Ann Coulter

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Ann Hart Coulter alla Conservative Political Action Conference nel 2013

Ann Hart Coulter (New York, 8 dicembre 1961) è una scrittrice e opinionista statunitense. Collabora con numerosi giornali e canali televisivi statunitensi, è autrice di vari best seller ed è spesso ospite fissa di talk-show e dibattiti televisivi. È nota per le sue opinioni conservatrici e il suo stile aggressivo, provocatorio e polemico, oltre che apertamente razzista, ricco di salacità e di esagerazioni letterarie.

Ha pubblicato sei best seller, nei quali critica duramente i progressisti statunitensi e il Partito Democratico. La Coulter scrive anche come opinionista per diverse testate giornalistiche statunitensi. I suoi articoli più recenti vengono pubblicati ogni giovedì sul suo sito ufficiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ann Hart Coulter è nata nel 1961[1] a New York da John Vincent Coulter (1926-2008), agente dell'FBI di una famiglia cattolica della classe operaia,[2] e Nell Husbands Coulter (nata Martin; 1928-2009). L'ascendenza della madre di Coulter è stata fatta risalire a un gruppo di coloni puritani nella colonia di Plymouth, in America britannica, arrivando sul Grifone con Thomas Hooker nel 1633. La famiglia di suo padre era formata da immigrati cattolici irlandesi e tedeschi che arrivarono in America nel XIX secolo. Gli antenati irlandesi di suo padre emigrarono durante la carestia e divennero operai di navi, muratori, falegnami. Ha due fratelli maggiori: James, un contabile, e John, un avvocato.

Coulter nel 2019

In seguito la sua famiglia si trasferì a New Canaan, nel Connecticut, dove Coulter e i suoi due fratelli crebbero. Coulter si diplomò alla New Canaan High School nel 1980. Mentre frequentava la Cornell University, Coulter aiutò a fondare The Cornell Review. Si è laureata con lode alla Cornell nel 1984 in storia e ha conseguito il dottorato in giurisprudenza presso la University of Michigan Law School nel 1988, dove è stata redattrice del Michigan Law Review. Nel Michigan, Coulter è stata presidente della sezione locale della Federalist Society e si è formata al National Journalism Center.

La sua data di nascita - e quindi anche la sua età - è stata oggetto di dibattito nel 2002. In quell'anno la Coulter sostenne di non aver ancora compiuto 40 anni; tuttavia il giornalista del Washington Post Lloyd Grove scorprì che era registrata presso l'ufficio elettorale di New Canaan, Connecticut, in tempo utile per poter votare alle elezioni presidenziali del 1980, anno in cui doveva essere necessariamente almeno 18enne. Qualche anno dopo le venne rilasciata una patente di guida che indicava come data di nascita l'8 dicembre 1963; Coulter non ha confermato nessuna della due date, invocando la privacy sulla sua età.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la scuola di legge, Coulter ha lavorato come impiegato legale, a Kansas City, per il giudice Pasco Bowman II della Corte d'Appello degli Stati Uniti per l'Ottavo Circuito.[3][4] Dopo un breve periodo di lavoro a New York in uno studio privato, dove si è specializzata in diritto societario, Coulter ha lasciato per lavorare per la Commissione giudiziaria del Senato degli Stati Uniti dopo che il Partito Repubblicano ha preso il controllo del Congresso nel 1994. Si è occupata di criminalità e immigrazione per il senatore Spencer Abraham del Michigan e ha aiutato a creare una legislazione progettata per accelerare l'espulsione di stranieri condannati per reati.[5] In seguito divenne avvocato presso il Center for Individual Rights.[6]

