Utente:Aleacido/Teatri dell'Abruzzo

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La pagina illustra i principali teatri della regione Abruzzo.

Teatri antichi[modifica | modifica wikitesto]

Anfiteatro di Alba Fucens

Il teatro in Abruzzo fu importato da Roma, sia nell'ambito culturale sia materiale durante le conquiste sui Sanniti dal III secolo a.C. al I secolo. Le principali città italiche, con le ristrutturazioni urbane che prevedevano nuove mura, stradario a cardi e decumani, fori con i templi della Triade, complessi termali, cisterne, acquedotti ecc., si dotarono dunque anche di spazi culturali dove venivano riprodotto in parte le tragedie, come evidenzia lo scarso interesse romano per la funzione educatrice del teatro in sé rispetto ai ludi gladiatori degli anfiteatri. Le città dunque che beneficiarono di queste due tipologie di edifici furono Amiternum, Teate, Histonium, Hadria, Interamnia, Juvanum, Marruvium e Alba Fucens. Si conservano

  • Teatro romano di Teate - Chieti, via di Porta Napoli
  • Anfiteatro romano della Civitella - Chieti, salita Ravizza
  • Anfiteatro romano di Amiternum - L'Aquila, contrada San Vittorino
  • Teatro romano di Amiternum - L'Aquila, San Vittorino
  • Teatro romano di Anxanum - si trovava a Lanciano, nell'area dove nel XVI secolo fu eretto il palazzo vescovile
  • Teatro romano di Hatria - Atri, via del teatro romano, scoperto nel 1993
  • Anfiteatro romano di Teramo - Teramo, via San Berardo, presso il Seminario Aprutino
  • Teatro romano di Teramo - tra Piazza Orsini e via Teatro Antico
  • Teatro romano di Cluviae (Casoli) - benché ci abbiano costruito una casa sopra negli anni '60, sorge nella località archeologica in zona Piano La Roma.
  • Teatro romano di Juvanum - presso l'arche archeologica nel comune di Montenerodomo
  • Anfiteatro romano di Marruvium - fuori il centro di San Benedetto dei Marsi
  • Anfiteatro romano di Alba Fucens - nell'area archeologica situata a ridosso di Albe, frazione di Massa d'Albe
  • Teatro romano di Peltuinum - presso l'area archeologica nel comune di Prata d'Ansidonia
  • Anfiteatro romano di Histonium - sorgeva sotto Piazza Rossetti di Vasto
Teatro romano di Teramo in notturna.

Nel corso del Medioevo la funzione del teatro decadde, e molti anfiteatri o teatri vennero usati come cave e sepolcri di fosse comuni, in gran parte smantellati per l'edificazione di chiese o palazzi nelle vicinanze, e persero molto dell'antico splendore. Nel Medioevo l'attività teatrale abruzzese non è ben documentata, e si suppone che esistessero, come nel resto del Paese, compagnie di saltimbanchi e burloni che si esibivano in brevi lazzi nelle piazze e nei mercati.
Sostanzialmente, quando dal Rinascimento il teatro anche in Abruzzo cominciò a riacquistare una chiara posizione culturale, divenne innanzitutto un otium dei nobili e dei ricchi, dove si assisteva alla rappresentazione, in teatri privati all'interno dei palazzi, a rievocazioni delle tragedie classiche di Eschilo, Sofocle, Euripide, e solo più avanti nei secoli, nel periodo dell'Ottocento, si avranno in Abruzzo nuove strutture teatrali definitive.

Interno del teatro Marrucino di Chieti.

Parlando del Rinascimento, i più antichi teatri abruzzesi sono quelli privati, quello dell'ex monastero di San Salvatore a L'Aquila, e il teatro Angeloni di Roccaraso. Il primo del 1616 apparteneva all'ospedale, e il secondo del 1698 a Donato Berardino Angeloni. Nel Settecento a Chieti si ha la più antica testimonianza di teatro civile, ossia il Teatro vecchio o Palazzo Feneziani, in Largo Teatro Vecchio (opera di Biagio Matteucci, 1789). L'attività teatrale ad Avezzano si svolgeva nel XVI secolo in alcuni locali del castello Orsini-Colonna, mentre nel XVII secolo a Vasto la famiglia d'Avalos dedicò una sala del palazzo monumentale a rappresentazioni.

Il Teatro Angeloni di Roccaraso[modifica | modifica wikitesto]

Curiosamente, lo scomparso teatro Angeloni del paese di Roccaraso, rimasto attivo sino alla fine del 1943, quando venne fatto saltare in aria dai tedeschi insieme a tutto il paese, è considerato il più antico dell'Abruzzo, quanto a strutture moderne adottate anche dai teatri ottocenteschi, e quanto a programma di spettacoli civili. Si trovava presso l'attuale Piazza XX Settembre, accanto la nuova chiesa dell'Assunta (prima della distruzione era intitolata a Sant'Ippolito), in cima al paese. Fu eretto nel 1698 da Donato Berardino Angeloni e sua moglie Agata Rosati Florini, era dotato di sala interna a ferro di cavallo, palcoscenico con il sipario, e ordini di palchi per gli spettatori. Nel luogo dove sorgeva il teatro, nel 2004 p stata posta una colonna in piazza, ricavata dal vecchio teatro, che testimonia in lingua latina, l'erezione del teatro dall'Angeloni.

