Wattstax

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Wattstax
Richard Pryor in una scena
Titolo originaleWattstax
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1973
Durata103 min.
Generemusicale, documentario
RegiaMel Stuart
ProduttoreLarry Shaw
Mel Stuart
Produttore esecutivoAl Bell
David L. Wolper
Casa di produzioneStax Records
Wolper Productions
FotografiaJohn A. Alonzo
Larry Clark
Robert Marks
Roderick Young
MontaggioDavid E. Blewitt
Robert K. Lambert
David Newhouse
Interpreti e personaggi

Wattstax è un film documentario del 1973 diretto da Mel Stuart.

È tratto dall'omonimo concerto di beneficenza organizzato dalla Stax Records per commemorare il settimo anniversario dei disordini razziali di Watts del 1965.[1][2] Il concerto si svolse al Los Angeles Memorial Coliseum il 20 agosto 1972, e vi si esibirono tutti i maggiori artisti sotto contratto con la Stax all'epoca. Mesi dopo, la Stax pubblicò un doppio LP con i momenti migliori del concerto, Wattstax: The Living Word. Il concerto venne filmato dalla troupe di David L. Wolper.

Venne presentato fuori concorso al Festival di Cannes 1973 e nel 1974 fu candidato ai Golden Globe per il miglior documentario.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Il montaggio originale di Wattstax si concludeva con due performance di Isaac Hayes che eseguiva due dei brani più famosi inclusi nel film Shaft il detective: Theme from Shaft e Soulsville. Dopo la prima del film avvenuta il 4 febbraio 1973 al Los Angeles Music Center,[3] la Stax Films e la Wolper Films furono informate dalla Metro-Goldwyn-Mayer (MGM), casa produttrice e distributiva di Shaft il detective, che Wattstax non poteva includere l'esibizione di Hayes.[4] Il veto della MGM circa la musica di Shaft costrinse la produzione a tagliare le due canzoni, e ne impedì la distribuzione fino al 1978.[4]

Come risultato, Isaac Hayes fu richiamato a Los Angeles nel mezzo di un tour nei Paesi Bassi per registrare un nuovo pezzo per l'inclusione nel documentario: Rolling Down a Mountainside.[4] Questo numero concluse l'uscita originale nelle sale di Wattstax distribuita dalla Columbia Pictures e la maggior parte delle successive proiezioni televisive e home video.[4]

A causa delle parolacce utilizzate durante le interviste incluse, Wattstax fu classificato "R" dalla MPAA negli Stati Uniti, con il divieto di assistere al film ai minori di 17 anni non accompagnati da un adulto.[5]

Wattstax è stato restaurato e rimasterizzato in digitale nel 2003.[6][7] Nel gennaio 2004 la versione restaurata è stata proiettata al Sundance Film Festival e successivamente distribuita in DVD.[8]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La versione distribuita nel 1973 di Wattstax include, oltre alle esibizioni di Rufus Thomas, Carla Thomas, Staples Singers, Bar-Kays e molti altri; anche altre performance musicali da parte di artisti che non si erano esibiti durante il concerto originale. Le Emotions eseguono il brano gospel Peace Be Still dal pulpito della Friendly Will Baptist Church di Watts in una sequenza girata svariate settimane dopo il concerto.[9][10] Johnnie Taylor esegue la sua hit del 1971 Jody's Got Your Girl and Gone sul palco del Summit Club di Los Angeles in una scena filmata il 23 settembre 1972.[11] Little Milton esegue Walking the Streets and Crying in playback su un palco allestito vicino ai binari del treno adiacenti alle Watts Towers.[12]

