Toons Mag

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Toons Mag
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StatoBandiera della Norvegia Norvegia
Linguainglese, bengalese, hindi, spagnolo, arabo
Periodicitàquotidiano
Generemagazine
FondatoreArifur Rahman
Fondazione1º novembre 2009
EditoreArifur Rahman
DirettoreArifur Rahman
ISSN2535-7492 (WC · ACNP)
Sito webwww.toonsmag.com/, bd.toonsmag.com/, ar.toonsmag.com/ e no.toonsmag.com/
 

Toons Mag è una rivista illustrata online che pubblica disegni, caricature, fumetti e animazioni. È una piattaforma di pubblicazione internazionale e plurilingue per serie a fumetti, caricature politiche e satiriche e vignette, pubblicata da Arifur Rahman.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

In Bangladesh, le vignette di Arifur Rahman furono proibite e censurate a causa di un disegno innocuo pubblicato nel 2007 sulla rivista di un giornale nazionale.[2][3][4][5] A seguito della pubblicazione della vignetta, Rahman venne torturato e incarcerato per sei mesi e due giorni. Dopo la sua scarcerazione nel 2008, nessun giornale osava pubblicarlo.[6][7] Egli voleva però far conoscere i propri disegni al pubblico, quindi decise di aprire la propria rivista illustrata, ma non aveva abbastanza soldi per cominciare a stampare. Perciò, nel 2009, creò un sito internet per la pubblicazione di disegni, fumetti e animazioni chiamato Toons Mag. Lo scopo era promuovere apertura e libertà di parola e creare un sito internazionale di disegnatori.[8]

Premi[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2015, Toons Mag ha vinto il premio tedesco The Bobs per “migliore attivista online” per la sua edizione in lingua bengali. È l’emittente internazionale Deutsche Welle ad occuparsi del concorso.[9][10]

Concorsi di disegno e mostre[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2015, ogni anno vengono organizzati concorsi di caricature e mostre internazionali da parte di Toons Mag in collaborazione con Avistegnernes Hus.

2015 Bambini in guerra[modifica | modifica wikitesto]

È stata una mostra itinerante internazionale. Il tema principale era la situazione dei bambini durante la guerra e nelle zone di conflitto armato, come ad esempio in Siria, Yemen, Afghanistan, Iraq, eccetera. 128 disegnatori da 51 Paesi hanno contribuito alla mostra con le loro illustrazioni.[11] La mostra è stata inaugurata dal vescovo di Borg, Atle Sommerfeldt, all’Avistegnernes Hus a Drøbak.[12][13] Successivamente, la mostra è stata esposta a Oslo, Nesodden, Bergen, Stavanger, Haugesund, Kristiansand e Norrköping, in Svezia. Il progetto è stato supportato da Fritt Ord.[14][15][16][17]

2016 I diritti delle donne[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2016 sono stati organizzati un concorso di disegno e una mostra a sostegno dei diritti umani e il tema era i diritti delle donne. 567 fumettisti da 79 Paesi hanno partecipato al concorso e, nella mostra, sono stati esposti 120 disegni scelti.[18] Essa è stata inaugurata nella giornata internazionale della donna all’Avistegnernes Hus dalla vignettista norvegese Siri Dokken.[19] La mostra indiana è stata aperta alla galleria dell’Indian Institute of Cartoonists e, nello stesso giorno, ad Agra, nell'Uttar Pradesh, in India.[20] Poi, è stata esposta a Kristiansand, in Norvegia, e a Prešov, in Slovacchia. Essa ha collaborato con l’Avistegnernes Hus, l’Indian Institute of Cartoonists e Brain Sneezing, in Slovacchia.[21][22] Il progetto è stato sostenuto da Fritt Ord, dall’Agenzia europea dell’ambiente e dalla Repubblica Slovacca. 12 disegnatori su 567 hanno vinto premi e diplomi.[23][24]

2017/18 Libertà di parola[modifica | modifica wikitesto]

