Germinal Concordia

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Germinale Concordia, noto anche con lo pseudonimo di Michele (Mombaruzzo, 6 settembre 1913Milano, 13 novembre 1980), è stato un partigiano, anarchico e politico italiano. È comunemente conosciuto come Germinal Concordia

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Antifascismo e Resistenza[modifica | modifica wikitesto]

Autodidatta, si avvicina all'antifascismo attraverso la lettura delle opere di Benedetto Croce ed una successiva corrispondenza col filosofo. Attivo fin dall'inizio nella Resistenza italiana con il nome di Michele partecipa alla Battaglia del San Martino e successivamente forma, insieme ad Armando Rossi Racagni, un composito gruppo partigiano che opera nel Milanese, in provincia di Brescia e anche in Veneto[1].

Inizialmente in un rapporto fluido e spesso conflittuale con le forze del Partito Comunista Italiano il gruppo di Concordia si avvicina progressivamente alle formazioni socialiste, dirette da Corrado Bonfantini[2] e a quelle anarchiche animate da Mario Orazio Perelli ed Antonio Pietropaolo. Proprio unendosi a queste ultime darà vita successivamente alle Brigate Bruzzi Malatesta, di cui sarà uno dei comandanti[3].

Arrestato nel 1944 dai fascisti dà luogo ad una controversa trattativa a cui partecipano da una parte Corrado Bonfantini e dall'altra alti gerarchi della Repubblica Sociale Italiana come il questore Bettini, il prefetto Bassi e il gen. Nicchiarelli con l'obiettivo dichiarato di proclamare una repubblica di stampo socialista prima dell'arrivo degli Alleati. Queste trattative si intersecano con i tentativi di mediazione che nello stesso periodo fanno capo rispettivamente al filosofo Edmondo Cione e al giornalista Carlo Silvestri[4]. La trattativa verrà decisamente condannata dal CLNAI[5].

In ogni caso questi contatti consentono alle Brigate Matteotti una estesa opera di infiltrazione nelle forze di polizia repubblichine che fornirà ai partigiani preziose informazioni, la possibilità di liberare prigionieri e di ottenere rifornimenti di armi[6].
Il 2 marzo 1945 Concordia viene nuovamente arrestato ed insieme a Pietropaolo ed altri portato al Carcere di San Vittore. Qui parteciperà alla rivolta dei detenuti in occasione della insurrezione del 25 aprile[7].

Dall'anarchismo al comunismo filojugoslavo[modifica | modifica wikitesto]

Nell'immediato dopoguerra tenta di orientare il movimento anarchico italiano verso soluzioni riformiste e, al Congresso di fondazione della Federazione anarchica italiana, è uno dei principali sostenitori delle tesi revisionistiche[8]. Di fronte al fallimento del tentativo costituisce, insieme a Perelli, Pietropaolo e Carlo Andreoni una effimera Federazione Libertaria Italiana[9].

