Luger Parabellum
Luger Parabellum pistole P00, P02, P04, P06 e P08 | |
---|---|
![]() | |
Tipo | pistola semiautomatica |
Origine | ![]() |
Impiego | |
Utilizzatori | vedi utilizzatori |
Conflitti | vedi conflitti |
Produzione | |
Progettista | Georg Luger |
Data progettazione | 1897 |
Costruttore | DWM, Imperial Arsenals of Erfurt, Simson, H. Krieghoff Waffenfabrik, Mauser, Vickers Ltd, W+F Bern |
Date di produzione | 1900 - 1970 |
Entrata in servizio | 1900 (![]() 1901 ( ![]() 1903 ( ![]() 1904 ( ![]() 1906 ( ![]() 1907 ( ![]() 1912 ( ![]() >1912 (altri paesi) |
Ritiro dal servizio | 1943 (Germania)
1949 (Svizzera) 1953 (Germania Est) 1970 (altri paesi) |
Numero prodotto | oltre 3.000.000 |
Costo unitario | 35 ℛℳ (1943) |
Varianti | P00, P02, P04, P06, P08, LP08 |
Descrizione | |
Peso | 850-900 g |
Lunghezza | 220 mm (P02 e P08)
240 mm (P00) 270 mm (P04) 320 mm (LP08) |
Lunghezza canna | 100 mm (P02 e P08) 120 mm (P00) 150 mm (P04) 200 mm (LP08) |
Ampiezza | ~ 35 mm |
Altezza | ~ 150 mm |
Calibro | 7,65 mm 9 mm |
Munizioni | 7,65 × 21 mm 9 × 19 mm |
Azionamento | corto rinculo, ritardo a ginocchiello |
Cadenza di tiro | 116 colpi al minuto |
Velocità alla volata | 350 - 400 m/s |
Tiro utile | 50 ÷ 800 m (P00 - LP08) |
Alimentazione | caricatore rimovibile da 8 o 32 colpi |
Organi di mira | mire metalliche |
Corsa di rinculo | ~ 13 mm |
voci di armi presenti su Wikipedia |
La Luger Parabellum[1] (conosciuta anche come Parabellum pistole o semplicemente Luger[2]) è una pistola semiautomatica azionata da un corto rinculo con ritardo a ginocchiello, progettata e sviluppata nel Impero Tedesco da Georg Luger, a partire dal 1897, in calibro 7,65 Luger.[3]
Il nome "Parabellum", usato più spesso in Europa e soprattutto in Svizzera, venne dato da Luger alla pistola, prendendo spunto dall'indirizzo telegrafico della filiale berlinese, dell'azienda Deutsche Waffen- und Munitionsfabriken (DWM) per la quale lavorava, che aveva adottato quel nome.[1][3] Nel 1901, dopo l'adozione svizzera dell'arma (1900), fu registrato dalla DWM come marchio e dato poi anche ad alcuni altri prodotti, come le munizioni della pistola stessa e ad altre armi. Ovviamente, il termine deriva dalla locuzione latina "si vis pacem, para bellum", dove le due parole para-bellum (prepara la guerra) vennero unite in una singola, molto probabilmente per necessità dei nominativi telegrafici dell'epoca.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1891 Georg Luger entra a lavorare alla Waffenfabrik Ludwig Loewe & Co. (azienda tedesca operante nel settore dell'ingegneria meccanica, dell'industria degli armamenti e dell'industria elettrica, con sede a Berlino dal 1861), come Ingegnere tecnico d'armi e relatore commerciale, soprattutto per l'estero.

Qualche tempo dopo, porta dentro l'azienda il collega (progettista di armi) Hugo Borchardt, che conobbe probabilmente in USA, e che usciva dall'esperienza presso la Fegyver és Gépgyár di Budapest (fabbrica di armi e macchinari) e che progettò una delle prime pistole auto-ricaricanti, la Borchardt C93. Arma che venne messa in commercio in tutto il mondo dal 1893 e brevettata in molti paesi (tra il 93 e il 96).[4] L'anno dopo (21 novembre 1894), è Luger a presentare questa pistola in USA, alla Naval Ordnance Board di Providence (consiglio di artiglieria navale) - nel frattempo, il 1 gennaio 1897, il gruppo Loewe, con l'aiuto di Luger, assorbe la Deutsche Metall Patronenfabrik di Karlsruhe (fabbrica tedesca di cartucce metalliche), formando la DWM[4] - e nel giugno 1897, la presenta anche ai test svizzeri di Thun, nei quali vede e conferma cosa non viene apprezzato di quell'arma e di alcune altre presenti ai test (Mannlicher M1894, Mauser C96). Prova quindi a ideare delle modifiche, ma Borchardt non sembra molto contento, nè disposto ad accettarle; quindi, in accordo con la DWM, disegna una nuova pistola (in pochissimo tempo), recuperando molte delle mancanze annotate, e con la quale passa le prove svizzere dell'anno seguente (del 23-26 novembre 1898), indette dalla KMW (Kriegsmaterials verwaltung - amministrazione federale dei materiali bellici).[3]
Il sistema di chiusura, è lo stesso o principalmente simile (con le dovute differenze, è il sistema usato nella mitragliatrice Maxim), ma tutto il resto della nuova pistola è di molto migliorato e l'arma risulta "più leggera e maneggevole", una versione pittosto diversa dall'originale.[5]

Tuttavia, i disegni dei brevetti dal 1898 al 1900, riportano la nominazione Selbstlade-pistole, System "Borchardt-Luger" (pistola autoricaricante con sistema Borchardt-Luger)[6], e per questo i due progettisti più volte si scontrarono in tribunale impugnando brevetti; alla fine, l'arma portata ai test (la Borchardt-Luger Versuchsmodell III), aggiornata da Luger secondo le specifiche elvetiche, fu prodotta ufficialmente in DWM dal 1900 e nota come Modell 1900 Parabellum[7] e/o P00, come da brevetti svizzeri del 1899 e 1900. Il brevetto originale fu registrato in Svizzera da Luger, il 03 ottobre del 1898 (50 giorni prima dei test), e negli anni seguenti la pistola ebbe vari step e varie versioni, tra il 1898 e il 1908, anno ufficiale di acquisizione dell'arma da parte dell'esercito tedesco (dal 1908 al 1938). Fu realizzata dalla DWM, fin dai primi prototipi per i test svizzeri identificati come Borchardt-Luger n° 5 e n° 6 Versuchsmodell III (terzo modello sperimentale) e diventerà ufficialmente la "Luger Parabellum", con brevetti esclusivi del Ingegner Georg Luger.[3] L'esercito svizzero fu tra i primi ad interessarsi alla pistola Luger, che poi adottò ufficialmente nel 1900 (Ordonnanzpistole Parabellum Mod. 1900)[8] e mantenne in ordinanza fino al 1949 circa.[3][9]
Nel 1902 (P02), la Luger venne costruita anche in calibro 9 Luger (o 9 mm Parabellum), munizione adottata sia dalla marina imperiale tedesca nel 1904 (P04), che dall'esercito nel 1908 (P08).[3]
La Luger Parabellum fu inizialmente prodotta principalmente in Europa dalla DWM e dal Königliches deutsches Arsenal di Erfurt (arsenale militare tedesco), ma poi anche in altri paesi (Svizzera, Olanda, USA, e altri) e da altre importanti aziende, come Waffenfabrik Bern (W+F Bern), H. Krieghoff GmbH, Simson & Company, Mauser e Vickers[10].
