Lani

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Lani
Nomi alternativiDani occidentali, Dani Barat
Luogo d'originePapua
Popolazionecirca 180000 persone
LinguaDani occidentale
ReligioneCristianesimo, animismo
Gruppi correlatiYali, Dani

I Lani, chiamati anche Dani occidentali (in inglese Western Dani), sono un gruppo etnico che vive negli altipiani centrali della Nuova Guinea Occidentale, nella provincia indonesiana di Papua. Linguisticamente e culturalmente sono affini al vicino popolo Dani della valle del Baliem.

I Lani hanno vissuto per millenni isolati sugli altipiani con una tecnologia rimasta all'età della pietra; il primo contatto con le popolazioni occidentali è avvenuto solo nella prima metà del XX secolo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il popolo Lani non ha lasciato testimonianza scritta della propria storia prima del contatto con il mondo occidentale, per cui, al pari degli altri gruppi etnici degli altipiani, non è facile stabilire la loro storia, né quando da popolo dedito alla caccia e raccolta si sia trasformato in una società agricola stanziale. Lo stesso arrivo nella zona della patata dolce, sulla quale è basata la sussistenza di tutti gli individui, è un argomento fortemente dibattuto dagli studiosi.[1]

I primi sporadici contatti con gli occidentali avvennero a partire dal dicembre del 1909, quando una serie di spedizioni esplorative olandesi e britanniche arrivarono a lambire i territori abitati dai Lani; avendo tuttavia interesse più per le montagne che per gli abitanti attorno ad esse, i componenti che ne facevano parte instaurarono limitati contatti con gli indigeni.[2] Nel 1921 una spedizione guidata dal capitano Kremer diretta al Puncak Trikora si fermò per un paio di mesi nella valle di Swart, a contatto con i Lani; per la prima volta un antropologo che ne faceva parte, Paul Wirz, studiò la popolazione indigena. Nel 1926 si iniziò ad impiegare il termine Dani o Ndani, usato originariamente dai Moni o dai Damal per indicare i popoli degli altipiani orientali; nel 1938 l'esploratore statunitense Richard Archbold scoprì, sorvolandola, la valle del Baliem, densamente popolata dal popolo Dani.[3]

Le tribù stanziate nelle valli più occidentali e settentrionali, oltre che alla testata della stessa valle del Baliem, cominciarono ad usare il termine Lani per autodefinirsi, in modo da distinguersi dai loro vicini.[4][5] I primi missionari nella zona notarono un atteggiamento più amichevole dei Lani, abituati ad avere contatti con altri gruppi etnici molto diversi da loro, rispetto a quello più fiero e combattivo dei Dani stanziati al centro della valle.[6]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

I maschi indossano tradizionalmente un astuccio penico, al quale a volte aggiungono pezzi di corteccia essiccata o di altre fibre vegetali appese a coprire la regione anale o il petto, con il significato di impedire l'entrata di spiriti maligni. Le donne coprono le natiche e i genitali con gonnellini di corteccia, ai quali aggiungono una lunga rete di corda che serve a coprire loro la schiena e a riporre i bambini in tenera età o altri oggetti.[7] I guerrieri possono indossare una veste in rattan legata alle spalle grazie ad alcune cordicelle, che serve loro da protezione. Uomini e donne sono soliti portare braccialetti o fasce di corda attorno alle braccia.[8]

Gli strumenti erano costruiti in pietra (asce), in osso (aghi, punteruoli e coltelli), in bambù (altri coltelli) o in legno (attrezzi agricoli). Le armi erano tradizionalmente costituite da lance, archi e frecce costruiti con diversi tipi di legno.[9] I villaggi erano composti da capanne rotonde dal tetto conico suddivise in due piani, con quello più elevato sorretto da pali di bambù destinato al sonno degli occupanti; gli uomini dormivano con i figli più grandi in capanne destinate a loro, leggermente più grandi di quelle riservate alle donne, alle figlie e ai bambini piccoli.[10]

La sussistenza è assicurata dall'agricoltura, praticata con il metodo della rotazione periodica dei terreni coltivati e abbandonati;[11] la principale coltivazione è quella della patata dolce, alla quale si aggiungono il taro, l'igname e il banano. Il sale è ricavato da un pozzo che si trova nel territorio dei Moni. Il maiale è allevato più per motivi cerimoniali che per sostentamento, mentre a volte i Lani cacciano uccelli e piccoli marsupiali.[12] Il lavoro negli orti viene svolto insieme con i proprietari di altri terreni, creando in tal modo una fitta rete di prestazioni lavorative date e ricevute all'interno del villaggio.[13]

Lingua[modifica | modifica wikitesto]

La lingua parlata dai Lani appartiene al gruppo di famiglie linguistiche della trans-Nuova Guinea, e più precisamente alla famiglia delle lingue dani-kwerba, al pari del Dani parlato in tre diverse varietà nella valle del Baliem e dello Yali.[14] Si stima che l'idioma sia parlato da circa 180000 individui.[15]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Heider, pp. 9-10.
  2. ^ Bensley, pp. 16-17.
  3. ^ Heider, pp. 302-303.
  4. ^ Hayward, p.13.
  5. ^ Bensley, p. 1.
  6. ^ Bensley, pp. 10-11.
  7. ^ Hampton, pp. 10-14.
  8. ^ Hayward, pp. 23-24.
  9. ^ Hayward, pp. 17-21.
  10. ^ Hayward, pp. 24-25.
  11. ^ Hayward, pp. 26-27.
  12. ^ Hayward, pp. 29-30.
  13. ^ Hayward, pp. 30-32.
  14. ^ International Encyclopedia of Linguistics: AAVE - Esperanto, Volume 1, Oxford University Press, 2003, p. 416, ISBN 9780195139778.
  15. ^ (EN) Dani, Western, su ethnologue.com. URL consultato il 19 gennaio 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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