Duello mortale

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Duello mortale
l'addio sul ponte di Londra
Titolo originaleMan Hunt
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1941
Durata105 min.
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,37:1
Genereguerra, drammatico
RegiaFritz Lang
SoggettoGeoffrey Household (romanzo)
SceneggiaturaDudley Nichols
Casa di produzioneTwentieth Century Fox
Distribuzione in italianoFox
FotografiaArthur C. Miller
MontaggioAllen McNeil
MusicheAlfred Newman
ScenografiaRichard Day e Wiard Ihnen
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Duello mortale (Man Hunt) è un film del 1941 diretto da Fritz Lang.

È il primo dei film antinazisti realizzati da Lang durante la seconda guerra mondiale. Gli altri saranno Anche i boia muoiono del 1943, Il prigioniero del terrore del 1944, Maschere e pugnali del 1946.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Il capitano Alan Thorndike, tiratore scelto e celebre cacciatore, si reca segretamente in Germania per tentare di uccidere Hitler. Thorndike viene scoperto, catturato e torturato dalla Gestapo.

Il maggiore tedesco Quive-Smith propone a Thorndike di avere salva la vita e la libertà, in cambio l'inglese dovrà solo firmare una dichiarazione in cui confessa di essere stato incaricato di uccidere il Fuhrer dal governo britannico. Thorndike si rifiuta e, grazie a una rocambolesca fuga, riesce a tornare a Londra, clandestino su una nave mercantile nascosto da un giovane mozzo.

A Londra Quive-Smith e alcuni agenti nazisti aspettano Thorndike per braccarlo e costringerlo a firmare la confessione. Grazie all'aiuto di Jenny Stokes, una prostituta conosciuta per caso, Thornidike riesce a sfuggire a vari tentativi di incastrarlo.

Gli agenti tedeschi estorcono a Jenny le informazioni per rintracciare il fuggitivo. Quive-Smith riesce a scovare Thorndike nel suo nascondiglio, e gli rivela che, per ottenere l'informazione, è stato costretto a uccidere Jenny.

Thorndike colpisce mortalmente il tedesco con una freccia ma questi riesce a ferire l'inglese con un ultimo colpo di pistola sparato prima di spirare. Thorndike viene curato e, una volta ristabilitosi, decide di aggregarsi a una missione di bombardamento sulla Germania.

Arrivati sopra Berlino, Thorndike si lancia con il paracadute e il fucile per portare a compimento la missione che aveva fallito all'inizio della storia.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Twentieth Century Fox Film Corporation. Produttore: Darryl F. Zanuck

Soggetto[modifica | modifica wikitesto]

Il soggetto era di Geoffrey Household che lo aveva pubblicato a puntate sulla rivista The Atlantic Monthly e poi condensato in un romanzo Rogue Male (1937). La casa produttrice del film comprò nel 1940 i diritti del romanzo.

Sceneggiatura[modifica | modifica wikitesto]

Il produttore Darryl Zanuck affida la sceneggiatura prima a Jules Furthman, poi a Dudley Nichols. La regia doveva essere in un primo tempo di John Ford, che rifiuta. Il progetto viene allora proposto a Lang che stava ancora girando Western Union e che accetta.

Cast[modifica | modifica wikitesto]

Joan Bennett interpreta il personaggio di Jenny, una prostituta londinese. Racconta l'attrice: «Recitavo la parte di una "cockney" e per molte settimane, prima di cominciare le riprese, studiai l'accento dialettale con un artista del music-hall inglese, Queenie Leonard. Fu l'unico film del quale conoscevo a memoria l'intero copione, come a teatro»[1]

George Sanders interpreta Quive-Smith, «...un ruolo cinico e mondano che gli si addice» (Lotte H. Eisner)

Codice Hays[modifica | modifica wikitesto]

Per aggirare il Codice Hays Lang fa incontrare Jenny con il protagonista in un portone nel quale ha cercato scampo dai suoi inseguitori, anziché sul marciapiede come prevedeva il copione. Inoltre la produzione mise nell'appartamento della ragazza una macchina da cucire per suggerire un'altra professione.[2]

Prima[modifica | modifica wikitesto]

La prima si ebbe a New York il 13 giugno 1941.

In Italia è uscito solo nel 1948.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

I personaggi[modifica | modifica wikitesto]

  • Alan Thorndike

Noto esperto cacciatore dilettante sportsman, fratello di un lord, prototipo del britannico amabile, cortese, coraggioso e leale ma anche temerario e imprudente.

«Il significato di rogue (furfante, vagabondo, lupo solitario, malapianta) conferisce al protagonista del film quel particolare aspetto ambiguo che ha sempre attirato Lang. Come la maggior parte degli eroi langhiani, Thorndike imparerà alcune cose su se stesso, sul proprio codice morale e su quello sociale che dovrà accettare o respingere, alternative che hanno ambedue un prezzo»[3]

  • Quive-Smith

Ufficiale tedesco con monocolo, elegantissimo, gelido, spietato. È il prototipo del nazista.

  • Jenny

«Devo ammettere che tutto il mio cuore andò a questo personaggio interpretato da Joan Bennet, la piccola prostituta che si innamora di Pidgeon, un amore condannato fin dall'inizio» (Lang a Peter Bogdanovich)

  • Mr. Jones, la spia

«...una spia fredda come una lama». Segue come un'ombra Thorndike e si scontra con lui in un emozionante inseguimento nella metropolitana.