Coulter ha scritto 12 libri e pubblica anche una colonna di giornali sindacati. È particolarmente nota per il suo stile polemico,[7] e si descrive come una persona a cui piace "stimolare il piatto. Non pretendo di essere imparziale o equilibrata, come fanno le emittenti".[8] Ha idolatrato Clare Boothe Luce per il suo stile satirico.[9] Fa anche numerose apparizioni pubbliche, parlando in programmi televisivi e radiofonici, nonché nei campus universitari, ricevendo sia lodi che proteste. Coulter in genere trascorre dalle 6 alle 12 settimane all'anno in tournée per parlare e di più quando ha un libro in uscita.[10] Nel 2010, ha guadagnato circa 500.000 dollari nel circuito dei discorsi, parlando su argomenti di conservatorismo moderno, matrimonio gay e ciò che descrive come l'ipocrisia del liberalismo americano moderno.[11] Durante un'apparizione all'Università dell'Arizona, le fu lanciata una torta.[12][13][14] Coulter, in alcune occasioni, in difesa delle sue idee, ha risposto con osservazioni incendiarie nei confronti di disturbatori e manifestanti che assistono ai suoi discorsi.[15][16]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Coulter è stata fidanzata diverse volte, ma non si è mai sposata e non ha figli. Ha frequentato il fondatore ed editore di Spin, Bob Guccione Jr., e lo scrittore conservatore Dinesh D'Souza.[17][18] Nell'ottobre 2007, ha iniziato a frequentare Andrew Stein, l'ex presidente del Consiglio comunale di New York, un liberaldemocratico. Alla domanda sulla relazione, Stein ha detto al New York Post: "Ha attaccato molti dei miei amici, ma cosa posso dire, gli opposti si attraggono!"[19] Il 7 gennaio 2008, tuttavia, Stein ha detto al New York Post che la relazione era finita, citando differenze inconciliabili.[20] Kellyanne Conway, che si riferisce a Coulter come amica, ha detto alla rivista New York nel 2017 che Coulter "ha iniziato a frequentare la sua guardia di sicurezza probabilmente dieci anni fa perché non poteva vedere nessun altro".[21]

Coulter possiede una casa, acquistata nel 2005, a Palm Beach, in Florida, un condominio a Manhattan e un appartamento a Los Angeles. Vota a Palm Beach.[22][23]

Opere pubblicate[modifica | modifica wikitesto]