Nel 1949, ormai lontano dall'anarchismo, fonda il Partito Comunista Nazionale Italiano su posizioni filotitoiste, e negli anni successivi si avvicina alle posizioni di Bruno Rizzi, anima le riviste La Comune e Tempi moderni e fonda la casa editrice Italpress con lo scopo di far conoscere in Italia il dissenso in pieno sviluppo nei paesi dell'Est[10].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mauro De Agostini, Franco Schirone, Per la rivoluzione sociale. Gli anarchici nella Resistenza a Milano (1943-1945), Milano, Zero in condotta, 2015. Concordia ha lasciato un ampio memoriale sulle sue vicende resistenziali custodito presso l'archivio della Fondazione A. Kuliscioff di Milano
  2. ^ Cesare Bermani, Il "rosso libero". Corrado Bonfantini organizzatore delle brigate "Matteotti", Milano, Fondazione Anna Kuliscioff, 1995; Cesare Bermani, Anarchici e socialisti a Milano nella Resistenza, «L’Impegno : Rivista di storia contemporanea», Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle province di Biella e Vercelli “Cino Moscatelli”, a. XXIX, n.s., n. 2, dicembre 2009
  3. ^ Mauro De Agostini, Franco Schirone, Per la rivoluzione sociale. Gli anarchici nella Resistenza a Milano (1943-1945), Milano, Zero in condotta, 2015.
  4. ^ L'interpretazione storiografica di tutte queste vicende è estremamente controversa ed oggetto di letture spesso di segno opposto. Anche sulla cronologia e sul reale svolgimento di alcuni eventi manca una ricostruzione univoca. Per un esempio di interpretazioni fortemente divergenti si veda da un lato Stefano Fabei, I neri e i rossi : tentativi di conciliazione tra fascisti e socialisti nella repubblica di Mussolini, Mursia, 2011 e dall'altro Cesare Bermani, Il "rosso libero". Corrado Bonfantini organizzatore delle brigate "Matteotti", Milano, Fondazione Anna Kuliscioff, 1995; Mauro De Agostini, Franco Schirone, Per la rivoluzione sociale. Gli anarchici nella Resistenza a Milano (1943-1945), Milano, Zero in condotta, 2015
  5. ^ Giorgio Bocca accusa per questo motivo Bonfantini di "attivismo confusionario", Giorgio Bocca, La repubblica di Mussolini, Bari, Laterza, 1977, p. 306.
  6. ^ Carlo Strada, Nel nome di Matteotti: materiali per una storia delle Brigate Matteotti in Lombardia, 1943-45, Franco Angeli, 1982.
  7. ^ Mauro De Agostini, Franco Schirone, Per la rivoluzione sociale. Gli anarchici nella Resistenza a Milano (1943-1945), Milano, Zero in condotta, 2015, p. 141-146
  8. ^ Gino Cerrito, Il ruolo della organizzazione anarchica. L'efficientismo organizzativo il problema della minoranza il periodo transitorio classismo e umanesimo, Catania, RL, 1973, p. 112-121.
  9. ^ Massimo Lampronti, l’altra resistenza, l’altra opposizione (comunisti dissidenti dal 1943 al 1951), Poggibonsi, Lalli, 1984, Mauro De Agostini, Franco Schirone, Per la rivoluzione sociale. Gli anarchici nella Resistenza a Milano (1943-1945), Milano, Zero in condotta, 2015.
  10. ^ Dizionario biografico degli anarchici italiani, voce Germinale Concordia, Pisa, BFS, 2003.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Dizionario biografico degli anarchici italiani, voce Germinale Concordia, Pisa, BFS, 2003;
  • Cesare Bermani, Il "rosso libero". Corrado Bonfantini organizzatore delle brigate "Matteotti", Milano, Fondazione Anna Kuliscioff, 1995;
  • Cesare Bermani, Anarchici e socialisti a Milano nella Resistenza, «L’Impegno : Rivista di storia contemporanea», Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle province di Biella e Vercelli “Cino Moscatelli”, a. XXIX, n.s., n. 2, dicembre 2009;
  • Massimo Lampronti, l’altra resistenza, l’altra opposizione (comunisti dissidenti dal 1943 al 1951), Poggibonsi, Lalli, 1984;
  • Mauro De Agostini, Franco Schirone, Per la rivoluzione sociale. Gli anarchici nella Resistenza a Milano (1943-1945), Milano, Zero in condotta, 2015;
  • Stefano Fabei, I neri e i rossi : tentativi di conciliazione tra fascisti e socialisti nella repubblica di Mussolini, Mursia, 2011;
  • Edmondo Cione, Storia della Repubblica Sociale Italiana, Caserta, Il Cenacolo, 1948, p. 384-385;
  • Giorgio Bocca, La repubblica di Mussolini, Bari, Laterza, 1977;
  • Carlo Strada, Nel nome di Matteotti: materiali per una storia delle Brigate Matteotti in Lombardia, 1943-45, Franco Angeli, 1982;
  • Emanuela Minuto, Frammenti dell’anarchismo italiano 1944-1946, Pisa, ETS, 2011.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]