Francesco Di Salvo: differenze tra le versioni

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== Carriera ==
== Carriera ==
Di Salvo si laureò in Architettura a [[Napoli]] negli [[anni 1930|anni trenta]], fu uno dei più significativi architetti operanti a Napoli e in [[Italia]] esibendo un maturo lessico razionalista che media tra architettura e urbanistica con sperimentalismi di
Di Salvo si laureò in Architettura a [[Napoli]] negli [[anni 1930|anni trenta]], fu uno dei più significativi architetti operanti a Napoli e in [[Italia]] esibendo un maturo lessico razionalista che media tra architettura e urbanistica con sperimentalismi di
ascendenza utopica.<ref>[http://www.cleanedizioni.com/index.php?option=com_content&task=view&id=93&Itemid=54 Clean Edizioni, Pagina su Di Salvo]</ref> Fu uno dei protagosnisti della ricostruzione postbellica, collaborò con altri importanti progettisti del panorama napoletano come [[Francesco Della Sala]], [[Carlo Cocchia]], [[Giulio De Luca]], [[Luigi Cosenza]] ed altri. Edificò, per lo [[Istituto Autonomo Case Popolari di Napoli|IACP di Napoli]], tra il [[1945]] e il [[1948]] il Rione Cesare Battisti insieme a Cosenza e Della Sala. Contemporaneamente sempre per lo IACP progetta il Rione Cavour e insieme a Cosenza, Cocchia, Della Sala e De Luca progetta il Rione Mazzini. Autore anche del complesso industriale della Sider Comit a [[Barra (Napoli)|Barra]] nel [[1958]], brillante esempio di [[Razionalismo italiano]] dai caratteri internazionali, oggi amaramente deturpato. Tra il [[1948]] e il [[1953]] realizza un edificio per abitazioni private in via Manzoni a [[Posillipo]]. Nel [[1959]] partecipa al concorso CEP alle Barene di [[San Giuliano (Venezia)|San Giuliano]] a [[Venezia]].
ascendenza utopica.<ref>[http://www.cleanedizioni.com/index.php?option=com_content&task=view&id=93&Itemid=54 Clean Edizioni, Pagina su Di Salvo]</ref> Fu uno dei protagonisti della ricostruzione postbellica, collaborò con altri importanti progettisti del panorama napoletano come [[Francesco Della Sala]], [[Carlo Cocchia]], [[Giulio De Luca]], [[Luigi Cosenza]] ed altri. Edificò, per lo [[Istituto Autonomo Case Popolari di Napoli|IACP di Napoli]], tra il [[1945]] e il [[1948]] il Rione Cesare Battisti insieme a Cosenza e Della Sala. Contemporaneamente sempre per lo IACP progettò il Rione Cavour e insieme a Cosenza, Cocchia, Della Sala e De Luca progettò il Rione Mazzini. Fu autore anche del complesso industriale della Sider Comit a [[Barra (Napoli)|Barra]] nel [[1958]], brillante esempio di [[Razionalismo italiano]] dai caratteri internazionali, oggi amaramente deturpato. Tra il [[1948]] e il [[1953]] realizzò un edificio per abitazioni private in via Manzoni a [[Posillipo]]. Nel [[1959]] partecipò al concorso CEP alle Barene di [[San Giuliano (Venezia)|San Giuliano]] a [[Venezia]].


