Proteste in Cina del 2022

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Proteste in Cina del 2022
Degli studenti di Chengdu organizzano una veglia con candele in memoria delle vittime dell'incendio a Ürümqi
Data5 novembre 2022 - 5 dicembre 2022[1][2]
LuogoBandiera della Cina Cina
Causa
Esito
  • Fine della politica zero-COVID
  • Repressione delle proteste
  • Censura di immagini e video delle proteste
Schieramenti
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Le proteste in Cina del 2022, anche note come Rivoluzione dei Fogli Bianchi, Movimento dei Fogli Bianchi o Rivoluzione degli A4,[3][4][5] sono una serie di proteste contro le restrizioni per la pandemia di COVID-19 che hanno avuto inizio nella Cina continentale nel novembre 2022.[6][7][8] Tali proteste hanno avuto inizio come risposta alle misure adottate dal governo cinese per contenere la diffusione della COVID-19 nel paese, compresa l'attuazione della politica zero-COVID. Il malcontento verso questa politica è cresciuto fin dall'inizio della pandemia, poiché ha confinato molte persone nelle proprie abitazioni, lasciandole senza lavoro, impedendo loro di acquistare beni di prima necessità e sottoponendole a severe restrizioni.[9][10]

Mentre alcune proteste su piccola scala sono state riscontrate fin da settembre,[11] una sollevazione civile su larga scala è esplosa dopo un incendio mortale a Ürümqi, nella regione dello Xinjiang, che ha causato la morte di dieci persone, le quali erano state confinate per tre mesi.[12] I manifestanti hanno quindi richiesto la fine della politica zero-COVID del governo e dei continui lockdown spesso imposti improvvisamente e senza preavviso.[6][7]

All'inizio di dicembre, la Cina ha cambiato direzione rispetto al precedente approccio sulle restrizioni, riducendo i test diagnostici, allentando i lockdown e consentendo alle persone con infezioni lievi di mettersi in quarantena a casa, abbandonando completamente la politica zero-COVID.[13]

Questa manifestazione civile, largamente coperta dai media internazionali, viene considerata come la più ampia protesta anti-governativa dai tempi di piazza Tiananmen nel 1989.[14]

Antefatti[modifica | modifica wikitesto]

Restrizioni contro il COVID-19 in Cina[modifica | modifica wikitesto]

Fin dall'inizio della pandemia di COVID-19 in Cina, il governo cinese ha ampiamente ricorso a lockdown e restrizioni per gestire i focolai di COVID-19, nell'intento di attuare una politica zero-COVID. Queste misure hanno avuto inizio con la chiusura di Wuhan nel gennaio 2020 e si sono successivamente estese ad altre città e comuni, inclusi Shanghai e Xinjiang. Man mano che i lockdown si sono diffusi, hanno assunto una durata sempre maggiore e causato crescenti disagi, generando preoccupazione e dissenso. Nell'aprile del 2022, il governo cinese ha imposto un lockdown a Shanghai, suscitando indignazione sui social media come Sina Weibo e WeChat, con i cittadini scontenti degli impatti economici della chiusura, come la scarsità di cibo e l'incapacità di lavorare. Questo malcontento è stato alimentato anche dai rapporti sulle scarse condizioni negli ospedali improvvisati e dall'applicazione illegale e rigorosa delle quarantene.[15] Tali lamentele sono state difficili da reprimere, nonostante la stretta censura sui social media in Cina.[16]

La diffusione di sottovarianti più infettive della variante Omicron ha intensificato il malcontento generale, erodendo la fiducia pubblica nella politica zero-COVID, ormai ritenuta inefficace e insostenibile per l'economia cinese.[17] L'11 novembre, il governo cinese ha annunciato nuove e dettagliate linee guida sulle misure contro il COVID-19 nel tentativo di agevolare la politica zero-COVID;[18][19] l'attuazione da parte dei governi locali è stata varia: Shijiazhuang ha temporaneamente revocato la maggior parte delle restrizioni dopo l'annuncio,[15] mentre altre città hanno mantenuto restrizioni rigorose, temendo le conseguenze di un eventuale allentamento.[19] Dopo l'implementazione delle nuove direttive, si sono verificati nuovi focolai di COVID-19 in diverse regioni della Cina.[20]

Movimenti democratici in Cina[modifica | modifica wikitesto]

