L'assassino (film)

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L'assassino
Alfredo Martelli (Mastroianni) e il commissario (Randone)
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia, Francia
Anno1961
Durata105 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 2,35:1
Generegiallo
RegiaElio Petri
SoggettoElio Petri, Tonino Guerra
SceneggiaturaElio Petri, Tonino Guerra, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa
ProduttoreFranco Cristaldi
Casa di produzioneTitanus, Vides Cinematografica, Société Générale de Cinématographie (S.G.C.)
Distribuzione in italianoTitanus
FotografiaCarlo Di Palma
MontaggioRuggero Mastroianni
MusichePiero Piccioni
ScenografiaCarlo Egidi
CostumiGraziella Urbinati
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

L'assassino è un film del 1961 diretto da Elio Petri, al suo esordio alla regia.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Il giovane antiquario Alfredo Martelli, di punto in bianco, viene prelevato dalla sua abitazione e accompagnato dalla Polizia in questura senza che gli venga fornita alcuna spiegazione. L'uomo attende a lungo di conoscere la ragione del fermo, finché il commissario Palumbo gli rivela che è indiziato per omicidio; è stata infatti assassinata la sua ex amante, Adalgisa De Matteis, con la quale oltretutto si era incontrato proprio la sera prima per chiederle la dilazione di un pagamento.

Martelli trascorre dunque un'intera giornata a ripercorrere tutta la sua vita, fra i serrati interrogatori e controinterrogatori del commissario e un'angosciosa notte in cella, facendovi emergere via via tutta la disonestà e pochezza morale con cui s'era avvicendato per cercare di realizzarsi socialmente, fino al colpo di scena conclusivo: durante l'interrogatorio di altri testimoni, la polizia riesce a far luce completa sul caso e a scoprire il vero colpevole, per cui Alfredo può tornare finalmente libero.

L'angoscia di quei drammatici momenti sembra abbia provocato in lui una salutare reazione, uno stimolo a cambiar vita, ma presto il rimorso ed il pentimento si dileguano. Il giovane antiquario tornerà quindi ad immergersi, consapevole e forse dolente, ma fatalmente rassegnato, nelle cattive abitudini di prima, come se nulla, in realtà, fosse accaduto.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Aiuto regista del film è Giuliano Montaldo, che nello stesso anno avrebbe esordito con Tiro al piccione. Tonino Guerra è accreditato come Antonio Guerra.

Colonna sonora[modifica | modifica wikitesto]

La colonna sonora è stata composta da Piero Piccioni. Alcuni brani dovevano essere pubblicati su EP 7", rimanendo anch'esso inedito. L'EP e tutti gli altri brani registrati all'epoca e facenti parte della colonna sonora del film, per un totale di 31 tracce, sono stati pubblicati nel 2017, in Spagna, dalla Quartet Records in formato CD con numero di catalogo QR281.[1]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Restauro[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2011 il film è stato restaurato presso il laboratorio L'Immagine Ritrovata per opera della Cineteca di Bologna, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino e la Titanus.[2]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

«Il personaggio interpretato da Mastroianni è colpevole di disumanità. Totalmente disumanizzato, egli accetta questo processo di disumanizzazione e concepisce le relazioni umane come rapporti tra i suoi bisogni personali e coloro che fanno parte della sua vita. Gli altri sono solo oggetti da usarsi semplicemente per i propri scopi

All'uscita del film, nel 1961, Lorenzo Pellizzari scrive su Cinema Nuovo: "Un certo “equilibrio” – se utile o pericoloso o semplicemente accorto, non è facile dire – ci pare caratterizzare l’“opera prima” di Elio Petri; L’assassino, almeno come lo vediamo oggi, oscilla infatti fra la “coraggiosa” intenzione di affrontare un problema (sia pure in termini forzatamente incompleti) e l’inevitabile ripiegare nell’introspezione (o analisi sociologica, pezzo di costume, psicologismo) o nel racconto di “genere” (un certo tipo di poliziesco francese o americano). Quello che in fase di sceneggiatura doveva essere il dramma del cittadino accusato ingiustamente che scopre di non essere cosi “onesto” come riteneva, ha subito probabilmente un mutamento di dimensioni al contatto con la realtà delle riprese."[4][5]

Sempre nel 1961, Segnalazioni Cinematografiche scrive: "Con un linguaggio scorrevole ed efficace, solo a tratti appesantito da qualche lentezza, il film sa costruire con sicuro intuito psicologico un personaggio ed un'atmosfera, coadiuvato in ciò da un'apprezzabile interpretazione".[2][6]

Nell'edizione del 1994 del suo Il Mereghetti, Paolo Mereghetti scrive del film: "All'interno di una cornice gialla, polemico ritratto di un borghese meschino e studio sui rapporti suddito-autorità. Guai censori per la rappresentazione della polizia che opera al di fuori della legalità.".[7]

FilmTv.it segnala brevemente: "L'esordio di Petri si muove sul difficile terreno della contaminazione tra poliziesco, giallo psicologico e commedia di costume. L'obiettivo è stigmatizzare la mediocrità morale dell'arrampicatore sociale negli anni del Boom.".[8]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) L'assassino, su Soundtrack Collector, C&C Concept and Creation. URL consultato il 12 giugno 2021.
  2. ^ a b c L'assassino, su Cinematografo, Fondazione Ente dello Spettacolo. URL consultato il 12 giugno 2021.
  3. ^ (EN) Larry Portis, The director who must (not?) be forgotten: Elio Petri and the legacy of Italian political cinema, Part 1, su Film international, 21 giugno 2011. URL consultato il 13 dicembre 2018.
  4. ^ L'assassino, in MYmovies.it, Mo-Net Srl. URL consultato il 12 giugno 2021.
  5. ^ Lorenzo Pellizzari, Cinema Nuovo, 1961.
  6. ^ Segnalazioni cinematografiche, vol. 49, 1961.
  7. ^ Paolo Mereghetti, 1994.
  8. ^ L'assassino, su FilmTv.it, Tiche Italia s.r.l.. URL consultato il 12 giugno 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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