Nel 1938, l'esercito tedesco sostituisce ufficialmente la Luger P08 con la Walther P38, ma continuò per necessità a produrla fino al settembre 1942 e ad utilizzarla per tutta la seconda guerra mondiale, nonostante la produzione ufficiale terminò nel 1929 con la chiusura della DWM.
Nella DDR, la P08 fu utilizzata anche dalla Volkspolizei (principalmente da ufficiali ex-nazisti), e venne prodotta in piccoli numeri fino al 1953.
Modell 1900 (P00)[modifica | modifica wikitesto]
La Luger Modell 1900, camerata per la 7,65 Luger, è la prima versione prodotta che fu acquistata da vari paesi e distribuita ai propri ufficiali e truppe di cavalleria; tra questi Svizzera, Germania e Stati Uniti[7].
Per quanto riguarda l'adozione della P00 della Germania, non c'è una traccia storica ufficiale, tuttavia è probabile (ma incerto) che la pistola vide in suo battesimo del fuoco in combattimento già nel 1900 (con alcuni modelli in prova ad alcuni militari o ufficiali di polizia), durante l'intervento tedesco in Cina, a seguito della Ribellione dei Boxer[11][12].
L'adozione Svizzera[modifica | modifica wikitesto]
Dopo gli ultimi test del 1 maggio 1899 e le ultime modifiche di aprile del 1900, la Luger venne dichiarata dalla commissione svizzera, come la miglior pistola; vennero ordinati 20 esemplari alla DWM e il 30 aprile 1900 venne presentata la richiesta di adozione dell'arma per gli ufficiali dell'Esercito Svizzero, ratificata il 4 maggio quale Pistole Ordonnanz 1900 System Borchardt-Luger.[5][4][13] Il modello definitivo presentava una canna da 120 mm in calibro 7,65 mm con 4 rigature a passo di 250 mm, 8 colpi nel caricatore estraibile, peso da scarica di 891g e la sicura dorsale all'impugnatura (stesso principio che verrà usato, anni dopo, nella pistola americana Colt M1911). La data effettiva delle prime consegne non è certa, ma il primo ordine sostanzioso alla DWM fu di 2000 pistole, consegnate direttamente alla KMW, fra il 1901 e il 1903[3][5]; la pistola Modell 1900 fu acquistata in totale per circa 5.100 pezzi. I successivi contratti alla DWM, dal 1906 al 1914, portarono alla consegna delle Modell 1900/06 che incorporavano i cambiamenti della Neues Modell P06, per un totale di 10.215 pistole.[9][14]

Da settembre 1918 a maggio 1933, le pistole Parabellum svizzere di ordinanza Modell 1906 (Pistole 1900/06), vennero prodotte ed assemblate in Svizzera dalla Waffenfabrik Bern (W+F), per un totale di 17.874 pezzi.[9]
Da giugno 1933 a novembre 1949, le Parabellum svizzere prodotte furono modificate alla versione Modell 06/29[9], con mire migliorate e giunti rafforzati nel ginocchiello. Costruite ed assemblate interamente a Berna, le pistole 06/29 rimasero in servizio all'esercito svizzero ben oltre l'adozione della nuova pistola (1948), finanche negli anni Sessanta[14].
Stati Uniti e altri paesi[modifica | modifica wikitesto]
Il 16 aprile 1901, a seguito di test americani particolarmente soddisfacenti tenutisi alla Springfield Armory[15][16], la Commissione del US Army acquistò 1'000 esemplari di pistola Modell 1900 con canna da 120 mm, marcati con il simbolo American Eagle sopra la camera di scoppio[17], e ne distribuì una parte alla cavalleria per i test sul campo, mentre le rimanenti furono assegnate ad artiglieri e ufficiali di stanza a West Point[7][16][18]. Per ulteriori test, nel 1902 furono ordinate altre cinquanta Luger P00, sempre in 7,65 Luger, ma stavolta con canne da 100 mm.
Negli Stati Uniti, la pistola Luger fu importata inizialmente da Georg Luger in persona, poi dall'agente Hans Tauscher della DWM, fino allo scoppio della prima guerra mondiale[19]. E nonostante le autorità statunitensi registrassero le pistole importate come "Borchardt-Luger", Tauscher nelle sue campagne di marketing usò sempre e solo il nome Luger. Le pistole importate in America venivano stampigliate con l'aquila americana[19] e trovano oggi terreno fertile tra amatori e appassionati[20][21][22][23].
Vari modelli commerciali della Modell 1900 furono esportati in quantità non trascurabili. Altri paesi testarono la P00 o acquistarono piccole quantità di armi per i test sul campo: tra questi, Austria, Brasile, Bulgaria, Canada, Cile, Paesi Bassi, Lussemburgo, Russia, Norvegia, Svezia e Portogallo[7].
Modello Carabina[modifica | modifica wikitesto]

Circa nel 1904 fu introdotta anche una delle varianti più costose e ambite della Parabellum, la "Luger Carabina" (Selbstlade-Karabiner), derivata inizialmente dalla Modell 1900 (poi anche dalla 1902, ma sempre in 7,65 mm), con canna da 280 mm (11") in calibro 7,65 mm Parabellum, ed un mirino con tacche da 100, 200 e 300 metri. Questo modello appassionò sicuramente il Kaiser tedesco Guglielmo II, il quale non poteva maneggiare i fucili da caccia normali, a causa di una deformità al braccio sinistro, ma era un instancabile cacciatore di cervi (nella sua tenuta).[4]
Questo modello fu prodotto e acquistato in gran numero anche negli stati uniti, e marchiate sulla camera di cartuccia con l'aquila americana (American Eagle)[1].
Nel 1920 e in quegli anni, la produzione di carabine fu riavviata, con modelli dotati di canna anche fino a 600 mm.
Modell 1902 (P02)[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1902 la DWM introdusse una versione leggermente migliorata della P00 con la designazione Modell 1902. Quest'arma, con la canna accorciata a 100 mm, fu la prima Luger ad essere offerta in calibro 9 mm Parabellum e con una nuova rigatura a sei linee (contrapposta alla precedente con quattro linee)[24].
