Luigi Pennazzi
Il conte Luigi Pennazzi (L'Avana, 5 febbraio 1838[1] – Madrid, 22 ottobre 1895[1]) è stato un viaggiatore, esploratore e scrittore italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlio di Luigi (+ 1861) maggiordomo del duca di Parma, e di Frances McKeige (+ 1874) di famiglia irlandese stabilita a Boston[2]. Di antica origine parmigiana, i Pennazzi erano una famiglia di gentiluomini appartenenti alla Corte del Duca di Parma e Piacenza.
Tra il 1853 e il 1855, come cadetto, fu inviato dal duca Carlo III di Borbone alla Scuola militare di Bruxelles ed in seguito a Marsiglia dove terminò gli studi militari.[3]
Sposò nel 1862 la contessa Albertina Ferrari (+ 1876), originaria di San Secondo Parmense[2], e si stabilì nella casa paterna a Cortemaggiore.
Fu presidente della Società Operaia di San Secondo Parmense.
Dal 1889 al 1893 fu direttore delle saline Burgarella di Aden nello Yemen, incarico lasciato per motivi di salute.[4]
Morì presso la figlia Angela a Madrid nel 1895, senza lasciare eredi diretti maschi, essendo i figli, tenenti Garibaldi (detto Gino) e Lincoln (detto Walter), caduti valorosamente nelle battaglie di Agordat e di Adua; entrambi sono stati decorati con medaglia d'argento al valor militare alla memoria, e ricordati nelle lapidi del sacrario dell'Accademia Militare di Modena.[5][6][7]
Alla sua memoria è stata dedicata una via a Piacenza, a Parma, a Roma e, ai tempi della colonia italiana di Eritrea, ad Asmara.
Viaggi
[modifica | modifica wikitesto]A soli diciotto anni, nel 1857 attraversò a cavallo la Cordigliera delle Ande, da Valparaiso a Rosario di Santa Fé, primo di una serie di lunghi viaggi in terre lontane, amore di tutta la sua vita di esploratore.[8]
Instancabile viaggiatore, fu in Messico e poi visitò la Mesopotamia.[9]
Nel 1875, in cerca di nuove avventure, risalì il corso del Nilo fino a Gondokoro, allora ultimo limite navigabile, presso l'odierna Juba nel Sud Sudan.
Nel 1880 intraprese un lungo viaggio a scopo coloniale in Eritrea e Sudan. Insieme al figlio Garibaldi e al tenente Bessone di Torino, esplorò la zona compresa tra Massaua, Cassala e Khartum; in seguito (1882-83) ripercorse in senso inverso l'itinerario Khartum - Massaua, accompagnato dall'avvocato Guglielmo Godio e dallo zoologo Moretti. Fu uno dei rari conoscitori europei della zona interna alla costa tra Suakin e Massaua, tra Eritrea e Sudan.[5][8]
Trovandosi a Suakin nel 1881, ebbe la ventura di soccorrere ed assistere l'esploratore e già governatore della provincia del Bahr-al-Ghazal, Romolo Gessi pascià che rimpatriava in italia; l'episodio è narrato nella sua opera Dal Po ai due Nili.
Tra il 1888 e il 1889, formò un comitato per la fondazione di agenzie di commercio in Etiopia, e fece finanziare una sua spedizione con altri due italiani ed un interprete locale, diretta allo Scioà, partita nel maggio 1889, senza risultati.[4]
Attività militari
[modifica | modifica wikitesto]Combattente nella seconda guerra d'indipendenza italiana e nella terza guerra d'indipendenza italiana,
Nel 1859 combatté nella battaglia di Solferino e San Martino.
Con Garibaldi partecipò ai fatti d’arme d’Aspromonte - fu uno dei capi delle dimostrazioni successive - e fu sospettato come repubblicano e come tale sottoposto nel 1863 a vigilanza da parte della polizia politica[8][10].
Partecipò alle campagne garibaldine del Trentino e di Mentana.
Nel 1870, si unì alla campagna di Francia contro i Prussiani.