Negli [[anni 1960|anni sessanta]] ideò un progetto per la ''Città Nolana'' a [[Nola]], progettò le [[Vele di Scampìa]], {{Citazione necessaria|oggi considerate uno scempio architettonico}} ma che originariamente riunivano concetti architettonici di [[Kenzo Tange]] e [[Le Corbusier]]. In via Orazio, a [[Posillipo]], progettò nel [[1968]] un palazzo adibito ad abitazioni private. In Via Arenaccia progettò tra il [[1968]] e il [[1970]] il Palazzo della SIP in acciaio, pannelli prefabbricati, [[facciata continua]] e [[Calcestruzzo armato]], la struttura è stata demolita nel [[2007]] per far spazio all'edificio della [[Coop Italia|Coop]] di [[Silvio D'Ascia]]. Ha partecipato a vari concorsi oltre a quello Veneziano, anche per il [[Teatro Lirico di Cagliari]], un Centro direzionale a [[Firenze]] e unità abitative a [[Bratislava]].
Negli [[anni 1960|anni sessanta]] ideò un progetto per la ''Città Nolana'' a [[Nola]], progettò le [[Vele di Scampìa]], {{Citazione necessaria|oggi considerate uno scempio architettonico}} ma che originariamente riunivano concetti architettonici di [[Kenzo Tange]] e [[Le Corbusier]]. In via Orazio, a [[Posillipo]], progettò nel [[1968]] un palazzo adibito ad abitazioni private. In Via Arenaccia progettò tra il [[1968]] e il [[1970]] il Palazzo della SIP in acciaio, pannelli prefabbricati, [[facciata continua]] e [[Calcestruzzo armato]], la struttura è stata demolita nel [[2007]] per far spazio all'edificio della [[Coop Italia|Coop]] di [[Silvio D'Ascia]]. Ha partecipato a vari concorsi oltre a quello Veneziano, anche per il [[Teatro Lirico di Cagliari]], un Centro direzionale a [[Firenze]] e unità abitative a [[Bratislava]].

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File:Vele di Scampia.jpg
Due delle rimanenti 4 Vele di Scampia

Francesco (Franz) Di Salvo (Palermo, 1913Parigi, 25 giugno 1977) è stato un architetto, urbanista e costruttore italiano attivo essenzialmente a Napoli.

Biografia

Di Salvo nacque a Palermo da Giacomo, impiegato della compagnia di navigazione Sitmar, e da Maria Scholz, di Breslavia. Trascorse l'infanzia nel capoluogo siciliano, successivamente i Di Salvo si trasferirono a Venezia, a Genova e infine a Napoli. Nel capoluogo campano il padre assunse la direzione della sede della compagnia di navigazione. Frequentò la Scuola svizzera di via Manzoni, si diplomò al Liceo Scientifico Mercalli e successivamente s'iscrisse ad Ingegneria. Dopo un po' di tempo si trasferì alla Regia Scuola Superiore di Architettura, si laureò a pieni voti nel 1939 e a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale non poté subito lavorare. Nel 1940 conseguì a Firenze l'abilitazione alla pratica professionale. Frenquentò professionalmente Giovanni Molteni e Francesco Della Sala e aprì uno studio professionale con Giantristano Papale e Luciano Abenante, ingegnere. Con Papale, nel 1940, realizzò l'unica opera prebellica a Lacco Ameno, la Casa del Pescatore, che venne distrutta durante la guerra.

Le prime esperienze effettuate da Di Salvo furono collaborazioni con enti per la ricostruzione della città, eseguì lavori di ristrutturazione presso la Corporazione Britannica dei Lavori Reali e diresse opere per la ricostruzione degli altiforni e dei rigeneratori dell'Ilva di Bagnoli. Dal 1945 vinse diversi concorsi banditi dallo IACP di Napoli, insieme ad Abenante e Papale. In questi primi assaggi si possono avvertire riferimenti al plasticismo di Le Corbusier, al dettaglio di Ludwig Mies van der Rohe, e all'espressività di Walter Gropius[1]. Nel 1946 partecipò al concorso per il completamento del rione Luzzatti, il concorso fu vinto da Luigi Cosenza ma il Nostro si distinse per la qualità espressiva e tipologica del progetto, così venne chiamto a far parte del gruppo di progettazione del Rione Mazzini. Nel 1948 partecipò al concorso per il Circolo dei Forestieri a Sorrento, qui vinse il primo premio, l'opera non venne mai eseguita e fu successivamente pubblicata sulla rivista L'Architecture d'Aujourd'hui n. 27. del 1949. Nel campo dell'edilizia sovvenzionata progettò per l'impresa Fossataro, nel 1948, un Parco Residenziale sulla collina di Posillipo che si distende tra via Manzoni e via Nevio. Il palazzo edificato lungo via Manzoni fu interroto dall'intervento della Sopraintendenza e continuato successivamente, su incarico dell'INAIL, da Vittorio Amicarelli, stessa sorte anche quella del palazzo lungo via Nevio che venne continuato successivamente da Stefania Filo Speziale, Giorgio de Simone e Carlo Chiurazzi.