  • High Crimes and Misdemeanors: The Case Against Bill Clinton, 1998. Il saggio tratta del cosiddetto "Sexgate" e del protocollo d'impeachment intrapreso contro Clinton, il quale riuscì ad essere assolto e a rimanere alla Casa Bianca. La Coulter critica i repubblicani per non essere riusciti ad ottenere una condanna pur detenendo la maggioranza al Senato.
  • Slander: Liberal Lies About American Right, 2002. La Coulter sostiene che molti giornalisti americani hanno legami col Partito Democratico e che, pertanto, gran parte dei loro reportage risulta di parte. Viene asserito che Bush si è trovato a combattere una battaglia, tanto peculiare quanto faticosa, per riuscire ad ottenere un'immagine mediatica decente sin dal momento stesso in cui ha annunziato la sua intenzione a candidarsi alla presidenza e viene tracciato un parallelismo col caso di Calvin Coolidge, 30º presidente degli Stati Uniti.
  • Treason: Liberal Treachery From The Cold War To The War On Terrorism, 2003. In quest'opera Ann Coulter afferma che i democratici ed i media hanno segretamente sventato molti degli obiettivi che gli USA si erano prefissati in politica estera sin dalla fine della Seconda guerra mondiale. I progressisti vengono accusati di tradimento: "O sono idioti o traditori" (pag. 16). Secondo la Coulter lo scandalo Watergate, invece di essere una giusta inchiesta volta a smascherare i vari abusi del governo di Richard Nixon, fu "la grande rivalsa della sinistra su di lui per aver detto la verità su Hiss" (pag.10). Altre sue uscite audaci e polemiche, nonché "politically incorrect", contenute in questo pamphlet sono: "In Vietnam abbiamo perso per colpa dei democratici", "Ronald Reagan ha vinto la Guerra fredda" e i Contras nicaraguensi vengono definiti "anticomunisti". La scrittrice confessa in questa sede anche la sua avversione per Hollywood, ricordando che "gli attori sono costantemente impegnati nel sociale in battaglie di facciata per nascondere il fatto che in realtà sono delle checche che fanno giochi da bambine".
  • How To Talk To A Liberal (If You Must): The World According To Ann Coulter, 2004. Si tratta di una raccolta dei suoi editoriali e di tutti quegli articoli che alcuni editori hanno rifiutato di pubblicarle. In questa sua originale opera, sicura fonte di dibattito, la Coulter ci offre quella che, a suo parere, è una analisi del panorama politico statunitense. Col suo solito argomentare incisivo, sferra una nuova stoccata ai progressisti. Viene data persino la seguente descrizione di Ted Kennedy: "Ted Kennedy, trascinandosi, lascia la baia di Boston con una bottiglia di scotch in una tasca ed un paio di collant nell'altra ed i democratici lo acclamano come loro leader spirituale".
  • Godless: The Church Of Liberalism, 2006. La Coulter cerca di dimostrare che il progressismo è diventato la religione ufficiale degli USA e, per estensione, nel resto della Civiltà occidentale. Nelle sue pagine la scrittrice fa riferimento a questioni come l'intollerante politica giudiziaria, culturale e scientifica della comunità liberal, che, secondo lei, reprime e calunnia coloro che la pensano diversamente.
  • If The Democrats Had Any Brain, They'd Be Republicans, 2007. In questo libro vengono esposte le ragioni che hanno indotto l'opinionista a credere che il GOP sia molto superiore al Partito Democratico per l'incisività delle azioni e delle politiche pubbliche che propone.
  • Guilty:Liberal Victims And Their Assault On America, 2009. In questo scritto, l'autrice espone quello che secondo lei è il vittimismo dei liberal negli Stati Uniti d'America.
  • Demonic: How the Liberal Mob Is Endangering America, 2011. Il saggio vuole dimostrare come i Democratici abbiano sempre supportato e continuino a supportare forme di violenza organizzata e irreggimentata, nonché come seguano una mentalità da "banda armata", pur dicendosi tolleranti e pacifisti, per poi accusare proditoriamente i Repubblicani dei loro stessi misfatti. Si vuole, insomma, sottolineare l'essenza intrinsecamente "demoniaca" della sinistra nordamericana. La Coulter ha paragonato il suo saggio a Psicologia delle folle del francese Gustave Le Bon.
  • Mugged: Racial Demagoguery from the Seventies to Obama , 2012. L'opinionista, partendo dagli anni settanta, descrive come l'attitudine di gran parte della popolazione e perfino del GOP verso le cosiddette "minoranze etniche", ed in particolare verso la comunità afro-americana, sia stata condizionata dalla retorica liberal e dalla filosofia del politicamente corretto. La Coulter porta come esempi alcuni famosi casi di cronaca, come il caso O. J. Simpson ed il caso King, sui quali vede la manipolazione operata dai media liberal. L'opera si conclude con l'ascesa di Obama, diventato presidente, a detta della giornalista, poiché gli elettori caucasici si sarebbero sentiti razzisti se non l'avessero votato.
