Duomo di Gioia Tauro

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Duomo di Sant'Ippolito Martire)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Chiesa di Sant'Ippolito Martire[1]
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneCalabria
LocalitàGioia Tauro[1]
IndirizzoVia Duomo
Coordinate38°25′41.6″N 15°53′56.7″E / 38.428222°N 15.899083°E38.428222; 15.899083
Religionecattolica di rito romano
TitolareSant'Ippolito
Diocesi Oppido Mamertina-Palmi
Consacrazione1933[1]
ArchitettoMario Pandelli[1]
Stile architettonicoNeoromanico[1]
Inizio costruzione1928[1]
Completamento1931

Il Duomo di Gioia Tauro, ufficialmente Chiesa di Sant'Ippolito Martire,[1] è il principale luogo di culto cattolico di Gioia Tauro. È situato nel centro della città e l'entrata è posta in piazza Duomo. Sede dell'omonima parrocchia le cui più antiche notizie risalgono al 1507,[1] la chiesa attuale venne edificata dal 1928 al 1931,[2] su un ampio terreno donato gratuitamente dalla famiglia Serra di Cardinale, e consacrata e aperta al culto tre anni dopo, nel 1933.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le operazioni di costruzione ebbero inizio nel 1928 su un vasto terreno donato dalla famiglia Serra di Cardinale. Questa famiglia dimostrò un profondo attaccamento alla fede e alla comunità locale, contribuendone in modo significativo alla realizzazione. Il Duomo fu solennemente consacrato e aperto al culto cinque anni dopo l'inizio della costruzione.[3]

La facciata, caratterizzata da un design sobrio, è adornata con tre portali d'ingresso, al centro dei quali si erge un rosone che raffigura il volto di Cristo circondato dai simboli degli Apostoli evangelisti. L'interno della chiesa presenta una spaziosa navata centrale e due navate laterali più piccole, oltre a tre absidi.

Cartolina di Gioia Tauro ritraente il Duomo di Sant'Ippolito

Fin dal 1937, il Duomo era dotato di un piccolo organo con 700 canne. Nel 1990, ha subito un restauro e una consolle di comando con tastiera e pedaliera collegata alle canne è stata aggiunta vicino al presbiterio. Nel 2004, l'organo è stato potenziato con l'aggiunta di un gruppo di canne e una nuova consolle a due tastiere, grazie all'iniziativa del parroco don Francesco Laruffa e al sostegno dei fedeli. L'organo è stato inaugurato con un concerto tenuto dal M° Vincenzo De Gregorio, direttore del conservatorio San Pietro a Majella di Napoli.[4]

Dipinto raffigurante il martirio di sant'Ippolito

Nel corso degli anni, il Duomo ha necessitato di interventi e lavori di restauro a causa di eventi quali i danni causati dai bombardamenti aerei durante la Seconda Guerra Mondiale, avvenuti nel 1943, e l'opera di restauro conservativo eseguita nel 1957[2]. Tuttavia, uno degli interventi più significativi è stato quello del 1990, promosso dall'arciprete Mons. Francesco Laruffa. In tale occasione, sono stati realizzati restauri innovativi che hanno donato al Sacro Edificio una veste più pregiata e consona alle nuove direttive dell'ultimo Concilio.[2]

Tra le opere eseguite, spicca l'apertura di due bifore con vetri policromi nell'abside centrale, l'intelligente tinteggiatura delle pareti esterne e interne, che ha valorizzato gli elementi architettonici, e l'innovazione del fonte battesimale, circondato da cancelletti che in passato erano utilizzati come balaustre di separazione tra navate e transetto. Inoltre, l'organo del 1937 è stato oggetto di ammodernamento e potenziamento, culminato con l'inaugurazione nel 2004 del nuovo organo, che conta circa 1.500 canne, due manuali e una pedaliera.[2]

Le vetrate policrome presenti nel Duomo, ideate nel 1983 da mons. Laruffa e realizzate dall'artista Giuseppe Niglia, sono opere di notevole bellezza. Il lavoro di Niglia, che ha studiato presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli e Roma e ha realizzato opere anche per il Vaticano, ha dato vita a vetri cotti a gran fuoco e saldati a piombo, realizzati con vetri pregiati di alta qualità.[5][6]

