Rider R-4

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Rider R-4 "Firecracker"
Descrizione
Tipoaereo da competizione
Equipaggio1
ProgettistaKeith Rider
CostruttoreBandiera degli Stati Uniti United States Aircraft Corp. Ltd.
Esemplari1
Dimensioni e pesi
Lunghezza19 ft 6 in
Apertura alare18 ft 0,25 in
Propulsione
Motoreun 6 cilindri in linea Menasco C6S-4 Super Buccaneer
Potenza260 hp
Prestazioni
Velocità max438,607 km/h (272,588 mph)

Dati tratti da "History's Most Important Racing Aircraft"[1]

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Il Rider R-4 "Firecracker" è un aereo da competizione progettato e costruito per partecipare alle National Air Races statunitensi tenutesi nella seconda metà degli anni trenta.

Storia del progetto[modifica | modifica wikitesto]

Keith Rider, un pilota californiano veterano delle corse aeree, realizzò per la stagione 1936,[2] due nuovi velivoli sostanzialmente identici, l'R-4 "Firecracker" e l'R-5 "Jackrabbit".[2] Il velivolo (matricola NR-261Y) completamente dipinto di giallo,[3] venne equipaggiato con un propulsore Menasco B6S Buccaneer della cilindrata di 489 cu.in. (8,01 litri), e ricevette il numero di gara 70.[3] L'aereo volò per la prima volta nelle mani del collaudatore Roger Don Rae, già pilota del precedente Rider R-1.

Tecnica[modifica | modifica wikitesto]

Monoplano ad ala bassa, monomotore, di costruzione mista in acciaio, legno e tela, per competizione.[3] La fusoliera monoscocca, costruita in tubi d'acciaio, era ricoperta con pannelli di compensato rivestiti di tela. L'impennaggio di coda era del tipo classico monoderiva, dotato di piani orizzontali controventati, rivestiti in metallo, così come il timone. La configurazione alare era monoplana ad ala bassa, di costruzione lignea, bilongherone, con profilo simmetrico e rivestimento in compensato ricoperto da tela.[3] Il carrello d'atterraggio era un triciclo posteriore retrattile, con le gambe principali che rientravano verso l'interno, dotato di pattino di coda.[4]

Il singolo pilota era ospitato in una cabina di pilotaggio chiusa, posizionata dietro all'ala, e dotata di parabrezza anteriore.[5]

La propulsione era affidata ad un motore linea Menasco B6S Buccaneer a 6 cilindri, raffreddati ad aria, erogante la potenza di 200 hp e azionante un'elica bipala.[3]

Impiego operativo[modifica | modifica wikitesto]

Nelle mani di Rae l'aereo disputò le National Air Races tenutesi sull'aeroporto di Mines Field, Los Angeles (California) tra il 3 e il 5 settembre di quell'anno, vincendo nella categoria riservata agli aerei con propulsore di cilindrata fino a 550 cu.in. (8,91 litri).[3] La Shell Speed Dashes fu vinta ad una velocità di 362,988 km/h (225,544 mph), e l'aereo si classificò al terzo posto nel Thompson Trophy.[6]

Verso la fine dell'anno il pilota Bill Schoenfeldt acquistò l'R-4, ed incaricò il team che aveva originariamente realizzato il velivolo di ricostruire l'aereo. Il motore B6S Buccaneer fu sostituito con uno della versione C6S-4 Super Buccaneer[7] a 6 cilindri, erogante 260 hp[8] ed espressamente costruito per le corse aeree. Questo propulsore fu afflitto da notevoli problemi di surriscaldamento, tanto che l'aereo dovette ritornare in fabbrica affinché i problemi venissero risolti definitivamente.[9] L'aereo fu ridenominato "Schoenfeldt-Firecracker" e ritornò alle gare durante le International Air Races tenutesi a St. Louis, tra il 29 e il 31 maggio 1937.[7] Pilotato da Gus Gotch si classificò al secondo posto alle spalle di Marion McKeen sul Brown "Miss Los Angeles".[10] Al termine della gara Gotch danneggiò l'aereo durante la corsa di atterraggio, e questo fatto eliminò il velivolo dalle gare che dovevano tenersi il giorno successivo.[3] Schoenfeldt fece arrivare un pezzo di ricambio per l'elica seriamente danneggiata dalla Story-Gawley Co. di Los Angeles durante il corso della notte. Tuttavia quando l'elica arrivò si constatò che il mozzo aveva perforato il propulsore Super Buccaneer, ed Ole Fahlin, proprietario della Fahlin Propeller Co., presente alle corse, intervenne in soccorso di Schoenfeldt. L'elica fu inviata presso il suo stabilimento di Marshall, Missouri, dove fu raddrizzata e bilanciata.
Pur con il muso danneggiato l'aereo fu pronto per l'ultimo giorno di gare, il 30 maggio, in tempo per partecipare al Memorial Day e al Missouri Brewer's Association Trophy.[3] Gotch vinse la gara facendo registrare una velocità di 404,9 km/h (251,6 mph)[11] Al termine delle gare il velivolo ritornò a Los Angeles per completare le necessarie riparazioni[12] in vista della sua partecipazione al Thompson Trophy. Alle National Air Race tenutesi a Cleveland (Ohio) tra il 3 e il 6 settembre Gotch ebbe ulteriori problemi ma riuscì ad arrivare terzo nel Greve Race con 372,71 km/h (231,59 mph), classificandosi settimo nel Thompson Trophy ad una velocità di 350,53 km/h (217,81 mph).[3]