Gli ufficiali dell'esercito americano, nel 1904 ordinarono cinquanta nuove pistole P02 in calibro 9 mm per altri test.[1]
Modell 1904 (P04)[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1904 la Marina Imperiale tedesca adotta la pistola Luger in calibro 9 mm con la canna da 150 mm, nella designazione Pistole Modell 1904 (P04)[1], variante nota negli Stati Uniti col nomignolo Navy Luger[4]. La P04 fu ordinata espressamente con la canna da 150 mm (6") e tacca di mira con due pre-regolazioni di alzo, per i tiri da 100 e 200 metri; tuttavia, vari esemplari della P04, prodotti e/o assemblati nel corso degli anni successivi, risulteranno avere anche la canna da 120 mm[1] (forse, modifiche postume). Alcuni modelli in commercio dal secondo dopoguerra, vengono venduti come Navy Luger, ma ovviamente non lo sono: le caratteristiche del fusto con la sicura dorsale, il mirino a doppia regolazione e la canna da 150 mm, sono da considerarsi un obbligo imprescindibile, per valutarne l'originalità.
Anche la P04 fu poi aggiornata con la stessa molla della Neues Modell, nelle produzioni post 1906, al fine di perfezionarne il progetto[25].
La Modell 1904 è e resta una tra le pistole autocaricanti di ordinanza, con la maggior lunghezza di canna, mai costruite dal 1900 ad oggi.
Modell 1906 (P06 - Neues Modell)[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1906, Georg Luger introdusse una nuova versione della pistola, conosciuta come Modell 1906 o Neues Modell (letteralmente 'nuovo modello'). Questa revisione, sostituiva la vecchia molla di ritorno (a foglia) con una elicoidale, che forniva una superiore in affidabilità[7]. Dato che tutti gli esemplari di Luger costruiti dopo il 1906 presentano la molla elicoidale, tutte le Parabellum prodotte dopo il 1906 (di qualunque modello, anche precedente), sono tutte Neues Modell[7][25]. Le pistole più vecchie ancora in servizio nell'esercito tedesco, furono aggiornate al nuovo standard[25].
Luger 45 in USA[modifica | modifica wikitesto]

Ancora nel 1906, gli Stati Uniti stavano valutando varie pistole semiautomatiche, di origine americana e non.[4] La Springfield Armory aveva già acquistato in precedenza alcune pistole Luger, camerate in entrambi i calibri 7,65 e 9 mm, per i test degli anni precedenti[26], ma le autorità avevano scartato quelle munizioni, in quanto, secondo loro, di potenza insufficiente per uso militare. Al tempo, inoltre, arrivarono i rapporti sulle deludenti prestazioni dei revolver con cartucce .38 Long Colt (calibro 9,6 mm), usati dalle forze armate nella guerra filippino-americana tra il 1899 e il 1902; questo, assieme al risultato dei test del 1904 condotti da Thompson e LaGarde, spinse i vertici militari a richiedere una nuova pistola automatica di calibro maggiore. Intorno al 1905 fu John Browning a ideare e sviluppare la .45 ACP (calibro 11,43 mm) e la relativa arma, la Colt Modello 1905, portata ai test primaverili del 1907. Tra il 1906 e il 1907, l'Esercito Americano condusse altri test per pistola semiautomatica[27] di grosso calibro, uno dei test coincise con la quarta ed ultima prova della Luger in America.

Almeno due (forse tre) pistole Modell 1902/06, opportunamente scalate in dimensione per accogliere la munizione .45 ACP, furono prodotte (probabilmente) e portate negli Stati Uniti personalmente da Georg Luger per i test di marzo. Prima del suo arrivo, il Frankford Arsenal gli aveva fornito 5.000 munizioni calibro .45 che sarebbero servite per camerare correttamente la pistola.[7] Ma avendo trovato difetti nelle cartucce americane fornitegli, Luger sostituì la polvere originale con una a combustione più rapida, messa in bossoli appositamente riprodotti in ottone più spesso; le autorità statunitensi furono costrette a produrre nuove munizioni per i test del 1907, ma comunque diverse da quelle proposte dall'ingegnere Tirolese[28]. Luger portò ai test 746 munizioni personalizzate[7][28] e due pistole "Luger 45" con numeri seriali #1 e #2[28]. La Luger 45 passò con successo le prove, ma fu considerata inferiore alla Colt e superiore alla Savage, per numero di malfunzionamenti totali, anche se le autorità dovettero constatare il miglior funzionamento con le munizioni fatte da Luger[28][29].
RISULTATI DEI TEST DEL 1907[29] | |||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|
ARMA | COLPI SPARATI | FUNZIONI MECCANICHE FALLITE | SPARI MANCATI | SPARI INCEPPATI | ORIGINE MUNIZIONI | CONCLUSIONI RAGGIUNTE | |
% DI SUCCESSO | ESITO FINALE | ||||||
LUGER | 225 | 8 (3,5%) | 4 (1,7%) | 17 (7,5%) | Frankford Arsenal | 924 / 971 (95,5%) | Rigettata
Nessuno sviluppo |
746 | 4 (0,5%) | nessuno | 14 (1,9%) | Luger, DWM | |||
SAVAGE | 631 | 12 (1,9%) | 22 (3,5%) | 9 (1,4%) | Frankford Arsenal | 840 / 891 (94,3%) | Rigettata
Destinata al mercato civile |
250 | 6 (2,4%) | 2 (0,8%) | nessuno | Commerciali | |||
COLT | 604 | nessuno | 1 (0,2%) | 24 (4,0%) | Frankford Arsenal | 874 / 904 (96,7%) | Adozione
Riprogettata come M1911 |
300 | 2 (0,6%) | nessuno | 3 (1,0%) | Commerciali |
La DWM e Luger rifiutarono il seguente invito da parte dell'esercito, a produrre altre duecento pistole in calibro .45 ACP per ulteriori test contro i modelli Colt e Savage, e in quel modo sancirono il loro definitivo ritiro dalla competizione.[7][28]
Il destino della Luger 45 numero #1 è ignoto - non fu mai restituita - e ciò fa pensare che fosse divenuta inservibile o distrutta durante i test. La #2, probabilmente l'arma di scorta per i test, sopravvisse alla prova del 1907 e si trova attualmente in una collezione privata. La sua rarità le conferisce un prezzo che oscillava attorno al milione di dollari, quando fu registrato l'episodio Million Dollar Guns, della serie Tales of the Gun, su History Channel[30][31]. Almeno altre due pistole in calibro .45 furono prodotte successivamente e vendute a privati: una è esposta alla R. W. Norton Art Gallery di Shrevport, Louisiana. L'altra è stata venduta nel 2010 e si trova attualmente in una collezione privata. È nota l'esistenza di una sola Luger 45 in versione carabina[32].
