Jiang Zemin: differenze tra le versioni
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Ho inserito la voce relativa alla persecuzione del Falun Gong, di cui Jiang Zemin è il principale responsabile. Uno dei più grandi scandali di cui si è macchiato |
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Nel febbraio 2014, Jiang Zemin è stato accusato dalla magistratura spagnola di genocidio, tortura e lesa umanità, assieme all'ex premier [[Li Peng]] e altri esponenti politici e militari cinesi.<ref>{{Cita web|url=https://www.avvenire.it/mondo/pagine/tibet-spagna-ordine-cattura-zemin|titolo=Tibet, ordine di cattura per l'ex presidente cinese|autore=|sito=Avvenire, Diritti umani|editore=Avvenire|accesso=9 luglio 2017}}</ref> Avviata nel 2006, l'inchiesta è stata archiviata nel giugno 2014 dal Tribunale nazionale spagnolo a causa della nuova riforma della giurisdizione universale,<ref>{{Cita web|url=http://www.politico.eu/article/china-europe-trade-why-the-west-treats-with-kid-gloves/|titolo=Why the West treats China with kid gloves|autore=Diego Torres|sito=Politico|editore=Politico|accesso=9 luglio 2017}}</ref> in cui i giudici spagnoli potranno perseguire i crimini contro l'umanità commessi all'estero solo se il sospetto è un cittadino spagnolo, uno straniero residente in Spagna o uno straniero che si trova nel paese spagnolo e che le autorità hanno rifiutato di estradare.<ref>{{Cita web|url=http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Genocidio-in-Tibet-la-Spagna-archivia-indagini-su-ex-presidente-cinese-8a3920ae-d8ab-4fcb-aa4d-67a1ff2f7c21.html?refresh_ce|titolo=Tibet, la Spagna archivia l'inchiesta sugli ex presidenti cinesi|sito=RaiNews|editore=RaiNews|accesso=9 luglio 2017}}</ref> |
Nel febbraio 2014, Jiang Zemin è stato accusato dalla magistratura spagnola di genocidio, tortura e lesa umanità, assieme all'ex premier [[Li Peng]] e altri esponenti politici e militari cinesi.<ref>{{Cita web|url=https://www.avvenire.it/mondo/pagine/tibet-spagna-ordine-cattura-zemin|titolo=Tibet, ordine di cattura per l'ex presidente cinese|autore=|sito=Avvenire, Diritti umani|editore=Avvenire|accesso=9 luglio 2017}}</ref> Avviata nel 2006, l'inchiesta è stata archiviata nel giugno 2014 dal Tribunale nazionale spagnolo a causa della nuova riforma della giurisdizione universale,<ref>{{Cita web|url=http://www.politico.eu/article/china-europe-trade-why-the-west-treats-with-kid-gloves/|titolo=Why the West treats China with kid gloves|autore=Diego Torres|sito=Politico|editore=Politico|accesso=9 luglio 2017}}</ref> in cui i giudici spagnoli potranno perseguire i crimini contro l'umanità commessi all'estero solo se il sospetto è un cittadino spagnolo, uno straniero residente in Spagna o uno straniero che si trova nel paese spagnolo e che le autorità hanno rifiutato di estradare.<ref>{{Cita web|url=http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Genocidio-in-Tibet-la-Spagna-archivia-indagini-su-ex-presidente-cinese-8a3920ae-d8ab-4fcb-aa4d-67a1ff2f7c21.html?refresh_ce|titolo=Tibet, la Spagna archivia l'inchiesta sugli ex presidenti cinesi|sito=RaiNews|editore=RaiNews|accesso=9 luglio 2017}}</ref> |
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== La persecuzione del Falun Gong == |
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Jiang Zemin è anche il principale responsabile della persecuzione del [[Falun Gong]], una pacifica disciplina di meditazione, a partire dal 20 luglio 1999, quando venne messa in atto la decisione presa la sera prima dai sette membri del Comitato Permanente dell’Ufficio Politico del Partito Comunista Cinese. |