Durante il corso del 1938[5] il "Firecracker" fu nuovamente modificato e partecipò alle International Air Races di Oakland, California, svoltesi tra il 28 e il 30 maggio. Il pilota Tony LeVier[3] vinse due gare,[13] LeVier partecipò anche alle National Air Races[7] di quell'anno,[14] vincendo il Greve Trophy[7] ad una velocità di 403,762 km/h (250,89 mph).[7][15] Esaltato dalla sua vittoria LeVier atterrò ad alta velocità[16] oltrepassando la pista principale per toccare terra su quella trasversale. Quando il velivolo toccò terra con il muso, nell'impatto si ruppero entrambi i longheroni alari, che squarciarono il rivestimento in compensato. I danni pregiudicarono la partecipazione del "Firecracker" al successivo Thompson Trophy.[3]

Il lavoro di riparazione risultò lungo ma l'aereo fu pronto per le Nationals Air Races[3] del 1939.[17] Durante lo svolgimento della Greve Race[18] il motore del "Firecracker" incominciò a perdere colpi nel corso dell'undicesimo giro e il pilota fu costretto a ritirarsi. Rimesso a punto l'aereo per il Thompson Trophy,[18] LeVier passò in testa durante il quinto giro, ma fu superato da Turner, finendo al secondo posto.[19]

All'inizio della seconda guerra mondiale l'R-4 "Firecracker" venne immagazzinato, e successivamente cannibalizzato per fornire parti di ricambio necessarie per altri tipi di aeromobili.[18] Una replica dello "Schoenfeldt Firecracker" è attualmente esposta presso il Planes of Fame Air Museum di Chino,[3] California.[20]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Berliner 2013, p. 71.
  2. ^ a b Barnett 1977, p. 1920.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m Berliner 2013, p. 72.
  4. ^ Il carrello di atterraggio era dotato di un ampio battistrada e di un ingranaggio di retrazione ad azionamento manuale.
  5. ^ a b Parks 1991, p. 5.
  6. ^ L'aereo fece registrare una velocità di 380,705 km/h (236,559 mph), e si classificò quinto e sesto in due distinte gare (Greve Events) riservate a velivoli fino a 550 cu.in., facendo registrare rispettivamente le velocità di 212,325 mph e 218,155 mph.
  7. ^ a b c d e Parks 1991, p. 6.
  8. ^ Il propulsore aveva una cilindrata di 544 cu.in.
  9. ^ Tutti i problemi vennero risolti quando il motore venne sincronizzato per girare a 3 500 rpm.
  10. ^ I due velivoli giunsero quasi a pari merito, in quanto l'R-4 fece registrare una velocità di 386,1 km/h (239,9 mph) mentre il Brown di 386,5 km/h (240,0 mph).
  11. ^ Durante alcuni giri del percorso fece registrare una velocità massima di 260 mph.
  12. ^ Vennero riparati i danni al cofano del propulsore e all'elica, e fu installato un serbatoio supplementare.
  13. ^ Si trattava delle Free-For-All Races di 121 km dove fece registrare una velocità di 401,292 km/h e di 161 km a 403,961 km/h[non chiaro], ed arrivò terzo nel Golden Gate International Exposition Trophy dove fece registrare una velocità di 419,656 km/h.
  14. ^ Tenutesi a Cleveland tra il 3 e il 5 settembre.
  15. ^ Art Chester con il Chester "Goon" finì al secondo posto a cinque secondi dal vincitore.
  16. ^ Si calcolò che quando toccò terra l'aereo andasse ad una velocità di circa 150 mph.
  17. ^ L'aereo era dipinto di giallo, portava il numero di gara 70, ed era pilotato nuovamente da LeVier.
  18. ^ a b c Berliner 2013, p. 73.
  19. ^ LeVier fece registrare una velocità di 438,607 km/h (272,588 mph) mentre Turner di 282,586 mph.
  20. ^ La costruzione della replica, iniziativa di Stan Rackleff di Flabob, California, iniziò nel corso degli anni ottanta, continuata da Tom Wathen negli novanta e completata nel 2005. La replica ha volato numerose volte nelle mani del generale Patrick Halloran.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Don Berliner, History's Most Important Racing Aircraft, Barnsley, Pen & Sword Aviation, 2013, ISBN 1-47383-133-4.
  • (EN) Reed Kinert, Racing Planes and Air Races. A Complete History (1932-1939). Vol.3, California, Aero Publishers Inc., 1969.

Periodici[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Jack Cox, The Keith Rider R-5 "Jackrabbit", in Sport Aviation, London, settembre 1982.
  • (EN) Dennis Parks, Vintage Literature, in Vintage Aeroplane, vol. 19, n. 12, Oshkosh, EAA Antique Classic Division Inc., dicembre 1991.
  • (EN) VAA News, in Vintage Aeroplane, vol. 31, n. 2, Oshkosh, EAA Antique Classic Division Inc., febbraio 2003, p. 2.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]