Guglielmo del Bosco

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Guglielmo del Bosco
detto Pixaloira
Marchese del Bosco
Stemma
Stemma
In carica~1152 – ~1180
PredecessoreAnselmo I del Bosco
SuccessoreAnselmo II del Bosco
Arduino del Bosco
Delfino del Bosco
DinastiaAleramici
(linea: Del Bosco)
PadreAnselmo I del Bosco
MadreAdelasia
ConsorteN.N.
FigliAnselmo
Arduino
Delfino
Azzo
Sibila
Religionecattolicesimo

Guglielmo del Bosco, noto anche con lo pseudonimo di Guglielmo Pixaloira (? – 1198 circa), è stato un nobile italiano di stirpe franca, fu marchese del Bosco insieme al fratello Manfredo e, con il padre Anselmo e la madre Adelasia, furono i primi ad introdurre in Italia l'ordine monastico secondo la regola di san Benedetto e la tradizione cistercense, fondando l'Abbazia di Santa Maria alla Croce di Tiglieto in loco et fundo Boschi[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Guglielmo, noto come Pixaloira, marchese del Bosco, visse in un'epoca di grande tumulto per i feudatari. La sua vita fu segnata da eventi storici cruciali, iniziando con la morte dell'imperatore Enrico V nel 1125. Questo evento scatenò una lotta per il potere tra Lotario di Sassonia e Corrado III di Svevia, che ambivano sia allo scettro imperiale in Germania che alla corona in Italia. In questo contesto di instabilità, le famiglie feudali si trovarono in una situazione precaria, soggette agli imprevedibili sviluppi politici.

Durante questo periodo, le città più prospere sfruttarono la distanza degli imperatori tedeschi e le scomuniche lanciate contro di loro per affermare una maggiore autonomia. Queste città, credendosi in qualche modo esonerate dai loro doveri di lealtà, iniziarono a liberarsi degli ufficiali imperiali, visti come oppressori, e affermarono la loro indipendenza. Il processo di emancipazione creatosi, portò le città a diventare potenze temibili, sia per la loro ricchezza che per il loro spirito autonomista, e ben presto iniziarono a rivoltarsi contro i signori dei castelli nei loro territori. In questo contesto, solo coloro che erano abili nel maneggiare le armi sopravvissero, mentre molti altri furono rapidamente sopraffatti.

I Marchesi del Bosco subirono un duro colpo nel periodo in questione di conflitto, poiché nessun membro della famiglia emerse come un guerriero valoroso. La giurisdizione di Guglielmo fu notevolmente ridotta, in particolare a causa delle azioni di Genova, che gli sottrasse diverse fortezze nelle diocesi di Acqui e di Tortona. Per evitare un completo declino, il 2 agosto 1152, Guglielmo fu costretto a stringere un'alleanza con Gamondio, accettando numerosi obblighi e vincoli per le sue terre, sia in montagna che in pianura, riuscendo a mantenere il controllo solo su Bosco, Peceto e Ponzana.

L'ascesa di Federico Barbarossa al trono imperiale nel 1152 segnò un momento cruciale. Una delle sue prime preoccupazioni fu quella di ristabilire i diritti imperiali che erano stati perduti. Questo portò a numerosi scontri tra l'imperatore e i popoli liberi, ai quali si aggiunse, inoltre, un conflitto con la Chiesa. Federico cercò di convincere i genovesi a unirsi al suo partito e nel 1158 visitò Guglielmo al Bosco, dove ricevette gli oratori della Superba.

Nel 1160, mentre Federico si ritirava a Pavia per l'inverno, convocò molti feudatari imperiali, tra cui Guglielmo, per difendere il suo soggiorno temporaneo. Tuttavia, la situazione per l'imperatore si deteriorò rapidamente. Dopo la sua sconfitta a Roma nel 1167 e il ritiro dall'Italia, si formò la Lega Lombarda. Nel 1168, nei domini dei Marchesi del Bosco, nacque la città di Alessandria[2], fondata dalla Lega in onore di papa Alessandro III. Guglielmo non solo non riuscì a impedirne la fondazione, ma vide anche i suoi vassalli schierarsi contro di lui. Nel 1169, Castelletto d'Orba si sottrasse alla sua obbedienza e si unì alla "nuova città".

