Gente di Dublino

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Gente di Dublino
Titolo originaleDubliners
Frontespizio della prima edizione del 1914 di Gente di Dublino
AutoreJames Joyce
1ª ed. originale1914
1ª ed. italiana1933
Genereracconti
Lingua originaleinglese

Gente di Dublino (Dubliners), conosciuto anche come I dublinesi, è un libro scritto da James Joyce (con lo pseudonimo di Stephen Daedalus) pubblicato nel 1914, considerato un capolavoro della letteratura europea moderna.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Ritratto di Joyce

All'inizio del 1914, Joyce richiamò Richards che, infine, pubblicò 1 250 copie[non chiaro]. Come condizione contrattuale, Joyce non ricevette anticipi o diritti d'autore sulle prime cinquecento copie e fu costretto ad acquistarne centoventi. Settecentoquarantasei copie furono allestite da Richards e cinquecentoquattro spedite negli Stati Uniti[1]. La maggior parte dei racconti venne scritta da Joyce fra il 1904 e il 1905, nel 1906 vennero aggiunti I due galanti e Una piccola nube, mentre il racconto più famoso, I morti, è del 1907.

I protagonisti del libro sono persone di Dublino, di cui vengono narrate le storie di vita quotidiana. A dispetto della banalità del soggetto, il libro vuole focalizzare la propria attenzione su due aspetti, comuni a tutti i racconti: la paralisi[2] e la fuga.[3] La prima è principalmente una paralisi morale, causata dalla politica e dalla religione dell'epoca. La fuga è conseguenza della paralisi, nel momento in cui i protagonisti comprendono la propria condizione. La fuga, tuttavia, è destinata a fallire sempre. Le storie inoltre seguono una sequenza tematica e possono essere suddivise in quattro sezioni, ciascuna delle quali rappresenta una fase della vita: l'infanzia (Le sorelle, Un incontro, Arabia); l'adolescenza (Eveline, Dopo la corsa, I due galanti, Pensione di famiglia); la maturità (Una piccola nube, Rivalsa, Polvere, Un caso pietoso); la vita pubblica (Il giorno dell'Edera, Una madre, La grazia, I morti); da quest'ultimo nel 1987 è stato tratto un famoso film, The Dead - Gente di Dublino per la regia di John Huston.

Pubblicazione[modifica | modifica wikitesto]

Venne pubblicata originariamente da Grant Richards nel 1914, dopo essere stata rifiutata diciotto volte da quindici diverse case editrici.[4][5] Richards accettò la raccolta di dodici racconti già nel febbraio 1905, ma a causa delle sue obiezioni sul linguaggio nel racconto Two Gallants, e di quelle dello stampatore, la pubblicazione fu rifiutata. Infatti, Joyce, pur lamentandosi, ma accettando alcuni cambiamenti, fece saltare l'accordo. Il libro subì la bocciatura, negli anni, di altri editori. Nel 1909, Maunsel di Dublino accettò di stampare mille copie, ma la tiratura fu bruciata dallo stampatore.

Stile[modifica | modifica wikitesto]

Lo stile di Gente di Dublino è realistico[3]: la descrizione dei paesaggi naturali è concisa ma dettagliata; è presente un'abbondanza di dettagli, anche non essenziali, che non hanno propriamente uno scopo descrittivo ma spesso un significato più profondo, fortemente simbolico. Per esempio l'accurata descrizione della casa del prete in Le sorelle è simbolo dell'incapacità sia fisica che morale di padre Flynn. Questo vuol dire che, come in Gustave Flaubert o Émile Zola, realismo e naturalismo sono combinati con tratti simbolistici, e ciò si nota non solo nel fatto che i dettagli esterni hanno spesso un doppio significato, ma anche dall'uso dell'epifania[3]: una tecnica di Joyce in cui un insignificante particolare o un gesto, o perfino una situazione banale portano un personaggio a una visione spirituale con cui comprende se stesso e ciò che lo circonda. Joyce pensava che la sua funzione come scrittore fosse quella di portare il lettore oltre i soliti aspetti della vita e mostrarne il loro significato profondo, quindi spesso l'epifania è la chiave della storia stessa: alcuni episodi descritti, apparentemente non influenti o importanti, sono essenziali nella vita del protagonista e sono un emblema del loro contesto sociale e storico.