Il Teatro Corradi di Teramo[modifica | modifica wikitesto]

Stemma della casa Catenacci

Posta in via Vittorio Veneto (anticamente via del Teatro Vecchio), la Casa Catenacci - Capuani col teatro Corradi è uno dei pochi esempi di abitazione privata d'epoca medievale-rinascimentale: risale al XV secolo, decorata da un portico ad archi ogivali in laterizio, poggianti su pilastri, da un portale principale ad ogiva in conci di pietra, con portali più piccoli d'epoca tarda, architrave piano sorretto da mensole sul fianco destro. Tracce di portici simili si vedono ancora oggi nel Palazzo vescovile e nell'ex casa Bonolis. Sul primo piano sopravvive una finestra originale in cornice di pietra e architrave piano, le altre finestre sono del XVI-XVII secolo. Seicentesca è la loggia sul corpo basso all'estremità sinistra, il che allude al cambiamento di proprietà delle famiglie: da Giacomo Corradi proprietario nel 1495, che fece costruire una finestra bifora con colonnina tortile e lo stemma, ai Catenacci. Sulla facciata nel moderno rinforzo a scarpa in laterizio, è rimessa una lastra con l'insegna dei Catenacci, sulla facciata su via V. Veneto si trova un emblema lapideo del 1510, con una scritta in latino: S.A. NON BENIT PRO TOTO LIBERTAS VENDITUR AURO (la libetà non si vende per tutto l'oro del mondo).

Dal 1792 fino all'inaugurazione nel 1868 del nuovo teatro civico, la casa Catenacci-Corradi fu sede del primo teatro di Teramo, tanto che all'inaugurazione la famiglia proprietaria invitò a cantare l'artista bolognese Dorotea Monti. La vita teatrale durante il governo borbonico non fu facile, poiché nel 1786 si rischiò la chiusura per disordini, subendo una lenta decadenza sino alla chiusura con la costruzione della nuova struttura sul corso San Giorgio, più spaziosa e più centrale. La storia dell'attività teatrale a Teramo è varia, interessante, e triste: nel 1749 presso il quartiere San Leonardo esisteva un teatro presso Porta Sant'Antonio (o Melatina), nel 1776 il parlamento cittadino rifiutò la proposta di Pasquale Marozzi di erigere un nuovo teatro per i cittadini. Nel 1785 Giuseppe Palombieri si offrì con privati di fabbricare un teatro sopra quello vecchio a Porta Sant'Antonio, dato che era cadente, ma nel 1789 i lavori ancora erano iniziati, e si dovette attende re il 1792, quando i Corradi adibirono la loro casa a teatro.

Capostipite della famiglia era un tal Berardo, censito nel 1348, il quale fece parte del Patriziato dei 48. Nel catasto del 1749 Piertrantonio Corradi, dottore di legge, è documentato nella città, con la sua proprietà sita nel quartiere Santo Spirito. Il teatro originario era assai diverso dal classico aspetto di teatro d'opera all'italiana con sala a ferro di cavallo, i locali del primo piano erano stati adattati alla meno peggio con dei palchi, come è testimoniato dalle carte dei costi di rifacimenti dei palchi nel 1847: aveva possibilmente una pianta rettangolare con due ordini di Palchi, per un totale di 29 più il loggione.La struttura portante era lignea, probabilmente costituita da loggiati sovrapposti, con pilastri di sostegno ricorrenti di palco in palco sino al pianterreno, lasciando libera un'area di circolazione ad uso di platea. Era occupata da 50-70 sedie in tutto numerate, più altre non numerate a disposizione della gente; il palcoscenico era dotato di sipario e guide di legno per le scene.

Stemma dei Delfico

Nel 1831 fu nominato sovrintendente Carlo Forti, che in una nota lo definisce "insicuro e pericolante" per la costruzione raffazzonata e per i rischi della popolazione in caso di incidenti o incendi. Furono incaricati di manutenzioni i falegnami Giuseppe Milli e Giuseppe Grimaccini. Nel 1838 ci furono restauri finanziati dal comune, venne incaricato Giuseppe Tullj di dipingere i palchi in legno, insieme a Giuseppe Mancini, Domenico Brizii, lo stuccatore Domenico Moschioni e Giuseppe Milli, padre della poetessa Giannina Milli. Per la concessione data al proprietario don Pietrantonio Corradi, il teatro fu inaugurato nuovamente con dedica al sovrano Ferdinando IV di Borbone. Il teatro aveva iniziato la sua carriera appunto nel 1792 con La moglie capricciosa, dramma giocoso musicato da Giuseppe Gazzaniga con la cantante Dorotea Monti; l'anno successivo fu quello de La virtuosa in Margellina di Saverio Zini, commedia del 1785, dedicata a Giovan Berardino Delfico, presidente della Regia Camera.
Dopo la restaurazione borbonica nel 1815, il teatro di Teramo fu sottoposto a controllo della polizia per evitare tumulti antiborbonici, e l'attività degli spettacoli fu ridotta: vennero rappresentati L'arrivo della sposa nel 1815, poi nel 1818 Il turco in Italia di Gioacchino Rossini, nel 1819 La Dartula di Francesco Michitelli. Nel 1829 vennero cantati gli inni celebrativi per l'onomastico dei sovrani Francesco I di Borbone e Maria Isabella, con musica di Andrea Labriola.