Nel 1172, Guglielmo seguì il marchese di Monferrato in difesa del partito imperiale, principalmente per combattere Obizzo Malaspina, che aveva preso le parti del partito guelfo. Guglielmo fu poi incluso nella tregua del 1177 tra il Barbarossa e la Lega Lombarda, e successivamente nella pace di Venezia dell'anno seguente. Era ancora vivo nel 1180, sebbene in disaccordo con i suoi figli, che nelle loro convenzioni con Alessandria stabilirono che nessun trattato con la repubblica fosse lecito senza il loro consenso. È possibile che fosse ancora in vita nel 1198, anno in cui appare come testimone in un atto di alleanza tra Bonifacio, marchese di Monferrato, e gli abitanti di Acqui.

Matrimonio e discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Nulla si sa della moglie di Gugliemo che con lei ebbe cinque figli:

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Anselmo II di Savona Anselmo I di Savona  
 
Gisla di Milano  
Ugo del Bosco  
Adelasia di Milano Alberto Azzo I  
 
Adelaide di Sabbioneta  
Anselmo I del Bosco  
Alberto Azzo II d'Este Alberto Azzo I  
 
Adelaide di Sabbioneta  
Agnese d'Este  
N.N. N.N.  
 
N.N.  
Guglielmo  
N.N. N.N.  
 
N.N.  
N.N.  
N.N. N.N.  
 
N.N.  
Adelasia  
N.N. N.N.  
 
N.N.  
N.N.  
N.N. N.N.  
 
N.N.  
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

Esplicative[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ «Anselmus Marchio filius b. m. Hugonis Marchionis et Adalasia comitissa filia Ubaldi cum Villelmo et Manfredo ipsorum filiis» (cfr. Monumenta Aquensia, col. 47, 48; tiglieto.it; La Stampa).
  2. ^ Nei primi vent'anni della sua storia la città presenta nelle fonti quattro diverse denominazioni: Alessandria, Cesarea, Palea, Rovereto, oltre alla designazione generica, abbastanza frequente, di civitas nova o nova civitas, ed alla più rara designazione di urbs nova, (cfr. Geo Pistarino, p. 15). Il Ghilini vuole erroneamente che la nascita della città sia avvenuta il 22 aprile 1168, e cioè lo stesso giorno della fondazione di Roma: « [...] пеl qual giorno Romolo diede principio alla fabrica della Città di Roma [...]» (cfr. Girolamo Ghilini, p. 2-1168/1). Il Ghilini commette più di un errore: la fondazione di Roma è ufficialmente fissata il 21 aprile, e - in realtà - il nome Cesarea venne imposto dall'imperatore nella Reconciliatio Cæsareæ del 1183 (cfr. Monumenta Germaniæ Historica, pp. 181-182), che ben presto venne abbandonato dagli stessi abitanti come un elemento estraneo alla loro coscienza ed individualità collettiva, (cfr. Geo Pistarino, p. 15). Alessandria si fondò in un primo momento dall'unione demica di Gamondium (Gamondio), Marenghum (Marengo) e Bergolium. Questo si evince nel testo dei reclami contro Cremona del 1184 dell'imperatore Federico ove indica i promotori e autori della fondazione della nuova città: «de tribus locis, Gamunde vicelicet et Meringin et Burgul». Non è descritto il nome del luogo dell'incontro, anche se pare già indicato con una certa precisione nella specificazione del sito sul Tanaro dove il trasferimento fu più breve: Bergoglio (cfr. Geo Pistarino, p. 14). Ai tre luoghi citati si aggiunsero in seguito Roboretum (Rovereto), Solerium (Solero), Forum (Villa del Foro), Vuilije (Oviglio) e Quargnentum (Quargnento). In questo le popolazioni furono supportate, economicamente, dalla "Repubblica di Genova" e dai comuni della Lega Lombarda in contrasto con il marchesato del Monferrato, principale alleato di Federico Barbarossa. Fra Giacomo di Acqui afferma: « [...] Causa autem quare Alexandria fuit facta est ista, quia Marchiones Montisferrati gravabant illa loca, quae se simul posuerunt, quae sunt Rovetum, Marenchum, Gamondium et Bergolium» (cfr. Monumenta Aquensia, p. 144).

Bibliografiche[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Codici[modifica | modifica wikitesto]

Storica, Annalistica e Trattatistica[modifica | modifica wikitesto]

Genealogia, araldica[modifica | modifica wikitesto]

Ricerche, studi, pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Quotidiani, riviste, periodici[modifica | modifica wikitesto]

Risosrse in rete[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Marchese del Bosco Successore
Anselmo I del Bosco ~1152 – ~1180 Anselmo II del Bosco
con Manfredo del Bosco con Arduino del Bosco, Delfino del Bosco