Potendo sfruttare i blueprints originali usati dalla DWM, per la produzione dei modelli testati dall'esercito USA nel 1907, l'azienda americana LugerMan, produce oggi una perfetta riproduzione della versione Luger in .45 ACP.[33][34]
Selbstladegewehr M1906[modifica | modifica wikitesto]
Il Selbstladegewehr M1906 fu un tentativo di produrre un fucile semiautomatico usando lo stesso meccanismo di ritardo a ginocchiello impiegato nella pistola Parabellum. Oggi esiste un solo fucile, numero seriale 4, forse costruito da Luger in persona. La descrizione del pezzo all'asta menzionava il brevetto #4126 del 1906 applicato specificamente al fucile numero 4. Il fucile era camerato per la munizione 7,92 × 57 mm Mauser, con una calciatura che ricordava quella che sarà poi usata negli anni Trenta per i K98k[35].
Modell 1908 (P08)[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1908, l'Esercito tedesco adotta la Luger DWM come Pistole Modell 1908 (P08) per rimpiazzare il Reichsrevolver M1879 allora in servizio[36]. La P08 incorporava diverse modifiche, che i vertici dell'esercito avevano richiesto a Georg Luger: la sicura sulla impugnatura, presente nei precedenti modelli, fu rimossa, mentre venne aggiunto un gancio per l'attacco del calcio; la canna fu accorciata da 120 a 100 mm e camerata per la 9 mm Parabellum (N° di catalogo DWM 278F), con ogiva troncoconica da 123 grani (8 g), pensata per aumentare il potere invalidante dei colpi sparati rispetto al classico proiettile incamiciato[37]. Assieme alla modifica delle mire (la linea di mira era divenuta corta 196,4 mm) e l'aggiunta di un dispositivo di hold-open, la P08 avrebbe servito l'esercito tedesco come arma da fianco per tutta la prima guerra mondiale, supportata da altre due pistole, le Mauser C96 e M1914. Oltre 2.000.000 di Luger furono impiegate dalle forze tedesche tra il 1914 e il 1918[24].
Nel 1913, la Bolivia adotta la Luger DWM in 9 Para, come arma da fianco per gli ufficiali; la commessa era di 500 pistole ed ognuna con lo stampiglio Ejercito Boliviano sopra la camera di scoppio[38].
LP08 o Parabellum Artiglieria[modifica | modifica wikitesto]
La Lange Pistole 08 fu prodotta ufficialmente dal 1914 al 1918 (con la fine del conflitto mondiale), dalla DWM e dal Arsenale militare di Erfurt, per i reparti di artiglieria. A volte viene nominata anche Pistole Modell 1908/14.

Nel 1911, il Kriegministerium (Ministero della Guerra) ritenne fosse tempo di soddisfare le richieste della Feldartillerie (Artiglieria da campo), dando mandato alla Gewehr-Prüfungskommission (Commissione d'esame Armi) di studiare nuove modifiche alla pistola di ordinanza P08. Lo studio terminò con l'adozione, il 3 giugno 1913, della LP08, che sarà soprannominata e più conosciuta come Parabellum Modello Artiglieria (Parabellum-Artilleriemodell); una pistola lunga o a lungo raggio, con canna da 200 mm (8 inch) in calibro 9 mm e calciolo di legno, disegnata più per le esigenze dei reparti di Artiglieria, ma usata anche dai reparti di Fanteria e della neonata Aviazione. Fu autorizzata dal Kaiser il 2 luglio 1913 e prodotta dalla DWM in unità di 50 pezzi, per il collaudo e la presentazione.[1]
La Lange Pistole 08 è dotata di una tacca di mira tangente a 8 posizioni (da 100 a 800 m) situata sulla culatta della canna, e di una fondina in pelle del tipo adottato anche dalla marina. In caso di combattimento, la pistola poteva essere usata come una carabina corta, agganciando il calcio tramite l'apposita guida situata nella parte bassa dell'impugnatura. La tacca di mira è adatta a compensare la deriva laterale in traiettoria lunga, data dalla rotazione del proiettile.[1]
Anche se l'arma era stata inizialmente pensata per i serventi di artiglieria, che non potevano portarsi dietro l'ingombro di un G98 (o anche K98), l'arma venne usata in quantità anche dall'aviazione tedesca (prima che fossero disponibili mitragliatrici montate sugli aerei) e dall'esercito durante la Prima guerra mondiale. Le Stoßtruppen (truppe d'assalto) usavano frequentemente la LP08 con il nuovo caricatore esteso da 32 colpi (Trommelmagazin, letteralmente 'caricatore a tamburo')[39], ma nel 1918, le unità tedesche avevano ormai adottato il nuovo MP 18 per le operazioni d'assalto; tuttavia, la produzione della LP08 aveva raggiunto dei numeri tali, che nei depositi rimasero abbastanza pistole, canne ed accessori, da soddisfare la richiesta commerciale fino a buona parte degli anni 1930. Le pistole rimaste in deposito, quelle prodotte fino al 1918, furono distribuite agli artiglieri durante la seconda guerra mondiale, con nuovi calci (quando necessario), così l'arma rimase in uso fino alla fine della guerra nel 1945.
La Armeria Belga di Santiago del Cile produsse anche un calcio rimovibile (noto come "calcio Benke-Thiemann")[40] che si richiudeva attorno all'arma, eliminando la necessità di smontarlo per usare la pistola in configurazione standard[41].
Con un piccolo contratto, varie LP08 furono assemblate negli anni 1930 su richiesta dello Scià di Persia, che cercava armi per i suoi artiglieri,[42] e alcune di queste pistole finirono per vie traverse nelle mani della polizia thailandese[43].
Funzionamento e caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]
La Luger presenta un otturatore a ginocchiello che usa un braccio snodabile su tre perni, per garantire la chiusura, in contrapposizione del meccanismo a carrello, usato in molte altre pistole semiautomatiche (quasi tutte).

Quando un colpo viene sparato, la canna e l'otturatore, bloccati momentaneamente assieme, arretrano per circa 13 mm, sotto effetto del rinculo. L'otturatore si interfaccia esternamente con una camma sagomata nel castello, che forza il ginocchiello a piegarsi, svincolando la canna dall'otturatore. La canna a questo punto è a fine corsa e si arresta, mentre l'otturatore prosegue il suo movimento all'indietro, estraendo ed espellendo il bossolo scarico. L'otturatore torna in posizione sotto azione della molla di recupero e nel processo sfila dal caricatore il colpo successivo, lo inserisce nella camera di cartuccia e l'intero blocco canna-otturatore torna in posizione armata di pronto fuoco.