Teatri per provincia[modifica | modifica wikitesto]

L'Aquila e provincia[modifica | modifica wikitesto]

  • Teatro comunale Vittorio Emanuele II (L'Aquila): fu costruito nella seconda metà del XIX secolo da Luigi Catalani nei pressi della basilica di San Bernardino, terzo teatro pubblico della città dopo la Sala Olimpica del Palazzo del Governo e l'ex Teatro San Salvatore. I lavori iniziarti nel 1857 si protrassero per anni, e furono proseguiti da Achille Marchi nel 1867. Inaugurato nel 1873 con un ballo in maschera e intitolato a "Vittorio Emanuele II", l'edificio ha una struttura con platea a ferro di cavallo, 57 palchi disposti su tre ordini e loggione finale, con circa 600 posti complessivi. Dal 1963 è sede del Teatro Stabile d'Abruzzo (nome ufficializzato nel 2000). Nel 1970 è stato affiancato da una sala secondaria, detta "Ridotto", con 220 posti complessivi. Dopo i danni del 2009, il teatro è in fase di restauro. La struttura è tipicamente neoclassica: la facciata è semplice, a doppio ordine con cinque aperture per livello di cui, le tre centrali, sono leggermente aggettanti, scandite da colonne e sovrastate da balconata e frontone triangolare finale. Il foyer o "Sala Rossa" è interamente affrescato, caratterizzato da scalone monumentale in marmo, anch'esso di derivazione neoclassica. Fino agli anni '60, davanti il teatro si trovava una statua monumentale ritraente il pittore abruzzese Teofilo Patini, successivamente distrutta, anche se di recente è nato un comitato per la progettazione di un nuovo monumento all'artista.
Teatro comunale dell'Aquila, foto del 2008
Teatro Talia di Tagliacozzo
  • Auditorium del Parco (L'Aquila): si trova nel Parco del Castello, ed è stato progettato nel 2009 subito dopo il terremoto, poiché in città mancava uno spazio adeguato per concerti e convegni. Progettato da Renzo Piano, l'auditorium è stato inaugurato il 7 ottobre 2012 con un concerto dell'orchestra Mozart, guidata dal maestro Abbado, alla presenza del Presidente Giorgio Napolitano. Il complesso è formato da tre cubi, di cui due secondari contenenti i servizi al pubblico e agli artisti, ed uno principale che ospita la sala concerti, ruotato rispetto alla linea di terra, e sull'inclinazione delle due facce inferiori poggiano gli spalti. I volumi sono realizzati in legno, collegati tra loro mediante passerelle e scale di ferro. La sala maggiore dispone di un palco rialzato capace di contenere 40 musicisti, circondato da doppia platea di 8 gradoni sul lato sud e 2 sul nord, per un totale di 250 posti a sedere.
  • Teatro dei 99 (L'Aquila): in via Rocco Carabba, nella parte moderna della città, è un teatro studio per improvvisazione, scuole e compagnie poco note, nato nel 1990.
  • Teatro dei Marsi (Avezzano): progettato e costruito a cominciare dagli anni settanta.
  • Teatro comunale "Maria Caniglia" (Sulmona): si trova nel centro storico, in via A. De Nino, accanto la chiesa di Santa Caterina, è uno dei teatri d'opera rappresentativi dell'Abruzzo, realizzato nel 1933. L'avancorpo d'ingresso richiama lo stile neoclassico; il prospetto principale presenta semicolonne doriche, che inquadrano cinque arcate a tutto sesto, che sostengono una trabeazione con fregio costituito dall'alternanza di metope e triglifi. La parte superiore della facciata, dove si aprono finestre con timpano triangolare, è conclusa da un classico frontone; all'interno una ricca decorazione a stucco contraddistingue vestibolo e fumoir; ad impreziosire la sala sono i piccoli lampadari in cristallo di Boemia. I posti a sede sono 700, distribuiti tra l'ampia platea, con orma a ferro di cavallo, su 65 palchi, separati da archi ribassati ripartiti in 4 ordini, un anfiteatro e il loggione.
Teatro comunale di Sulmona
  • Teatro Talia (Tagliacozzo): si trova nel centro, edificato sopra il monastero dei Benedettini nel XVIII secolo.
  • Teatro "F. Giuliani" di Castel del Monte - presso il palazzo comunale, in via della Vittoria
  • Auditorium "Enrico Fermi (Celano), in via Santilli, è una struttura moderna appena fuori il centro storico, per lo spazio di varie compagnie.
  • Teatro comunale D'Andrea (Pratola Peligna): in via XXIV Maggio, si trova presso il palazzo comunale, e risale all'Ottocento, anche se l'allestimento interno della sala a ferro di cavallo con il palcoscenico è della seconda metà degli anni '60.
  • Teatro e Mostra permanente delle Tradizioni (Cocullo): si trova presso il palazzo comunale del paese, ed oltre alla sala grande, si conserva una mostra documentativa sul rito dei Serpari per la festa patronale di San Domenico.
  • Teatro "Francesco Paolo Tosti" (Castel di Sangro), in via di Porta Napoli, alle porte del centro storico, si trova presso un palazzo degli anni sessanta. Mentre questo stabile svolge solo le funzioni di spettacolo in scena, il Cinema Teatro Italia, più moderno, proietta anche film.
  • Teatro Calipari (Cerchio)
  • Teatro comunale (Civitella Roveto)
  • Teatro comunale (Collelongo)
  • Teatro San Francesco (Pescina)

Pescara e provincia[modifica | modifica wikitesto]

