Coordinate: 44°23′00″N 11°50′00″E

Bagnara di Romagna

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Versione del 16 giu 2012 alle 15:55 di Sentruper (discussione | contributi) (Infrastrutture e trasporti)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Bagnara di Romagna
comune
Bagnara di Romagna – Stemma
Bagnara di Romagna – Veduta
Bagnara di Romagna – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Ravenna
Amministrazione
SindacoAngelo Galli (Lista civica) dall'8-6-2009
Territorio
Coordinate44°23′00″N 11°50′00″E
Altitudine22 m s.l.m.
Superficie10,02 km²
Abitanti2 330[1] (31-12-2010)
Densità232,53 ab./km²
FrazioniSan Filippo
Comuni confinantiCotignola, Imola (BO), Lugo, Mordano (BO), Solarolo
Altre informazioni
Cod. postale48010
Prefisso0545
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT039003
Cod. catastaleA551
TargaRA
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Nome abitantibagnaresi
Patronosant'Andrea
Giorno festivo30 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Bagnara di Romagna
Bagnara di Romagna
Bagnara di Romagna – Mappa
Bagnara di Romagna – Mappa
Posizione del comune di Bagnara di Romagna nella provincia di Ravenna
Sito istituzionale

Bagnara di Romagna (Bagnèra in dialetto romagnolo) è un comune italiano di 2.282 abitanti situato nel settore occidentale della provincia di Ravenna, ai confini con la Provincia di Bologna. Il confine tra i due territori è posto, dal 1859, sul fiume Santerno, che scorre ad un chilometro dall'abitato. Il nome originale del paese è semplicemente "Bagnara". Il toponimo completo "Bagnara di Romagna" fu assegnato con un Regio decreto (Torino, 11 gennaio 1863), per distinguere il comune romagnolo da quello di Bagnara Calabra.

Geografia fisica

Territorio

Bagnara di Romagna si trova lungo gli Stradelli Guelfi, il percorso parallelo alla Via Emilia che un tempo collegava vari castelli, chiese e residenze signorili, da Bologna fino al mare Adriatico. Tra tutti i borghi fortificati che sorgevano lungo il percorso, quello di Bagnara resta l'unico esempio di castrum medievale tuttora integralmente conservato.

Storia

Antichità

Il territorio su cui sorge oggi Bagnara era anticamente boschivo e paludoso. Fu oggetto di bonifica da parte degli Etruschi e successivamente fu colonizzato dai Romani. Anticamente Bagnara si chiamava Silva Bagnaria o Balnearia. Anche Bagnara fu interessata alla centuriazione, ovvero alla distribuzione in lotti del territorio ed alla costruzione di un reticolato geometrico delle strade. Uno dei kardi era l'attuale via Lunga (via Longa), posta circa un chilometro a sud-est dell'attuale centro abitato.

In epoca medievale, nei pressi dell'antica via Lunga [3], venne edificato il primo nucleo della città di Bagnara, attorno a un Castrum.

La prima memoria scritta del paese risale all'anno 855, quando il fondo di “Balnearia” risulta donato all'Arcivescovo Giovanni di Ravenna dal conte Gisolfo di Imola. Il primo conte di Bagnara fu Bennone, Vescovo d'Imola, che ricevette il titolo nel 1129. Di Bagnara vecchia non rimane più nulla: secondo la ricostruzione storica finora prevalente, il castrum fu distrutto l'8 maggio 1222 in una battaglia tra le città di Bologna e Faenza, alleate, che sconfissero Imola, cui apparteneva Bagnara. I sopravvissuti, rimasti senza tetto, si trasferirono in un luogo dove allora sorgeva un oratorio. Nacque così la nuova Bagnara.

Dal Medioevo all'Unità d'Italia

Nei secoli che seguirono Bagnara fu teatro di battaglie, saccheggi e oggetto di negoziati. Il castrum passò di mano a diversi padroni, che l'ottennero come preda di guerra, o per compravendita, oppure per donazione.

