Luna Park (Buenos Aires)

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Luna Park
Informazioni generali
StatoBandiera dell'Argentina Argentina
UbicazioneAv. Madero 420, Buenos Aires
Inizio lavori1930
Inaugurazione1932
ProprietarioEsteban Livera
GestoreT4F – Time For Fun
ProgettoJorge Kalnay
CostruttoreMariani Hermanos
Informazioni tecniche
Posti a sedere9 200
StrutturaPianta rettangolare
CoperturaImpianto coperto
Mat. del terrenosintetico
Area dell’edificio7 000 m²
Area totale7 750 m²
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 34°36′08.17″S 58°22′07.22″W / 34.602269°S 58.368672°W-34.602269; -58.368672

Il Luna Park è un impianto coperto multifunzione argentino di Buenos Aires; fondato nel 1930, inaugurato nel 1932 e operativo al pieno delle sue capacità dal 1934, è stato sede, nel corso degli anni, di alcuni tra i maggiori eventi sportivi indoor tenutisi in Argentina nonché tra i più importanti spettacoli, avendo ospitato sia opere teatrali che concerti classici che, infine, artisti moderni tra cui si citano Julio Iglesias, i Deep Purple, i Jethro Tull e, in precedenza, anche Liza Minnelli e Frank Sinatra, oltre a essere stata sede dell'incontro di Karol Wojtyła con i bonaerensi nel 1987.

Proprietario del Luna Park, e suo direttore dal 2002, è Esteban Livera[1], unico erede della famiglia Lectoure, cofondatrice dell'impianto.

Per la sua importanza nella storia e nella cultura della città, il Luna Park è classificato come monumento storico con decreto presidenziale del 2007[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il Luna Park originario era un terreno che sorgeva ad Avenda Corrientes 1066 negli anni venti del XX secolo: adibito a parco giochi per bambini e kermesse di vario tipo[1], la relativa area era di proprietà di Domingo Pace e José "Pepe" Lectoure; il nome di Luna Park era mutuato dall'italiano in virtù della sua natura di parco di divertimenti[1].

Quando il governo argentino espropriò le aree tra Avenida Corrientes e Avenida 9 de Julio, all'incrocio delle quali sorse Piazza della Repubblica e l'Obelisco, il Luna Park iniziò a itinerare[1]. A dare lo spunto alla costruzione di un impianto in grande stile fu la passione di Lectoure per il pugilato e il desiderio di ospitare un incontro storico della portata di quello di New York del 1923 tra l'idolo locale Luis Ángel Firpo e lo statunitense Jack Dempsey[1], valida per il titolo mondiale dei pesi massimi; con il denaro dell'esproprio José Lectoure e Ismael Pace, figlio di Domingo, costituirono nel 1930 una società per la costruzione e la gestione di un impianto coperto[1].

L'area fu individuata in Avenida Madero, nel settore nordorientale della città, vicino al porto[1], ed era in precedenza di proprietà delle Ferrovie di Buenos Aires; la prima parte dei lavori fu ultimata nel 1932, anno dell'inaugurazione[1] come arena scoperta; il tetto fu ultimato nel 1934[1] e il primo grande evento che ospitò fu, nel 1935, la camera ardente di Carlos Gardel, cui per due giorni e due notti rese omaggio una moltitudine di bonaerensi in fila nell'impianto[1].

Disegnato in stile Streamline Moderno, senza spigoli vivi e con lunghe finestrature, il palazzo divenne presto luogo deputato a ospitare i maggiori eventi culturali e sportivi del Paese.

Nel 1950 fu la sede delle gare del I campionato mondiale di pallacanestro maschile, vinto proprio dalla formazione di casa dell'Argentina davanti agli Stati Uniti[1]; nel 1951 affrontò l'ultima ristrutturazione esteriore cui si deve l'aspetto attuale[1], e ospitò le gare di pallacanestro e di pugilato dei I Giochi panamericani.

Nel 1956 la direzione del palazzo fu assunta direttamente da Juan Carlos "Tito" Lectoure, figlio di José, dal quale già aveva ereditato la proprietà; "Tito", impresario di pugilato[3], fece del Luna Park la sede delle principali riunioni di boxe della capitale argentina e del Paese[1]; tra i più noti pugili che disputarono incontri validi per i titoli internazionali di categoria figurano Gregorio Peralta, Carlos Monzón e Víctor Galíndez[1][3].

Il 4 settembre 1965 il Luna Park registrò la sua massima affluenza, l'incontro valido per il titolo nazionale dei pesi massimi tra Peralta e Oscar "Ringo" Bonavena, vinto da quest'ultimo davanti a 23 500 spettatori[1]; benché già all'epoca il palazzo non potesse contenere più di 11 000 spettatori seduti, furono staccati altrettanti biglietti per posti in piedi[1].