Teatro Massimo di Pescara
  • Teatro cinema Massimo (Pescara): situato in via Caduta del Forte, poco distante dal Corso Vittorio Emanuele, risale al 1936, progettato da Vincenzo Pilotti sopra un bastione della vecchia fortezza spagnola, ed è il principale teatro della città, dotato anche di multisala cinematografica.
  • Teatro Circus (Pescara): secondo principale teatro pescarese, si trova in una traversa del Corso Vittorio Emanuele, all'altezza della Stazione Centrale.
  • Teatro monumento Gabriele D'Annunzio (Pescara): costruito nel 1963 per omaggiare i cent'anni di nascita del poeta pescarese, si trova sul Lungomare Colombo, provvisto del teatro all'aperto con la cavea, i posti a sedere, un obelisco monumentale laterale, e un recente auditorium posto accanto, dedicato ad Ennio Flaiano.
  • Aurum - La fabbrica delle idee (Pescara): situato in Largo Gardone Riviera, presso il quartiere Pineta, si tratta dell'ex liquorificio dell'Aurum con il kursaal annesso di Mario Pomilio (1910), edificato nei primi anni del Novecento. Il liquorificio, decaduto negli anni '80, è rimasto abbandonato, sino alla riqualificazione artistica del complesso nel 2008, che è divenuta sala esposizioni, conferenze, e teatro all'aperto, presso l'area che separa il kursaal originario dal ferro di cavallo della fabbrica di liquori.
  • Teatro Florian Espace (Pescara): in via Valle Roveto, è un moderno teatro edificato nel 1978, usato anche come scuola di improvvisazione per compagnie poco note e giovani intraprendenti.
  • Auditorium Leonardo Petruzzi (Pescara): fa parte del complesso del Museo delle Genti d'Abruzzo, lungo via delle Caserme, è adibito per eventi culturali.
  • Ex teatro "Vicentino Michetti": posto accanto il Palazzo Michetti lungo viale D'Annunzio, è stata realizzato nel 1910 sopra il piccolo Politeama Aternino. L'originario progetto a cura di Antonino Liberi non si realizzò, e la concessione dei lavori fu affidata a Vicentino Michetti, che gli dette il suo nome, come dimostra la lapide di facciata del cornicione. Il teatro originale era costituito da un palcoscenico, dalla platea, da due ordini di balconate e da un loggione, mentre ai lati c'erano i palchi. Gli stucchi decoravano le pareti e le capriate del soffitto erano in legno. Nel 1915 il teatro si dotò di un bar-caffè, e altri modifiche si susseguirono: vennero eliminati la balconata con loggione, l'ingresso fu spostato nell'edificio adiacente, lateralmente, al primo piano venne realizzato il foyer, tutto questo si realizzò nel 1948, quando il teatro divenne anche cinematografo. L'attività cinematografico fu stroncata dalla circolazione di nuovi supporti dove stampare le pellicole ossia le vhs, e dunque venne chiuso negli anni Novanta, e solo di recente sono stati realizzati lavori di recupero. Il palazzo è di chiaro gusto eclettico liberty, la facciata si articola in cinque campate, a coronamento orizzontale, con le tre campate centrali lievemente aggettanti e scandite da paraste bugnate, poste rispettivamente al pianterreno e al piano superiore. Il pianterreno è provvisto di tre ingressi, filologicamente recuperato nello stile pre-1948, al piano nobile le paraste delimitano una serie di apertura con architrave, inquadrate da colonnine con capitelli a motivi vegetali, che sostengono un arco nel centro. La campitura cieca compresa tra l'arcata e l'architrave delle finestre è arricchita con figure di putti, festoni e ghirlande; la balconata che unisce le tre aperture centrali è delimitata da una balaustra a motivi fitomorfi, più in alto al piano superiore le paraste lasciano spazi a coppie di lesene binate, affiancate da colonnine collocate ad inquadratura delle finestre, sempre con motivi floreali.
Kursaal Aurum di Pescara
  • Ex Teatro Pomponi (Pescara): era uno dei teatri storici di Pescara, in origine del comune di Castellammare Adriatico, situato alla fine del Corso Umberto I, all'altezza dell'attuale parcheggio di Piazza I Maggio. Il progetto partì nel 1920 sopra il Padiglione Marino, allora locale di eventi. L’imprenditore Pomponi si offrì di realizzare il teatro nel 1923, accogliendovi Benito Mussolini in visita a Pescara, e alla sua inaugurazione immediatamente vennero allestite opere teatrali, e il teatro divenne anche cinematografo. Divenuta sede del Circolo Littorio, nel 1937 l’attività di gestione fu data alla Società Gestione Cinema e Teatri, diretta da Guido Costantini, e tra i vari attori che ospitò ci furono anche Totò e Peppino De Filippo. Dopo la guerra, nel 1947 iniziarono gli interessi da parte degli imprenditori di rottamare il vecchio teatro per nuove costruzioni. La manutenzione della struttura venne man mano ridotta negli anni, fino a quando il teatro risultò pericolante, e ciò fu una buona giustificazione perché nel 1963 si procedesse alla demolizione. Il teatro aveva un aspetto eclettico neorinascimentale, con l’interno in stile teatro d’opera all’italiana, con sala a ferro di cavallo. Viene omaggiato da Alberto Sordi nel film Polvere di stelle.
  • Teatro del Mare (Montesilvano), in via Ungheria, presso il lungomare Aldo Moro, è moderno, principale teatro della città.
Teatro di Città Sant'Angelo
  • Teatro comunale di Città Sant'Angelo: si trova presso il Municipio, ricavato dall'ex convento di San Francesco. Il teatro conserva ancora l'aspetto esterno originario, che lascia presagire dalle forme che in origine fosse una chiesa; per la precisione era la chiesa del XIII secolo dei monaci Basiliani, conservata anche dopo il rifacimento del convento dei Francescani nel XIV-XVII secolo. Dopo il 1809, il teatro fu voluto dalle famiglie altoborghesi angolane, che affidarono i lavori a Emidio Coppa ed Emidio Giampietro, che ricavarono la sala a ferro di cavallo dalla navata dell'ex chiesa nel 1856. Rifatto ampiamente negli anni '30 del Novecento, è stato restaurato nel 2002, ospitando ininterrottamente una serie di eventi culturali, rassegne di teatro d'opera, teatro dialettale, teatro per ragazzi. La sala è a ferro di cavallo, seguendo la linea dei grandi teatri ottocenteschi, e presenta tre ordini di palchi.
  • Teatro civico di Loreto Aprutino: si trova presso l'ex convento dei Francescani, gestito dall'associazione "Il Paradosso". Il teatro intitolato a Luigi De Deo, drammaturgo e poeta, e la sua fondazione risale alla fine dell'Ottocento, quando il convento, sconsacrato nel 1809, divenne granaio, magazzino, sino al progetto del 1886. Negli anni '30 divenne cinematografo Littorio, divenendo nel dopoguerra Supercinema, sino alla chiusura, con la decadenza dello spettacolo. Nel 2002 è stato ristrutturato e riaperto. Caratteristiche sono le tecniche di architettura, con l'area del palco di metri 8x8, dotato di quintaggio e fondale nero, di una platea di metri 16x8, 150 posti a sedere, camerini per gli attori, biglietteria, cabina di regia, riscaldamento, illuminazione di servizio. È ancora possibile vedere alcune disorganicità rispetto alla classica struttura a ferro di cavallo, per quanto riguarda l'area interna, a navata unica rettangolare, con volta a botte lunettata.
  • Teatro comunale di Alanno - in piazza Trieste
  • Teatro comunale di Penne - si trovava in Piazza Luca da Penne, dove si trovano il Municipio e la chiesa di San Domenico, ricavato nell'Ottocento proprio da una parte sconsacrata di questo monastero. Le prime notizie di un teatro nella città si hanno nel 1631, quando si trovava nel piazzale, presso il Palazzo dell'Auditore, successivamente il teatro vero e proprio venne edificato nel 1842, ed era considerato uno dei più belli dell'Abruzzo Ulteriore I, e del circondario pennese, con imponente sala a ferro di cavallo, e ingresso monumentale, con i fasti a stucco dell'antica facciata del cappellone di San Domenico. Il bombardamento alleato del 1944 ha gravemente danneggiato Piazza Luca da Penne, distruggendo il Municipio, il campanile di San Domenico e il teatro, che non verrà più ricostruito in loco.