  • Never Trust a Liberal Over 3 — Especially a Republican, 2013. È il decimo libro pubblicato della Coulter e può essere considerato a tutti gli effetti il "seguito" di If The Democrats Had Any Brain, They'd Be Republicans del 2007.
  • Adios, America: The Left's Plan to Turn Our Country Into a Third World Hellhole, 2015. Penultima opera della scrittrice. Viene trattato pessimisticamente il problema dell'immigrazione verso gli USA, in particolare dell'immigrazione latino-americana. Secondo l'autrice, l'immigrazione di massa renderà gli States sempre più simili ad un paesucolo snaturato del Terzo mondo.
  • In Trump We Trust: E Pluribus Awesome!, 2016.
  • Resistance Is Futile! How the Trump-Hating Left Lost Its Collective Mind, 2018.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Oliver J. Conroy, Ann Coulter believes the left has 'lost its mind'. Should we listen?, in The Guardian, 17 ottobre 2018. URL consultato il 17 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2018).
  2. ^ (EN) Ann Coulter's Immigrant Ancestors, in The Huffington Post. URL consultato il 21 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2015).
  3. ^ (EN) Dennis Lythgoe, Liberals, conservatives duke it out on paper, in Deseret Morning News, 5 ottobre 2003 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2013).
  4. ^ (EN) Nat Hentoff, Op-Ed: Congress Goes Fishing, in The Washington Post, 5 dicembre 1998.
  5. ^ (EN) David Daley, "Ann Coulter: light's all shining on her", in Hartford Courant, 23 luglio 2006. URL consultato il 25 giugno 1999 (archiviato dall'url originale il 23 luglio 2006).
  6. ^ (EN) Frazier Moore, Conservative Coulter sounds off in her latest book; Treason aims to change views on McCarthy, in Telegraph Herald, 5 ottobre 2003.
  7. ^ (EN) Tracy Samantha Schmidt, What Would Ann Coulter Do?, in Time, 12 giugno 2006. URL consultato il 28 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 22 settembre 2009).
  8. ^ (EN) Bryan Keefer, Throwing the book at her, in Salon, 13 luglio 2002. URL consultato l'8 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 9 marzo 2014).
  9. ^ (EN) David T. Courtwright, No Right Turn: Conservative Politics in a Liberal America, in Harvard University Press, 2010, p. 230.
  10. ^ (EN) Laura M. Holson, Outflanked on Right, Coulter Seeks New Image, in The New York Times, 8 ottobre 2010. URL consultato l'8 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 20 marzo 2014).
  11. ^ (EN) Newsweek's Power 50: Profiles., in Newsweek, 1º novembre 2010. URL consultato il 9 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 20 gennaio 2011).
  12. ^ (EN) Al Pieda Targets Ann Coulter, su The Smoking Gun, 22 ottobre 2004. URL consultato il 28 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 30 luglio 2010).
  13. ^ (EN) Holly Wells, Former student enters plea in 2004 Coulter pie assault, in Arizona Daily Wildcat, 12 gennaio 2006. URL consultato il 28 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 21 luglio 2006).
  14. ^ (EN) The Pie-Proof Ann Coulter on Hecklers, in Fox News, 4 maggio 2005. URL consultato il 28 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 2 novembre 2008).
  15. ^ (EN) Toby Harnden, I love to pick fights with liberals, in The Daily Telegraph, 19 luglio 2002. URL consultato il 28 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 2 luglio 2009).
  16. ^ (EN) David Guidi, Controversial Conservative Pundit Elicits Praise and Protest Thursday, in The Oracle (University of South Florida), 20 ottobre 2006. URL consultato il 28 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2011).
  17. ^ (EN) George Gurley, Coultergeist, in The New York Observer, 25 agosto 2002. URL consultato il 28 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 9 agosto 2011).
  18. ^ (EN) Evgenia Peretz, Get a Rare Glimpse of Dinesh D'Souza's Life After Conviction, in Vanity Fair, 9 aprile 2015. URL consultato il 12 agosto 2021.
  19. ^ (EN) Andy And Ann?!, in New York Post, 10 ottobre 2007. URL consultato il 2 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 24 giugno 2009).
  20. ^ (EN) SPLIT!!!!! Ann Coulter and Andrew Stein, in New York Post, 7 gennaio 2008. URL consultato l'11 maggio 2014 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2014).
  21. ^ (EN) Olivia Nuzzi, Kellyanne Conway Is the Real First Lady of Trump's America, su nymag.com, 18 marzo 2017. URL consultato il 20 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 20 marzo 2017).
  22. ^ (EN) Laura M. Holson, Outflanked on Right, Coulter Seeks New Image, in The New York Times, 8 ottobre 2010. URL consultato il 3 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2012).
  23. ^ (EN) Adam Lisberg, Her disputed elex ballot sparks probe in Florida, in Daily News, New York, 8 giugno 2006. URL consultato il 2 agosto 2022 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2007).

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