La figura del santo patrono, Sant'Ippolito, è legata alla vicenda del martirio di San Lorenzo. Secondo gli atti di San Lorenzo, Sant'Ippolito era un ufficiale incaricato di sorvegliare Lorenzo durante il periodo in cui quest'ultimo era imprigionato. I due uomini si convertirono al cristianesimo e furono battezzati insieme. Tuttavia, Sant'Ippolito fu martirizzato in seguito, dopo aver assistito al martirio di San Lorenzo. Venne trascinato selvaggiamente da cavalli, dopo essere stato tacciato di avere disonorato la sua divisa.

Il dipinto raffigurante il martirio di Sant'Ippolito, un'opera ad olio su tela, mostra il santo con le mani e i piedi legati a due cavalli, mentre viene frustato da un uomo per costringerlo a correre più velocemente. L'opera è arricchita dalla presenza di angeli in alto che sorreggono una corona di luce. Inizialmente anonimo, il dipinto è stato poi attribuito a Diego Grillo, nipote del più noto pittore Zimmatore, grazie all'analisi dell'architetto Carmelo Raco pubblicata sul Quotidiano del Sud nel 2020.[7][8]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

Il portale

La facciata del Duomo di Gioia Tauro si caratterizza per la sua sobria eleganza. Articolata in uno stile architettonico di gusto semplice e dominata da una struttura simmetrica, la facciata presenta tre portali d'accesso che fungono da ingressi principali alla chiesa.[3][5]

Al centro della facciata è collocato un maestoso rosone che attira immediatamente l'attenzione dei visitatori. Questo rosone, arricchito da dettagli intricati, ospita la raffigurazione del volto di Cristo al centro, circondato dai quattro simboli degli Apostoli evangelisti.

Le dodici vetrate policrome, realizzate con maestria dall'artista Giuseppe Niglia, adornano la facciata e contribuiscono a impreziosire l'aspetto esterno del Duomo. Queste vetrate, con i loro colori vibranti e disegni suggestivi, aggiungono un elemento artistico e spirituale alla chiesa, catturando la luce del sole e creando uno spettacolo cromatico all'interno dell'edificio.[9]

Interno[modifica | modifica wikitesto]

Una volta entrati nel Duomo, si viene accolti da un'atmosfera di sacralità e solennità. L'interno è caratterizzato da un'architettura a tre navate: una grande navata centrale e due navate laterali più piccole. Questa disposizione architettonica crea uno spazio ampio e accogliente per i fedeli, permettendo di ospitare un gran numero di persone durante le celebrazioni religiose.[10][9]

Navate[modifica | modifica wikitesto]

Le navate sono separate da colonne e archi. Lungo le pareti, si trovano cappelle laterali, ognuna dedicata a un santo o a una figura religiosa, contenenti statue, dipinti o altre opere d'arte sacra.[9][11][10]

Soffitto, pareti e descrizioni generali[modifica | modifica wikitesto]

Sulle pareti dell'interno sono appese tele e affreschi che narrano storie bibliche, eventi della storia della città o scene della vita dei santi, aggiungendo valore storico e artistico alla chiesa.

Il soffitto a capriate, tipico delle chiese tradizionali, aggiunge un tocco di maestosità all'interno, creando un senso di verticalità e spaziosità.

Al centro della navata principale si erge l'altare maggiore, uno dei punti focali dell'interno del Duomo. L'altare è spesso decorato con sculture, rilievi o affreschi, aggiungendo un senso di sacralità al punto centrale della chiesa.[9]

La chiesa, inoltre, custodisce un crocifisso ligneo, un quadro raffigurante la Vergine del Rosario e la statua di Sant'Andrea. Di pregio le tele della Madonna del Carmine e del martirio di Sant'Ippolito, quest'ultima opera di un anonimo pittore del XIX secolo.[11]

Organo a canne[modifica | modifica wikitesto]