Oltre al vescovo d'Imola, si avvicendarono nel suo possesso Uguccione della Faggiola, i Manfredi, gli Ordelaffi, i Da Polenta, i conti di Cunio, i Visconti (siamo alla metà del Trecento), i Malatesta, gli Estensi, poi nel Quattrocento: di nuovo il vescovo d'Imola, Taddeo Manfredi, Galeazzo Sforza e Galeotto Manfredi. Nel 1482 Bagnara fu assegnata a Girolamo Riario quale dono di nozze da parte di Papa Sisto IV, suo zio, assieme alle città di Imola e Forlì. Alla morte del Riario, ucciso in una congiura a Forlì, gli subentrò la vedova Caterina Sforza.

Caterina è, tra i personaggi storici più conosciuti, quello le cui vicende sono maggiormente legate a Bagnara. Vendicò il marito in maniera spietata e mantenne il possesso di tutte le sue terre, ereditate dal figlio ancora minorenne, Ottaviano Riario. Caterina nulla poté invece contro l'invasione dell'esercito francese di re Carlo VIII, che nel 1494 scese nella penisola diretto a conquistare il Regno di Napoli. Caterina s'incontrò segretamente, proprio nella rocca di Bagnara, con il duca di Calabria, figlio del re di Napoli, per stringere un'alleanza (23 settembre 1494). Ma l'esito del conflitto fu favorevole a Carlo VIII, che divenne il nuovo padrone della penisola italiana. Dopo i francesi, Bagnara dovette subire anche il dominio del duca Cesare Borgia, che alla fine dell'anno 1499 conquistò Imola e gli altri castelli posseduti da Caterina fino a Forlì.

Il figlio Ottaviano Riario, giunto intanto alla maggiore età, avviò una campagna per la riconquista dei suoi territori, ma si rivelò non all'altezza del compito. Seguirono decenni di lotte per il possesso di Imola e del suo contado, Bagnara compresa, tra sostenitori del Papa e sostenitori del re di Francia. Bagnara dovette subire sanguinose scorrerie da ambedue la parti. Mentre Imola e le località circostanti finirono sotto il controllo del Papa (cioè “immediatamente soggetti”), su Bagnara la giustizia del tempo non trovò una soluzione. I sostenitori del Papa e i sostenitori del re di Francia raggiunsero un accordo di compromesso solo il 30 luglio 1562: Bagnara sarebbe stata “mediatamente” soggetta alla Santa Sede. Inoltre, il vescovo di Imola conservava il titolo di conte di Bagnara e manteneva la proprietà su quasi tutto il territorio comunale; aveva anche il potere di amministrare il comune e la giustizia e doveva provvedere alla difesa militare del territorio. Invece il consiglio comunale di Imola aveva il potere di veto sulla nomina del commissario (il sindaco dell'epoca) ed aveva il diritto di esigere le imposte fondiarie. Il XVI secolo, così difficile e pieno di avvenimenti drammatici, si concluse con un altro tragico evento: nel 1591, dopo tre anni consecutivi di carestia, scoppiò un'epidemia di tifo petecchiale che causò in paese oltre 223 vittime. Per Bagnara fu il numero massimo di morti mai riscontrato in un solo anno della sua storia.

Nel Seicento andò un po' meglio: la peste “manzoniana” del 1630-31 non toccò il paese. Per questo motivo il consiglio comunale istituì una festa annuale di ringraziamento alla Madonna, detta “del voto”, fissata all'ultima domenica di luglio. Negli archivi comunali è conservata la delibera con cui fu istituita la solennità:

«… fu proposto dal Massaro che s'era altre volte fatto parola circa la divozione che s'era presa questo popolo per la preservazione del contagio per grazia havuta da questa Beatissima Vergine dell'altare de' Camangi [4], alla quale intendevano ogni anno per ringraziamento solenizzare detto giorno … l'ultima domenica di luglio.»