Chieti e provincia[modifica | modifica wikitesto]

Teatro Marrucino
  • Teatro Marrucino (Chieti), si trova all'ingresso di via De Lollis da Piazza G. Gabriele Valignani. Ricavato dall'ex chiesa di Sant'Ignazio (XVII secolo), il teatro è un vero gioiellino d'arte ottocentesca, nonché primo teatro d'Opera dell'Abruzzo, e il più longevo in quanto il suo aspetto è rimasto praticamente lo stesso, venendo anzi abbellito nella seconda metà dell'Ottocento con pitture neoclassiche. Il progetto proviene dall'adeguamento dell'ex chiesa di Sant'Ignazio dei Gesuiti, poiché l'antico teatro pubblico in Largo Teatro Vecchio non era più adeguato per gli spettacoli. Nel 1818 il teatro fu inaugurato, intitolato a "San Ferdinando" in onore di Ferdinando IV di Borbone, e la prima opera rappresentata fu La Cenerentola di Gioacchino Rossini. L'abbellimento attuale risale ai lavori del 1870-75 dell'ingegner Vecchi, che eliminò la balconata per lasciare spazio al quarto ordine di palchi, sopraelevando l'edificio per realizzare il loggione superiore, fu ampliata la platea spostando la cavea per l'orchestra sotto al proscenio, vennero aggiunti al secondo e terzo ordine altri due palchi. I lavori di arricchimento stilistico riguardarono la realizzazione degli stucchi, dei due paggi d'ingresso di Costantino Barbella, della targa commemorativa del 1901 in onore di Giuseppe Verdi. Il sipario è di Giovanni Ponticelli, e raffigura Il trionfo di Caio Asinio Pollione sui Dalmati (1876), mentre il soffitto è decorato da un grande lampadario al centro di un cerchio a spicchi, in cassettoni lignei, i cui spicchi raffigurano o le Arti o personaggi illustri della storia dell'arte, della musica e della poesia.
Palazzo Veneziano o Feneziani, aantico teatro di Chieti, prima del Marrucino
  • Ex Teatro Vecchio o Palazzo Feneziani (Chieti): si trova in Larghetto del Teatro Vecchio, fino alla metà del Settecento era lo storico teatro di Chieti, appartenente ad Anna Maria Fasolo, che lo eresse nel 1750, nel 1771 vi su rappresentato "Il geloso in cimento" di Paolo Anfossi, mentre una piantina del 1790 permette di ricostruire l'antica struttura, che aveva tre ordini di palchi per circa 200 posti. Quando nel 1818 venne edificato il nuovo Teatro San Ferdinando, poi Marrucino, il teatro vecchio fu adibito a scuola, poi in residenza, e in distretto militare, per passare definitivamente nel Novecento al Consorzio Agrario di Chieti. Il palazzetto è divenuto successivamente un simbolo per la storia di Chieti, quando nel 1915 l'Italia entrò in guerra contro l'Austria. La città di Venezia subì incursioni aeree austriache, e molti sfollati si riversarono in Italia, venendo accolti anche a Chieti, per un totale di 4000 veneziani calcolati in Abruzzo. Al termine della guerra i veneziani, in segno di gratitudine, donarono alla città una copia del bassorilievo del leone di San Marco, opera di Annibale De Lotto, sfollato anch'egli a Chieti, a cui aggiunse l'aureola e la spada. Il fregio si trova sulla piccola facciata, inserito in una cornice dipinta a motivi vegetali.
  • Piccolo Teatro dello Scalo (Chieti): si trova nel quartiere moderno dello Scalo, lungo via Pescara, realizzato negli anni '90.
Teatro Fenaroli
  • Teatro comunale "Fedele Fenaroli" (Lanciano): l teatro si trova all'inizio di via dei Frentani da Piazza Plebiscito, ed è posto sulla destra, attaccato al palazzo comunale, sede di un originario convento dedicato a San Giuseppe con il Collegio degli Scolopi. La facciata, insieme con gli interni, è stata realizzata da Taddeo Salvini di Orsogna (la facciata è del 1840, e l'inaugurazione ci fu nel 1847). I lavori incominciarono nel 1834, dopo la sconsacrazione della chiesa di San Giuseppe, e chiamato "Teatro San Ferdinando", e divenne uno dei principali teatri d'opera d'Abruzzo insieme con il Teatro Marrucino di Chieti e il Teatro dell'Aquila. Gli interni sono stati realizzati con le pitture di Nicola De Arcangelis. Il teatro ha vissuto periodi alterni di fama e di chiusura, come la prima avvenuta nel 1876; fu restaurato varie volte. Il teatro è a pianta quadrangolare irregolare. La facciata è rialzata rispetto al dislivello della salita, decorata in stile post-classico, frutto del restauro dell'era fascista del 1939: l'ingresso è preceduto da quattro colonne doriche, che sorreggono la balaustra centrale, sormontata da cinque finestre sovrastate da placche rettangolari in rilievo con iscrizioni latine presso tre di queste, che ricordano il restauro del 1939 e la data di fondazione; l'architrave del tetto spiovente è triangolare. L'interno è costituito dall'aspetto classico del teatro d'opera all'italiana, a forma di ferro di cavallo, con 44 posti a sedere nei 4 palchi, suddivisi da festoni decorativi in stile tardo-barocco, con elementi vegetali e figure antropomorfe. Il palcoscenico è decorato da un tendone in rosso porpora, con in alto lo stemma civico di Lanciano.
Teatro Francesco Paolo Tosti
