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Chiesa di Santa Maria in Vepretis[modifica | modifica wikitesto]

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StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Marche
Località San Ginesio
ReligioneCattolica
Stile architettonicoBarocco
Inizio costruzionePrima del 1290
Completamento1290

Santa Maria in Vepretis è una chiesa cattolica romana in stile barocco situata nella città di San Ginesio.

Storia [modifica | modifica wikitesto]

Chiesa medievale di cui si hanno notizie dopo il 1290 e ristrutturata nel 1608 dal Cardinale Giovanni Evangelista Pallotta, fu sede di molti ordini religiosi cattolici. I primi sono stati i monaci cistercensi, seguiti dai benedettini, gli Osservanti, i Padri Domenicani e nel XVII secolo i Frati di San Francesco Caracciolo. La loro venuta fu fondamentale per il luogo, perché ebbero il compito di insegnare filosofia e promuovere la scienza e letteratura agli abitanti locali. Vi restarono fino al 1990.[1] Nel convento della chiesa si recava il Magistrato che aveva il compito di scegliere tra gli artigiani per il controllo del mestiere e il Collegio il cui compito era quello di formare i funzionari per la giustizia e addetti alla medicina di base. La chiesa,  si trova vicino alla sede della Residenza Sanitaria per Anziani (RSA), all'Azienda Sanitaria Unica Regionale (ASUR) e all'ospedale civico.[2]

Le opere d'arte e gli oggetti di prestigio al suo interno furono portate via il 27 febbraio 2017, a causa dello sciame sismico del 2016 che danneggiò la chiesa.[3]

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

Costruita in laterizio e suddiviso in due fasce sovrapposti, il primo diviso in tre parti presenta un portale quadrangolare e il secondo, metà del primo, presenta una finestra.[1] L’interno è diviso in un'unica navata con tetto a capriate e sei cappelle laterali. L'altare è incorniciato da due colonne di ordine corinzio, con decorazioni in stucco e sculture di Cipriano Morelli.[3]

Pittura[modifica | modifica wikitesto]

Nel presbiterio è possibile ammirare un coro in noce su cui è posta una pala raffigurante l’Assunzione arcaica della Vergine, collocabile tra il 1570 ed il 1660,[3] attribuita a Carlo Maratta.[2] Nella parte sinistra della chiesa è presente il campanile, con cella e una cuspide a pianta ottagonale. Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: il nome non può essere un numero intero. Usare un titolo esteso

Giovanni Cucchiari[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni Cucchiari
NascitaSan Ginesio, 26 novembre 1894
MortePodgora, 24 giugno 1915
Cause della mortecaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Reparto11° Reggimento fanteria "Casale (3° compagnia)
Anni di servizio1914-1915
Gradodisegnatore d'ufficio, soldato
GuerrePrima guerra mondiale
BattagliePrima battaglia dell'Isonzo
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le Marche e la Prima Guerra Mondiale il 1915 (II): I primi sei mesi di guerra dall’euforia interventista alla realtà della trincea[4]
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Giovanni Cucchiari (San Ginesio,   24 giugno 1894Podgora, 24 giugno 1915) è stato un militare italiano, Medaglia d'oro al valor militare.

Glorio della Vecchia[modifica | modifica wikitesto]

Glorio Della Vecchia
SoprannomeTenente Salvati
NascitaSan Ginesio, 1 ottobre 1919
MortePasso San Ginesio (San Ginesio), 5 maggio 1944
Cause della morteCaduto in combattimento
Luogo di sepoltura  Campagne di San Ginesio
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataForze armate italiane
Resistenza partigiana
ArmaArma dei Carabinieri
Resistenza partigiana
UnitàGruppo Vera (Resistenza)
Anni di servizio1939 - 1944
GradoVicebrigadiere
ComandantiGirolamo Calà
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneOccupazione italiana dell'Albania (1939-1943)
Campagna d'Italia (1943-1945)
Liberazione di San Ginesio
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
DecorazioniMedaglia d'argento al Valor Militare
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Glorio Della Vecchia è stato un carabiniere, militare e partigiano italiano, insignito di una Medaglia d'argento al Valor Militare.

Glorio Della Vecchia Tenente Salvati (San Ginesio, 1 ottobre 1919Passo San Ginesio (San Ginesio),   5 maggio 1944) è stato un carabiniere italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato nel maceratese, e cresciuto in una famiglia di artigiani benestanti ginesini, Glorio interruppe gli studi all'Istituto magistrale per arruolarsi nell'Arma dei Carabinieri. Finito l'arruolamento, fu  assegnato come carabiniere a Bolzano, frequentando contemporaneamente la scuola per sciatori ad Asiago che gli fornì l'accesso al Regio esercito nel giugno del 1940. Fu mandato sul fronte alpino occidentale, proprio durante la battaglia delle Alpi Occidentali. Finite le operazioni di guerra contro la Francia, il giovane carabiniere, promosso vicebrigadiere, partecipò alla campagna d'Albania. Rientrato nell'agosto del 1943 fu poi assegnato alla Stazione di Montegiorgio, dove vi resto fino all'armistizio. Non contento all'idea di dover collaborare con i nazifascisti, fuggì nelle foreste. Il 21 settembre del 1943, Glorio si aggregò ad una formazione partigiana, con il soprannome di "tenente Salvati", operando nel territorio del suo paese natio. Fu ferito, nel marzo del 1944, ad una gamba durante uno scontro. Un frate francescano lo convinse a farsi curare a Roma. Dopo essersi un po' ripreso dalla ferita, ritornò tra i suoi compagni tra i monti Sibillini, riprese i combattimenti provando a convincere - sulla spinta del Comitato di Liberazione Nazionale di Macerata - i partigiani nella zona di migliorare le formazioni di essi. Proprio l'assenza di coordinamento rese più facile un rastrellamento condotto da un gruppo di una trentina di SS lungo il territorio del comune di San Ginesio. Insieme ad una mezza dozzina di uomini malamente armati, Glorio impegnò per alcune ore i nazifascisti. Esaurite le munizioni, Glorio e due suoi compagni, Giovanni Fornari e Guido Pacioni, caddero nelle mani nemiche e furono torturati dalle SS per sapere i luoghi dei partigiani della zona. I tre non parlarono e le SS li fucilarono nella frazione del comune, Passo San Ginesio, dove ora posa una stele in ricordo della loro uccisione.<ref>Glorio Della Vecchia ANPI http://www.anpi.it/donne-e-uomini/1993/glorio-della-vecchiaErrore nelle note: L'apertura dell'etichetta <ref> non è corretta o ha un nome errato.

Nel 1998, alla memoria di Glorio Della Vecchia, è stata dedicata la nuova Stazione dei carabinieri di San Severino Marche.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Chiesa di Santa Maria in Vepretis, su www.chieseitaliane.chiesacattolica.it.
  2. ^ a b Santa Maria in Vepretis, su www.sibilliniweb.it.
  3. ^ a b c Dal disastro alla scoperta / S. Maria in Vepretis, su www.padricaracciolini.org.
  4. ^ Coltrinari 2017, p. 297.