L'organo del Duomo di Gioia Tauro è stato originariamente installato nel 1937 con 700 canne. Nel 1990, un importante restauro voluto da Mons. Francesco Laruffa ha portato all'aggiunta di nuove canne e alla realizzazione di una nuova consolle di comando con due tastiere e pedaliera. Nel 2004, l'organo è stato ulteriormente potenziato con l'inaugurazione di un nuovo organo di circa 1.500 canne, conferendo alla chiesa un suono imponente e maestoso. Questo strumento musicale è un elemento di rilevanza storica e artistica all'interno del Duomo, arricchendo le celebrazioni liturgiche e l'atmosfera spirituale della chiesa.[2][4]

Il beato Pacifico[modifica | modifica wikitesto]

All'interno del Duomo della città si trova una preziosa e venerata reliquia del beato Pacifico, martire dell'epoca imperiale romanica. Questa antica Reliquia consiste in uno scheletro intero rivestito di seta e un vasetto di sangue raggrumato, ed è considerata di grande importanza per la pietà cristiana.[12]

Il beato Pacifico è stato così chiamato in virtù del significato del suo nome, simbolo di "pace".[non chiaro] La reliquia è custodita con solennità all'interno di un'artistica urna sigillata, posta in un'elegante edicola marmorea. Quest'ultima presenta l'effigie di Sant'Ippolito, che aggiunge un ulteriore significato e valore religioso alla preziosa Reliquia.[12]

La conservazione di questa reliquia nel Duomo è un segno tangibile della devozione e del rispetto della comunità verso il beato Pacifico, un santo martire che ha lasciato un'impronta duratura nella storia della fede cristiana. La sua presenza all'interno della chiesa è un motivo di venerazione e raccoglimento per i fedeli, rendendo il Duomo un luogo di significativa importanza spirituale e culturale.[12]

Festività e ricorrenze[modifica | modifica wikitesto]

  • Festa di Sant'Ippolito Martire (13 agosto, con processione per le vie cittadine);[13]
  • Festa dell'Immacolata Concezione ( 8 dicembre, processione per le vie cittadine)
  • Processione della Madonna del Rosario ( l'ultima avvenuta nel 2014)
  • Via Matris con tutte le parrocchie di Gioia Tauro
  • Processione del Bambinello dal duomo alla chiesa dell'Immacolata (Da alcuni anni questo rito non si celebra più perché la chiesa è chiusa al culto per restauro)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i Chiesa di Sant'Ippolito Martire, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 23 settembre 2023.
  2. ^ a b c d e Duomo, su digilander.libero.it. URL consultato il 24 luglio 2023.
  3. ^ a b Chiesa Cattolica - Duomo di Sant'Ippolito Martire - Comune di Gioia Tauro, su www.comune.gioiatauro.rc.it. URL consultato il 24 luglio 2023.
  4. ^ a b V.Savoia, Vita religiosa a Gioia Tauro dalle origini ad oggi, Nuove edizioni Barbaro.
  5. ^ a b digilander.libero.it, https://digilander.libero.it/pro.../le_vetrate_del_duomo.htm.
  6. ^ google.com, https://www.google.com/search?q=giuseppe%20niglia%20....
  7. ^ V.Savoia, Vita religiosa a Gioia Tauro dalle origini ad oggi, nuove edizioni Barbaro, 2005.
  8. ^ lastoriadigioiatauro.blogspot.com, https://lastoriadigioiatauro.blogspot.com/2020/08/il-martirio-di-santippolito.html.
  9. ^ a b c d V.Savoia, Vita religiosa a Gioia Tauro dalle origini ad oggi, nuove edizioni Barbaro, 2005.
  10. ^ a b Interno - Foto di Duomo di Sant'Ippolito Martire, Gioia Tauro - Tripadvisor, su www.tripadvisor.it. URL consultato il 24 luglio 2023.
  11. ^ a b Chiesa Cattolica - Duomo di Sant'Ippolito Martire - Comune di Gioia Tauro, su www.comune.gioiatauro.rc.it. URL consultato il 24 luglio 2023.
  12. ^ a b c Duomo, su digilander.libero.it. URL consultato il 24 luglio 2023.
  13. ^ Celebrata la Solennità di Sant’Ippolito Martire, Patrono della Città di Gioia Tauro.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]