Sophie Tucker

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Sophie Tucker
Sophie Tucker (1884-1966)
NazionalitàBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
GenereJazz
Ragtime
StrumentoVoce
EtichettaMercury Records
Decca Records
...
Sito ufficiale

Sophie Tucker, all'anagrafe Sof'ja Kališ[1][2][3][4][5][6] (Tul'čyn, 13 gennaio 1884New York, 9 febbraio 1966), è stata una cantante, attrice e cabarettista statunitense di origine ucraina, che fu una stella internazionale all'epoca del vaudeville[5], durante la quale interpretava brani jazz e ragtime, ballate e canzoni comiche[5].

Soprannominata "l'ultima delle Red-Hot Mamas"[1][2][3][5][6][7][8], tra i suoi brani di maggiore successo, figurano Broadway Melody , I Don't Want to Be Thin , My Yiddishe Mama, Nobody Loves a Fat Girl, But Oh How a Fat Girl Can Love, The One I Love Belongs to Somebody Else, Red-Hot Mama, Some of These Days e Thoroughbreds Don't Cry.[2][3] Ha una stella nella Hollywood Walk of Fame.[7]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Sophie Tucker in un manifesto del 1917
Sophie Tucker in un manifesto del 1918
Sophie Tucker nel 1952

Sof'ja Kališ nasce a Tul'čyn, in Ucraina (all'epoca parte dell'Impero russo), il 13 gennaio 1884[1][2][3][5] da una famiglia di origine ebraica[3][4][5]. A soli tre mesi si trasferisce con la famiglia negli Stati Uniti d'America, segnatamente a Hartford, nel Connecticut[1][2][5][6][7], dove i suoi genitori aprono un ristorante kosher[4][5][6]. Il padre, che aveva disertato l'esercito russo[4], cambia il cognome della propria famiglia in Abuza[1][2][3][4]. Nel 1903, per sfuggire dalla vita lavorativa nel ristorante dei genitori[5], Sof'ja Kališ alias Abuza sposa a soli 17 anni Louis Tuck[2][3][5][6][7], dal quale divorzierà dieci anni dopo[3][5]. In seguito, si trasferisce a New York per intraprendere la carriera artistica[6] e cambia il proprio nome in Sophie Tucker[6]. Nella metropoli statunitense, trova poi lavoro in una birreria del villaggio tedesco, dove guadagna 25 centesimi a settimana[6].

Nel 1907 la Tucker debutta sulla scena teatrale newyorkese[4][5][6], esibendosi nel night club di Chris Brown[4][6] . Inizialmente, per via del proprio peso (già a 13 anni era arrivata a pesare 145 libbre[3]), incontra qualche diffidenza da parte degli impresari.[2] Dopo aver lavorato per un breve periodo (a partire dal 1909) per le Follies di Florenz Ziegfeld[1][3], ha in seguito modo di esibirsi al fianco delle principali stelle del varietà del XX secolo, quali Jack Benny, Fanny Brice e Will Rogers.[2] Nel 1911 registra per la prima volta il brano Some of These Days, brano composto da Shelton Brooks[1][2][3][6], che diventerà uno dei suoi cavalli di battaglia[3]. Tra il 1914 e il 1917, si esibisce al fianco del secondo marito, il pianista Frank Westphal.[1] Il matrimonio tra i due naufragherà a causa della gelosia per la popolarità di lei.[1]

Nel 1919, la Tucker ottiene il suo primo ingaggio a Broadway.[1] Nel 1921 diventa suo direttore musicale il pianista Ted Shapiro, che scrive per lei vari brani, tra cui The One I Love Belongs to Somebody Else e Red-Hot Mama.[2] Nel 1922, sempre assieme a Shapiro intraprende la sua prima tournée teatrale nel Regno Unito, che ottiene un grande successo.[4][5][6] Nel 1925 interpreta per la prima volta il brano My Yiddishe Mama[2][3], che sarebbe diventato in seguito un inno ebraico in Europa prima di essere messo al bando da Adolf Hitler[2][3]. Quattro anni dopo compie il proprio debutto cinematografico in un lungometraggio, recitando nel film, diretto da Lloyd Bacon, Honky Tonk .[3] Apparirà in seguito occasionalmente in altri film hollywoodiani alla fine degli anni trenta, quali Gay Love (1934),Broadway Melody of 1938 (1937) e Thoroughbreds Don't Cry (1937).[1][6] Nel frattempo, nel 1934, durante una nuova tournée oltreoceano, ha l'occasione di esibirsi davanti alla coppia reale inglese.[3][5]

Tra il 1938 e il 1939 conduce un proprio programma sull'emittente radiofonica della CBS.[3] Nel frattempo viene nominata presidente della Federazione Americana degli Attori (American Federation of Actors).[3] Nel 1945 pubblica la sua autobiografia, intitolata come uno dei suoi brani più celebri, ovvero Some of These Days.[2] L'8 febbraio 1960 ottiene la stella nella Hollywood Walk of Fame.[7] Muore a Manhattan il 9 febbraio 1966, all'età di 82 anni.[1][2][5] I suoi funerali si svolgono presso una sinagoga di Whethersfield alla presenza di circa 3.000 persone.[6]

Discografia parziale[modifica | modifica wikitesto]

Album[modifica | modifica wikitesto]

  • 1945: Sophie Tucker: A Collection of Songs She Has Made Famous
  • 1954: Golden Jubilee (Fifty Golden Years)
  • 1954: Cabaret Days
  • 1955: Her Latest and Greatest Spicy Songs
  • 1956: The Spicy of Life
  • 1956: The Great Sophie Tucker
  • 1956: Bigger and Better Than Ever
  • 1960: Sophie Tucker in Person
  • 1967: The Last Of The Red Hot Mamas: Sophie Tucker's Greatest Hits (raccolta postuma)
  • 2017: Her Latest And Greatest Spicy Songs / My Dream (raccolta postuma)

Filmografia parziale[modifica | modifica wikitesto]

Autobiografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Some of These Days (1945)

Filmografia su Sophie Tucker[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l (EN) Sophie Tucker - Biography, su allmusic.com, Allmusic. URL consultato il 24 settembre 2019.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o (EN) Sophie Tucker, su cwhf.org, Connecticut Women's Hall of Fame. URL consultato il 24 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2019).
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r (EN) Sophie Tucker Biography, su thoughtco.com, Connecticut Thought.co. URL consultato il 24 settembre 2019.
  4. ^ a b c d e f g h (EN) Borne, Anne, Sophie Tucker, su jwa.org, Jewis Women's Archive. URL consultato il 24 settembre 2019.
  5. ^ a b c d e f g h i j k l m n o (DE) Sophie Tucker, su fembio.org, Fembio. URL consultato il 24 settembre 2019.
  6. ^ a b c d e f g h i j k l m n (EN) Sophie Tucker, su connecticuthistory.org, Connecticut History. URL consultato il 26 settembre 2019.
  7. ^ a b c d e (EN) Sophie Tucker, su walkoffame.com, Hollywood Walk of Fame. URL consultato il 26 settembre 2019.
  8. ^ a b (EN) The Outrageous Sophie Tucker, su menemshafilms.com, Memensha Films. URL consultato il 26 settembre 2019.

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Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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