L'intera sequenza avviene in frazioni di secondo e garantisce affidabilità anche in caso di fango e detriti.[44]
Siccome le pistole mitragliatrici erano tremendamente efficaci nella guerra di trincea, numerosi esperimenti furono condotti su varie pistole, nel tentativo di trasformarle in armi automatiche, inclusa la Luger Parabellum, che però presentava un rateo di fuoco troppo alto (così come la Mauser C96), e che rendeva impossibile o comunque poco proficuo il suo uso a raffica continua.[45]
Il meccanismo fu progettato per funzionare alla perfezione, usando munizioni ad alta pressione (tipica delle 7,65 e 9 Parabellum); così, con cariche ridotte e/o a più bassa pressione (tipo la .45 ACP che fu usata per i test americani) il rinculo poteva risultare insufficiente e non permettere il corretto funzionamento dell'arma, tendendo a provocare malfunzionamenti[46]. Questa tipologia di difetto è presente anche nelle pistole di tipo Browning (Colt 1911, ecc), ma il sistema Luger si dimostra un pò più sensibile al problema[47].
Le pistole Luger erano prodotte in Germania e in Svizzera con precisione assoluta, usando solamente i materiali migliori disponibili all'epoca, per questo le Luger originali erano note per avere un'elevata durabilità[48]. La costruzione richiedeva lavorazioni a mano per l'assemblaggio, perché la pistola funzionasse alla perfezione: rimontare una Luger con una delle cartelle laterali non originale, avrebbe potuto invalidare il funzionamento di alcune parti dell'arma, fino al punto di renderla completamente inutilizzabile. Ciò succedeva spesso con pistole riassemblate in USA, nel secondo dopoguerra; e molti lamentavano una scarsa qualità della Parabellum. L'autore e appassionato Elmer Keith ha osservato più volte come la Luger sia stata ingiustamente criticata nel corso degli anni, diffamandola di inaffidabilità, ma troppo spesso a causa di esperienze negative avute usando armi assemblate con parti non compatibili al 100%[48]. Keith fa notare come la Luger fosse invece una eccellente pistola, dotata di una precisione tra le più alte (dell'epoca), e come l'arma fosse stata adottata da un numero enorme di paesi, se paragonata alle altre pistole semiautomatiche dello stesso periodo[48].
Tra gli altri, William B. Ruger apprezzò particolarmente l'angolo dell'impugnatura (145°), e probabilmente anche l'estetica delle Luger, tanto che usò la stessa configurazione per la sua Ruger Standard da tiro a segno[48].
Periodo interbellico e produzione commerciale[modifica | modifica wikitesto]
Dal 1919 la DWM ricostruì molte pistole P08 usando mix di parti nuove e rimanenze (canne incluse) per il mercato civile e l'esportazione. Queste vendite aiutarono la DWM a scongiurare il fallimento dopo la firma dell'armistizio[49]. La maggior parte di queste pistole erano camerate per il 7,65 Parabellum e solo una parte fu convertita in 9 mm[50]. Le parti di nuova produzione venivano numerate in accordo con i castelli già esistenti, così da assicurare che rimanessero assieme (siccome erano rifinite a mano in modo preciso). Si stima che diverse migliaia di pistole siano state assemblate e vendute tra il 1919 e il 1923, ed alcune dotate di canne con lunghezza personalizzata alle richieste dell'acquirente. Molte pistole commerciali (1919-1920) furono importate in USA da aziende quali Abercrombie & Fitch, Pacific Arms e A. F. Stoeger[50]. E proprio nel 1923, la Stoeger cominciò ad importare le pistole della DWM, stampigliate con la scritta "A.F. Stoeger Inc - New York" e "Germany". Erano anche marchiate dai calibri .30 Luger e 9 Luger, con canne di lunghezza variabile tra i 3 e i 24 pollici (~ 75 e 600 mm). Queste armi furono anche le prime a portare il nome Luger stampigliato su un lato del castello (marchio acquistato e registrato nel 1929, proprio dalla Stoeger).[19]
Sempre nel 1923, la DWM firmò anche un contratto con cui si impegnava a fornire una modesta quantità di pistole alla Finlandia (circa 8.000 pezzi, denominazione m/23)[51], ai Paesi Bassi e alla Svezia.
Fino al 1930, la DWM continuò a esportare sia le P08 che i vari modelli commerciali in Europa ma anche oltreoceano, in America e nell'estremo Oriente. Sebbene mai adottata ufficialmente dalle forze nazionaliste, tutte le varianti della Luger erano particolarmente apprezzate dagli ufficiali cinesi e dalle forze di guerriglia. Nel 1924, subito prima dello scoppio della Guerra civile cinese, una rivista di armi portatili pubblicata in Cina riportava che la Luger era "l'arma preferita tra gli ufficiali e le forze di polizia [...]"[52].
Nel 1930 la Mauser subentrò alla DWM nella produzione delle P08[2], mentre altre armi vennero prodotte come sottocontratto da Simson e Krieghoff.
Molte P04 e P08 rimasero in servizio presso le forze tedesche per tutta la Seconda guerra mondiale. Verso la fine del 1937 (a partire dai blocchi seriali t e u) la Mauser abbandonò il processo di bluitura e doratura per i dettagli, scegliendo di brunire invece l'intera arma in un unico processo. Nel 1941 alcune pistole cominciarono a essere dotate di guancette in bachelite nera per ridurre i costi e i tempi di produzione. A distanza di anni, queste pistole furono ribattezzate Black Widows ('vedove nere')[53].
Seconda guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

La P08 fu tecnicamente rimpiazzata dalla Walther P38 in servizio attivo nel 1938, ma la crescente domanda di armamenti in tempo di guerra non permise di interromperne la produzione della Mauser fino al dicembre 1943[2][24]. La produzione della Mauser fu integrata con un piccolo contratto per la Krieghoff nel 1935 per la produzione armi destinate alla Luftwaffe; un secondo contratto per altre 15.000 pistole era ancora incompleto quando la Krieghoff interruppe la produzione agli inizi del 1944[24]. La Wehrmacht accettò l'ultima consegna di P08 dalla Mauser nel novembre 1943[24]. Altre 4.000 pistole assemblate dalla Mauser nel dicembre dello stesso anno furono vendute al Portogallo che le designò Model 943[24]. L'esercito tedesco rifiutò ulteriori consegne di Luger e questo lasciò grandi quantità di parti nei depositi della fabbrica di Oberndorf[24].
Le Luger erano prede belliche molto apprezzate dai soldati alleati, in entrambe le guerre mondiali[54]. Per questo i tedeschi usavano pistole scartate o malmesse per piazzare trappole esplosive che sarebbero scattate quando un soldato americano avesse spostato la pistola[55]. Ci sono anche rapporti di spari accidentali causati da una scarsa conoscenza della sicura dell'arma da parte degli americani, e si citano casi (difficilmente verificabili) in cui si decise di giustiziare soldati americani in possesso di armi tedesche[19][56].
Le forze sovietiche catturarono decine di migliaia di Luger, ma si decise di non distribuirle mai alle truppe, tenendole invece nei depositi in caso di necessità[57].
