Libertà (Palermo)

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Libertà
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneBandiera della Sicilia Sicilia
Provincia  Palermo
Città Palermo
CircoscrizioneVIII Circoscrizione
Data istituzione21 dicembre 1976
Codice9
Codice postale90133, 90139, 90141, 90143, 90144 e 90146
Abitanti41 482 ab.
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Libertà è il nono quartiere di Palermo, compreso nell'VIII Circoscrizione[1].

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Il quartiere sorge nella zona settentrionale della città, su un'area sub-pianeggiante estesa per 251,87 ettari. Confina:

Fino alla seconda metà del XIX secolo il territorio si presentava come una vasta campagna, posta a metà tra il piano Sant'Oliva - nell'attuale quartiere Politeama - e la Piana dei Colli, più vicina al mare. In seguito alla storia urbanistica di Palermo nell'età contemporanea, tale area ha iniziato ad essere identificata come il nuovo centro cittadino.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del quartiere deriva dal suo asse principale, il viale della Libertà, edificato dal governo provvisorio insediatosi a Palermo in seguito ai moti anti-borbonici del 1848 e così chiamato in memoria degli ideali rivoluzionari[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il viale della Libertà venne costruito all'indomani della primavera dei popoli per iniziativa del governo rivoluzionario di Ruggero Settimo - insediatosi nel 1848 dopo aver dichiarato ufficialmente decaduta la monarchia borbonica - al fine di migliorare il collegamento tra la città e la Piana dei Colli, luogo di villeggiatura per la classe aristocratica[3].

Nel 1891, in una zona denominata "Firriato di Villafranca", di proprietà dell'omonimo principe, ebbe sede l'Esposizione Nazionale di Palermo: dell'evento rimangono ben poche tracce, ma resta visibile l'impianto insediativo che questo determinò. Gli ideali razionali ottocenteschi spinsero verso una struttura a maglia ortogonale, con vie parallele poste tra gli assi principali costituiti dal viale della Libertà e la via Notarbartolo. Il nuovo quartiere divenne in poco tempo uno dei simboli dell'alta estrazione sociale palermitana, ospitando le ville e i palazzi della classe aristocratica e della fascia più ricca della borghesia[4]. Tale tratto della città venne definito da Richard Wagner come "gli Champs-Élysées di Sicilia"[5].

Viale della Libertà in una cartolina di inizio Novecento

Nel periodo del boom economico italiano, la fisionomia urbanistica dell'intera città venne sfregiata da un evento noto come sacco di Palermo: l'amministrazione della giunta democristiana di Salvo Lima e Vito Ciancimino, collusa con la mafia, decise di speculare sull'enorme richiesta di abitazioni che stava interessando il capoluogo siciliano nel secondo dopoguerra ed effettuò centinaia di emendamenti al piano regolatore del 1959, autorizzando di fatto un'edificazione incontrollata nella quasi totalità del territorio comunale. Nel quartiere Libertà, particolarmente colpito, ciò portò alla demolizione di numerose ville in stile Liberty - in alcuni casi esempi rilevanti - per far posto a palazzi moderni[6][7]. Il caso di Villa Deliella, rasa al suolo nello stesso pomeriggio dell'approvazione da parte del consiglio comunale per evitare il vincolo dei beni culturali, viene spesso considerato l'emblema di tale vicenda.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Villa Zito
  • Istituto delle Croci, in piazza Francesco Crispi. Complesso cinquecentesco legato alla parrocchia di S. Maria di Monserrato, le cui pertinenze furono destinate dal Senato di Palermo alla raccolta e distruzione di tutto ciò che era stato a contatto con gli ammalati di peste. Nel 1848 parte dell'edificio venne abbattuta per completare il primo tratto del viale della Libertà, per tale motivo l'architetto Giovan Battista Filippo Basile realizzò una nuova facciata in stile romantico, completata nel 1853. Dall'istituto deriva il nome di "Piazza Croci" con cui usualmente si assimilano la piazza Francesco Crispi e la piazza Antonio Mordini[8];
  • Villa Chiaramonte Bordonaro, in viale delle Croci. Progettata nel 1893 da Ernesto Basile, viene considerata una delle opere più significative del primo periodo della sua carriera, in cui si rintracciano influenze dello stile moresco[9];
  • Villa Gallidoro, in viale delle Croci. Residenza in stile neorinascimentale commissionata dal marchese di Gallidoro nel 1888, negli anni del regime fascista la proprietà passò in mano all'Opera nazionale Balilla e all'interno del giardino venne costruita la Palestra della Gioventù Italiana del Littorio. Dopo la seconda guerra mondiale la villa venne acquisita dalla Regione Sicilia, che utilizzò parte del vasto spazio verde per edificare la sede centrale del Liceo Classico Statale "G. Garibaldi": l'edificio neorinascimentale divenne la scuola media collegata al liceo e la palestra del Littorio passò di pertinenza a tali complessi;
  • Villa Zito, in viale della Libertà. Palazzo nobiliare settecentesco, oggetto di diverse ristrutturazioni tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento che hanno modificato l'originale aspetto della dimora gentilizia di campagna. Nel 1926 la villa venne acquistata dal Banco di Sicilia e convertita in un museo d'arte e archeologia, ideato dall'allora direttore generale Ignazio Mormino[10]. Oggi è sede della pinacoteca della Fondazione Sicilia.