Joyce abbandona la tecnica del narratore onnisciente e non usa mai un singolo punto di vista: ce ne sono tanti quanti sono i personaggi. Inoltre usa spesso il "discorso diretto" anche per i pensieri dei personaggi. In questo modo, presentandoli senza l'interferenza del narratore, permette al lettore una conoscenza diretta del personaggio.

Temi[modifica | modifica wikitesto]

In Gente di Dublino Joyce vuole mostrare la caduta dei valori morali, legati alla religione, alla politica e alla cultura di Dublino. Tutti gli abitanti di Dublino sono "spiritualmente deboli", hanno paura degli altri abitanti e sono in qualche modo schiavi della loro cultura, della loro vita familiare e politica ma soprattutto della loro vita religiosa. In realtà, ciò che Joyce tiene a mostrare non è tanto questa situazione di debolezza, quanto il modo in cui questa si rivela alle "vittime" di questa "paralisi" morale (Joyce ne parla come Paralysis). Quindi diventare consapevoli di questa situazione è proprio il punto di svolta di ogni storia: conoscere se stessi è alla base della morale, se non la morale stessa. Ad ogni modo, pur se l'obiettivo di Joyce sembra prevalentemente morale, Joyce non si comporta mai come un educatore, dando istruzioni su come superare questa situazione, anzi il tema principale dell'opera è l'impossibilità di uscire da questa condizione di "paralisi". Ergo la "fuga" da questa situazione e il conseguente fallimento di questa fuga è un altro tema dell'opera.

Traduzioni italiane[modifica | modifica wikitesto]

La prima edizione dell'intera raccolta in italiano si deve a Dall'Oglio che nella collana I corvi, serie scarlatta n. 5, la fa uscire nel 1933 a cura di Annie e Adriano Lami. Diversi anni dopo Einaudi pubblica ne I coralli la traduzione di Franca Cancogni (anche in tutte le ristampe e in collane successive). Questa traduzione passa anche nelle stampe della Mondadori, almeno fino al 1987, quando viene sostituita dalla traduzione di Attilio Brilli. La traduzione di Margherita Ghirardi Minoja per la "BUR" di Rizzoli esce nel 1961 (al n. 1701-1703 della prima serie, con il titolo Dublinesi); in edizioni successive prende il titolo più noto e si avvale d'introduzione e note di Attilio Brilli. Nel 1968 esce la traduzione di Maria Pia Balboni per la Fabbri, poi passata anche alla Gulliver (nel 1986 e nel 1995) e alla Bompiani (nei "Tascabili", solo nel 1988). Anche alcune ristampe Fabbri si avvalgono di note del Brilli. Nel 1974 la Newton Compton pubblica la traduzione di Marina Emo Capodilista, ripresa in diverse collane (anche con Ritratto dell'artista da giovane e con un'introduzione che parla di questo romanzo di Mario Praz).

Nel 1976 esce la traduzione presso la collana "I grandi libri" n. 147 di Garzanti di Marco Papi, poi rivista da Emilio Tadini e con introduzione di Nemi D'Agostino (dal 1989). Questa stessa traduzione esce anche a cura di Aldo Tropea presso La Nuova Italia nel 1989. Anche la Gherardo Casini di Roma pubblica una nuova traduzione nel 1988, a cura di Massimo Marani, in un volume della serie "I grandi maestri" che contiene anche Ritratto dell'artista da giovane. Nel 1993 e nel 1995 escono due edizioni presso la Demetra di Bussolengo con introduzione e traduzione di Francesco Franconeri e il sottotitolo non joyciano di Passioni e storie di gente comune. Nel 1994 anche Feltrinelli esce con una nuova traduzione, affidata a Daniele Benati che vi mette anche, a mo' d'introduzione, un breve saggio di Italo Svevo, nella collana di tascabili "Universale Economica" (al n. 2107). Anche la Guaraldi nel 1995 pubblica una nuova traduzione (di Gian Luca Guerneri).