Il secondo dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]
Sebbene la produzione della P08 fosse terminata ufficialmente nel 1943, la Luger ricomparve nel dopoguerra a causa della costante domanda di armi da parte delle forze di polizia. Nel tardo 1945 la Mauser riprese la produzione della Luger, sotto la supervisione delle forze di occupazione francesi, per armare l'esercito francese e le forze di polizia nella Germania occupata. L'assemblaggio iniziò sotto controllo francese nel giugno 1945 e continuò fino alla metà del 1946, poi i macchinari e parte del personale della Mauser vennero rilocati da Oberndorf a Châtellerault in Francia (dove si trovava la Manufacture d'Armes de Châtellerault, meglio nota come MAC), per continuare la produzione. Circa 4.000 pistole, tra cui vari esemplari di LP08, furono assemblati per conto dei francesi in numero sufficiente da giustificare la ripresa della produzione di caricatori per l'arma (durata diversi anni), direttamente in Francia[11][24]. Le Luger assemblate in Francia, sono piuttosto rare e contraddistinte da una parkerizzazione grigia[58], dove le ultime fatte recano il nome dell'arsenale di produzione Manufacture Française d'Armes & Cycles de St. Étienne. Queste pistole sono rimaste nei depositi della Gendarmeria Nazionale francese fino agli anni Settanta[58].

Altre pistole vennero invece assemblate sotto la diretta supervisione dei sovietici (nella Germania Est), per armare la Volkspolizei[24]. Nell'immediato dopoguerra, diverse pistole Luger vennero assemblate a partire da parti di recupero e quindi con numeri seriali differenti, che venivano poi vendute come souvenir alle forze di occupazione locate in Germania. E migliaia di Luger furono riportate in patria, dai soldati americani, dopo le due guerre. Altre pistole furono assemblate direttamente in America da armaioli non sempre all'altezza ed usando parti spesso importate alla rinfusa dalla Germania. Queste pistole mostrano spesso una qualità costruttiva molto inferiore alla controparte originale tedesca e sono all'origine della falsa reputazione di inaffidabilità delle Luger. Una pistola assemblata correttamente, con parti di qualità, è al contrario estremamente affidabile, soprattutto se usata con munizioni adeguate e in grado di sviluppare la giusta pressione di funzionamento.[59]
La svizzera continuò la produzione della Parabellum 06/29 fino al 1946. E nel 1969, dopo aver acquistato i macchinari dagli svizzeri, la Mauser Werke di Oberndorf riavviò la produzione della Luger, che terminò definitivamente nel 1986 quando fu prodotto l'ultimo modello commemorativo.[60] Dopo il termine della produzione, varie pistole furono comunque assemblate con le parti rimanenti fino agli anni Novanta.[61]
Le Luger sono pistole molto ricercate dai collezionisti, sia per il loro design intelligente che per la loro precisione, oltre alla ovvia correlazione con le Germanie Imperiale e Nazista. Nel suo libro The standard catalog of the Luger, Aaron Davis scrive che "dalla sua adozione, la Luger divenne un simbolo imprescindibile dell'esercito tedesco fino alla fine della seconda guerra mondiale" e che "se chiedete a un veterano del fronte occidentale quale fosse il trofeo più ricercato, la risposta che otterrete sarà sempre e comunque una Luger ".[36] Il colonnello David Hackworth ricorda nella sua autobiografia che l'arma era ancora molto ricercata come preda bellica, perfino durante la Guerra del Vietnam[62], dove i vietnamiti riuscirono a produrre copie grezze della Luger con cui armare i Vietcong e le altre forze irregolari.[63]
Miti e finzioni[modifica | modifica wikitesto]
La Luger è stata usata spesso, in lavori di fantasia e finzione, soprattutto da personaggi tipicamente malvagi, a causa della sua associazione (tecnicamente incorretta) con la Germania Nazista. Ed è universalmente nota per l'uso che ne fu fatto dalle forze tedesche nella prima e nella seconda guerra mondiale, dalle forze armate della Repubblica di Weimar e infine dalla Volkspolizei della DDR.
Utilizzatori[modifica | modifica wikitesto]
Nell'elenco sottostante compaiono paesi che adottarono ufficialmente la pistola, ma anche paesi che semplicemente acquistarono diversi esemplari per testarla o paesi che la utilizzarono come arma da guerra non ufficialmente; infine compaiono anche i paesi che la importarono o la acquistarono per scopi commerciali interni o per import-export, o che semplicemente fu usata in scontri e conflitti civili o ampiamente adottata da organizzazioni non ufficiali o pseudo ufficiali.
Conflitti[modifica | modifica wikitesto]
Guerra d'indipendenza irlandese
Seconda guerra sino-giapponese
Guerra d'indipendenza indonesiana
Guerra coloniale portoghese[85]
Galleria immagini[modifica | modifica wikitesto]
-
Borchardt C93 nella scatola
-
Disegni della Borchardt C93
-
Borchardt C93 con calciolo
-
Borchardt C93 dettaglio del fusto
-
Borchardt C93 particolare destro
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b c d e f g Mauro Baudino, Luger Artiglieria, ISBN 978-88-6262-284-4.
- ^ a b c Bernard Fitzsimons (a cura di), Luger, in The Illustrated Encyclopedia of Weapons and Warfare, vol. 16, London, UK, Phoebus, 1977, p. 1778.
- ^ a b c d e f g Vittorio M. Bobba, Un secolo di Luger - Storia, tecnologia e mito della pistola Parabellum, ideaLibri, 2020.
- ^ a b c d e f (EN) Fred A. Datig, The Luger Pistol | Gun Digest, in Gun Digest, 20 aprile 2009. URL consultato il 6 settembre 2017.
- ^ a b c Adriano Simoni, Pistole e Revolver di ordinanza svizzere, Editoriale Olimpia, 2008.
- ^ The Luger Pistol Blueprints (Ordonnanz Zur Pistole 1900) | PDF, su Scribd. URL consultato il 10 settembre 2023.
- ^ a b c d e f g h i Datig, Fred A., The Luger Pistol, Gun Digest, 1957 ed., Chicago Illinois: Edward Keogh Co. Inc. (1956) pp. 164-165
- ^ Reinhard Kornayer, Die Geschichte der Parabellum-Pistole in der Schweiz (PDF), 1970.
- ^ a b c d Bruno Schepis, Die Parabellum-Pistolen der Schweiz (PDF), 17 febbraio 2013.
- ^ a b c d DWM Luger P-08 Pistol, su chuckhawks.com. URL consultato il 12 maggio 2017.
- ^ a b c John Walter, The Luger Story, Greenhill Books, p. 127, ISBN 1-85367-436-2.