La festa, probabilmente istituita su una tradizione già esistente, è continuata ininterrottamente fino ai nostri giorni.

Il Settecento fu contraddistinto da diversi flagelli: in primo luogo le guerre di successione, che interessarono indirettamente la Romagna, dove vari eserciti fissarono i propri quartieri invernali e pretesero vitto, alloggio, legna da ardere, biada per i cavalli ed altro dalla popolazione. Nel 1736 all'occupazione straniera si aggiunse anche una grave carestia. Nell'ottobre 1765 si verificarono molti casi di febbre terzana (una febbre intermittente, malarica), accompagnati da epidemie che colpirono il bestiame bovino.

Nel 1797 invasero l'Italia i francesi di Napoleone, che abbatterono il vecchio regime e organizzarono nuove circoscrizioni amministrative e giudiziarie. Il vescovo di Imola perse ogni potere e diritto su Bagnara, mantenendo solamente la guida spirituale della parrocchia. Nel 1810 il Comune di Bagnara fu accorpato a quello di Castel Bolognese. Tutto finì quando la parabola di Napoleone concluse il suo ciclo.

Il 1º gennaio 1814 fu ripristinato il vecchio regime ad opera delle truppe austro-britanniche e nel giro di poco tempo venne ristabilito sulla Romagna il governo dello Stato pontificio. Il vescovo di Imola tornò a fregiarsi del titolo di conte di Bagnara, mentre i poteri amministrativi passarono al cardinal legato. Bagnara tornò ad essere comune autonomo e fu inserita, con Imola, nella Legazione di Ravenna.

I successivi avvenimenti politici nazionali ebbero una forte eco nel paese: alcuni bagnaresi parteciparono ai moti mazziniani del 1831; nel 1846 venne festeggiata ufficialmente l'elezione al soglio pontificio del vescovo d'Imola Giovanni Maria Mastai Ferretti (Papa Pio IX); nel 1849, dopo la proclamazione della Repubblica Romana, Bagnara subì l'invasione delle truppe austriache che ripristinarono il potere temporale del papato. Gli imperiali entrarono in paese il 22 maggio 1849.

Al 1855 risale l'ultima epidemia di colera in paese, con 16 morti ufficialmente denunciati (ma probabilmente il totale dei decessi raggiunse i 40).

Dal Regno d'Italia alla Repubblica

Con l'annessione al nuovo regno, si verificano alcuni importanti cambiamenti istituzionali: l'istruzione primaria divenne obbligatoria, così come la leva militare; la nomina del sindaco passò dal vescovo al re; inoltre, passò dalle parrocchie ai comuni la gestione degli istituti di beneficenza nonché la registrazione di nascite, matrimoni e morti. Vennero invece trasferiti direttamente allo Stato i beni ecclesiastici non strettamente necessari al culto. Lo Stato avocava a sé anche i compiti di tutela del territorio (bonifica, difesa contro gli straripamenti del Santerno). Dal canto suo il Papa decise di scomunicare tutti i cattolici che accettavano di collaborare col governo (Non expedit).
A questi primi anni risale anche la costruzione della prima rete fognaria, delle prime pubbliche latrine e dell'asilo infantile, retto dalle Ancelle di Lugo. Ma la più importante realizzazione che influì sullo sviluppo del paese, anche dal punto di vista finanziario, fu la costruzione del ponte in legno sul fiume Santerno.

