Okenite

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Okenite
Classificazione Strunz9.EA.40
Formula chimicaCa10[Si6O16/(Si6O15)2]·18 H2O
Proprietà cristallografiche
Gruppo cristallinotrimetrico
Sistema cristallinotriclino
Parametri di cellaa = 9.69(1) Å, b = 7.28(1) Å, c = 22.02(4) Å, α = 92.7°, β = 100.1°, γ = 110.9°
Gruppo puntuale1 - Pinacoidal
Gruppo spazialeP1
Proprietà fisiche
Densità2.28 - 2.33[1][2] g/cm³
Durezza (Mohs)4,5-5[1] or 5[2]
Sfaldaturaperfetta[1] o buona[2]
Fratturaconcoidale[2]
Colorebianco o con deboli tonalità azzurrine o giallacee[1][2]
Lucentezzavitrea[1] o perlacea[1][2]
Opacitàda trasparente a traslucida[1][2]
Strisciopolvere bianca[1][2]
Diffusionerara, non comune[1]
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale

L'okenite è un minerale, un silicato (tettosilicato) del gruppo delle zeoliti. Fu scoperta nel 1828 e dedicata al naturalista tedesco Lorenz Oken (1779-1851).[3] Non è molto comune, ha formula bruta: Ca10[Si6O16/(Si6O15)2] · 18 H2O. Ha una struttura complessa, con doppie catene di tetraedri Si-O a cui si associano livelli di [Si6O16], si colloca tra gli inosilicati e i fillosilicati.

Abito cristallino[modifica | modifica wikitesto]

Capillare, fibroso, sferico.[2] I cristalli sono filamenti aciculari, aghiformi, che formano dense amigdale sferiche di 1-3 cm, simili a batuffoli di cotone.

Origine e giacitura[modifica | modifica wikitesto]

Si rinviene in cavità basaltiche, assieme a calcite, apofillite, prehnite e in alcune specifiche lave eruttive (pillow lava). Si rinviene nei basalti olivinici spesso associata all'apofillite o ad altre zeoliti.[4]

Forma in cui si presenta in natura[modifica | modifica wikitesto]

È molto facile riconoscerla dacché compare in cristalli aciculari appiattiti, riuniti in aggregati raggiati o in masse fibrose, o ancora sferiche, dal caratteristico aspetto cotonoso.[2] I ciuffi sono soffici, flessibili e molto fragili (fino a 2 cm); si organizzano su sfere di prehnite. È generalmente bianca, talora con deboli tonalità azzurrine o giallacee.[1][2]

Località di ritrovamento[modifica | modifica wikitesto]

I principali giacimenti si trovano in varie cave dell'India (Poona), ma ritrovamenti importanti sono anche in Australia, Nuova Zelanda, Vietnam, USA, Costa Rica, Cile, Groenlandia, Irlanda, Danimarca, Germania, Austria, Ungheria, Romania, Ucraina, Russia;[5] piccoli cristalli in Italia si trovano nelle colate basaltiche dell'Etna e sul Monte Fasolo in Veneto.[1]

Usi[modifica | modifica wikitesto]

Minerale d’interesse scientifico e collezionistico. Non ha impieghi industriali.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k Scheda tecnica del minerale su mindat.org
  2. ^ a b c d e f g h i j k Scheda tecnica del minerale su webmineral.com
  3. ^ ”K.Saemundsson, E. Gunnlaugsson, Icelandic Rocks and Minerals, Mál og Menning, 2010”
  4. ^ ”R. Hochleitner, Guida ai minerali, Ricca editore, Roma, 2017”
  5. ^ ”Ole Johnsen, Guida ai minerali del mondo, Zanichelli, Bologna, 2011”

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Archiv für die Gesammte Naturlehre 14 (1828), 333
  • American Mineralogist 68 (1983), 614

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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