Gianfranco Zuretti

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Gianfranco Zuretti
NascitaTorino, 28 dicembre 1894
MortePasso Mecan, 31 marzo 1936
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaArtiglieria
GradoTenente colonnello in s.p.e.
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra d'Etiopia
BattaglieBattaglia del solstizio
Battaglia di Vittorio Veneto
Battaglia di Mai Ceu
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Gianfranco Zuretti (Torino, 28 dicembre 1894Passo Mecan, 31 marzo 1936) è stato un militare e giornalista italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della guerra d'Etiopia[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Torino il 28 dicembre 1894.[3] Arruolatosi nel Regio Esercito, entrò nella Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena, dalla quale uscì nell'agosto 1914 con il grado di sottotenente in servizio permanente effettivo, assegnato all'arma di artiglieria. Nel maggio 1915 entrava in guerra sul fronte italiano nel 22º Reggimento artiglieria da campagna della 4ª Brigata. Rimasto ferito in combattimento a Monfalcone nel mese di ottobre, nel maggio 1916, guarito dalla ferita, assumeva il comando della 128ª Batteria bombarde con il grado di tenente, passando poi alla 28ª Brigata nel febbraio 1917. Promosso capitano nell'aprile successivo, fu trasferito al 3º Reggimento artiglieria da campagna, con il quale prese parte alla battaglia del Solstizio nel giugno 1918 ed a quella di Vittorio Veneto nell’ottobre-novembre successivo. Lasciò la zona di guerra nel febbraio 1921, decorato di due medaglie di bronzo e una croce di guerra al valor militare,[3] e, frequentati i corsi della Scuola di guerra dell'esercito, nel 1925 venne assegnato al Corpo di Stato maggiore e poco tempo dopo fu promosso maggiore. Divenuto tenente colonnello nel 1930, lasciò il servizio nel 1932, divenendo vice-console a Bruxelles, in Belgio, dove fu aggredito da alcuni fuoriusciti italiani, rimanendo ferito.[3] Dopo aver svolto incarichi di fiducia e di particolare delicatezza presso il Servizio informazioni militare, dove ricopriva l'incarico di capo della 2ª sezione[4] a Londra, nel 1935 chiese, ed ottenne, di essere riammesso in servizio attivo ed inviato in Africa orientale e il 9 agosto dello stesso anno si imbarcò per l'Eritrea, trasferito al Regio corpo truppe coloniali d'Eritrea in qualità di Capo di stato maggiore della 2ª Divisione Eritrea. Cadde in combattimento al Passo Mecan, nel corso della battaglia di Mai Ceu, il 31 marzo 1936[N 1] e fu decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2][3] Una via di Milano e una di Torino portano il suo nome.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Conscio dell'importanza e della delicatezza di una importante posizione difensiva avanzata, otteneva di recarvisi personalmente al primo cenno di un attacco nemico. Per cinque ore, in una tempesta di fuoco, fu presente ove più cruenta era la lotta e più grave la minaccia. Fu anima eroica della difesa, cui partecipò personalmente con il fucile e le bombe a mano; ammirato da tutti i combattenti. Il piombo nemico ne stroncava la vita al momento stesso in cui altri battaglioni sferravano il decisivo contrattacco. Le ultime parole furono : « Non curatevi di me, avanti Ascari, forza cannoni ». Fulgida figura di purissimo eroe. Passo Mecan, 31 marzo 1936.[5]»
— Regio Decreto 28 maggio 1936.
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Vallarsa, giugno 1916.»
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Montello, giugno 1918
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Monfalcone, ottobre 1915
Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lasciava la moglie, signora Maria Pioltelli, residente a Milano in Piazza Giulio Cesare al civico 15.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe De Lutiis, I servizi segreti in Italia. Dal fascismo all'intelligence del XXI secolo, Milano, Sperling & Kupfer, 2010, p. 183.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume secondo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 67.
  • Andrea Vento, In silenzio gioite e soffrite: storia dei servizi segreti italiani dal Risorgimento alla guerra fredda, Milano, Il Saggiatore, 2010, p. 183.
Periodici

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]