Il Ponte sul Santerno visto da Bagnara

I primi anni del XX secolo furono contrassegnati da grandi cambiamenti sociali: sorsero leghe di braccianti e mezzadri sempre più combattive, nacquero i primi sindacati e si verificò l'entrata in politica dei cattolici. Le difficili condizioni economiche in cui si ritrovò la nazione dopo la fine della Prima guerra mondiale generarono tensioni che si fecero sentire anche a Bagnara, dove tanta parte della popolazione viveva ai limiti dell'indigenza. Le tensioni sociali si acuirono e raggiunsero il culmine il 2 maggio 1920 (in pieno biennio rosso), quando i socialisti (primo partito in paese) inaugurarono un monumento ad Andrea Costa, a cui seguirono scontri che provocarono due morti e la proclamazione dello stato d'assedio. Il “biennio rosso” si concluse con la presa del potere del partito fascista, che a Bagnara costrinse il consiglio comunale a dimettersi nell'agosto 1922. Le principali decisioni prese in questi anni furono: la costruzione di un grande alloggio adibito a casa popolare, la costruzione del nuovo edificio scolastico, l'inaugurazione di un parco della Rimembranza e di un nuovo campo sportivo.

Le scuole e la Rocca Sforzesca di Bagnara di Romagna negli anni '30

Durante la Seconda guerra mondiale Bagnara diede il suo contributo di vittime, militari e civili, e di prigionieri. Del locale Comitato di liberazione fecero parte esponenti di tutti i partiti antifascisti, oltre all'arciprete don Alberto Mongardi, in rappresentanza dei cattolici. Per aver salvato oltre quattrocento persone che si erano rifugiate nella rocca, minata dai nazisti, e per altri gesti di carità e umanità don Alberto Mongardi fu insignito di una medaglia d'argento al merito con palma dalla Croce Rossa.

Il 9 aprile 1945 si registrò il più devastante bombardamento che colpì Bagnara, che causò 26 morti tra i civili. La liberazione di Bagnara avvenne l'11 aprile per opera delle truppe polacche agli ordini del generale Anders. La guerra lasciò un segno profondo: su un totale di 1970 abitanti erano partiti 272 soldati, dei quali 13 non ritornarono più. Tra i civili si contarono 82 morti, 260 feriti, 29 mutilati. I danni economici, oltre alle razzie e alle altre distruzioni, furono ingenti: 74 case rase al suolo e 138 semidistrutte.

Il 16 novembre 1988 vennero trovati morti i 5 carabinieri della locale stazione. Dopo un iniziale sospetto di azione terroristica le indagine propensero per un caso di omicidio/suicidio.

Monumenti e luoghi d'interesse

La Rocca sforzesca

La Rocca di Bagnara nel 1948
Lo stesso argomento in dettaglio: Rocca di Bagnara.

La maestosa rocca di Bagnara è stata costruita nel XV secolo ad opera dei signori di Imola, i Riario e gli Sforza, sulle rovine del castrum medievale edificato nel 1354 da Barnabò Visconti e andato distrutto nel 1428 nella battaglia contro Angiolo della Pergola. Il maschio è considerato da molti studiosi una delle migliori opere d'arte fortificatoria del XV secolo in Italia. A partire dal Settecento si procedette alla riconversione del complesso edilizio dall'uso militare all'uso civile. La rocca divenne residenza del commissario del vescovo; in alcuni periodi i suoi locali furono anche destinati a carcere. Con la fine del dominio pontificio la rocca passò al Regno d'Italia e successivamente acquistata dal Comune, che la destino' prima alle scuole e poi a museo.

La chiesa arcipretale

Oltre al castello sono numerosi gli edifici religiosi e le chiese nel territorio bagnarese, tra le quali la più antica - la Chiesa della Natività di Maria, ora ricostruita e utilizzata come auditorium - sorse nel 1452.

La Chiesa Arcipretale dei SS. Giovanni Battista e Andrea Apostolo fu eretta sull'antico oratorio di S. Giovanni nel 1484. Edificio ad unica navata e a volta, fu costruito in tre diverse epoche: la prima (secc. XIII e XIV) è riconoscibile da resti di antiche murature nella parte bassa della fiancata; il secondo rifacimento è del 1653, con il quale vennero erette le otto cappelle laterali; la terza fase è del secolo XVIII (1752-1774) quando l'architetto Cosimo Morelli risistemò le cappelle laterali e ricostruì l'abside ed il presbiterio, arricchendoli con una monumentale ancona ed un altare, opera entrambi dei fratelli Dalla Quercia di Imola.