- ^ Cohen, Paul A. History In Three Keys: The Boxers As Event, Experience, and Myth, Columbia University Press, ISBN 0231106505 (1997), pp. 185-185
- ^ (EN) John Walter, Luger: the story of the world's most famous handgun, The History Press, 2016 [1995], pp. 48-55, ISBN 9780750966276.
- ^ a b (EN) John Walter, Luger: the story of the world's most famous handgun, The History Press, 2016 [1995], pp. 107-112, ISBN 9780750966276.
- ^ (EN) U.S. Naval Institute Proceedings, vol. 27, n. 1, marzo 1901, p. 436.«La commissione [...] ha reputato che 15.000 $ siano una cifra appropriata per l'acquisto di 1.000 esemplari della pistola semiautomatica Luger, che ha recentemente ottenuto risultati splendidi nei test condotti alla Springfield Armory. La somma allocata (dato che la raccomandazione della commissione è stata immediatamente approvata dal Segretario alla Guerra) è sufficiente per fornire cinque di queste pistole a ogni truppa di cavalleria in servizio [...]»
- ^ a b Annual Report of the Chief of Ordnance, United States, Army Ordnance Dept., 28 October 1902, p. 258
- ^ 1900 Luger U.S. Test Trials, by Michael Reese II, 1976, pages 1,7
- ^ Proceedings of the United States Naval Institute, vol. 27, n. 1, Annapolis MD, p. 436.
- ^ a b c d e f g h i Davis, Aaron, The Standard Catalog of Luger, Gun Digest Books, ISBN 9780896894112 (2006) p. 6
- ^ Tells Of Taking Bandit M'Curdy, Tulsa Daily World, 15 ottobre 1911, p. 18
- ^ Skelton, Bart, For The Love Of Lugers, Shooting Times, 4 ottobre 2010
- ^ Dolan, Samuel K., Cowboys and Gangsters: Stories of an Untamed Southwest, Rowman & Littlefield, ISBN 9781442246690 (2006), p. XX (Introd.)
- ^ Farris, David, The Last Of The Old Time Outlaws, Edmond Life & Leisure 29 Dec 2016, retrieved 14 Dec 2017
- ^ a b c d e f g h i Stephenson, Jan, The Parabellum Story, Part I and II, Gun Facts Magazine (July 1969) pp. 10-15, 35-37
- ^ a b c (EN) John Walter, Luger: the story of the world's most famous handgun, The History Press, 2016 [1995], pp. 94-99, ISBN 9780750966276.
- ^ (EN) John Walter, Luger: the story of the world's most famous handgun, The History Press, 2016 [1995], p. 58, ISBN 9780750966276.
- ^ (EN) Philip Schreier, The 1907 Pistol Trial, su Shooting Sports USA (SSUSA), 22 dicembre 2016. URL consultato il 29 settembre 2019.
- ^ a b c d e (EN) Walt Kuleck, The Trials of the M1911, su American Rifleman, 24 maggio 2011. URL consultato il 29 settembre 2019.
- ^ a b (EN) Report of the Chief Ordnance, in War Department, U.S.A. Annual Reports, vol. 6, 1907, p. 89.«La pistola semiautomatica Luger, nonostante mostri evidenti vantaggi sotto particolari aspetti, non viene raccomandata per l'adozione in quanto (1) il funzionamento dell'arma non è affidabile neanche con il munizionamento suggerito dal sig. Luger, (2) l'inserimento in culatta della munizione non è assistito direttamente dalla molla di ritorno e (3) la polvere che il sig. Luger dichiara necessaria per un funzionamento affidabile non è al momento reperibile in questo paese»
- ^ Tales of the Gun: Million Dollar Guns, su youtube.com, History Channel. Ospitato su YouTube.
- ^ Garry James, Would you Shoot the Million Dollar Luger, in Guns & Ammo, InterMedia Outdoors, ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2013).
- ^ Investment Firearm – .45 Luger Carbine, su rennlist.com (archiviato dall'url originale il 15 novembre 2004).
- ^ (EN) LugerMan - .45 ACP Luger, su LugerMan.
- ^ (EN) Ian McCollum, Luger .45 ACP - Reproduction Test Fire, su Forgotten Weapons.
- ^ (EN) Ian McCollum, German Luger 1906 Rifle, su Forgotten Weapons.
- ^ a b Paul Richard Huard, The Nazis’ Handgun, su War Is Boring, 6 marzo 2015. URL consultato il 6 settembre 2017.
- ^ Kinard, Jeff, Pistols: An Illustrated History of Their Impact, Santa Barbara, CA: ABC-CLIO Publishing, ISBN 1851094709, p. 178
- ^ Grant, p. 28
- ^ (EN) John Walter, Luger: the story of the world's most famous handgun, The History Press, 2016 [1995], pp. 154-159, ISBN 9780750966276.
- ^ (EN) Ian McCollum, The Benke-Thiemann Stock for the Luger P08, su Forgotten Weapons.
- ^ (EN) John Walter, Luger: the story of the world's most famous handgun, The History Press, 2016 [1995], p. 194, ISBN 9780750966276.
- ^ (EN) John Walter, Luger: the story of the world's most famous handgun, The History Press, 2016 [1995], pp. 205-206, ISBN 9780750966276.
- ^ (EN) John Walter, Luger: the story of the world's most famous handgun, The History Press, 2016 [1995], p. 208, ISBN 9780750966276.
- ^ (EN) Ian McCollum & Karl Kasarda, Luger P08 Mud Test, su InRange TV, 18 aprile 2016.
- ^ (EN) John Walter, Luger: the story of the world's most famous handgun, The History Press, 2016 [1995], pp. 153-154, ISBN 9780750966276.
- ^ Ian Hogg e John Weeks, Military Small Arms of the 20th Century, 7th, Iola, Wisconsin, Krause Publications, 2000, ISBN 0-87341-824-7.
- ^ Dunlap, Roy, Ordnance Went Up Front, Stackpole Books (1948), p. 104
- ^ a b c d Keith, Elmer, Sixguns, Ravenio Books (1961)
- ^ Davis, Aaron, Standard Catalog of Luger, p. 25: "Nel 1922 la DWM fu incorporata in una holding chiamata Berlin-Karlsruher Industrie-Werke (BKIW)"
- ^ a b (EN) John Walter, Luger: the story of the world's most famous handgun, The History Press, 2016 [1995], pp. 178-181, ISBN 9780750966276.
- ^ Philip Jowett e Brent Snodgrass, Finland at War 1939–45, Elite 141, Osprey Publishing, 5 luglio 2006, p. 46, ISBN 978-1-84176-969-1.
- ^ Waldron, Arthur, From War to Nationalism: China's Turning Point, 1924-25, Cambridge University Press, ISBN 0521472385 (1995), p. 57
- ^ (EN) Ian McCollum, Stupid Marketing Names, su Forgotten Weapons.