Altro[modifica | modifica wikitesto]

Giardini[modifica | modifica wikitesto]

Monumento a Garibaldi

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

Nel quartiere è situata la stazione di Palermo Notarbartolo, punto di snodo di due delle principali linee del servizio ferroviario metropolitano di Palermo: il passante (Palermo Centrale - Punta Raisi) e l'anello ferroviario (Palermo Notarbartolo - Palermo Giachery). La stazione, una delle principali del capoluogo, fornisce inoltre un punto di interscambio con i Terminal delle linee del tram[11].

Mobilità urbana[modifica | modifica wikitesto]

Il trasporto pubblico del quartiere Libertà comprende otto linee autobus urbane diurne gestite dall'azienda municipalizzata AMAT[12]. Nelle ore notturne è attiva la linea N12 (Palermo Nord - Circolare Notturna)[13].

Dal 2015 il quartiere è collegato alle linee 2, 3 e 4 della nuova rete tranviaria di Palermo, con capolinea alla stazione Notarbartolo[14].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Panormus 2008, pag. 34 (PDF), su comune.palermo.it. URL consultato il 09-08-2010 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011). (PDF)
  2. ^ Samuele Schirò, Via Libertà, su palermoviva.it, 29 aprile 2014. URL consultato il 10 febbraio 2023.
  3. ^ Adriana Chirco e Mario Di Liberto, Via Libertà ieri e oggi, Flaccovio Editore, 2011.
  4. ^ belfagor, Viale della Libertà: storia e misfatti della strada più bella di palermo ( 1ª parte – le origini ), su Mobilita Palermo, 7 maggio 2018. URL consultato il 10 febbraio 2023.
  5. ^ Viale della Libertà: storia e misfatti della strada più bella di Palermo, su Mobilita Palermo, 7 maggio 2018. URL consultato il 6 febbraio 2023.
    «Tale tratto venne definito, in seguito, dal grande musicista tedesco Richard Wagner, gli Champs-Élysées di Sicilia.»
  6. ^ belfagor, Viale della Libertà: storia e misfatti della strada più bella di palermo ( 2ª parte – l’espansione, lo splendore e il declino ), su Mobilita Palermo, 21 maggio 2018. URL consultato il 10 febbraio 2023.
  7. ^ Via Libertà (e non solo) ieri e oggi: le ville e i palazzi che Palermo ha perso negli anni, su Balarm.it. URL consultato il 10 febbraio 2023.
  8. ^ La "piazza Croci" e l'origine del suo nome, su Cara Palermo, 4 maggio 2022. URL consultato il 14 febbraio 2023.
  9. ^ Villa Chiaramonte Bordonaro a Palermo, su www.villachiaramontebordonaro.it. URL consultato il 14 febbraio 2023.
  10. ^ Cultura Italia: Collezione archeologica del Museo d'Arte e Archeologia Ignazio Mormino, su www.culturaitalia.it. URL consultato il 14 febbraio 2023.
  11. ^ Veronica Pallotta, Ferrovie: la Palermo Notarbartolo - Palermo Giachery, su Ferrovie.Info. URL consultato il 2 aprile 2023.
  12. ^ Tutte le linee Bus AMAT di Palermo, su www.palermoweb.com. URL consultato il 2 aprile 2023.
  13. ^ Notturno N12, su www.palermoweb.com. URL consultato il 2 aprile 2023.
  14. ^ AMAT - Linee Tram, su Amat Palermo spa. URL consultato il 2 aprile 2023.
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