Massimo Castri

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Massimo Castri (Cortona, 25 maggio 1943Firenze, 21 gennaio 2013) è stato un attore e regista italiano di teatro e cinema.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Debutta come attore nel 1967 al Piccolo Teatro di Milano nella messinscena di Unterdenlinden di Roberto Roversi diretta da Raffaele Majello.

Nel 1968/1970 entra a far parte della Comunità Teatrale dell'Emilia-Romagna dove lavora in spettacoli con la regia di Giancarlo Cobelli (del quale in seguito sarà regista assistente) e Roberto Guicciardini.

In quel periodo partecipa ai film I cannibali di Liliana Cavani e Sotto il segno dello scorpione dei fratelli Taviani.

Nel 1971 consegue la laurea in lettere all'Università di Genova con una tesi sul teatro politico, che venne poi pubblicata da Einaudi nel 1973.

La sua prima regia (I costruttori d'imperi di Boris Vian) risale al novembre 1972 nel Teatro Santa Chiara di Brescia. Nel 1973 mette in scena Fate tacere quell'uomo! (ricostruzione della vicenda di Arnaldo da Brescia scritta da Vasco Frati). Dal 1974 diventa stabilmente regista della Compagnia della Loggetta di Brescia, in seguito trasformata in Centro Teatrale Bresciano (CTB).

Negli anni ottanta, con Emilia-Romagna Teatro, Castri realizza diverse regie di successo.

Nel 1990 avvia in Toscana la collaborazione con i giovani dell'Atelier della Costa Ovest per la realizzazione del "Progetto Euripide", offrendo nel medesimo giorno (29 giugno) due spettacoli diversi in luoghi diversi: Elettra a Campiglia Marittima e Oreste a Rosignano Marittimo.

Nel 1993 inizia la collaborazione con il Teatro Stabile dell'Umbria realizzando Elettra al Teatro Caio Melisso di Spoleto e Ifigenia in Tauride di Euripide. Nel 1994 diventa direttore artistico del Teatro Metastasio di Prato.

Nel 1999 dirige a Bruxelles una delle sessioni di lavoro del progetto École des Maîtres. Negli anni 2000 e 2001 dirige il Teatro Stabile di Torino.

Nel 2004 è direttore del 36º Festival Internazionale del teatro organizzato dalla Biennale di Venezia.

Firma due regie nel 2005: Il padre di August Strindberg e Spettri di Ibsen. Nel 2008 vince il Premio Gassman con Così è se vi pare di Luigi Pirandello.

L'ultima regia è del 2011, al Teatro Metastasio di Prato debutta con La cantatrice calva di Ionesco. Durante le prove l'aggravarsi della malattia lo costringe a casa. Determinante per l'andata in scena sarà la collaborazione di Marco Plini.

Si è dedicato anche all'insegnamento presso la Scuola d'arte drammatica Paolo Grassi di Milano e presso l'Atelier della Costa Ovest in Toscana.

È morto nel 2013 nella sua casa di Firenze, dopo una lunga malattia, all'età di 69 anni.

Attore[modifica | modifica wikitesto]

Prosa televisiva[modifica | modifica wikitesto]

Regia[modifica | modifica wikitesto]

(elenco non esaustivo)

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

(elenco non esaustivo)

Premio Ubu
  • Stagione 1979-1980, migliore regia per Rosmersholm di Henrik Ibsen e Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello
  • Stagione 1983-1984, migliore regia per Trachinie di Sofocle
  • Stagione 1988-1989, migliore regia per La famiglia Schroffenstein di Heinrich von Kleist
  • Stagione 1988-1989, migliore regia per Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello
  • Stagione 1991-1992, migliore regia per I rusteghi di Carlo Goldoni
  • Stagione 1996-1997, migliore regia per La trilogia della villeggiatura di Carlo Goldoni
  • Stagione 1996-1997, migliore regia per La ragione degli altri di Luigi Pirandello
  • Stagione 2001-2002, migliore regia per John Gabriel Borkman di Henrik Ibsen
Premio Gassman
  • 2008, migliore regia per Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello
Alabarda d'oro
  • 2011, Premio miglior spettacolo per Finale di partita di Samuel Beckett
Premio Flaiano sezione teatro[2]
  • 1997 - Premio per la regia per il complesso della sua opera

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Franco Quadri, Serve o rivoluzionarie?, su la Repubblica, 31 gennaio 1990.
  2. ^ Albo d'oro dei premiati, su premiflaiano.com. URL consultato il 18 maggio 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Claudio Longhi, Fin de partie. Massimo Castri (21 gennaio 2013, settant’anni), Dionysus ex machina, IV (2013), pp. 343-387

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN36954991 · ISNI (EN0000 0000 6156 1910 · SBN CFIV022417 · LCCN (ENn81150091 · GND (DE118870688 · BNF (FRcb12147743b (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n81150091