Ducato di Persiceto

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Ducato di Persiceto
Informazioni generali
CapoluogoPersiceto
Dipendente daRegno longobardo
Amministrazione
Forma amministrativaDucato longobardo
Evoluzione storica
Inizio728 con Orso I
CausaConquista longobarda dell'Emilia orientale
Fine776 con Orso II
CausaInvasione dei Franchi
Preceduto da Succeduto da
parte dell'
Esarcato d'Italia
Iudiciaria mutinensis

Il ducato di Persiceto fu uno dei ducati longobardi situati nella Langobardia Maior. Scarse le informazioni al suo riguardo: la prova della sua esistenza è data dagli scritti dei frati nonantolani, che fanno riferimento agli ingenti doni portati dai duchi persicetani[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Italia bizantina e longobarda

Il ducato fu istituito da Liutprando attorno al 728 durante l'espansione longobarda in Emilia ai danni dell'Esarcato d'Italia. Comprendeva due antichi pagi, quello di Monteveglio a sud della Via Emilia e quello di Persiceto a nord, dal quale trasse il nome[2].

Il primo duca fu Orso I, il quale ricevette in dono molti beni da re Astolfo, tra cui cinquanta iugeri a Casale e Castiglione (al tempo chiamato Verdeta, per la presenza di un giardino reale, oggi nel comune di Spilamberto), che girò all'abbazia di Nonantola[1]. A lui successe il figlio Giovanni avuto con Arisalda, in carica tra il 772 e il 776, il quale mantenne rapporti molto stretti con l'abbazia nonantolana tant'è che il figlio, il duca Orso II[3], fu affidato ancora bambino al monastero di Nonantola e divenne monaco[2]. Orso II nel 789 donò alla badia tutti i suoi beni, cedendo il governo del distretto persicetano ai monaci nonantolani. Il ducato finì definitivamente con l'avvento dei Franchi[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Girolamo Tiraboschi, Dizionario topografico-storico degli stati Estensi, Volume 2, pagina 193,194[1][2]
  2. ^ a b c San Giovanni in Persiceto, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  3. ^ Girolamo Tiraboschi Storia dell'Augusta Badia di S. Silvestro di Nonantola pagina 22[3]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Longobardi: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Longobardi