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A causa della persecuzione, sono morti migliaia di praticanti e tra i metodi più crudeli attuati si segnala il [[prelievo forzato d’organ]]<nowiki/>i a scopo di lucro. |
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A partire dal 2000, Jiang Zemin è stato citato in giudizio in trenta Paesi non solo per crimini contro l’umanità, ma anche per tortura e genocidio |
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== Presunta morte == |
== Presunta morte == |
Versione delle 11:07, 23 set 2018
Jiang Zemin 江澤民 | |
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Segretario generale del Partito Comunista Cinese | |
Durata mandato | 24 giugno 1989 – 15 novembre 2002 |
Predecessore | Zhao Ziyang |
Successore | Hu Jintao |
Presidente della Repubblica Popolare Cinese | |
Durata mandato | 27 marzo 1993 – 15 marzo 2003 |
Capo del governo | Li Peng Zhu Rongji |
Predecessore | Yang Shangkun |
Successore | Hu Jintao |
Presidente della Commissione militare centrale del PCC | |
Durata mandato | 9 novembre 1989 – 19 settembre 2004 |
Predecessore | Deng Xiaoping |
Successore | Hu Jintao |
Presidente della Commissione militare centrale della Repubblica Popolare Cinese | |
Durata mandato | 19 marzo 1990 – 8 marzo 2005 |
Predecessore | Deng Xiaoping |
Successore | Hu Jintao |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Comunista Cinese |
Università | Università Jiao Tong di Shanghai |
Firma |
Jiang Zemin[1] (江泽民T, 江澤民S, Jiāng ZémínP; Yangzhou, 17 agosto 1926) è un politico cinese.
Fu il cuore della "terza generazione" dei capi del Partito Comunista Cinese (PCC), ricoprendo le cariche di Segretario generale del Partito Comunista Cinese dal 1989 al 2002, Presidente della Repubblica Popolare Cinese dal 1993 al 2003, Presidente della Commissione Militare Centrale del partito dal 1989 al 2004 e Presidente della Commissione militare dello Stato dal 1990 al 2005.
Sotto la direzione di Jiang, la Cina portò avanti le riforme di mercato introdotte da Deng Xiaoping con il suo "socialismo con caratteristiche cinesi" e vide il pacifico ritorno di Hong Kong (precedentemente controllata dalla Gran Bretagna) e di Macao (sotto il controllo portoghese). Egli mantenne comunque il PCC alla guida del suo paese, anzi sviluppando un piccolo e ristretto culto della personalità con l'elaborazione della teoria delle Tre Rappresentanze, oggi adottata come linea base del PCC insieme alla teoria di Deng Xiaoping. Alcuni criticano Jiang di non avere avuto il controllo di determinati settori, nonostante il suo carisma. I maoisti lo accusano di avere continuato a portare la Cina verso un ritorno al capitalismo.
Gioventù e carriera
Jiang nacque a Yangzhou, dove trascorse parte della sua infanzia. Egli crebbe sotto il dominio giapponese: suo zio, Jiang Shangqing, morì combattendo contro gli occupanti. Il giovane Jiang dovette frequentare l'Università di Nanchino occupata, prima di recarsi a Shanghai. Durante i suoi studi, sviluppò un'opposizione all'imperialismo giapponese, che lo portò ad unirsi al Partito Comunista Cinese. Negli anni Cinquanta, Jiang lavorò ad un'impresa automobilistica di Mosca, e successivamente, rientrato in patria, lavorò a Changchun, sempre nel campo automobilistico. Solo con le riforme di mercato di Deng Xiaoping, Jiang comparve sulla scena politica cinese, divenendo ministro dell'industria elettronica nel 1983 e membro del Comitato Centrale del PCC nel 1987. Successivamente, divenne sindaco di Shanghai.
Nel 1989, il massacro di piazza Tiananmen provocò una drastica crisi di regime. Deng Xiaoping rimosse il riformista Zhao Ziyang dalla carica di segretario generale del Partito, portando all'elezione di Jiang al suo posto, grazie anche ad un compromesso con le più alte cariche statali di allora.
