Nazionale di rugby a 15 dell'Unione Sovietica

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Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Prima tenuta
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Tenuta alternativa
Sport rugby a 15
Federazione Federacija regbistov SSSR
Esordio internazionale
Cecoslovacchia 4-18 Unione Sovietica
Praga, 5 agosto 1974
Migliore vittoria
Unione Sovietica 72-0 Svezia
Tbilisi, 1º luglio 1977
Peggiore sconfitta
Unione Sovietica 7-40 Spagna
Kiev, 10 maggio 1981
Coppa FIRA
Partecipazioni 13 (esordio: 1976-77)
Miglior risultato ex aequo (1989-90)

La nazionale di rugby a 15 dell'URSS (in russo Сборная СССР по регби?, Sbornaja SSSR po regbi) fu la selezione nazionale di rugby a 15 che fino al 1991 rappresentò l'Unione Sovietica in ambito internazionale.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Una fase della vittoria sovietica sull'Italia (9-11) a Roma, nel corso della Coppa FIRA 1978-1979.

Il rugby esisteva nell'Impero russo già dagli inizi del XX secolo, lì importato dagli studenti che lo avevano conosciuto nell'Europa occidentale e dalle maestranze che stavano lavorando alla ferrovia Transiberiana[1]; trovò terreno fertile a Krasnojarsk, in Siberia, dove tuttora ha il suo nucleo forte di appassionati e dove l'attuale nazionale russa spesso disputa i suoi incontri interni; il rugby russo sopportò il tentativo di bando zarista[1] e rifiorì nel secondo dopoguerra sotto le insegne dell'Unione Sovietica: nacque una Federazione a metà anni cinquanta e fu istituito un campionato (lo stesso Jurij Gagarin, il primo uomo nello spazio, praticava tale disciplina sportiva e ne era appassionato, tanto da insistere perché nel centro di addestramento cosmonautico di Città delle Stelle, in seguito intitolato alla sua memoria, fosse prevista la possibilità di giocare a rugby[2]).

Un primo avvicinamento con il mondo occidentale si ebbe nel 1967 quando la federazione francese organizzò una visita in Unione Sovietica nel corso della quale furono programmati quattro incontri, due in Georgia e altrettanti in Russia[3], ma singolarmente non fu mai messa in campo una nazionale fino al 1º luglio 1974, quando l'URSS incontrò un XV della Romania. Il primo test match fu invece un mese più tardi, a Praga, contro la Cecoslovacchia. Attiva dal 1976 nella Coppa FIRA, il campionato europeo di rugby, l'URSS ebbe buoni risultati negli anni ottanta, piazzandosi seconda assoluta in quattro edizioni del torneo e con una vittoria a pari merito con Francia e Romania nella edizione del 1989-90, più due terzi posti.

In tale periodo era l'URSS, più che l'Italia, considerata la vera sfidante emergente delle quattro nazioni britanniche e della Francia[1]; tra i risultati di rilievo conseguiti dai sovietici figurano una sconfitta 10-18 contro l'Inghilterra A e, a livello giovanile, un quarto posto ai Mondiali studenteschi, ottenuti per di più battendo nella fase a gironi i pari categoria della Nuova Zelanda[1]. Tra i giocatori messisi in luce in quel periodo figuravano il terza linea Aleksej Tichonov e l'ala Igor Mironov, gli unici due sovietici ad aver mai vestito la maglia dei Barbarians[1].

Nel 1987 l'URSS fu invitata a prendere parte alla prima edizione della Coppa del Mondo, ma su ordine del governo sovietico la Federazione declinò l'invito, con la motivazione ufficiale che, pur essendo il Sudafrica — all'epoca ancora in regime di apartheid — bandito dalla competizione, esso ancora era presente nell'International Rugby Football Board[4].

Nel 1989 la nazionale intraprese il primo e unico tour ufficiale della sua storia, una serie di cinque incontri in Inghilterra risoltasi in un pareggio e quattro sconfitte. Con lo scioglimento dell'URSS nel 1991, tuttavia, la squadra perse un importante nucleo di rugbisti della Georgia, altra roccaforte del rugby in seno all'Unione, più altri talenti individuali provenienti da altre repubbliche[1]; alla Russia rimase una base di 15000 praticanti, dai 35000 di cui disponeva in precedenza l'URSS. L'ultima volta che la squadra unita fu insieme fu in occasione della Coppa FIRA 1990-92, iniziata come URSS e terminata sotto la bandiera della Comunità degli Stati Indipendenti. L'ultimo incontro come URSS è del 17 novembre 1991 a Siviglia contro la Spagna (vittoria 19-16) nel citato torneo[5].