Il governo a partito unico in Cina ha portato alla nascita di movimenti politici contro il Partito Comunista Cinese (PCC). Il crescente malcontento rispetto alla risposta del governo cinese alla pandemia di COVID-19 ha scatenato discussioni sulla libertà e sulla democrazia in Cina, con richieste di dimissioni di Xi Jinping.[21][22]

Protesta del Ponte Sitong[modifica | modifica wikitesto]

Il 13 ottobre 2022, alla vigilia del XX Congresso nazionale del Partito Comunista Cinese, un uomo ha appeso due striscioni contrari al lockdown e a favore della democrazia sul parapetto del Ponte Sitong a Pechino. I manifesti sono stati prontamente rimossi dalla polizia locale, e le menzioni dell'evento sono state censurate su Internet in Cina. Nonostante ciò, la notizia si è diffusa ampiamente tra il pubblico cinese, ispirando gli obiettivi principali delle proteste imminenti.[23] Entro il 26 novembre, gli slogan dei manifesti erano stati ripresi dai manifestanti in tutto il paese.[24]

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

Canton[modifica | modifica wikitesto]

Quando le chiusure sono state reintrodotte a Canton all'inizio di novembre, i residenti del distretto di Haizhu, dimora di molti mingong (lavoratori migranti provenienti da fuori provincia), hanno marciato per le strade di notte, rompendo le barriere metalliche e chiedendo la fine delle restrizioni.[25] I cittadini hanno lamentato la difficoltà nel trovare lavoro e nel garantirsi redditi sostenibili durante le chiusure. In video diffusi online, questi hanno anche criticato le code di un'ora per i test COVID-19, l'incapacità di acquistare prodotti freschi ed economici e la mancanza di sostegno da parte del governo locale.[26]

Chongqing[modifica | modifica wikitesto]

A Chongqing è stato ripreso un uomo che teneva un discorso nel suo complesso residenziale, proclamando ad alta voce: "Datemi la libertà o datemi la morte!", di fronte agli urli e agli applausi della folla. Quando le forze dell'ordine hanno cercato di arrestarlo, la folla ha combattuto contro la polizia e lo ha aiutato a scappare, anche se alla fine è stato comunque arrestato.[27][28] L'uomo è stato soprannominato online come l'"eroe di Chongqing". Le sue citazioni dal video hanno circolato ampiamente nonostante la censura, come "c'è solo una malattia nel mondo ed è essere poveri e non avere libertà [...] ora abbiamo entrambe".[27]

Zhengzhou[modifica | modifica wikitesto]

Il 23 novembre, a Zhengzhou, i lavoratori di una fabbrica Foxconn si sono scontrati con le forze di sicurezza e con la polizia a causa dei bassi salari e delle restrizioni irregolari legate al COVID-19.[29][30] In precedenza, i lavoratori avevano espresso le loro richieste in video diffusi sui social media cinesi, affermando che Foxconn non aveva fornito loro i bonus e i pacchetti salariali promessi. Secondo un lavoratore, l'azienda ha detto ai nuovi assunti che avrebbero ricevuto i bonus nel marzo e maggio del 2023, molto dopo il capodanno cinese, quando il denaro era maggiormente necessario. I manifestanti hanno anche accusato Foxconn di non separare i lavoratori risultati positivi dagli altri, impedendo loro di lasciare il campus della fabbrica a causa delle misure di quarantena. Le forze dell'ordine sono state riprese in video mentre colpivano i lavoratori con manganelli e aste di metallo, mentre i lavoratori lanciavano oggetti e ribaltavano veicoli della polizia.[31]

Settimane prima, la fabbrica aveva negato ai lavoratori la possibilità di andarsene, come parte di una politica nazionale che richiedeva zero casi di COVID-19 mentre cercava di mantenere aperte le fabbriche e l'economia in funzione. Sono stati diffusi video di lavoratori che lasciavano la città a piedi per tornare a casa sfidando le misure di chiusura.[30]

In risposta alla protesta, Foxconn ha offerto 10 000 yuan (circa 1 400 dollari) ai lavoratori che avessero accettato di dimettersi e lasciare la fabbrica.[31]

Ürümqi[modifica | modifica wikitesto]