Dopo il momento storico del pugilato, il Luna Park tornò a ospitare grandi manifestazioni mondiali: nel 1982 fu la sede di alcune gare e della finale del campionato mondiale di pallavolo maschile e otto anni più tardi ospitò un girone e le finali del campionato mondiale maschile di pallacanestro; ancora, a distanza di vent'anni dalla prima volta, tornò a ospitare il campionato mondiale di pallavolo maschile nel 2002.

Eventi extrasportivi[modifica | modifica wikitesto]

Il Luna Park è un impianto adatto a ospitare eventi di qualsiasi tipo, da convention a spettacoli musicali, concerti classici e pop: nel 1987, in occasione della seconda visite del papa Giovanni Paolo II in Argentina, la struttura ospitò un suo incontro con i fedeli di Buenos Aires[1]; a esibirsi al Luna Par furono il ballerino spagnolo Joaquín Cortés, il tenore italiano Luciano Pavarotti, i cantanti statunitensi Liza Minnelli e Frank Sinatra[1]; negli anni ottanta si esibirono alcuni dei gruppi pop più in voga all'epoca, tra cui i norvegesi A-ha, i britannici Duran Duran, i Pet Shop Boys; più recentemente è stato incluso nei tour di artisti internazionali come i Jethro Tull, i Thirty Seconds to Mars, Michael Bublé, Diana Ross[4].

Proprietà[modifica | modifica wikitesto]

I fondatori del Luna Park furono Ismael Pace e José "Pepe" Lectoure; nel 1956 il ventunenne Juan Carlos "Tito" Lectoure, nipote di Pepe, assunse la direzione del palazzo di cui deteneva già la proprietà; decise le sorti del Luna Park fino alla sua morte avvenuta nel 2002 a 65 anni[3]; successivamente la proprietà fu di Ernestina de Lectoure, nata in Piemonte nel 1918, vedova di Pepe, e anch'essa direttrice della struttura negli anni cinquanta; alla morte di questa, avvenuta a 95 anni nel 2013[5], la proprietà passò al di lei pronipote, e unico erede, Esteban Livera, che già dalla morte di "Tito" Lectoure dirigeva il Luna Park[5].

Caratteristiche dell'impianto[modifica | modifica wikitesto]

Il Luna Park ha una capienza variabile da 1100 a più di 9000 posti a sedere, a seconda della configurazione legata al suo uso.

In particolare, per i concerti il numero massimo di spettatori ammissibile varia da 1100 a 8280[6]; per rappresentazioni teatrali è di 4520[6]; come stadio del ghiaccio è di 4800[6]; come circo è di 6400[6]; inoltre come impianto sportivo può contenere 6100 spettatori per incontri di pallamano[6], 8000 per incontri di pallacanestro, pallavolo e tennis[6] e, infine, 9290, la sua capienza massima, per gli incontri di pugilato[6].

La superficie della sala principale, Luna Park propriamente detta, è di 7000 , ma all'interno della struttura vi sono anche altre sale di superficie variabile, adibite a convegni, congressi, trasmissioni televisive, sale stampa e convention di partito: sono le sale Madero (300 m², 250-300 persone), Lavalle (200 m², 150-200 persone), Bouchard (200 m², 250 persone) e Blue (50 m, 60 persone)[6].

Nel febbraio 2007 il Luna Park fu dichiarato «monumento storico nazionale»[7] in virtù del suo ruolo avuto negli allora settantacinque anni di vita; definito un luogo che «occupa un posto centrale nell'immaginario collettivo degli argentini»[7], il governo argentino intese riconoscere il merito a una struttura che in sette decenni ospitò eventi sportivi e culturali di rilievo[7]; nella motivazione di conferimento dello status di monumento storico, il governo disse che «…al pari del Madison Square Garden e del Palazzo dello Sport di Parigi-Bercy, il Luna Park è uno dei più rappresentativi edifici del suo tempo»[7].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r (ES) Ezequiel Gandiaga, Una historia palaciega, in El Federal, 18 agosto 2011. URL consultato il 14 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2019).
  2. ^ (ES) Decreto 123 / 2007 Poder ejecutivo nacional (P.E.N.), su argentina.gob.ar, Buenos Aires, El Presidente de la Nación Argentina, 16 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2019).
  3. ^ a b c (ES) Murió "Tito" Lectoure, el alma del Luna Park, in La Nación, 2 marzo 2002. URL consultato il 14 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2016).
  4. ^ (EN) Diana Ross cantará en Buenos Aires, in La Nación, 29 maggio 2013. URL consultato il 14 giugno 2013.
  5. ^ a b (ES) Murió la dueña del Luna Park, in La Nación, 10 febbraio 2013. URL consultato il 14 giugno 2013.
  6. ^ a b c d e f g h (ES) Luna Park: Sala principal, su lunapark.com.ar, Luna Park. URL consultato il 14 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2013).
  7. ^ a b c d (ES) El Luna Park fue declarado Monumento Histórico Nacional, in Clarín, 16 febbraio 2007. URL consultato il 14 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2019).

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