Durante il suo viaggio nel sud della Cina, nel 1992, Deng criticò la leadership di Jiang, dicendo che l'attuazione delle riforme di mercato andava a rilento e che ne era responsabile la direzione centrale. Cautamente, Jiang coniò il termine socialismo di mercato come avanzamento della teoria del socialismo con caratteristiche cinesi di Deng, per dimostrare che le riforme di mercato proseguivano. Questo gli consentì di divenire Presidente della Repubblica nel 1993, ottenendo così il potere assoluto sulla Cina.
La presidenza
Alla morte di Deng Xiaoping nel 1997, Jiang tenne l'elogio funebre, citandolo come uno dei padri costruttori del socialismo cinese. Eppure, per il nuovo Presidente si presentava un periodo non proprio prospero, perché le riforme di mercato avevano da un lato portato all'innalzamento economico della Cina, ma dall'altro avevano prodotto più povertà e disoccupazione, nonché la nascita del crimine organizzato.
In questo periodo cominciò a sorgere il culto di Jiang, in quanto egli nel 1996 cominciò una serie di riforme che gli assicurassero il controllo dei media e grazie alle quali avrebbe potuto presentarsi come il solo e vero leader della Repubblica Popolare Cinese.
Dal 1999 Jiang entrò in contrasto con il premier Zhu Rongji riguardo l'atteggiamento da adottare verso le istituzioni religiose.
Nel 1999 Jiang Zemin, contro la volontà di altri membri del comitato permanente del Politburo, ha lanciato la violenta repressione del Falun Gong, una disciplina spirituale di scuola buddhista che si rifà ai principi cosmici di Zhen Shan Ren rispettivamente: Verità, Compassione e Tolleranza.
Nel corso degli ultimi 16 anni più di 3.800 praticanti del Falun Gong sono stati torturati a morte. Il bilancio attuale è probabilmente più alto poiché tale informazione viene strettamente censurata in Cina. Molti sono stati torturati per la loro fede e persino uccisi per i loro organi. Jiang Zemin è direttamente responsabile dell'inizio e della perpetrazione di questa brutale persecuzione.
Il 10 giugno 1999 sotto la sua personale direzione il Partito Comunista Cinese ha istituito un organo di sicurezza extralegale, l'Ufficio 610. Quest'organo ha la precedenza sulle forze di polizia e sul sistema giudiziario nello svolgimento degli ordini di Jiang per quanto riguarda il Falun Gong che consistono in: rovinare la loro reputazione, tagliare le loro risorse finanziarie e distruggerli fisicamente.
La legge cinese permette che i cittadini ricorrano alle cause penali e molti praticanti stanno ora esercitando tale diritto di sporgere denunce penali contro l'ex presidente. [2]
Politica estera
Jiang tentò di ristabilire relazioni diplomatiche floride con la Russia e, in particolare, con gli Stati Uniti. Nel 1997 visitò quest'ultimo paese, incontrandosi con l'allora Presidente Clinton e trovandosi d'accordo con lui su molti punti. Analogamente, Clinton visitò la Cina nel 1999. Nello stesso anno, aerei statunitensi bombardarono l'ambasciata cinese di Belgrado e Jiang, pur presentando un'opposizione ufficiale, non prese nessun atto pratico contro tale azione.
Le "tre rappresentanze"
Il XVI Congresso del PCC adottò, nel proprio Statuto, la teoria delle "tre rappresentanze", elaborata da Jiang nel corso della sua presidenza. Essa divenne così parte integrante della costituzione politica cinese, ma venne criticata in quanto ritenuta un simbolo del culto della personalità di Jiang, mentre i suoi sostenitori sostengono che l'attuale dirigenza cinese abbia imparato e applicato molto dalle "tre rappresentanze".
Ritiro e successione
Jiang Zemin cominciò un lento ritiro dalla scena politica, lasciando tutte le cariche del potere ad Hu Jintao, suo allievo ed erede. Nel 2002, Jiang lasciò la carica di Segretario generale e, nel 2003, quella di Presidente della Repubblica. Entrambe le cariche vennero prese da Hu.