  • Teatro comunale "Francesco Paolo Tosti" ex Vittoria (Ortona): si trova in Piazza Teatro, di fronte la chiesa di Santa Caterina d'Alessandria. Il progetto di costruzione, sopra alcuni edifici di proprietà del convento, partì nel 1922 alla morte del musicista Tosti, e avviato nel 1929. Ceduto il terreno nell'area dell'ex convento di Sant'Anna, il teatro fu completato nel 1930, divenuto un vero gioiellino artistico nel panorama teatrale abruzzese, ispirato nell'architettura all'accademismo classico diffusosi in quegli anni, progettato dall'ingegner Pincione. La famiglia dell'ingegnere nel 1969 cedette la gestione del teatro ai D'Alleva, che però con la perdita d'interesse negli anni del boom per l'opera teatrale, esso cadde in degrado. Dichiarato nel 1990 di importante interesse, fu sottoposto a disposizioni di tutela, e vennero avviati i lavori di restauro, che presero slancio nel 1999. Anche in epoca recente il teatro è stato restaurato, con grande partecipazione della cittadinanza ortonese, tornando ad essere un cenacolo culturale e punto di riferimento della città, con concerti anche all'aperto e all'alba in eventi a tema.
    Il teatro ha aspetto eclettico, in stile liberty, progettato come teatro d'opera, e ospita i principali eventi della città. Ha una struttura quadrata con facciata decorata da vetri dipinti e la statua della dea Vittoria al centro, ai lati estremi due avancorpi architravati sono più aggettanti di quello centrale, e la trabeazione di questi a timpano triangolare corre anche lungo la parte centrale, in modo lineare, con mensoline sottostanti. La porzione del corpo centrale è scandita da una cornice marcapiano con balconata che sorregge un piano mediano diviso in tre ingresso finestrati da doppie colonne a capitelli corinzi, e lo stesso vale per i tre ingressi alla base livello piano di calpestio. In cima ai due avancorpi laterali troneggiano statue bronzee di aquile, simbolo del fascismo, mentre appunto al centro si trova la Vittoria.
  • Teatro Due Pini (San Vito Chietino): si trova nel centro storico, lungo il corso Trento e Trieste, è stato ricavato negli anni '90 da un'ala dell'antico palazzo baronale, a sua volta costruito sopra le mura dell'antico castello. Caratteristica una loggetta rinascimentale, e il piazzale di teatro all'aperto.
  • Teatro civico di Francavilla al Mare: la sala della movida francavillese, dal 1888 era il Kursaal Sirena di Antonino Liberi, presso la piazza omonima, nel quartiere della Marina. Il kursaal fu distrutto nel 1943-44, e ricostruito nel 1947, tornando ad animare la vita locale, sino alla nuova decadenza, e all'abbattimento nel 2017. L'amministrazione ha lasciato un altro edificio adiacente, posto in affaccio sul pontile Sirena, risalente agli anni '90,. Questo edificio a pianta ellittica, a forma di torretta spagnola, è stato restaurato, ed attualmente svolge le funzioni di centro culturale e convegni, teatro comunale e cinematografo estivo.
Teatro i Loreto-Liberati di Castel Frentano
  • Teatro comunale "Di Loreto-Liberati" (Castel Frentano): in Piazza Caporali, nella parte alta del paese, posto accanto la parrocchiale di Santo Stefano. Si tratta di una struttura degli anni '60, ricavata dall'ex palazzo baronale.
  • Teatro dell'Aventino (Palena): sul Corso Umberto I, si trova press il palazzo comunale. Le prime fonti risalgono ai progetti del 1815, il teatro venne completato nel 1847, anche se rimase chiuso per un problema burocratico riguardante la costruzione di un magazzino, ma successivamente riaperto. Chiuso per il terremoto della Val di Comino del 1984, è stato ristrutturato nel 1998.
  • Teatro cinema di Casoli: si trova sul Corso Umberto I, all'altezza di Largo Brigata Maiella, costruito nel 1933. Sino al 2002 i locali superiori erano adibiti a scuola elementare e media, successivamente sono stati chiusi per il terremoto di San Giuliano. Attualmente svolge solo le funzioni di teatro e sala convegni, Il 25 aprile 2018 inoltre per celebrare il Giorno della Liberazione, in ricordo della costituzione in paese della Brigata Maiella, movimento partigiano per liberare l'Abruzzo e poi l'Italia dai tedeschi, il teatro è stato visitato dal Presidente Sergio Mattarella.
Palazzo comunale di Atessa
  • Teatro civico "Antonio Di Jorio" di Atessa: in Largo Municipio, è stato ricavato insieme alla sede comunale, dall'ex convento dei Domenicani. Agli inizi dell'800 una porzione divenne sede municipale, l'altra divenne teatro comunale, che venne realizzato dal 1863, venendo ultimato nel 1911. Per il municipio venne costruito lo scalone di ingresso che porta ai piani superiori, vennero chiuse le arcate del chiostro interno, e i sotterranei divenne carcere civile, prima della realizzazione del grande complesso penitenziario di Vasto e di Lanciano, più vicina. Un grande progetto di restauro conservativo ci fu nel 1984 ad opera di Paolo Marconi, che previde interventi di consolidamento, adeguamento funzionale del fabbricato del teatro che poggiava sulle carceri, poi l'architetto Pardi apportò interventi arredamento interno dello spazio teatrale, per abbellirlo dei decorazioni. L'aspetto esterno del municipio è quello tipico dei sobri edifici ottocenteschi, scandito da cornici e paraste in intonaco bianco, mentre il resto è di colore giallo. Ordini di semplici aperture si susseguono su due livelli. L'edificio ha pianta rettangolare a blocco, articolato su tre livelli. La corte interna, antico chiostro del convento, è coperta con una struttura che mal si addice con l'aspetto storico, ha portici su tre lati coperti da volte a crociera, da cui si accede al teatro.
  • Teatro comunale "Gabriele Rossetti" - ex San Ferdinando (Vasto): posto tra via Aimone e Piazza Verdi, è stato ricavato dalla storica chiesa di Santo Spirito, con monastero dei Padri Celestini (XIII secolo).
    Teatro Rossetti, ricavato dall'ex monastero di Santo Spirito