Pregevoli le opere artistiche al suo interno:

  • la statua della Madonna del Voto, terracotta policroma del XV secolo;
  • la fonte battesimale in pietra del XV secolo;
  • il portale di tabernacolo in arenaria (sec. XV);
  • la cantoria lignea e l'organo di Giovanni Chianei del 1786, restaurati nel 1994;
  • i dipinti dei secoli XVII, XVIII e XIX;
  • il coro ligneo in noce composto di 15 stalli.

Il Santuario della Madonna del Soccorso è stato costruito su progetto di Cosimo Morelli nel 1766, in un luogo che era divenuto nel tempo meta di pellegrinaggi a causa del ritrovamento di un ritratto in terracotta di Madonna col Bambino su una quercia, al di sopra di una pozza le cui acque erano diventate miracolose.

Le Fosse castellane e le mura

In tutta la pianura romagnola, Bagnara resta l'unico esempio di castrum medievale integralmente conservato. L'intero sistema difensivo comprendente la rocca, il muro di cinta ed il fossato sono perfettamente visibili anche ai nostri giorni.

Le mura sono ancora oggi costeggiate, nella parte interna, dai quattro terragli, le vie sopraelevate che servivano da avvistamento e anche come prima difesa della rocca. Sulle mura (originariamente alte cinque metri) erano situati sei bastioni, destinati ad ospitare i soldati con compiti di avvistamento e di difesa. Non è possibile stabilire l'originaria profondità delle Fosse, ma sicuramente ancora nel Seicento l'acqua vi stagnava anche d'estate; il loro prosciugamento fu deciso nel 1738.

Al castello si accedeva attraverso un'unica Porta. Nell'Ottocento, essendo l'unico accesso divenuto insufficiente, si praticarono altre tre aperture carrabili. In seguito all'ultima guerra le Mura andarono quasi completamente distrutte, che resero necessari importanti lavori di restauro.

Si racconta che nei primi decenni del Novecento stazionasse presso le Mura la mendicante Elvira Pomidori, detta la Munàca, che si fingeva paralitica all'atto di chiedere l'elemosina, ma camminava speditamente quando se ne andava per i fatti propri. I più anziani dicono ancora che fa la Munàca chi si finge tonto per ottenere dei vantaggi.

Villa e Bosco Morsiani

Lo stesso argomento in dettaglio: Villa e Bosco Morsiani.

Villa Morsiani è una delle dimore storiche dell'Emilia-Romagna. Di proprietà della stessa famiglia fin dalla costruzione, i conti Morsiani, risale al XV secolo, epoca nella quale era un edificio fortificato. Ne sono testimonianza i muri di inusitato spessore, le numerose feritoie ed arciere anche per il tiro incrociato, i barbacane e le quattrocentesche inferriate delle finestre. Le origini della famiglia dei conti Morsiani sono antichissime, riallacciandosi addirittura a quel Marius Scotus che nel 773 d.C. discese in Italia al fianco di Carlo Magno contro i Longobardi e diede origine al casato dei Marescotti.

A partire dal Settecento, finite le guerre feudali e religiose, i Morsiani adattarono la villa, che non ha mai mutato proprietà nel corso del tempo, a dimora gentilizia di campagna a partire dal Settecento. Il vasto parco che la circonda e le numerose statue in pietra serena vicentina poste sulle mura di recinzione e all'interno del giardino, risalgono alla metà di quel secolo.

