Eveno di Paro

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Eveno di Paro (in greco antico: Εὔηνος?, Éuēnos o Εὐηνός, Euēnós[1]; Paro, V secolo a.C.IV secolo a.C.) è stato un poeta, filosofo elegiaco greco antico.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Le fonti antiche non sono concordi sulla sua identità: alcune (in particolare Iperide[2] ed Eratostene,[3] citati da Arpocrazione,[4] e la Suda[5]) parlano infatti di due poeti chiamati Eveno, entrambi elegiaci ed entrambi di Paro; Platone, invece, parla di un solo Eveno senza specificare se si trattasse del vecchio o del giovane, ricordando solo che fu contemporaneo di Socrate (il quale nell'Apologia parla di Eveno come uomo di grandi conoscenze umane e politiche, mentre nel Fedro lo definisce un "uomo intelligente") e nel 399 a.C. fu ad Atene[6]

san Girolamo ricorda un solo Eveno, di cui colloca il floruit al tempo dell'ottantesima Olimpiade (460 a.C.)[7], mentre un frammento del De musica dello Pseudo-Censorino elenca Eveno tra i poeti elegiaci, insieme a Callino e Mimnermo[8].

Questo ha causato posizioni diverse tra gli studiosi moderni: alcuni ritengono che siano effettivamente esistiti due Eveno distinti, di cui il più anziano sarebbe il nonno del più giovane[9]; secondo altri, invece, si tratterebbe di un unico poeta, autore di tutti i frammenti tramandati sotto il suo nome.[10] Il lessico Suda ricorda anche che Eveno fu maestro di Filisto di Siracusa, nato intorno al 430 a.C.[11]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Di Eveno è rimasto pochissimo: 11 frammenti di poesie elegiache[12] e due esametri, alcuni dei quali sono contenuti nell'Antologia Palatina[13]. In gran parte essi hanno contenuto simposiaco e filosofico. Gli sono anche attribuite tre elegie dedicate ad un certo Simonide contenute nella silloge teognidea.[14]

Artemidoro cita, inoltre, un passaggio da un'opera di Eveno chiamata Erotikà[15] andata perduta e forse scritta in versi elegiaci[16]; alla stessa opera o ad altre opere di carattere erotico di Eveno potrebbe fare riferimento Epitteto nelle Diatribe, che lo pone accanto ad uno scrittore di nome Aristide, forse Aristide di Mileto.[17]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Eveno, test. 4 Gentili-Prato.
  2. ^ Iperide, fr. 58 Jensen.
  3. ^ FGrHist 241 F 3.
  4. ^ Arpocrazione, Lessico dei dieci oratori, s.v. Εὔηνος.
  5. ^ Suda, ε 3476 Adler.
  6. ^ Platone, Fedro, 267 a; Apologia, 20 a-c. Eveno è citato anche in Fedone, 60d.
  7. ^ Girolamo, Chronicon, Ol. 80, 1.
  8. ^ Pseudo-Censorino, De musica, 71, 8-9 Sallmann = test. 2 Gentili-Prato. Callino e Mimnermo vissero però alcuni secoli prima di Eveno.
  9. ^ Bowra, p. 2.
  10. ^ Faraone, p. 115 n. 3.
  11. ^ Suda, φ 365 Adler; cfr. φ 361 Adler. In entrambe le voci non si specifica se si trattasse del vecchio o del giovane.
  12. ^ Frammenti in Gentili-Prato, pp. 103-107.
  13. ^ Dei vari epigrammi a nome Eveno contenuti nell'Antologia Palatina, solo due sono ascrivibili ad Eveno (o agli Eveni) di Paro con una certa sicurezza: l'epigramma 49 del libro 11 e l'epigramma 172 del libro 12; v. Gow-Page, p. 289. Due epigrammi aventi per autore Eveno sono contenuti anche nell'Antologia di Planude (nn. 165 e 166), ma non è possibile assegnarli con sicurezza ad Eveno di Paro; v. Bergk, pp. 274-276 e pp. 276-278 per l'insieme degli epigrammi trasmessi sotto il nome di Eveno.
  14. ^ Aristotele (Metafisica, 1015a 28) e Plutarco (Moralia, 1102c) assegnano ad Eveno le prime righe del frammento di versi 467-496 della Teognidea (Eveno, fr. 7 Gentili-Prato); si vedano anche Bowra, pp. 2-4, che propone di assegnare ad Eveno anche i versi 667-682 e 1345-1350, Cataudella, pp. 43 sgg., che assegna ad Eveno anche i versi 903-930, e Gerber, p. 243 n. 1.
  15. ^ Artemidoro, Onirocritica, I, 4.
  16. ^ Gentili-Prato, p. 107.
  17. ^ Epitteto, Diatribe, IV, 9, 6. Per questa ipotesi si veda Gerber, p. 443 (Eveno, test. 3 n. 1).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie
Fonti secondarie

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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