Non si sa se venne eretta prima la torre Diamante in Piazza Verdi, oppure il monastero, risalente ai primi anni del XIII secolo. Fatto sta che questa torre venne rifatta da Giacomo Caldora nel 1439 ca. insieme al resto delle mura, come dimostra lo stile di muratura in conci di pietra di fiume, e la merlatura di coronamento ad archetti pensili. Vi sono ancora incisi alcuni stemmi nobiliari dell'anno 1493, nonché quello dell'Università del Vasto. Indissolubilmente la storia della torre è legata al convento del Santo Spirito dei Padri Celestini, eretto sopra la cappella di San Biagio. Lo storico Nicola Alfonso Viti riporta nelle Memorie storiche di Vasto che il convento venne fondato da Roberto da Salle, discepolo di Pietro Angelerio, lo stesso che nel 1327 fondò il cenobio presso Atessa. Da un documento del 1362 risulta che i Celestini possedevano il monastero della chiesa di San Biagio da Castiglione, ricevendo dei privilegi nel 1322, come dimostra un atto notarile del 1544. Nell'agosto 1566 il convento fu incendiato dai turchi, restaurato nel 1573 con una cappella e un altare privilegiato dedicato a San Biagio. Fino al 1590 i Padri godettero di una cospicua rendita di terreni; la notte del 14 giugno di quell'anno i briganti di Marco Sciarra scalarono la torre Santo Spirito, penetrando nella città e nel convento, saccheggiando e uccidendo. Il marchese del Vasto Innico III d'Avalos cercò di ripristinare il fossato del convento (oggi coperto dall'incrocio del Corso Garibaldi con via Crispi, notevolmente rialzati); il convento era dotato di mura che inglobavano un orto con il chiostro, e la cappella di Sant'Antonio, esistente già dal 1387, affidata alla giurisdizione dei Cavalieri Templari dell'Ordine Gerosolimitano di Malta, poiché avevano sede della chiesa di San giovanni Gerosolimitano (che si trovava all'ingresso del Corso Plebiscito da Largo del Carmine, distrutta nel XIX secolo).
La chiesa nel 1362 era a navata unica, affidata alla congrega di San Bonomo, e nel XVII secolo in una relazione possedeva i dipinti della Madonna col Bambino, Sant'Anna, San Giovanni Battista, San Leonardo confessore e San Bonomo; nel 1644 custodiva una reliquia di San Biagio. Il marchese Innico d'Avalos restaurò il convento, ponendovi un suo alloggiamento. Il monastero fu soppresso nel 1807 con le leggi napoleoniche, e unito al monastero di Atessa, tuttavia la chiesa continuò ad essere usata dalla Congrega dei Sarti di Vasto, per le funzioni in onore di San Bonomo. Col trattato di Vienna del 1815 venne soppresso anche l'ordine dei Cavalieri di Malta, e la chiesa di San Giovanni Gerosolimitano cadde in rovina fino alla distruzione; nel frattempo i locali dell'ex convento divennero uffici giudiziari e in parte carcere penale, finché nel 1818 si propose di costruire il teatro civico, inaugurato nel 1819 alla presenza del re Ferdinando IV di Borbone, intitolato a "San Ferdinando" e dal 1860 a Gabriele Rossetti.