Altri luoghi da visitare

Molino «Scodellino». Costruzione cinquecentesca (edificato nel 1511 lungo il Canale dei molini di Castel Bolognese e Lugo), fu di proprietà dei conti Sassatelli fino al 1878. Cessò le sue funzioni nella seconda metà del XX secolo. Il proprietario attuale ha restaurato l'apparato tecnologico lasciandolo nella sua collocazione originaria. È in previsione la sua valorizzazione come museo e centro di documentazione.

Piazza Marconi. La piazza centrale è il luogo pubblico più importante, il centro di raccolta, di svago, affari, fucina di passioni politiche e ideali dei bagnaresi. Sulla piazza si dava la corda in pubblico ai condannati, passavano le processioni precedute dai confratelli delle varie compagnie; a volte sulla piazza giungeva l'acqua del fiume Santerno in rotta. Nel 2004 Piazza Marconi è stata interessata da un completo recupero storico che ha comportato il rifacimento della pavimentazione. Nel 2008 vi si è trasferito il Municipio, che è ritornato così nella sua sede storica.

Palazzo Fabbri si trova sul lato est di Piazza Marconi; nelle varie epoche fu abitazione del sindaco, macelleria ed osteria. Oggi, terminata una preziosa opera di restauro è divenuto sede di una locanda. Formidabile testimonianza dell'architettura locale del secolo XIX, è dotato all'interno di un piccolo chiostro, con un loggiato in selenite che campeggia al centro del lato est, che appare più antico (probabilmente sei-settecentesco).

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[5]


Popolazione

Variazione della popolazione residente a Bagnara dal 2007 al 2011.

Data Abitanti Variazione Italiani Variazione Stranieri Variazione
31/12/2007 2.021 +4,07% 1.895 +2,9% 126 (6,2%) +24,75%
31/12/2008 2.144 +6,1% 1.993 +5,2% 151 (7,0%) +19,8%
31/12/2009 2.250 +4,9% 2.061 +3,4% 189 (8,4%) +25,2%
31/12/2010 2.330 +3,5% 2.132 +3,4% 198 (8,5%) +4,8%
31/12/2011 2.397 +2,9% 2.171 +1,8% 226 (9,4%) +14,1%

Fonte: Servizi Demografici Unione Comuni della Bassa Romagna.

Etnie e Minoranze Straniere

Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 189 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:

Bandiera dell'Albania Albania 110 4,89%

Bandiera della Romania Romania 44 1,96%

Cultura

Musei

Museo del Castello, che raccoglie l'enorme quantità di testimonianze disponibili sulla storia del paese e del territorio circostante. I reperti più antichi sono databili all'Età del Ferro; altri resti provengono dal villaggio dell'Età altomedievale (Bagnara vecchia). Il museo, che ha sede nella Rocca, è stato inaugurato il 28 giugno 2008.

Museo storico "Pietro Mascagni", ove è custodito il più importante epistolario del compositore, consistente in circa 4.600 lettere (datate dal 1910 al 1944) ordinate in 126 raccoglitori. Sono inoltre conservati diversi oggetti personali del Maestro, numerosissime fotografie con dedica, un suo pianoforte, il calco funebre del suo volto, spartiti musicali, pubblicazioni a lui dedicate, ritagli di giornali dell'epoca, ecc.

Il Museo è sorto nel 1975 in seguito alla donazione fatta alla Parrocchia dalla signora Anna Lolli, di origine bagnarese e musa ispiratrice del Maestro.

Museo parrocchiale di arte sacra, fondato da monsignor Alberto Mongardi (arciprete di Bagnara dal 1932 al 1978), custodisce oggetti di carattere religioso, appartenenti per la maggior parte alle chiese del territorio bagnarese. Di particolare rilievo sono:

  • gli apparati liturgici in broccato e damasco, le trine e i tessuti ricamati (sec. XVI-XIX);
  • un rarissimo Antifonario e un Graduale, entrambi con xilografie, datati rispettivamente 1520 e 1524, firmati da Pier Paolo Porro;
  • una Bibbia e una Concordantiae Bibliorum del sec. XVI;
  • altri libri corali, manoscritti e stampe dei sec. XVII e XVIII;
  • vari oggetti di oreficeria e argenteria;
  • un ostensorio-reliquiario del sec. XVII in rame dorato e un prezioso calice del sec. XVIII in argento dorato.