Nel 2018 Bompiani pubblica l'opera per la prima volta come I dublinesi, traduzione più fedele del titolo originale.

Trasposizione cinematografica[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1987 John Huston dirige il suo ultimo film The Dead - Gente di Dublino, tratto dal racconto di James Joyce.

Racconti[modifica | modifica wikitesto]

Edizioni italiane[modifica | modifica wikitesto]

  • Gente di Dublino, traduzione di Annie e Adriano Lami, Collana I corvi.Serie scarlatta n.5, Milano, Dall'Oglio, 1933, p. 301. - poi De Agostini, Novara.
  • Gente di Dublino, traduzione di Franca Cancogni, Collana I coralli n.35, Torino, Einaudi, 1949, p. 271, ISBN 88-06-39180-1. - anche Oscar Mondadori fino al 1987 e nella Collana I Meridiani
  • Gente di Dublino, traduzione di Margherita Ghirardi Minoja, Collana BUR (nelle prime ed. con il titolo Dublinesi), Milano, Rizzoli, 1961, p. 250, ISBN 88-17-15103-3.
  • Gente di Dublino, traduzione di Maria Pia Balboni, Collana I grandi della letteratura, Milano, Fratelli Fabbri, 1970, p. 254. - poi edito da Gulliver, 1986-1995; col titolo I dublinesi, Bompiani, Milano.
  • Gente di Dublino, traduzione di Marina Emo Capodilista, Collana Universale tascabile, Roma, Newton Compton, 1974, p. 202, ISBN 88-7983-588-2.
  • Gente di Dublino, traduzione di Marco Papi, Collana I grandi libri, Milano, Garzanti, 1976, p. 212, ISBN 88-11-58147-8. - a cura di Aldo Tropea, La Nuova Italia, Roma, 1989; trad. riveduta da Emilio Tadini, introd. di Nemi D'Agostino, Garzanti, 1989
  • Gente di Dublino, traduzione di Attilio Brilli, Collana Oscar Mondadori, Milano, Mondadori, 1988, p. 208, ISBN 978-88-04-44831-0.
  • Gente di Dublino, traduzione di Massimo Marani, Collana I Grandi Maestri, Roma, Gherardo Casini, 1988.
  • Gente di Dublino, traduzione di Francesco Franconeri, Collana Acquarelli, Bussolengo, Demetra, 1993, ISBN 88-7122-375-6.
  • Gente di Dublino, traduzione di Daniele Benati, Collana UEF n.2017, Milano, Feltrinelli, 1994, ISBN 978-88-07-82107-3.
  • Gente di Dublino, traduzione di Gian Luca Guerneri, Collana Ennesima, Rimini, Guaraldi, 1995, ISBN 88-8049-015-X.
  • Gente di Dublino, traduzione di Francesco Franconeri, Collana Frontiere light, Fidenza, Mattioli 1885, 2012, ISBN 978-88-6261-295-1.
  • I Dublinesi, traduzione di Maurizio Bartocci, Collana I Classici, Milano, Bompiani, 2018, ISBN 978-88-4529-738-0.
  • I Dublinesi, traduzione di Stefano Bortolussi, Demetra, Firenze, Giunti, 2018, ISBN 978-88-4405-115-0.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Le infinite fatiche di Joyce con l'editore, Adele Marini su Il Fatto Quotidiano del 23 febbraio 2015
  2. ^ Giovanni Casoli, p. 645.
  3. ^ a b c Gabriele Bugelli, Gente di Dublino "Dubliners" di J. Joyce, su lamaremma.it, La Biblioteca della Maremma. URL consultato il 20 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2009).
  4. ^ Daniele Benati, "Una storia curiosa", in James Joyce, Gente di Dublino, Milano, Giangiacomo Feltrinelli Editore, 2005.
  5. ^ Morton D. Zabel (a cura di), p. 13.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Morton D. Zabel (a cura di), Antologia della critica americana del novecento, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1957.
  • Giovanni Casoli, Novecento letterario italiano ed europeo. Autori e testi scelti, Roma, Città Nuova Editrice, 2002.

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