Michele Basilio Clary

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Michele Basilio Clary, O.S.B.I.
arcivescovo della Chiesa cattolica
Ritratto di monsignore Michele Basilio Clary
 
Incarichi ricoperti
 
Nato22 febbraio 1778 a Roma
Ordinato presbitero28 febbraio 1801
Nominato vescovo25 maggio 1818 da papa Pio VII
Consacrato vescovo31 maggio 1818 dal cardinale Bartolomeo Pacca
Elevato arcivescovo17 novembre 1823 da papa Leone XII
Deceduto15 febbraio 1858 (79 anni) a Bari
 

Michele Basilio Clary o Clari (Roma, 22 febbraio 1778Bari, 15 febbraio 1858) è stato un arcivescovo cattolico e teologo italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Roma da Tommaso e Olimpia Bianchi, dal 1790 studia nel seminario di Sora, città di origine della famiglia. All'età di sedici anni professò i voti nell'ordine basiliano di Grottaferrata, prendendo il nome di Basilio. Fu inviato al monastero di Monteleone nella Calabria ulteriore, come insegnante.[1][2] Viene a conoscenza di molti letterati e filosofi dell'epoca, come Giuseppe De Luca e Filippo Pignataro, Gianfrancesco D'Alessandria, vescovo di Catanzaro e Raffaele Potenza, canonico.[2]

Nel 1812, durante la dominazione napoleonica, dovette abbandonare l'abito religioso, a causa dei rapporti col fratello Giuseppe Clary, maresciallo di campo dei Borbone. Si ritirò a Sora per un periodo, dove nel 1814 divenne canonico penitenziere della cattedrale. Col ritorno di Ferdinando I al trono, Clary venne nominato vescovo di Catanzaro nel 1818. Fece restaurare la cattedrale, danneggiata dal terremoto del 1783. La notte del 7 dicembre 1820, scampò ad un attentato alla sua carrozza che fu crivellata da fucilate, nel tragitto fra la cattedrale e il palazzo vescovile:[3] aveva già ricevuto minacce da un gruppo di una probabile setta che voleva infiltrarsi nel consiglio diocesano.[3]

Ferdinando I lo elevò alla sede di Bari, ma la conferma papale arrivò soltanto dopo vari mesi, anche perché Pio VII era caduto accidentalmente, rompendosi il femore. Venne pertanto confermato dal successore Leone XII, nel settembre del 1823. Ricevette il pallio a Napoli dal cardinale Ruffo nella sua cappella privata, dove si recò assieme al futuro vicario generale Michele Garruba.

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme - nastrino per uniforme ordinaria
«Per i servigi resi alla religione e alla politica»
— 1822
Commendatore dell'Ordine di Francesco I - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Michele Garruba, Serie critica de' sacri pastori baresi corretta, accresciuta ed illustrata da Michele Garruba, Tipografia fratelli Cannone, 1844, pp. 499-512. URL consultato il 4 luglio 2019.
  2. ^ a b Vito Angiuli, La catechesi nella diocesi di Bari: dagli inizi dell'Ottocento al Vaticano II (1823-1962) : testi e documenti, Edipuglia srl, 1997, p. 12, ISBN 9788872281772. URL consultato il 4 luglio 2019.
  3. ^ a b Michele Garruba, Serie critica de' sacri pastori baresi corretta, accresciuta ed illustrata da Michele Garruba, Tipografia fratelli Cannone, 1844, p. 499. URL consultato il 4 luglio 2019.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Catanzaro Successore
Gianfrancesco d'Alessandria 25 maggio 1818 - 17 novembre 1823 Emanuele Bellorado, O.P.
Predecessore Arcivescovo metropolita di Bari e Canosa Successore
Nicola Coppola, C.O. 17 novembre 1823 - 15 febbraio 1858 Francesco Pedicini
Controllo di autoritàVIAF (EN311305683 · SBN SBLV310784 · BAV 495/353247 · CERL cnp00342255 · GND (DE103130799 · WorldCat Identities (ENviaf-311305683