Sono inoltre presenti dipinti dei sec. XVI-XVIII, compresa la pala d'altare di Innocenzo da Imola, firmata e datata 1515, e una tela di Pietro Bacchi da Bagnara (pittore minore del '500); un atlante completo in sette quadri del 1650; maioliche faentine ed imolesi dei sec. XVII e XVIII; un pregevole e commovente Crocifisso in legno di fico della scuola di Donatello del sec. XV; una raccolta di oltre mille monete e medaglie (sec. XVII-XIX).

Da ricordare anche il nucleo storico dell'Archivio parrocchiale, che comprende importanti copie cartacee di documenti del 1252 e del 1437-1573, oltre ai Libri dei Battezzati (dal 1564), dei Cresimati (dal 1578), dei Matrimoni (dal 1587), dei Morti (dal 1507), agli stati della popolazione (dal 1760) e agli inventari (dal 1738).

Eventi e ricorrenze

  • Sagra del castrato (tra fine aprile e inizio maggio, a ridosso della Festa del lavoro)
  • «Giglio d'oro» (premio consegnato al termine della stagione lirica, a inizio maggio). Nato nel 1991, è intitolato al tenore Beniamino Gigli)
  • Popoli pop cult festival (dal 2009, terzo fine settimana di giugno)
  • Festa del Pubblico Voto (dal 1631, ultimo fine settimana di luglio)
  • Festa della Motoaratura (il fine settimana post Ferragosto - sospesa dall'anno 2011)
  • Festa del Castello (si ricorda Caterina Sforza, il primo fine settimana di settembre)
  • «Mascagni d'Oro» (ultima domenica di ottobre). Nato nel 1981, il premio è assegnato a un cantante lirico che si è particolarmente distinto nell'ultimo anno. La premiazione avviene durante un concerto nell'Auditorium parrocchiale. Dal 2009 viene assegnato anche «Mascagni d'Oro» alla carriera.
  • Festa di Sant'Andrea (santo patrono, 30 novembre)

Infrastrutture e trasporti

Per muoversi in direzione di Bologna, è necessario attraversare il Santerno. Fino all'inizio del XIX secolo l'attraversamento si effettuava a guado o in barca. Nel 1821 fu inaugurato il primo ponte stabile (fatto in legno); nel 1879 fu realizzato un nuovo ponte, sempre in legno. Dopo la prima guerra mondiale fu costruito il primo ponte in muratura. I bombardamenti della seconda guerra mondiale lo colpirono e distrussero. Il nuovo ponte risale al 1951.

Amministrazione

I Comuni di Bagnara di Romagna, Alfonsine, Bagnacavallo, Conselice, Cotignola, Fusignano, Lugo, Massa Lombarda e Sant'Agata sul Santerno formano insieme l'Unione dei Comuni della Bassa Romagna.

Amministrazioni precedenti


Fonte: Prefettura di Ravenna - Ufficio elettorale

Gemellaggi

Bagnara di Romagna è gemellata con:

Note

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ In località oggi denominata "Prato di S. Andrea"
  4. ^ La tradizione vuole che il simulacro della Madonna sia stato ritrovato nel fondo della famiglia Camangi. Fu lo stesso scopritore a portare la statua nella canonica.
  5. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.

Voci correlate

Collegamenti esterni

  Portale Romagna: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Romagna

Template:Provincia di Ravenna

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
13 giugno 1999 14 giugno 2004 Emilio Bianchi L'Ulivo (a guida DS) Sindaco
15 giugno 2004 7 giugno 2009 Giovanni Ciarlariello L'Ulivo (a guida DS), poi PD Sindaco