Gaetano Amoroso (militare)

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Gaetano Amoroso
NascitaRoccalumera, 3 novembre 1893
MorteRoma, 6 aprile 1975
Luogo di sepolturaCimitero di Santa Teresa di Riva
Dati militari
Paese servito Regno d'Italia
Forza armata Regio Esercito
ArmaFanteria
CorpoAlpini
Corpo Truppe Volontarie
Bersaglieri
Anni di servizio1914-1949
GradoGenerale di divisione R.O.
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra di Spagna
Seconda guerra mondiale
CampagneCampagna del Nord Africa
Comandante di12º Reggimento bersaglieri
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941)[1]
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Gaetano Amoroso (Roccalumera, 3 novembre 1893Roma, 6 aprile 1975) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare a vivente nel corso della guerra di Spagna[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Roccalumera, provincia di Messina, il 3 novembre 1893, figlio di Sante e di Maria Di Bella.[3] Arruolatosi volontario nel Regio Esercito in qualità di allievo ufficiale di complemento conseguì la nomina a sottotenente nel febbraio 1914. Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia partecipò alle operazioni sul fronte italiano dapprima col 76º Reggimento fanteria "Napoli", dove rimase ferito, e poi inquadrato con la 402ª Compagnia mitraglieri del 255º Reggimento fanteria.[3] Fu decorato con una croce di guerra al valor militare nel 1915, ebbe la promozione a tenente in servizio permanente effettivo per meriti di guerra nel 1916, ricevette una medaglia di bronzo al valor militare sul Piave nel 1918 e la promozione a capitano a scelta, sempre nel 1918.[3] Trasferito nel corpo degli alpini, dove rimase dal 1919 al 1923, fu inquadrato prima nel battaglione alpini "Susa" del 3º Reggimento alpini, e poi nel battaglione alpini "Bassano" del 6º Reggimento alpini.[3]

Venne promosso maggiore nel dicembre 1934 per avanzamento anticipato, e operò nella 29ª Divisione fanteria "Peloritana" mobilitata per le esigenze dell'Africa Orientale con il 3º Reggimento fanteria.[3] Al comando del I Battaglione speciale mortai da 81 della 4ª Divisione fanteria "Littorio", partecipò alle operazioni militari nel corso della guerra di Spagna tra il nel 1938 e il 1939.[3] Rimasto gravemente ferito in combattimento nel febbraio 1939, rientrò in Patria a bordo di una nave ospedale, venendo decorato con la medaglia d'oro al valor militare a vivente.[4] Assegnato al Ministero della guerra del Regno d'Italia fu promosso tenente colonnello nel giugno dello stesso anno. All'inizio della guerra con la Francia e la Gran Bretagna fu assegnato al 33º Reggimento carri della 133ª Divisione corazzata "Littorio" trasferita successivamente in Africa Settentrionale Italiana.[3] Nel febbraio 1942 assunse il comando del 12º Reggimento bersaglieri e lo mantenne anche con a promozione a colonnello ottenuta alcuni mesi dopo, fino alla seconda battaglia di El Alamein del 2 novembre 1942.[3] Collocato in posizione di riserva dal novembre 1949 venne promosso generale di brigata nel 1951 e successivamente trasferito nel Ruolo d’Onore (R.O.).[3] Promosso generale di divisione nel 1963, si stabilì a Roma.[3] Si spense il 6 aprile 1975, e ai suoi funerali il feretro venne trasportato su un affusto di cannone con la fanfara dei Bersaglieri che eseguiva le più famose marce.[5] La salma fu poi tumulata nel Cimitero di Santa Teresa di Riva (ME).[3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Valoroso combattente della grande guerra, volontario nella campagna etiopica e di Spagna, si distinse sempre per rara bravura ed eccezionale ardimento. In cruenta lotta per la conquista di un abitato, offertosi volontario, alla testa del suo battaglione arditi, sbaragliò più volte l’agguerrito e tenace nemico. Durante circa tre ore di asperrima lotta, colpito successivamente cinque volte agli arti inferiori non abbandonava il suo posto, continuando impavido e sereno a combattere, guidare l’azione e infiammare i suoi legionari con l’esempio e con la parola. Colpito una sesta volta e gravemente, rifiutava ancora il ricovero in luogo di cura, che accettava soltanto dopo il personale intervento del suo generale comandante. Sprezzante di ogni dolore, in gravissimo stato, con mirabile forza d’animo, deplorava soltanto di dover abbandonare la lotta allorché sicura e luminosa già si delineava la completa vittoria legionaria e fascista. O.M.S.: Gerona -Badalona - Tordera, 26 gennaio -2 febbraio 1939 .[6]»
— Regio Decreto 16 novembre 1940.[7]
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Addetto al comando di una divisione, con infaticabile operosità organizzava con le proprie mitragliatrici il tiro a puntamento indiretto, disturbando il nemico ed infliggendogli rilevanti perdite. Durante vari combattimenti concorso colle sue batterie ad impedire l’avanzata dell’avversario. Attraversò poi zone battute dall’intenso tiro di artiglieria, fucileria e mitragliatrici nemiche, e si recò in linea per assicurarsi che tutte le armi ivi dislocate fossero nelle migliori condizioni per svolgere una efficace azione di fuoco. Piave, 15-20 giugno 1918
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di battaglione mortai di divisione, durante 35 giorni di cruenti combattimenti, per la conquista di Barcellona, fu di prezioso ausilio alle prime schiere di legionari. Costante esempio di sprezzo del pericolo, spezzò in varie occasioni, con la potenza delle sue armi e del suo ardimento, la tenace resistenza nemica. Seros – Sierra Grosa – M.Forcas – M.Fosca – Cogull – Solivella – S.Coloma de Queralt – Montargut – Ullastrall – Sabadel. 23 dicembre 1938 -26 gennaio 1939 – XVII
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
— Decreto Luogotenenziale 7 settembre 1916.[8]
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia a ricordo dell’unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia interalleata della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p. 365.
  2. ^ Combattenti Liberazione
  3. ^ a b c d e f g h i j k Bianchi 2012, p. 11.
  4. ^ Bianchi 2012, p. 10.
  5. ^ Bianchi 2012, p. 12.
  6. ^ Medaglie d'oro al valor militare sul sito della Presidenza della Repubblica
  7. ^ Registrato alla Corte dei Conti il 10 dicembre 1940, registro 45 guerra, foglio 463.
  8. ^ Registrato alla Corte dei Conti il 22 settembre 1916, registro 18, foglio 342. Bollettino Ufficiale 1916, dispensa 81, pag.4623.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Andrea Bianchi, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Medagliere, Associazione Nazionale Alpini, 2012, ISBN 978-88-902153-2-2.
  • Lucio Ceva, Spagne 1936-1939. Politica e guerra civile: Politica e guerra civile, Milano, Franco Angeli Editore, 2010.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 365.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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