Gianfranco Albano

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Gianfranco Albano (Forlì, 30 aprile 1942) è un regista italiano, realizzatore soprattutto di fiction per la RAI e Mediaset.

Tra le produzioni televisive da lui dirette, ricordiamo, tra l'altro: Mino - Il piccolo alpino, Diventerò padre, Un milione di miliardi, Felipe ha gli occhi azzurri e In fuga per la vita.[1][2][3][4]

È tra i fondatori della rivista Cinema & Film.[2][3][5]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Gianfranco Albano è nato a Forlì il 30 aprile del 1942[2] da padre pugliese e madre triestina[3].

All'età di 13 anni, si trasferisce a Roma[2][3], dove frequenta il liceo classico[2][3].

Conseguita la maturità, si iscrive alla Facoltà di Lettere, ma non riesce a terminare gli studi[2] e, nella prima metà degli anni sessanta, lavora rappresentante per la Olivetti[3], collaborando nel frattempo anche con una rivista di cinema, Filmcritica[3].

Nel 1965, fonda, insieme ad altre sette persone, la rivista Cinema & Film, che nasce sotto il patrocinio di Pier Paolo Pasolini.[2][3][5]

Tre anni dopo, avviene il suo esordio come sceneggiatore e regista, segnatamente, con un mediometraggio-documentario dal titolo Da Kronstadt dove?.[1][3][5] Seguiranno altri programmi culturali quali Tv 7, Almanacco, G7 e Tam Tam, Se questo è un uomo e Due o tre storie di .....[5][6].

Nel 1986, "firma" la miniserie televisiva Mino - Il piccolo alpino (miniserie con protagonista Guido Cella, tratta dal romanzo Il piccolo alpino di Salvator Gotta[7]), produzione premiata con il Telegatto[3][5], il primo nella carriera del regista nel 1987.

Dirige quindi le miniserie Diventerò padre (1987), miniserie con protagonista Gianni Morandi che gli vale un altro Telegatto[3], e Un milione di miliardi (1988), co-produzione italo-tedesca con protagonista Johnny Dorelli[8]).

Seguiranno quindi, negli anni novanta, le miniserie Felipe ha gli occhi azzurri (1990, miniserie per la quale riceve, oltre all'ennesimo Telegatto, anche il "Premio del Pubblico" al Festival della Televisione di Montecarlo[3][5]) In fuga per la vita (1992), La luna rubata (1995) e la produzione cinematografica Ostinato destino (1991), film con protagonista Monica Bellucci.[1][3]

Tra il 2001 e il 2003, firma tre miniserie televisive per il ciclo Generazioni, intitolate Una vita sottile 2001, Rosafuria (2002) e Nessuno al suo posto (2003).[1][3].

Nel 2007, si aggiudica numerosi premi, tra cui il premio alla regia al Festival della Televisione di Shanghai, per la miniserie televisiva Il figlio della luna.[3]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Regista[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Autore[modifica | modifica wikitesto]

Premi & riconoscimenti (Lista parziale)[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Aldo Grasso e Massimo Scaglioni (a cura di), Enciclopedia della Televisione, collana Le Garzantine, Milano, Garzanti, 2001 [1996].

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN45723203 · ISNI (EN0000 0003 8580 1837 · LCCN (ENn85040130 · GND (DE1062472314 · WorldCat Identities (ENlccn-n85040130