Il 24 novembre 2022, un incendio in un edificio a Ürümqi ha causato la morte di dieci persone e il ferimento di nove in un'area residenziale recintata, sebbene rapporti non ufficiali parlino di 44 morti. In quel momento, la regione dello Xinjiang era già in un rigoroso periodo di confinamento di tre mesi. Durante questo periodo, i video e le immagini circolati sui social media cinesi mostravano persone che non riuscivano ad acquistare beni di prima necessità, come cibo e medicinali.[32] Le persone hanno accusato le misure di emergenza intorno all'edificio in fiamme di aver impedito ai pompieri di raggiungere l'edificio in tempo, mentre altri hanno espresso rabbia per la risposta del governo, che sembrava incolpare le vittime che non sono riuscite a sfuggire all'incendio. Il 25 novembre, la popolazione di Ürümqi ha marciato per le strade in segno di protesta, chiedendo la fine delle rigide misure di confinamento.[33]

Pechino[modifica | modifica wikitesto]

Almeno 1 000 persone si sono radunate lungo il terzo anello stradale di Pechino per protestare contro le restrizioni legate al COVID-19. Gli studenti dell'Università Tsinghua hanno protestato sul campus, intonando slogan simili a quelli della protesta del Ponte Sitong.[34]

Lanzhou[modifica | modifica wikitesto]

Il 26 novembre, dei video hanno ripreso manifestanti a Lanzhou distruggere tende e cabine per i test COVID-19.[35][36] I manifestanti hanno affermato di essere stati messi in quarantena nonostante non ci fossero casi positivi nella zona.[36] Inoltre, all'inizio di novembre, è circolato sui social media un caso nella città in cui un bambino di 3 anni è morto prima di poter essere portato in ospedale a causa delle misure di confinamento, scatenando reazioni violente e rabbia online.[29]

Reazioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Verna Yu, Chinese students protest as university locks down over one Covid case, in The Guardian, 6 dicembre 2022. URL consultato il 10 agosto 2023.
  2. ^ (EN) Erin Hale e Andy Peñafuerte, China’s COVID rebellion, su Al Jazeera. URL consultato il 10 agosto 2023.
  3. ^ (ZH) 鄭媁, 「白紙革命」 蘇揆:中國嚴密封控怪不得引起劇烈反抗, su 聯合新聞網, 28 novembre 2022. URL consultato il 10 agosto 2023.
  4. ^ (ZH) 自由時報電子報, 白紙革命》中國各地掀反政權浪潮 「白紙」蔚成抗議象徵 - 國際 - 自由時報電子報, su Liberty Times, 27 novembre 2022. URL consultato il 10 agosto 2023.
  5. ^ (EN) Keoni Everington, Over 50 Chinese universities take part in 'A4 Revolution', su Taiwan News, 28 novembre 2022. URL consultato il 10 agosto 2023.
  6. ^ a b (EN) Yew Lun Tian, Protests erupt in Xinjiang and Beijing after deadly fire, in Reuters, 26 novembre 2022. URL consultato il 10 agosto 2023.
  7. ^ a b (EN) China Xinjiang: Urumqi rocked by Covid lockdown protests after deadly fire, in BBC News, 26 novembre 2022. URL consultato il 10 agosto 2023.
  8. ^ (EN) Amy Chang Chien, Paul Mozur, Chang Che e John Liu, In a challenge to Beijing, unrest over COVID lockdowns spreads, su The Japan Times, 25 novembre 2022. URL consultato il 10 agosto 2023.
  9. ^ (EN) Xinjiang residents complain of hunger after 40-day COVID lockdown, su Al Jazeera. URL consultato il 10 agosto 2023.
  10. ^ (EN) Steven Jiang, Hunger and anger in Shanghai's unending lockdown nightmare, su CNN, 19 aprile 2022. URL consultato il 10 agosto 2023.
  11. ^ Federico Zatti, In Cina scene che non avremmo immaginato contro il metodo "zero Covid" del governo, su RaiNews, 29 settembre 2022. URL consultato il 10 agosto 2023.
  12. ^ (EN) 10 killed in apartment fire in northwest China's Xinjiang, su Associated Press, 26 novembre 2022. URL consultato il 10 agosto 2023.
  13. ^ (EN) Kathy Huang e Mengyu Han, Did China’s Street Protests End Harsh COVID Policies?, su Council on Foreign Relations, 14 dicembre 2022. URL consultato il 10 agosto 2023.
  14. ^ (FR) Chine : les grandes manifestations depuis Tiananmen - Amnesty International France, su Amnesty International. URL consultato il 10 agosto 2023.
  15. ^ a b (EN) Lyric Li e Christian Shepard, As China eases coronavirus restrictions, confusion and angst follow, su The Washington Post, 19 novembre 2022. URL consultato il 29 novembre 2023.
  16. ^ (EN) Vivian Wang, Paul Mozur e Isabelle Qian, China’s Covid Lockdown Outrage Tests Limits of Triumphant Propaganda, in The New York Times, 27 aprile 2022. URL consultato il 29 novembre 2023.
  17. ^ (EN) Brian Spegele, Lockdowns Spread as New Omicron Variants Evade China’s Zero-Covid Net, in The Wall Street Journal, 9 novembre 2022. URL consultato il 29 novembre 2023.
  18. ^ (EN) Jinshan Hong, These Are the 20 New Rules China Is Following to Combat Covid, in Bloomberg News, 11 novembre 2022. URL consultato il 29 novembre 2023.
  19. ^ a b (EN) Verna Yu, Depressed, powerless, angry: why frustration at China’s zero-Covid is spilling over, in The Observer, 27 novembre 2022. URL consultato il 29 novembre 2023.
  20. ^ (EN) Frances Mao e Patrick Jackson, China Covid: Record number of cases as virus surges nationwide, in BBC News, 24 novembre 2022. URL consultato il 29 novembre 2023.
  21. ^ (EN) Emily Feng, How a deadly fire in Xinjiang prompted protests unseen in China in three decades, su NPR, 28 novembre 2022. URL consultato il 29 novembre 2023.
  22. ^ (EN) Tessa Wong e Nathan Williams, China Covid: Protests continue in major cities across the country, in BBC News, 27 novembre 2022. URL consultato il 29 novembre 2023.
  23. ^ (EN) Anti-Xi protest spreads in China and worldwide as Chinese leader begins third term, su CNN, 23 ottobre 2022. URL consultato il 29 novembre 2023.
  24. ^ (EN) Lily Kuo, Pei-Lin Wu, Vic Chiang e Lyric Li, See what led protesters to a breaking point with China’s ‘zero covid’ policy, su The Washington Post, 29 novembre 2022. URL consultato il 29 novembre 2023.
  25. ^ (EN) Simone McCarthy e Kathleen Magramo, Residents 'revolt' over oppressive Covid lockdowns in China's Guangzhou, su CNN, 15 novembre 2022. URL consultato il 29 novembre 2023.
  26. ^ (EN) Stephen McDonell, China zero Covid: Violent protests in Guangzhou put curbs under strain, in BBC News, 15 novembre 2022. URL consultato il 29 novembre 2023.
  27. ^ a b (EN) Martin Quin Pollard e Liz Lee, China's widening COVID-19 curbs trigger public pushback, in Reuters, 25 novembre 2022. URL consultato il 29 novembre 2023.
  28. ^ (EN) Selina Wang e Nectar Gan, As anger rises and tragedies mount, China shows no sign of budging on zero-Covid, su CNN, 25 novembre 2022. URL consultato il 29 novembre 2023.
  29. ^ a b (EN) Amy Chang Chien, Chang Che e John Liu, In a Challenge to Beijing, Unrest Over Covid Lockdowns Spreads, in The New York Times, 24 novembre 2022. URL consultato il 29 novembre 2023.
  30. ^ a b (EN) Jake Kwon, Workers at the world's largest iPhone factory in China clash with police, videos show, su CNN, 23 novembre 2022. URL consultato il 29 novembre 2023.
  31. ^ a b (EN) Nectar Gan e Juliana Liu, Foxconn offers to pay workers to leave world's largest iPhone factory after violent protests, su CNN, 24 novembre 2022. URL consultato il 29 novembre 2023.
  32. ^ (EN) Yew Lun Tian, Protests erupt in Xinjiang and Beijing after deadly fire, in Reuters, 26 novembre 2022. URL consultato il 29 novembre 2023.
  33. ^ (EN) Xinjiang residents complain of hunger after 40-day COVID lockdown, su Al Jazeera, 15 settembre 2022. URL consultato il 29 novembre 2023.
  34. ^ (EN) Helen Davidson e Verna Yu, Clashes in Shanghai as protests over zero-Covid policy grip China, in The Guardian, 28 novembre 2022. URL consultato il 30 novembre 2023.
  35. ^ (EN) China Covid Unrest Boils Over as Citizens Defy Lockdown Efforts, in Bloomberg News, 27 novembre 2022. URL consultato il 30 novembre 2023.
  36. ^ a b (EN) Casey Hall, Josh Horwitz e Martin Quin Pollard, Clashes in Shanghai as COVID protests flare across China, in Reuters, 27 novembre 2022. URL consultato il 30 novembre 2023.

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