Nel 1951 fondò la I.Co., Impresa di Costruzioni, ottenendo rilevanti incarichi lontano da Napoli, in particolare in Calabria e in Basilicata. Nel 1952 prese parte al concorso per l'Ospedale Traumatologico dell'Inail a Capodimonte ed ottenne un premio fuori concorso. Dal 1951 al 1957 fu impegnato con la I.Co. nell'ambito della politica agraria realizzando, su progetti del Ministero dell'Agricoltura e del Patrimonio Boschivo, la bonifica della Media Valle del Bradano e del Basento, costruì settanta chilomentri di strade a Tricarico e ottocentoquarantanove case rurali tra Cutro e Isola di Capo Rizzuto. Ritornato a Napoli, nel 1957, ricevette l'incarico di progettare la sede della Sidercomit di Barra, l'anno successivo progettò per il comune di Napoli la sistemazione urbanistica dell'area di Monte Echia. Il progetto, approvato dalla Commissione edilizia e dal Consiglio Tecnico del Comune, non venne mai realizzato e in questa occasione che l'architetto brevettò la rampa elicodiale incrociata, traendo ispirazione dal Pozzo di San Patrizio di Sangallo il Giovane. Tra la fine degli anni cinquanta e gli anni sessanta fu impegnato con la sua impresa di costruzioni all'estero, svolgendo per alcune società italiane consulenze per progetti di sviluppo e di industrializzazione dell'edilizia, specialmente nei Paesi arabi. Nel 1960 si trasferì da via Tasso a via Santa Luisa di Marillac e partecipò ai concorsi per l'Autostazione di Bologna, indetto dalla Società Autostrade, e a quello per il Quartiere CEP alle Barene di San Giuliano a Venezia.

Opere

Progetti realizzati

  • 1940 Casa del Pescatore, Lacco Ameno (distrutta)
  • 1945 - 1948 Rione Cesare Battisti (in collaborazione), Napoli
  • 1945 - 1946 Lavori di ricostruzione per conto della Corporazione Britannica dei Lavori Reali, Napoli
  • 1946 - 1947 Rione Mazzini (in collaborazione), Napoli
  • 1947 - 1948 Rione Cavour, Napoli
  • 1948 - 1949 Ricostruzione Altiforni dell'ILVA di Bagnoli, Napoli
  • 1948 - 1954 Edificio per abitazioni in Via Manzoni, Napoli
  • 1949 - 1960 Edificio per abitazioni in Via Nevio, Napoli
  • 1954 Allestimento di una catena per negozi per la Singer a Napoli e provincia
  • 1957 - 1958 Sede Sidercomit, Napoli
  • 1962 - 1975 Vele di Scampia, Napoli
  • 1963 - 1971 Politecnico di Bari, realizzato con difformità rispetto al progetto di concorso perché vennero fusi i progetti del primo premio del gruppo di Petro Maria Lugli e del secondo premio del gruppo di Di Salvo
  • 1968 Edificio per abitazioni in via Orazio, Napoli
  • 1968 - 1970 Edificio commerciale in Via Arenaccia, Napoli (parzialmente demolito)
  • 1976 - 1977 Centrale amplificatrice ASST, Nola

Progetti mai realizzati

  • 1946 Completamento del Rione Luzzatti, Napoli (concorso vinto da Luigi Cosenza)
  • 1948 Circolo dei Forestieri, Sorrento (primo premio)
  • 1952 Ospedale Traumatologico INAIL, Napoli
  • 1958 Sistemazione urbanistica dell'area di Monte Echia, Napoli
  • 1959 Quartiere CEP alle Barene di San Giuliano, Venezia
  • 1959 Edificio per abitazioni alla Riviera di Chiaia, Napoli
  • 1959 Edificio per abitazioni in via Posillipo, Napoli
  • 1961 Villa Astarita, Napoli
  • 1961 Sede Finsider, Milano
  • 1964 Piano di zona 167 - Quartiere INCIS, Napoli
  • 1964 Villa a terrazze in via Pacuvio, Napoli
  • 1965 Villa Malvasio, Napoli
  • 1965 Teatro comunale di Cagliari, Cagliari
  • 1966 Padiglione espositivo alla Fiera del Mediterraneo, Palermo
  • 1967 Sede Cassa Centrale di Risparmio di Catania, Catania
  • 1968 Istituto Tecnico Giannone, Foggia
  • 1968 Sviluppo urbanistico di Bratislava, Bratislava
  • 1969 - 1970 Città Nolana, Nola
  • 1972 Centro direzionale di Tangeri, Tangeri
  • 1975 Progetto pilota per la viabilità sotterranea, Napoli
  • 1976 Alloggi prefabbricati per 1500 sfollati del Terremoto del Friuli, Friuli Venezia Giulia
  • 1977 Centro direzionale di Firenze, Firenze