Dopo il XVI Congresso, Jiang cominciò ad avere alcune divergenze con Hu. Nonostante questo, i collaboratori di Jiang erano già stati spogliati di qualsiasi potere reale, tanto che la sua stessa autorità nella Commissione Militare Centrale venne limitata.
Forse forzato dal gruppo legato ad Hu, nel 2005 Jiang abbandonò al suo successore la sua ultima carica e si ritirò dalla scena politica. Riemerse solo alla fine del 2006, per le celebrazioni dell'anniversario della Lunga Marcia, dove parve avere risolto i propri contrarsti con Hu Jintao.
Nel febbraio 2014, Jiang Zemin è stato accusato dalla magistratura spagnola di genocidio, tortura e lesa umanità, assieme all'ex premier Li Peng e altri esponenti politici e militari cinesi.[3] Avviata nel 2006, l'inchiesta è stata archiviata nel giugno 2014 dal Tribunale nazionale spagnolo a causa della nuova riforma della giurisdizione universale,[4] in cui i giudici spagnoli potranno perseguire i crimini contro l'umanità commessi all'estero solo se il sospetto è un cittadino spagnolo, uno straniero residente in Spagna o uno straniero che si trova nel paese spagnolo e che le autorità hanno rifiutato di estradare.[5]
La persecuzione del Falun Gong
Jiang Zemin è anche il principale responsabile della persecuzione del Falun Gong, una pacifica disciplina di meditazione, a partire dal 20 luglio 1999, quando venne messa in atto la decisione presa la sera prima dai sette membri del Comitato Permanente dell’Ufficio Politico del Partito Comunista Cinese.
A causa della persecuzione, sono morti migliaia di praticanti e tra i metodi più crudeli attuati si segnala il prelievo forzato d’organi a scopo di lucro.
A partire dal 2000, Jiang Zemin è stato citato in giudizio in trenta Paesi non solo per crimini contro l’umanità, ma anche per tortura e genocidio
Presunta morte
Il 6 luglio 2011 la tv di Hong Kong ne annuncia la morte, ma la Cina cala la censura sulla vicenda, impedendo anche le ricerche su internet sulla parola "Jiang" ("fiume" in lingua cinese)[6]. La notizia è apparsa del tutto infondata il 9 ottobre 2011, quando Jiang Zemin ha partecipato alle celebrazioni per il centenario della Rivoluzione Xinhai.[7]
Onorificenze
Note
- ^ Nell'onomastica cinese il cognome precede il nome. "Jiang" è il cognome.
- ^ "http://epochtimes.it/news/2-milioni-contro-jiang-zemin/"
- ^ Tibet, ordine di cattura per l'ex presidente cinese, su Avvenire, Diritti umani, Avvenire. URL consultato il 9 luglio 2017.
- ^ Diego Torres, Why the West treats China with kid gloves, su Politico, Politico. URL consultato il 9 luglio 2017.
- ^ Tibet, la Spagna archivia l'inchiesta sugli ex presidenti cinesi, su RaiNews, RaiNews. URL consultato il 9 luglio 2017.
- ^ Roberto Fabbri, Jiang Zemin morto? Pechino censura il web, in il Giornale, 7 luglio 2011.
- ^ Antonio Talia, Jiang Zemin: apparizione pubblica dopo voci sulla morte, in AGIChina24, 10 ottobre 2011.
- ^ Elenco dei premiati dell'anno 1999.
- ^ The ceremony of Order of the State to Chinese President - History (JPG), su tccb.gov.tr, Precidency of Republic of Turkey, 19 aprile 2000. URL consultato il 31 luglio 2013.
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Jiang Zemin
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Jiang Zemin
Collegamenti esterni
▪ (IT) minghui.org
▪ (EN) minghui.org
▪ (IT) Sito della Falun Dafa
▪ (EN) Sull'ufficio 610
Controllo di autorità | VIAF (EN) 106111189 · ISNI (EN) 0000 0004 3981 3623 · LCCN (EN) nr90004013 · GND (DE) 120950812 · BNF (FR) cb13774326q (data) · J9U (EN, HE) 987007259756405171 · NDL (EN, JA) 00623002 |
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