La provinciale (film 1953)

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La provinciale
Paese di produzioneItalia
Anno1953
Durata97 min
Dati tecniciB/N
Generedrammatico, sentimentale
RegiaMario Soldati
SoggettoAlberto Moravia
SceneggiaturaGiorgio Bassani
Sandro De Feo
Jean Ferry
Mario Soldati
ProduttoreCarlo Ponti
Dino De Laurentiis
Casa di produzioneElectra Compagnia Cinematografica
Distribuzione in italianoTitanus
FotografiaAldo Graziati
MontaggioLeo Catozzo
MusicheFranco Mannino
ScenografiaFlavio Mogherini
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

La provinciale è un film sentimentale del 1953 diretto da Mario Soldati, presentato in concorso al 6º Festival di Cannes, tratto dall'omonimo romanzo breve di Alberto Moravia, pubblicato nel 1937 e inserito nella raccolta L'imbroglio.[1]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

La bellissima ma non volgare Gemma, figlia di una affittacamere, sogna un matrimonio che la possa liberare dall'ambiente ristretto in cui è cresciuta. Si innamora di Paolo, l'erede di un conte che frequenta fin da bambina, ma sua madre le rivela che la relazione con il giovane è impossibile: Paolo è frutto di una sua relazione con il conte, quindi è suo fratellastro. Delusa, la ragazza accetta di sposare Franco, un professore più maturo che abita come pensionante nella sua stessa casa. Franco, dal quale in realtà non è particolarmente attratta, la trascura per i suoi studi e Gemma comincia a frequentare Elvira, una contessa rumena che la convince a concedersi a un suo conoscente. Elvira vorrebbe farla prostituire e comincia a ricattarla, per poi installarsi dentro la sua casa. Una sera a tavola, dopo aver tentato di mandare via l'invadente contessa, la ferisce con un coltello: l'episodio apre gli occhi a Franco che, finalmente consapevole dell'errore di Gemma, caccia di casa la contessa e si riconcilia con sua moglie.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

La pellicola, ascrivibile al filone del "melodramma strappalacrime" (in seguito ribattezzato dalla critica come neorealismo d'appendice), presenta una Gemma fisicamente molto diversa dalla donna «ossuta e sgraziata» descritta nel racconto di Moravia (ma la differenza fu bene accolta dai critici «...perché il suo fascino fisico è tale da facilitare nello spettatore la comprensione degli accadimenti»[2]) e punta su una costruzione a flashback, inconsueta per l'epoca. La storia è anche narrata da tre voci diverse: prima quella di Paolo, che racconta il suo innamoramento con Gemma; poi la madre, che racconta gli eventi fino al matrimonio; infine il marito di Gemma, che riprende il filo del racconto portandolo all'epilogo.[3]

Riprese[modifica | modifica wikitesto]

Pur non essendo mai nominata, Lucca è la città in cui si svolge la vicenda, e in cui sono stati girati gli esterni del film. Un'analisi delle location è presente anche nel volume Le dimore di Lucca.[4]

La città di ambientazione proposta, Lucca, non corrisponde alla descrizione fatta nel romanzo. Il "corso" che si snoda all'apice della lunga collina e termina al cospetto della cattedrale, "La città turrita" come la chiamava Lucrezia Borgia, la circonvallazione alla base della collina, i ripidi dirupi, i dedali di vicoli in discesa e le scalinate fanno pensare a Perugia, così come riportato alla conferenza stampa tenutasi il 22 aprile 2016 a Perugia, Palazzo Cesaroni,[5] "Bettina e Brajo, il Salotto di casa Fuso, con Moravia, Argan, Guttuso, Burri":

«Moravia ha avuto rapporti ampi con Bettina Fuso e uno dei suoi racconti più importanti, "La provinciale" è ambientato a Perugia e la famosa "Gemma", la protagonista, è in realtà Bettina.»

La provinciale, che valse alla protagonista la grolla d'oro, fu il primo film in cui l'attrice si doppiò da sola[6].

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film venne distribuito nelle sale cinematografiche italiane dal 18 febbraio 1953 e, nell'aprile dello stesso anno, fu presentato in concorso al Festival di Cannes.[7]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

«Tutte le lacune d'ordine psicologico (…) non impediscono che La provinciale sia un film impegnato ed accurato, di fattura nettamente superiore al consueto, un film che per Soldati è comunque il segno di un ritorno (speriamo non effimero) alla ricerca di uno stile e di una civiltà espressiva.[8]»

Il film è stato poi selezionato tra i 100 film italiani da salvare.[9]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Official Selection 1953, su festival-cannes.fr. URL consultato il 26 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2013).
  2. ^ Pietro Bianchi in Il Giorno, 27 febbraio 1953
  3. ^ E. Morreale (a cura di),Mario Soldati e il cinema, Donzelli Editore, Roma, 2009
  4. ^ Palazzi di celluloide, su books.google.it, a cura di Marco Vanelli.
  5. ^ Bettina e Brajo: il salotto di casa Fuso con Moravia, Argan, Guttuso, Burri | Viewpoint Italia, su viewpointitaly.it. URL consultato il 22 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2016).
  6. ^ Intervista a Mario Soldati in L'Europeo, 8 marzo 1964
  7. ^ La provinciale - Film 1953, su Movieplayer.it. URL consultato il 13 dicembre 2022.
  8. ^ La provinciale, su cinematografo.it. URL consultato il 16 gennaio 2023.
  9. ^ Rete degli Spettatori
  10. ^ La provinciale Premi vinti e nomination, su ComingSoon.it. URL consultato il 13 dicembre 2022.

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