edificio del XVI secolo |
Informazioni militari | |
Utilizzatore | ![]() ![]() ![]() |
voci di architetture militari presenti su Wikipedia | |
Il Palazzo del Capitanio (noto anche come Palazzo del Tribunale o Palazzo di Cansignorio), è un palazzo di Verona. L'edificio si affaccia su piazza dei Signori, un'antica piazza medioevale.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
La costruzione del palazzo venne decisa da Cansignorio della Scala e terminata, probabilmente, nel 1363. Questo edificio originariamente era un palazzo-fortezza, dotato di tre grandi torri agli angoli del fabbricato. In alcuni scritti è chiamato Palazzo Grande, proprio per la sua imponenza.
Durante la Repubblica di Venezia venne scelto come dimora del Capitano, e sede dei servizi che dipendevano da lui. La Serenissima ordinò varie risistemazioni del palazzo: venne addirittura aperto un piccolo teatro in un salone, il primo, dopo quello romano, ad essere aperto al popolo. Il teatro venne successivamente chiuso ed adibito ad altri usi. La maggior parte di questi lavori si tennero nel XVI secolo. Durante la dominazione austriaca l'edificio venne utilizzato come tribunale giudiziario.
Con il passaggio di Verona all'Italia si cominciarono a progettare dei restauri, che iniziarono nel 1880. Nel 1882 venne isolato il torrione (l'unica parte visibile ancora oggi) e sistemate le finestre dei piani superiori, vennero trasferite le prigioni, e vennero compiuti altri lavori minori.
Sul palazzo è visibile una lapide murata al primo anniversario della presa di Roma:
«Ci siamo e ci resteremo» |
(Dai reduci delle Guerre d'Indipendenza - 20 settembre 1871) |
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
Del palazzo originario rimane il torrione che era stato risistemato durante i lavori del 1882, mentre il resto dell'edificio risale al XVI secolo. La parte più recente presenta una facciata classica, con una porta di ordine corinzio, probabile opera di Michele Sanmicheli. Verso il cortile si apre una loggia datata 1476, a cui preesisteva un'altra loggia in legno.
Nel cortile è presente una statua, di cui non si conosce la dedica, oltre ad una lapide romana dedicata alla famiglia Gavia, che una volta si trovava vicino all'arco dei Gavi, il monumento a loro dedicato.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Tullio Lenotti, Palazzi di Verona, Verona, Vita veronese, 1964, ISBN non esistente.
- Federico Dal Forno, Case e palazzi di Verona, Banca mutua popolare di Verona, 1973, ISBN non esistente.
- Pierpaolo Brugnoli e Arturo Sandrini, L'architettura a Verona nell'età della Serenissima, Verona, Edizioni B.P.V., 1988, ISBN non esistente.
- Patrizia Floder Reitter, Case Palazzi e Ville di Verona e Provincia, Verona, I.E.T. edizioni, 1997, ISBN non esistente.
- Giorgio Forti, La scena urbana: strade e palazzi di Verona e provincia, Verona, Athesis, 2000, ISBN non esistente.
- Mario Luciolli, Passeggiando tra i palazzi di Verona, Jago edizioni, 2003, ISBN 978-8889593059.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo di Cansignorio