Incontri e statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Avversario 1º incontro 1ª vittoria G V N P PF PS % V/G
Bandiera della Romania Romania 1º luglio 1974 31 maggio 1985 22 3 1 18 205 349 13,6
Bandiera dell'Italia Italia 18 novembre 1978 13 9 1 3 162 150 69,2
Bandiera della Cecoslovacchia Cecoslovacchia 5 agosto 1974 6 4 0 2 112 45 66,6
Bandiera della Spagna Spagna 20 maggio 1979 1º maggio 1985 6 2 0 4 55 122 33,3
Bandiera della Germania Ovest Germania Ovest 17 aprile 1977 5 4 0 1 161 53 80
Bandiera dello Zimbabwe Zimbabwe 1º giugno 1986 2 giugno 1986 4 2 0 2 66 65 50
Bandiera della Tunisia Tunisia 5 maggio 1985 3 3 0 0 56 19 100
Bandiera della Polonia Polonia 1º ottobre 1981 3 3 0 0 60 18 100
Bandiera della Francia Francia 1º novembre 1982 3 2 0 1 50 52 66,6
Bandiera del Portogallo Portogallo 17 maggio 1986 2 2 0 0 79 9 100
Bandiera del Marocco Marocco 11 maggio 1983 2 2 0 0 40 21 100
Bandiera della Jugoslavia Jugoslavia 14 maggio 1978 2 2 0 0 39 9 100
Bandiera della Svezia Svezia 1º luglio 1976 2 2 0 0 110 6 100
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti 25 settembre 1988 1 1 0 0 31 16 100

Comunità degli Stati Indipendenti[modifica | modifica wikitesto]

I due incontri disputati dalla CSI nella Coppa FIRA 1990-92:

Bucarest
10 maggio 1992
Romania Bandiera della Romania34 – 6
referto
CSIStadio 23 Agosto

Mosca
28 maggio 1992
CSI 15 – 36
referto
Francia XV

Nazionali sorte dopo lo scioglimento dell'URSS[modifica | modifica wikitesto]

Il titolo sportivo e l'eredità storica della Nazionale sovietica sono passate, come in tutti gli altri sport, alla Russia. Tuttavia esistevano già realtà locali consolidate, quali per esempio la Georgia, che aveva una propria Federazione già dal 1964, sebbene non ufficialmente riconosciuta fino al 1991, quando essa divenne espressione di uno Stato indipendente. Oggi la Georgia è una delle squadre che, insieme alla stessa Russia, fa parte delle prime 20 del ranking International Rugby Board. La Georgia è la prima selezione post-sovietica a guadagnare la qualificazione alla fase finale della Coppa del Mondo di rugby, nel 2003; in seguito ha partecipato anche alla Coppa del Mondo 2007. Quattro anni più tardi la Russia si qualificò alla Coppa del Mondo 2011 e, una seconda volta, alla Coppa del Mondo 2019[4].

Le nazionali nate dopo lo scioglimento dell'URSS, e attive nelle competizioni internazionali ufficiali, sono:

Nazionali Rugby Europe[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Campionati internazionali Rugby Europe.

Nazionali Asia Rugby[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Asia Rugby Championship.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f (EN) Brendan Gallagher, Irish try the craic in Krasnoyarsk, in The Daily Telegraph, 19 settembre 2002. URL consultato il 14 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2012).
  2. ^ (EN) Brendan Gallagher, Steve Diamond out to unearth hidden gems for Russian revolution, in The Daily Telegraph, 28 ottobre 2010. URL consultato il 15 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2010).
  3. ^ Piero Saccenti, URSS: il rugby debutta in campo internazionale (PDF), in l'Unità, 20 giugno 1967. URL consultato il 20 novembre 2021.
  4. ^ a b (EN) Brendan Gallagher, Russia hope superpower struggle with US will act as a springboard for union back home, in The Daily Telegraph, 13 settembre 2011. URL consultato il 15 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2011).
  5. ^ (ES) Manuel Conradi, España desaprovechó la ocasion de romper la imbatibilidad soviética, in ABC, 18 novembre 1991, p. 87. URL consultato il 20 novembre 2021.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]


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