Il Reverendo Jesse Jackson fu il maestro di cerimonie del concerto.[13] Richard Pryor appare come l'ospite del film attraverso scene interstiziali girate in un bar dopo il concerto di Wattstax.[14] Intervallati tra le esibizioni musicali ci sono filmati documentari sui residenti di Watts che raccontano la loro vita quotidiana, le attività commerciali locali e segmenti di interviste con i Black Los Angelians. Piuttosto che essere completamente veritieri, questi segmenti presentano attori che discutono di argomenti predeterminati seguendo un copione.[13] Tra gli attori c'è Ted Lange, che in seguito sarebbe diventato una delle star della serie televisiva Love Boat.[15]

Colonna sonora[modifica | modifica wikitesto]

In ordine di apparizione:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ James Maycock, Loud and Proud, in The Guardian, 19 luglio 2002. URL consultato il 20 luglio 2020.
  2. ^ Gerrick Kennedy, Perspective: Remembering the 1972 Wattstax concert brings us to crucial voices of Kendrick Lamar, Prince, su latimes.com, 18 agosto 2015. URL consultato il 26 gennaio 2020.
  3. ^ Wolperized Black-Angled Ballyhoo For 'Wattstax'; Columbia's Angles, in Variety, 7 febbraio 1973, p. 5.
  4. ^ a b c d Filmato audio Bowman, Rob (Historian), Wattstax: Audio commentary with Rob Bowman and Chuck D., Burbank, CA, Warner Home Video, 10 gennaio 2006, a 1:31:20. URL consultato il 18 aprile 2020.
  5. ^ (EN) Novotny Lawrence, Documenting the Black Experience: Essays on African American History, Culture and Identity in Nonfiction Films, McFarland, 24 ottobre 2014, ISBN 978-0-7864-7267-3.
  6. ^ (EN) Wattstax, su Mixonline, 1º giugno 2003. URL consultato il 18 aprile 2020.
  7. ^ (EN) Desson Howe, It's Back and It's Proud, su Washington Post, 6 giugno 2003. URL consultato il 26 aprile 2020.
  8. ^ Film Description | Wattstax | POV | PBS, su archive.pov.org, 27 settembre 2004. URL consultato il 26 gennaio 2020.
  9. ^ Filmato audio Bowman, Rob (Historian), Wattstax: Audio commentary with Rob Bowman and Chuck D., Burbank, CA, Warner Home Video, 10 gennaio 2006, a 0:25:05. URL consultato il 18 aprile 2020.
  10. ^ (EN) Joshua Glick, Los Angeles Documentary and the Production of Public History, 1958-1977, Univ of California Press, 23 gennaio 2018, pp. 171, ISBN 978-0-520-29370-0.
  11. ^ Stax Reissues Johnnie Taylor's 'Live at the Summit Club' Album, Recorded in South L.A., at the Time of Wattstax, su PRWeb. URL consultato il 18 aprile 2020.
  12. ^ (EN) Novotny Lawrence, Documenting the Black Experience: Essays on African American History, Culture and Identity in Nonfiction Films, McFarland, 24 ottobre 2014, pp. 143, ISBN 978-0-7864-7267-3.
  13. ^ a b (EN) Robert Gordon, Respect Yourself: Stax Records and the Soul Explosion, Bloomsbury Publishing USA, 3 febbraio 2015, pp. 303, ISBN 978-1-60819-416-2.
  14. ^ (EN) Scott Saul, "What You See Is What You Get": Wattstax, Richard Pryor, and the Secret History of the Black Aesthetic, su Post45: Peer-Reviewed, 12 agosto 2014. URL consultato il 18 aprile 2020.
  15. ^ (EN) Remembering the 'black Woodstock', su TODAY.com. URL consultato il 18 aprile 2020.
  16. ^ a b (EN) Wattstax, su Mixonline, 1º giugno 2003. URL consultato il 18 aprile 2020. Tranne che nella versione proiettata alla prima del film, le copie di Wattstax precedenti al 2004 omettono questi brani in favore dell'esecuzione di Isaac Hayes di Rolling Down a Mountainside, aggiunta per prevenire azioni legali da parte della Metro-Goldwyn-Mayer.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]