È il progetto collaborativo tra Toons Mag e Avistegnernes Hus. Questa mostra è stata esposta in diversi luoghi di tre Paesi: Norvegia, India e Slovacchia. La mostra ad Avistegnernes Hus è stata inaugurata dallo scrittore Per Edgard Kokkvold. Essa ha fatto parte del Festival della letteratura norvegese a Lillehammer, dove è stata aperta da Roar Hagen e Moddi Knutsen. A Oslo, si trovava all’ambasciata slovacca mentre, nel Bangalore, all’Indian Institute of Cartoonists.[25][26] È stata esposta a Prešov e a Košice in Slovacchia e infine a Eidsvoll.[27] 12 disegnatori su 518 hanno vinto premi e diplomi. Il progetto è stato sostenuto da Fritt Ord.[28]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ ARiFUR RAHMAN, su arifurrahman.com. URL consultato il 17 giugno 2019.
  2. ^ (EN) Roy Greenslade, Bangladesh cartoonist arrested, in The Guardian, 20 settembre 2007.
  3. ^ Cartoonist arrested over harmless play on name Mohammed, su ifex.org. URL consultato il 22 luglio 2019.
  4. ^ Cartoonist arrested over harmless play on name Mohammed | Reporters without borders, su rsf.org. URL consultato il 22 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2019).
  5. ^ (EN) Violence over Bangladesh cartoon, 21 settembre 2007.
  6. ^ Cartoonist Arifur Rahman discharged, su thedailystar.net. URL consultato il 22 luglio 2019.
  7. ^ (EN) Cartoonist released in Bangladesh, 20 marzo 2008.
  8. ^ Ana Leticia Sigvartsen, Avistegning førte til fengsel, su nrk.no. URL consultato il 17 giugno 2019.
  9. ^ Drøbak-tegneren Arifur Rahman er nominert til «beste online aktivist», su amta.no. URL consultato il 19 giugno 2019.
  10. ^ Drøbak-tegner Arifur Rahman kåret til beste aktivist på nett, su amta.no. URL consultato il 19 giugno 2019.
  11. ^ (NO) NRK TV – Distriktsnyheter Østlandssendingen. URL consultato il 22 luglio 2019.
  12. ^ Biskopen åpner utstilling i Drøbak om barns lidelser i krig, su amta.no. URL consultato il 17 giugno 2019.
  13. ^ Children in War, su icorn.org. URL consultato il 6 luglio 2019.
  14. ^ Utstilling: Barn i krig @TicketCo, su solvberget.ticketco.events. URL consultato il 6 luglio 2019.
  15. ^ Trond Sätre, Stribefeber om karikaturer • serienett.no, su serienett.no. URL consultato il 6 luglio 2019.
  16. ^ Karikaturtegner på Stribefeber: - Jeg risikerer å bli drept i hjemlandet, su fvn.no. URL consultato il 6 luglio 2019.
  17. ^ arbetetsmuseum, Barn och krig, su arbetetsmuseum.se. URL consultato il 6 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2019).
  18. ^ Women’s Rights in Cartoons, su icorn.org. URL consultato il 6 luglio 2019.
  19. ^ (+) Arifur gir moren en spesiell oppreisning, su amta.no. URL consultato il 6 luglio 2019.
  20. ^ Jayanthi MadhukarJayanthi Madhukar, The feminist half, su bangaloremirror.indiatimes.com. URL consultato il 6 luglio 2019.
  21. ^ Správy RTVS, su rtvs.sk. URL consultato il 6 luglio 2019.
  22. ^ Pozvánka na výstavu - Správy - MZV MZV PORTAL, su mzv.sk. URL consultato il 6 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2019).
  23. ^ Tema: Kvinners rettigheter: Moren ble barnebrud som 11-åring - nå tegner Arifur (31) for kvinners rettigheter, su vg.no. URL consultato il 17 giugno 2019.
  24. ^ Utstillingen “Women’s Rights” på Avistegnernes Hus, su frittord.no. URL consultato il 17 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2019).
  25. ^ Toons shall overcome: The fight for freedom of expression, su indulgexpress.com. URL consultato il 6 luglio 2019.
  26. ^ Express Publications Indulge - Chennai dated Fri, 12 May 17, su epaper.newindianexpress.com. URL consultato il 6 luglio 2019.
  27. ^ Fra fengsel i hjemlandet til utstilling på Verket, su eub.no. URL consultato il 6 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2019).
  28. ^ Freedom of Expression - Avistegnernes Hus, su mia.no. URL consultato il 17 giugno 2019.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàORCID (EN0000-0002-9841-9912