Teoria di Deng Xiaoping

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Deng Xiaoping

La Teoria di Deng Xiaoping (鄧小平理論T, 邓小平理论S, Dèng Xiǎopíng LǐlùnP), nota anche come denghismo[1][2][3], è costituita da una serie di ideologie politiche ed economiche sviluppate per la prima volta dal leader cinese Deng Xiaoping. Tale teoria, inclusa nel 2014 da Xi Jinping nella strategia dei quattro onnicomprensivi, non rifiuta il marxismo-leninismo o il maoismo ma cerca invece di adattarli alle esistenti condizioni socio-economiche della Cina.[4]

Deng accentuò l'apertura della Cina al resto del mondo,[5] l'implementazione del concetto di una Cina, due sistemi, e attraverso la frase "cerca la verità attraverso i fatti", un invito al pragmatismo politico ed economico.[6]

Teoria[modifica | modifica wikitesto]

Modernizzazione e conservatorismo ideologico[modifica | modifica wikitesto]

La Cina deve la propria crescita economiche grazie alle manovre economiche e le riforme di Deng Xiaoping, che dovette promuovere la modernizzazione e allo stesso tempo preservare l'unità ideologica del Partito Comunista Cinese e il suo controllo sul difficile processo di riforma.

Gli sforzi della modernizzazione furono generalizzati dal concetto delle Quattro modernizzazioni, ovvero degli obiettivi posti da Zhou Enlai nel 1963 per migliorare l'agricoltura, l'industria, la difesa nazionale, la scienza e la tecnologia in Cina.

Per preservare l'unità ideologica, la Teoria di Deng Xiaoping elenca "quattro principi cardinali" sui quali il Partito Comunista deve appoggiarsi:

Kai Fang[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1992, quattordici anni dopo la sua salita al potere come leader de facto della Cina e in età avanzata, Deng fece la "nan xun" (la "Visita d'ispezione a sud") e in tale occasione esclamò: "Kai fang!" (开放S). Queste parole, che letteralmente significano "apertura", si mostrarono significative per lo sviluppo economico cinese sino ai giorni nostri.[7]

Relazione con il maoismo[modifica | modifica wikitesto]

La Teoria di Deng Xiaoping argomenta che sostenere il pensiero di Mao Zedong non significa imitare ciecamente le azioni di Mao senza delle deviazioni, come avvenne con il governo di Hua Guofeng, poiché farlo indica effettivamente "contraddire il pensiero di Mao Zedong".[8]

Lascito[modifica | modifica wikitesto]

Sin dagli anni ottanta, la teoria è diventata un corso universitario obbligatorio. Essendo stata la linea politica principale del Partito Comunista Cinese dal terzo plenum dell'XI Congresso nazionale del 1978, la teoria venne integrata nella Costituzione del Partito come ideologia guida nel 1997 e successivamente anche nella Costituzione della Repubblica Popolare Cinese:

«Sin dal Terzo Plenum dell'XI Comitato Centrale del PCC, i comunisti cinesi, rappresentati principalmente dal compagno Deng Xiaoping, hanno riassunto le esperienze positive e negative maturate dalla fondazione della Nuova Cina, implementato il principio di emancipazione della mente e di ricerca della verità da fatti, spostato l'obiettivo del lavoro del partito sullo sviluppo economico, introdotto la riforma e l'apertura, inaugurato un nuovo periodo per lo sviluppo della causa socialista, formato gradualmente la linea, i principi e le politiche per la costruzione del socialismo con caratteristiche cinesi, esposto le questioni fondamentali riguardanti la costruzione, il consolidamento e lo sviluppo del socialismo in Cina, e hanno creato la teoria di Deng Xiaoping. La teoria di Deng Xiaoping è un prodotto dell'integrazione della teoria di base del marxismo-leninismo con la pratica della Cina moderna e le caratteristiche dell'era attuale, rappresenta l'eredità e lo sviluppo del pensiero di Mao Zedong nelle nuove condizioni storiche, una nuova fase dello sviluppo del marxismo in Cina, il marxismo della Cina moderna e la cristallizzazione della saggezza collettiva del PCC, guidando in maniera costante la causa della modernizzazione socialista in Cina.[9]»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Paolo Gramatica, Economia e tecnica degli scambi internazionali, Milano, Vita e Pensiero, 2002, p. 369, ISBN 9788834309346, OCLC 955130952.
  2. ^ Luigi Tomba, Storia della Repubblica popolare cinese, collana Biblioteca del Novecento, Pearson Italia Bruno Mondadori, 2002, p. 7, ISBN 9788842493846.
  3. ^ Alberto Solera, Brevi note sulla Cina d'oggi, in Rivista di Studi Politici Internazionali, vol. 59, n. 4, ottobre - dicembre 1992, p. 528, JSTOR 42737082.
  4. ^ (EN) The Years of Hardship and Danger, in People's Daily, 14 settembre 2010. URL consultato il 24 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2021).
  5. ^ (EN) Deng Xiaoping, Carry out the policy of opening to the outside world and learn advanced science and technology from other countries, su People's Daily, 10 ottobre 1978.
  6. ^ (EN) Ideological Foundation, su Communist Party of China, 23 giugno 2006 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2019).
  7. ^ (EN) Eric Teo Chu Cheow, China's leaders begin a crucial debate, su International Herald Tribune, 17 agosto 2005 (archiviato dall'url originale il 22 novembre 2005).
  8. ^ (EN) Hold High the Banner of Mao Zedong Thought and Adhere to the Principle of Seeking Truth From Facts, su People's Daily, 16 ottobre 1978.
  9. ^ (EN) Constitution of the Communist Party of China (PDF), su Xinhua, 24 ottobre 2017. URL consultato il 15 gennaio 2020.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]