Nel 1878 organizzò un gruppo di combattenti italiani coi quali partecipò alla lotta per l'indipendenza greca, battendosi con valore a Licuni. Fu professore alla Scuola militare di Modena.[10][11][12]
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Come giornalista collaborò a numerose riviste specializzate di tecnica militare e, in veste di conferenziere venne chiamato per riferire dei suoi viaggi e delle sue scoperte in diverse accademie. Pubblicò numerosi opuscoli di argomento coloniale. Tra le opere principali:
- La Grecia moderna, ricordi del conte L. P. Comandante gli insorti Epiroti nel 1878, Milano, Fratelli Treves, 1879
- Luigi Pannezzi, Dal Po ai due Nili, 1ª ed., Milano, Fratelli Treves, 1882.
- Luigi Pannezzi, Dal Po ai due Nili, 2ª ed., Modena, Soliani, 1887.
- Sudan e Abissinia, Zanichelli, 1885
- Africa Orientale, Napoli, L. Pierro, 1888
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Pennazzi, Luigi, su treccani.it. URL consultato il 20 luglio 2019.
- ^ a b The Border or Riding Clans, su electricscotland.com. URL consultato il 30 giugno 2015.
- ^ Istituzione delle Biblioteche di Parma (a cura di), Parma e la sua storia - Biografie Pecchioni - Pfalz, su parmaelasuastoria.it (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2016).
- ^ a b Orme parmigiane in Africa.
- ^ a b Scheda sull'esploratore Luigi Pennazzi, su ilcornodafrica.it.
- ^ Emilio Bellavita, La battaglia di Adua,, Gherardo Casini Editore, 1930, p. 154, ISBN 978-88-6410-026-5.
- ^ Anna Ceruti Burgio, Pennazzi esploratori ed eroi, su Gazzetta di Parma, 22 gennaio 2013. URL consultato il 13 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2014).
- ^ a b c Biografia di Luigi Pennazzi, su borgodelpozzo.it.
- ^ Dal Po ai due Nili.
- ^ a b Pietro. D’Angiolini, Ministero dell’Interno, 1964, 174;, Biografie (1861 - 1869), in Quaderni della "Rassegna degli Archivi di Stato", vol. 31, Roma, 1964.
- ^ V. Spreti, Enciclopedia storico nobiliare, vol. 5, 1932, p. 239.
- ^ Gazzetta di Parma, 17 giugno 1996, p. 5.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Cosimo Bertacchi, Un esploratore italiano dell'Africa Orientale nel secolo passato: il conte Luigi Pennazzi (1838-1895), in La Rassegna Italiana, Roma, novembre 1930, pp. 481–484;
- Giovanni Corradi e Giuseppe Sitti, Glorie Parmensi nella conquista dell'Impero, Parma, Officina Grafica Fresching, 1937, pp. 57–58, 89-90
- Anna Maria Ferrari, Africa attrazione fatale, in Almanacco Parmigiano 1992-1993, Parma, PPS, 1992, pp. 165–170
- Guglielmo Godio, Spedizione Godio – Pennazzi nell'Africa Orientale. Lettere, in Bollettino della Società Geografica Italiana, Roma, 1883.
- Roberto Lasagni, Dizionario Biografico dei Parmigiani, volume III, Parma, PPS, 1999, pp. 864–866
- Gino Scala, Orme parmigiane in Africa, in Manlio Bonati (a cura di), La presenza italiana in Africa 1870-1943, pp. 33-36.
- Massimo Zaccaria,Il viaggio imperfetto. La spedizione Godio-Pennazzi nel Sudan Orientale (1882-1883), in Miscellanea di storia delle esplorazioni, vol. XXIII, Genova, Bozzi Editore, pp. 295–312
- Le avventure africane di un conte piacentino, in Studi piacentini, Piacenza, n° 24-25, 1998/1999, pp. 47–76
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Luigi Pennazzi
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Pennazzi, Luigi, conte, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Carlo Zaghi, PENNAZZI, Luigi, conte, in Enciclopedia Italiana, I Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1938.
- Pennazzi, Luigi, cónte, su sapere.it, De Agostini.
- Francesco Surdich, PENNAZZI, Luigi, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 82, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2015.
- Opere di Luigi Pennazzi, su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Luigi Pennazzi, su Open Library, Internet Archive.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 11080766 · ISNI (EN) 0000 0000 6140 1642 · SBN LO1V141277 · BAV 495/229556 · LCCN (EN) n00077162 · BNF (FR) cb10533130k (data) · J9U (EN, HE) 987007424514405171 |
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