Realizzazioni con la I.Co.

  • 1951 - 1957 869 abitazioni rurali tra Cutro e Isola di Capo Rizzuto per conto del Ministero dell'Agricoltura e del Patrimonio Boschivo
  • 1958 Strada intecomunale di Tricarico, Matera
  • 1961 Allestimento della Fiera del Villagio Felice, Il Cairo
  • 1963 Piano urbanistico di 72 borghi rurali nella valle del Nilo, Egitto
  • 1964 Studi sull'industrializzazione edilizia nel Sistan, Baluchistan e Kerman orientale, Iran
  • 1966 Studi per la sistemazione turistica del Mar Rosso, Romania

Carriera

Di Salvo si laureò in Architettura a Napoli negli anni trenta, fu uno dei più significativi architetti operanti a Napoli e in Italia esibendo un maturo lessico razionalista che media tra architettura e urbanistica con sperimentalismi di ascendenza utopica.[2] Fu uno dei protagonisti della ricostruzione postbellica, collaborò con altri importanti progettisti del panorama napoletano come Francesco Della Sala, Carlo Cocchia, Giulio De Luca, Luigi Cosenza ed altri. Edificò, per lo IACP di Napoli, tra il 1945 e il 1948 il Rione Cesare Battisti insieme a Cosenza e Della Sala. Contemporaneamente sempre per lo IACP progettò il Rione Cavour e insieme a Cosenza, Cocchia, Della Sala e De Luca progettò il Rione Mazzini. Fu autore anche del complesso industriale della Sider Comit a Barra nel 1958, brillante esempio di Razionalismo italiano dai caratteri internazionali, oggi amaramente deturpato. Tra il 1948 e il 1953 realizzò un edificio per abitazioni private in via Manzoni a Posillipo. Nel 1959 partecipò al concorso CEP alle Barene di San Giuliano a Venezia.

Negli anni sessanta ideò un progetto per la Città Nolana a Nola, progettò le Vele di Scampìa, oggi considerate uno scempio architettonico[senza fonte] ma che originariamente riunivano concetti architettonici di Kenzo Tange e Le Corbusier. In via Orazio, a Posillipo, progettò nel 1968 un palazzo adibito ad abitazioni private. In Via Arenaccia progettò tra il 1968 e il 1970 il Palazzo della SIP in acciaio, pannelli prefabbricati, facciata continua e Calcestruzzo armato, la struttura è stata demolita nel 2007 per far spazio all'edificio della Coop di Silvio D'Ascia. Ha partecipato a vari concorsi oltre a quello Veneziano, anche per il Teatro Lirico di Cagliari, un Centro direzionale a Firenze e unità abitative a Bratislava.

L'architetto morì a Parigi all'età di 64 anni.

Note

  1. ^ Gaetano Fusco, Biografia critica in FRANCESCO DI SALVO. Opere e progetti, pag. 116, Clean Edizioni, Napoli.
  2. ^ Clean Edizioni, Pagina su Di Salvo

Bibliografia

  • Sergio Stenti, NAPOLI MODERNA - Città e Case popolari 1868-1980, Clean edizioni, Napoli.
  • Sergio Stenti e Vito Cappiello, NapoliGuida - 14 itinerari di architettura moderna, Clean Edizioni, Napoli.
  • A cura di Gaetano Fusco, FRANCESCO DI SALVO. Opere e progetti, Clean Edizioni, Napoli.