  • Cento culturale "Aldo Moro" (San Salvo): in via Istonia, consta di un teatro, una sala polivalente e una biblioteca per ragazzi.
Palazzo comunale e teatro civico di Orsogna
  • Teatro comunale "Camillo De Nardis" (Orsogna): in Piazza Mazzini, nonostante i gravi bombardamenti che hanno pesantemente danneggiato il tessuto cittadino, il teatro si conserva ancora, almeno per l'esterno, nell'aspetto originario. Il palazzo risale alla metà dell'Ottocento, usato principalmente come Municipio, e poi come teatro, attualmente dedicato al musicista orsognese De Nardis, di cui esiste anche un premio per il Concorso musicale internazionale "Domenico Ceccarossi", altro illustre musicista orsognese. Il teatro è stato ristrutturato nel 1994, con 270 posti, ma ristrutturato maggiormente nel 2016-18, per tornare in piena attività, accessibile da Piazza Mazzini (l'ingresso municipale è stato spostato in via Roma), l'interno si presenta moderno, con una grande fila superiore di palchi stile odeon, sostenuta da pilastri,l e i posti a sedere della platea. L'esterno è di gusto neoclassico, con scansione regolare di finestre, balconata monumentale al primo piano all'altezza della sala consiliare, tre grandi porte di accesso fasciate in bugnato, e una torretta quadrata posta in cima, sede dell'orologio civico.
  • Auditorium "Teatro del Giardino" (Guardiagrele): si trova in via Alcide Cervi, una traversa di via Occidentale, si tratta di una struttura moderna, che dal 2006 ospita la compagnia che organizza gli spettacoli. Un cinema teatro, il "Garden", si trova in Largo Pignatari nel centro storico. Benché Guardiagrele sia dotata di teatri moderni, in antichità ne aveva uno, presso il palazzo civico, ricavato dall'ex convento dei Francescani. Questo teatro, molto ben lodato come uno dei migliori dell'Abruzzo Citeriore, fu saccheggiato e bruciato dagli orsognesi il 25 febbraio 1799, quando misero a ferro e fuoco la cittadina, con l'appoggio dei francesi.

Teramo e provincia[modifica | modifica wikitesto]

Il teatro storico di Teramo, sul corso San Giorgio
  • Teatro comunale di Teramo: storica struttura del 1868, aperta lungo il corso San Giorgio, accanto lo scomparso monastero di San Matteo, demolito nel 1941. Il teatro era uno dei gioiellini dell'architettura teramana, ispirato all'impianto del teatro Marrucino di Chieti, aperto nel 1818. Demolito nel 1959, all'epoca del sindaco Carino Gambacorta, per lasciar posto al nuovo cinema teatro e ai magazzini Standa.
Teatro comunale di Atri
  • Teatro civico di Teramo: in via Ignazio Rossi, è una struttura moderna funzionale, usata anche come cinema.
  • Teatro comunale di Atri: sorge in Piazza Duomo, è uno dei più belli della provincia. Il teatro sorge dove si trovava la chiesa di Sant'Andrea col Collegio dei Gesuiti. Quando questa compagnia venne soppressa e cacciata dal Regno, l'area fu occupata nel 1872 dal teatro pubblico, nominato "Teatro Piceno". Il progetto fu del Consorti, i lavori si conclusero con l'inaugurazione nel 1881, con la messa in scena di Un ballo in maschera di Verdi. Per la bellezza della facciata, è paragonato alla Scala di Milano, per le linee sobrie della facciata, che rispondono ai canoni dell'architettura neoclassica. Il prospetto risulta suddiviso in due ordini sovrapposti, il dorico e lo ionico, e a coronamento c'è un analogo frontone grecizzato, che condivide con l'arte di quel periodo la razionalità della progettazione, mentre alla fine del Settecento risale la forma a ferro di cavallo della sala interna col palcoscenico e i palchi. La decorazione sobria degli stucchi corrisponde ai dettami del neoclassicismo, mostrando l'interno come una sporta di equilibrato tempio alla greca, con le colonne doriche e ioniche, la decorazione negli ambienti della volta con le figure femminili allegoriche della Poesia e della Lirica. L'interno ha tre ordini di palchi e un totale di 38 palchi e un loggione per 200 posti. I palchi presentano intarsi scolpiti a mano, realizzati da Raffaele Del Bello e Gennaro Gerardini, dipinti da Pietro Giovannetti, dorati da Giuseppe Manaresi. La volta è affrescata da Giustino Di Giacomo, presenta un cielo turchino illuminato, con la musa Euterpe, simbolo della melodia, in trionfo sul cocchio di cavalli alati, circondata da festanti con vari strumenti musicali,. Sul telone del palcoscenico invece è ritratto l'imperatore romano Adriano, che ebbe i natali ad Hatria, l'antica Atri.
  • Teatro comunale di Pineto: si trova in Largo Fava, ed è una struttura moderna.
  • Anfiteatro "Ennio Flaiano" (Giulianova): si trova sul Lungomare Spalato, è una moderna struttura caratterizzata da una piazza centrale in mattoni, e gli spalti circolari in ferro battuto e cemento, per gli spettatori, Solitamente viene usato per i grandi concerti d'estate.