- ^ a b c d The Encyclopedia of Weapons of World War II, Metrobooks, 2002, p. 228, ISBN 1-58663-762-2. URL consultato il 2 marzo 2010.
- ^ Rottman 2011, p. 49
- ^ Rottman 2011, p. 32
- ^ a b c d Grant 2018, p. 59
- ^ a b Grant 2018, p. 58
- ^ InRangeTV, Mud Test: WW1 & WW2 P08 Luger, 18 aprile 2016. URL consultato il 12 febbraio 2019.
- ^ The Encyclopedia of Weapons of World War II, New York, Orbis Publishing Ltd., 1998, ISBN 0-7607-1022-8..
- ^ (EN) John Walter, Luger: the story of the world's most famous handgun, The History Press, 2016 [1995], pp. 228-244, ISBN 9780750966276.
- ^ David H. Hackworth, About Face: The Odyssey of an American Warrior, New York, Simon & Schuster, 1990, ISBN 978-0-671-69534-7.
- ^ Ian McCollum, Viet Cong Handmade Luger Lookalike, in ForgottenWeapons.com, 27 gennaio 2016. URL consultato il 12 dicembre 2017.
- ^ David Miller, The Illustrated Directory of 20th Century Guns, Salamander Books Ltd, 2001, ISBN 1-84065-245-4.
- ^ a b c Grant 2018, p. 57
- ^ a b c d John Walter, Luger Book: The Encyclopedia of the Borchardt and Borchardt-Luger Handguns, 1885–1985, London, UK, Arms & Armour, 1991, p. 66, ISBN 978-0-85368-886-0.
- ^ Alejandro de Quesada, The Chaco War 1932-35: South America's greatest modern conflict, Osprey Publishing, 20 novembre 2011, p. 23, ISBN 978-1-84908-901-2.
- ^ David Miller, Fighting Men of World War II, Volume I: Axis Forces — Uniforms, Equipment, and Weapons, Stackpole Books, p. 369, ISBN 0-8117-0277-4.
- ^ Philip Jowett, Chinese Warlord Armies 1911–30, Oxford, UK, Osprey Publishing Ltd., 2010, p. 21, ISBN 978-1-84908-402-4.
- ^ https://history.mod.gov.ge/ge/page/39/msubuqi-sheiarageba
- ^ a b c Aaron Davis, Standard Catalog of Luger, 2nd, Gun Digest Books, 2006, ISBN 0-89689-411-8.
- ^ JWH1975, Urgent Fury 1983: WWII weapons encountered, in wwiiafterwwii, Wordpress, 18 ottobre 2015. URL consultato il 13 dicembre 2017.
- ^ KNIL-wapens in Indonesische musea (KNIL weapons in Indonesian museums), D.W. Staat, SAM Wapenmagazine 85, p.51 (In Dutch)
- ^ Grey Tiger, World Infantry Weapons: Libya, su sites.google.com, WorldInventory, 2015. URL consultato il 13 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 5 ottobre 2016). Ospitato su Google Sites.
- ^ John Osborne, NZ Arms Register, su ArmsRegister.com.
- ^ (NO) Hæren etter Annen verdenskrig: 1945–1990 [The Army of the Second World War: 1945–1990], Oslo, Fabritius, 1990, p. 563, ISBN 82-90545-16-9.
- ^ (PT) António José Telo e Mário Álvares, Armamento do Exército Português, Vol.I – Armamento Ligeiro [Armament of the Portuguese Army, Vol.I - Light Armament], Lisbon, Prefácio, 2004, pp. 100–103, ISBN 972-8816-43-X.
- ^ a b David W. Arnold, Classic Handguns of the 20th Century: The P.08 German Luger, su Handguns, 11 novembre 2010. URL consultato il 12 maggio 2017.
- ^ Grant 2018, p. 28
- ^ Grant 2018, p. 69
- ^ The Weapons: Semi-auto Pistols, in lebaneseforces.com. URL consultato il 12 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
- ^ Jean-Claude Perez, Les armes de l'O.A.S., in Gazette des Armes, n. 220, marzo 1992, pp. 28-30.
- ^ Paul Scarlata, Yugoslav Part II: World War II small arms: an assortment of small arms from friends and foe alike, in Firearms News, 1º ottobre 2017.
- ^ Major Michael P. Stewart, Art of War Papers (PDF), su usacac.army.mil. URL consultato il 12 marzo 2015.
- ^ Grant 2018, p. 4
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Chris Bishop, The Encyclopedia of Weapons of World War II, Sterling Publishing Company, Inc, 2002, ISBN 978-1-58663-762-0.
- Gordon Rottman, World War II Axis Booby Traps and Sabotage Tactics, Oxford, UK, Osprey Publishing, 2011, ISBN 1-78096-143-X, OCLC 650113182.
- Neil Grant, The Luger, Weapon 64, Osprey Publishing, 2018, ISBN 978-1-4728-1973-4.
- Joachim Gortz & Geoffrey Sturgess, The Borchardt & Luger Automatic Pistols, Volumes 1-3, Brad Simpson Publishing & G.L. Sturgess, 2012, ISBN 978-0-9727815-7-2.
- Dan Hallock & Joop van de Kant, The Mauser Parabellum 1930-1946: Analysis of a Million Luger Pistols, HaKa Arms Publications Co., 2010, ISBN 978-0-9826903-0-7.
- Mauro Baudino & Gerben van Vlimmeren, The Parabellum is Back! 1945-2000, Brad Simpson Publishing, 2010, ISBN 978-0-9825607-2-3.
- Mauro Baudino, Luger Artiglieria, Editoriale Olimpia, 2003, ISBN 978-88-253-0032-1.
- Jan C. Still, Imperial Lugers, Still’s Book, 2004, ISBN 978-1-893513-10-5.
- Jan C. Still, Weimar Lugers, Still’s Book, 1993, ISBN 978-1-893513-09-9.
- Jan C. Still, Third Reich Lugers, Still’s Book, 1988, ISBN 978-1-893513-05-1.
- Edward B. Tinker & Graham K. Johnson, Simson Lugers: Simson & Co, Suhl, the Weimar Years, Brad Simpson Publishing, 2007, ISBN 978-0-9727815-1-0.
- Charles Kenyon, Lugers at Random, Hand Gun Pr, 1990, ISBN 978-0-945828-02-0.
- John Walter, Luger Book: The Encyclopedia of the Borchardt and Borchardt-Luger Handguns, 1885-1985, Arms & Armour, 1986, ISBN 978-0-85368-886-0.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikiquote contiene citazioni di o su Luger P08
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Luger P08
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Luger Parabellum, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Luger P00 (Blueprints)
- Luger P04 (Blueprints)
- Luger P06 (Blueprints)
Controllo di autorità | LCCN (EN) sh85078762 · GND (DE) 4173241-8 · BNF (FR) cb119431100 (data) · J9U (EN, HE) 987007538677805171 |
---|