Michele Vaccaro

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Michele Vaccaro
NascitaAgrigento, 21 dicembre 1887
MorteRoma, 1980
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Bandiera dell'Italia Repubblica Italiana
Forza armataRegio Esercito
Esercito italiano
ArmaFanteria
Anni di servizio1909-1943
GradoGenerale di Brigata
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
Campagna italiana di Russia
BattaglieBattaglia di Ettangi
Operazione Piccolo Saturno
Comandante di2ª Divisione fanteria "Sforzesca"
Decorazionivedi qui
dati tratti da Generals[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Michele Vaccaro (Agrigento, 21 dicembre 1887Roma, 1980) è stato un generale italiano, distintosi come ufficiale nel corso della guerra italo-turca e nella prima guerra mondiale. Nel corso della seconda guerra mondiale fu comandante della Scuola centrale di fanteria a Roma (dal 28 giugno 1940 al febbraio del 1942), vicecomandante, comandante interinale e poi comandante effettivo della 2ª Divisione fanteria "Sforzesca" con cui combatté sul fronte orientale. Insignito della croce di cavaliere dell'Ordine militare di Savoia, di tre medaglie d'argento e una croce di guerra al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque ad Agrigento il 21 dicembre 1887, figlio di Alfonso e Giuseppina Lupo. Arruolatosi nel Regio Esercito nel 1909, fu nominato sottotenente dell'arma di fanteria il 21 ottobre 1909 e partecipò alla guerra di Libia con il 57º Reggimento fanteria "Abruzzi", venendo decorato con una medaglia d'argento al valor militare[N 1] per essersi distinto nel combattimento di Ettangi il 18 giugno 1913. A partire dal 1915, prese parte alla prima guerra mondiale nelle file del 71º reggimento fanteria della brigata Puglie, venendo promosso al grado di maggiore nel 1917.

Tra le due guerre mondiali rimase in servizio presso il 71º Reggimento fanteria a Venezia (dove fu anche giudice presso il tribunale militare della città lagunare) sino al 1 marzo 1923, fu assegnato al 59º Reggimento fanteria "Calabria" in Sardegna, venendo promosso tenente colonnello il 2 febbraio 1927.

Tornato dall'11 giugno 1933 a Roma fu dapprima in servizio alla scuola centrale di fanteria e dopo al Ministero della guerra del Regno d'Italia e dal 15 febbraio 1937, divenne comandante del 23º Reggimento fanteria "Como" a Gorizia, permanendovi sino alla fine del 1939.[1]

Effettivo poi all'VIII Corpo d'armata di stanza a Roma, dal 28 giugno 1940 al febbraio 1942 comandò la Scuola centrale di fanteria a Roma.[1]

Promosso generale di brigata dal 1º gennaio 1942, con l'ampliarsi della seconda guerra mondiale, nell'estate del 1942 venne posto al comando della fanteria della 2ª Divisione fanteria "Sforzesca", allora al comando del generale Carlo Pellegrini, in Unione Sovietica, schierata sulla linea del Don.[1] Dopo l'esito negativo della battaglia sul Don, e la successiva ritirata generale dell'8ª Armata, dal 15 febbraio 1943 ebbe il comando interinale della Grande Unità. Una volta rientrato in Italia con i resti della Divisione, si acquartierò in Venezia Giulia nella zona tra Divaccia, Fola, Sesana, Villa del Nevoso lungo la linea del confine italo-jugoslavo.[1] Dal 1 giugno 1943 la Sforzesca si ricostituì, per trasformazione, scindendosi con la 157ª Divisione fanteria "Novara", inquadrando ancora i ricostituiti 53º e il 54º Reggimento fanteria[N 2] e il 17º Reggimento di artiglieria.

Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 venne catturato dai tedeschi a Fiume ed internato in Germania, riuscendo però a rimanervi per poco tempo avendo fatto solenne giuramento di voler aderire alla Repubblica Sociale Italiana.[1] Tornato in Italia, non prese però parte attiva alla neonata Repubblica, limitandosi ad un ruolo meramente strumentale, parteggiando invece per gli Alleati.[1]

Sposato a Venezia con Elena Lobus, ebbe un figlio Giuseppe, che come lui intraprese la carriera militare e divenne generale. Si spense a Roma nel 1980.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 9 giugno 1943.[2]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Durante tutta l'azione coadiuvavano efficacemente il loro comandante di compagnia. Attraverso zone fortemente e efficacemente battute dal fuoco, noncuranti del pericolo conducevano con intelligenza il reparto, animando i loro soldati colla parola e coll'esempio costante di coraggio e serenità. Ettangi, 18 giugno 1913
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«In fase organizzativa del fronte, con sprezzo del pericolo, ripetutamente si portava sulla linea per impartire ordini e direttive. Incaricato, in momento particolarmente delicato, del comando di un settore con truppe già provate in precedenti duri combattimenti, le organizzava con opera sagace e oculata, con azione personale. Di esempio in ogni luogo e specialmente, nel momento più critico dell'attacco prevalente avversario. Esempio di alte solide virtù militari e di personale valore. Don-Tschebotarewskji, 17-30 agosto 1942
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Aiutante maggiore in prima, raccolse tutti i disponibili del reggimento e li condusse in aiuto di un battaglione che ripiegava davanti al nemico soverchiante. Esempio di sprezzo del pericolo ai suoi uomini, sostenne diversi corpo a corpo, in uno dei quali, accortosi che un ufficiale nemico si era insinuato alle spalle del suo colonnello e già lo minacciava con la pistola prendendolo di mira, con prontezza di decisione e con sommo slancio s'interpose tra l'arma avversaria e il suo superiore, uccidendo con la propria rivoltella l'aggressore. Hermada, 4 giugno 1917
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
— Decreto Luogotenenziale 15 maggio 1917.[3]
Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine coloniale della Stella d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine di Vittorio Veneto - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa delle campagne di Libia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra 1940 – 43 - nastrino per uniforme ordinaria
Croce d'oro per anzianità di servizio (25 anni) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia militare al merito di lungo comando (25 anni) - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Croce di Ferro di I classe (Germania nazista) - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di Ferro di II classe (Germania nazista) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Con la stessa motivazione fu decorato anche il sottotenente Alvise Brunetti.
  2. ^ Quale comandante della fanteria, dal 20 giugno 1943, divenne il generale di brigata Nicola Ruffo.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Generals.
  2. ^ Dettaglio decorato www.quirinale.it
  3. ^ Bollettino Ufficiale 1917, dispensa 23, pagina 1786, registrato alla Corte dei conti il 5 aprile 1917, registro 41, foglio 4.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Dati biografici, su vonmorenberg.biz. URL consultato il 23 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2014).
  • (EN) Michele Vaccaro, su Generals. URL consultato il 2 agosto 2022.