Le metafore[modifica | modifica wikitesto]

  • La battuta di caccia

Chi è il cacciatore? Chi è la preda? Lang durante lo svolgimento del film rovescia i termini del rapporto, il cacciatore diventa la preda e cade in una trappola da cui deve fuggire.

  • Il gioco degli scacchi

«Gioco strategico per eccellenza dove trionfa chi ha capacità logica e pura intellezione superiori. Ma anche gioco simbolico che oppone i bianchi e i neri, come la luce alle tenebre». È in atto un duello mortale fra “bene e male, democrazia e dittatura nazista, Thorndike e Quive-Smith, e l'insistente presenza del gioco degli scacchi nella scena dell'interrogatorio ne è il simbolo.[4]

  • Il bianco e il nero

Il contrasto bianco e nero è presente nella scacchiera, nei chiaroscuri (ombre trafitte da sprazzi di luce o viceversa spazi bianchi striati di rigide ombre).

  • La spilla a forma di freccia. Amore, vendetta, morte.

All'inizio la freccia-spilla che Thorndike regala a Jenny è un segno del tenero sentimento che sta nascendo fra i due (reminiscenza del mito greco e delle frecce del dio Cupido): «In fondo quella freccia ti assomiglia. Anche tu sei fiera e splendente ed è così che ti ricorderò sempre» (parole di Thorndike a Jenny)

Nel finale la spilla è una prova della morte della ragazza torturata dai nazisti. Nelle mani di Thorndike, che deve salvarsi e vendicarsi, si trasforma in un'arma mortale (reminiscenza dei miti celtici, la freccia con cui Sigfrido uccide il drago). Thorndike improvvisa una primitiva balestra e scaglia la spilla-freccia contro l'odiato Quive-Smith, colpendolo mortalmente.[5]

  • La caverna

«La caverna in cui, nelle sequenza finale, è rinchiuso l'eroe non è che un'amplificazione del suo cervello. La caverna è un cranio: il luogo dove la cosa viene concepita, la cosa viene architettata. Thorndike sta per subire lo scaccomatto dell'intelligenza logica superiore del suo avversario: a questo punto decide di cambiare gioco, registro e armi. La forza e l'astuzia derivano da un contatto profondo con la terra, al di sotto del suolo, dentro al suolo».[6]

Il simbolo delle grotte e dei sotterranei è presente in molti film di Lang (dai precedenti Die spinnen, I Nibelunghi, Metropolis ai successivi Moonfleet, La tigre di Eschnapur e Il sepolcro indiano).

  • L'occhio-sguardo

Un'inquadratura mostra Thorndike dall'interno della caverna osservare l'avversario Quive-Smith che lo attende con il revolver in mano. Lo spettatore guarda in soggettiva, insieme a lui, attraverso la presa d'aria rotonda: al centro di essa il volto del nemico assume la forma di una pupilla: «Iscritta al centro del globo oculare la testa di Quive-Smith è già colpita, già condannata, già trapassata da uno sguardo sagittale. Si pensa certo, ulteriore rima, al mirino del fucile nella scena di esordio. Stavolta il colpo partirà davvero».[6]

  • Il cerchio

«...dal mirino alla presa d'aria; il tunnel perfettamente circolare della metropolitana, l'oblò del piroscafo e il buco a grandezza d'uomo che si apre nella cisterna della salvezza.»[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Joan Bennet, in The Bennet Playbill, di Lois Kibbee, 1970.
  2. ^ Lotte H. Eisner, Fritz Lang, pp. 181-182.
  3. ^ Lotte H. Eisner, Fritz Lang, pag. 179.
  4. ^ Jacques Aumont, L'occhio era nella tomba o We did not see what Thorndike saw, in Paolo Bertetto-Bernard Eisenschitz, Fritz Lang. La messa in scena, Lindau, Torino 1993, pp. 239-253 ISBN 88-7180-050-8
  5. ^ Stefano Socci, Fritz Lang, pag. 68.
  6. ^ a b c Jacques Aumont, L'occhio era nella tomba o We did not see what Thorndike saw, in Paolo Bertetto-Bernard Eisenschitz, Fritz Lang. La messa in scena, Lindau, Torino 1993 ISBN 88-7180-050-8

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Lotte H. Eisner, Fritz Lang, traduzione Margaret Kunzle e Graziella Controzzi, Mazzotta, Milano 1978, ISBN 88-202-0237-9
  • Joe Morella, Edward Z. Epstein e John Griggs, The Films of World War II, Secaucus, New Jersey, The Citadel Press, 1980, ISBN 0-8065-0482-X.
  • Peter Bogdanovich, Il cinema secondo Fritz Lang, traduzione di Massimo Armenzoni, Parma, Pratiche Editrice, 1988, ISBN 88-7380-109-9
  • Comune di Roma. Assessorato alla cultura, Fritz Lang, Roma, Edizioni carte segrete, 1990 (Catalogo della mostra tenuta presso il Palazzo delle esposizioni di Roma dal 28 novembre al 10 dicembre e presso Il Labirinto dal 6 al 14 dicembre 1990)
  • Paolo Bertetto-Bernard Eisenschitz, Fritz Lang. La messa in scena, Lindau, Torino, 1993, ISBN 88-7180-050-8
  • Stefano Socci, Fritz Lang, La nuova Italia, Il Castoro Cinema, Milano, 1995, ISBN 978-88-8033-022-6

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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