Fernando Tanucci Nannini

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Fernando Tanucci Nannini

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato5 giugno 1968 –
4 luglio 1976
LegislaturaV, VI
Gruppo
parlamentare
Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale
CircoscrizioneCampania

Dati generali
Partito politicoMSI
Titolo di studiodiploma
Professionemilitare
Fernando Tanucci Nannini
NascitaFoggia, 26 agosto 1896
MorteNapoli, 20 agosto 1981
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoBersaglieri
Anni di servizio1915-1942
GradoGenerale di corpo d'armata
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra di Spagna
Seconda guerra mondiale
CampagneFronte italiano
Campagna del Nordafrica
BattaglieBattaglie dell'Isonzo
Battaglia di Vittorio Veneto
Seconda battaglia di Bir el Gobi
Comandante diReggimento "Giovani Fascisti"
Decorazionivedi qui
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Fernando Tanucci Nannini (Foggia, 26 agosto 1896Napoli, 20 agosto 1981) è stato un generale italiano, decorato di quattro Medaglie d'argento, tre di bronzo e la Croce di guerra al valor militare, cinque Croci al merito di guerra, la Croce di Ferro di seconda classe e la Commenda dell'Ordine dell'Aquila tedesca con spade.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Foggia il 26 agosto 1896,[1] figlio di Giovanni e Lucia Taralli. Arruolatosi giovanissimo nel Regio Esercito come volontario nei bersaglieri[1] all'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, si distinse subito per il suo coraggio. Tenente del battaglione misto bersaglieri[N 1] fu decorato con una prima Medaglia d'argento al valor militare il 7 novembre 1917, e poi assegnato al 2º Reggimento Bersaglieri ricevette una seconda Medaglia d'argento al valor militare il 19 giugno 1918 sul Montello. Dopo lo scoppio della guerra civile spagnola,[1] nel 1936 partì volontario per combattere a fianco dei nazionalisti di Francisco Franco. Maggiore di fanteria in s.p.e., comandante del 2º Battaglione “Sierra Argallén” del 2º Reggimento fanteria della II Brigata Mista “Frecce Azzurre”, si distinse nel corso del lungo conflitto, venendo decorato di Croce di guerra al valor militare sul Cerro di Navalcarazo e sul Cerro del Toro, una prima Medaglia di bronzo al valor militare sulla Sierra Argallén (dalla quale prese il nome il battaglione), e la seconda il 28 settembre 1937 a Portillo.[1] All'atto del rientro in Patria, avvenuto nel 1939, era decorato anche di 2 Croci di guerra e della Medaglia per meriti di "Campagna" spagnole.[1] Promosso tenente colonnello per merito di guerra il 28 agosto 1939, chiese ed ottenne di poter addestrare il Gruppo battaglioni "Giovani Fascisti"[1] della Gioventù Italiana del Littorio. Trasformato in reggimento[2] e trasferito sotto il comando del Regio Esercito,[3] il reparto fu mandato in Africa Settentrionale Italiana dove si distinse nella seconda battaglia di Bir el Gobi.[2] Rimasto gravemente ferito[1] al ventre nel corso della battaglia, venne decorato con la terza Medaglia d'argento al valor militare, la Croce di Ferro di seconda classe e la Commenda dell'Ordine dell'Aquila tedesca con spade. Considerato Grande Invalido di guerra non ricoprì più incarichi operativi, venendo messo in posizione di riserva e con decreto del 1 ottobre 1942 fu nominato da Mussolini Consigliere Nazionale della Camera dei Fasci e delle Corporazioni.[4] Dopo la fine del conflitto entrò in politica aderendo al Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale, divenendo poi senatore per due legislature. Raggiunto il grado di generale di corpo d'armata, ruolo d'onore, si spense a Napoli il 20 agosto 1981. La sezione di Napoli dell'Associazione Nazionale Bersaglieri porta il suo nome.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Fu valido aiuto al proprio comandante di battaglione, portando più volte avvisi al comandante della difesa, attraverso a zone intensamente battute dal fuoco di fucileria e mitragliatrici avversarie. Combatté in linea incitando gl'inferiori con le parole e con l'esempio del suo coraggio. Raccolse militari dispersi, e affrontando primo tra i primi il nemico che tentava un aggiramento, diede tempo ai superstiti della difesa di sfuggire alla manovra avversaria. Con sprezzo del pericolo mise al riparo alcuni ufficiali feriti, e cercò di non lasciare nelle mani del nemico la salma del proprio capitano; ma sopraffatto da forze superiori e vistosi nell'impossibilità di riuscire nell'intento, lottando corpo a corpo sfuggì all'avversario, raggiungendo il posto della retroguardia ultimo fra gli ultimi. Sarone, 7 novembre 1917
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di una compagnia, in una situazione difficile la guidava con slancio e perizia all'attacco di forti posizioni, ricacciando gli elementi di protezione, infliggendo oro perdite e facendo prigionieri. Durante i contrattacchi nemici, sempre primo dove era maggiore il pericolo, animando con la parola e con l'esempio i dipendenti, respingeva, scompigliandoli, forti reparti avversari, che tentavano l'accerchiamento di un nostro battaglione, e cooperava, così, con il tempestivo e valido suo intervento al buon esito dell'azione. Montello, 18 giugno 1918
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«sul Campo. Bir el Gobi (A.S.), 3-4-5-6- dicembre 1941
— Regio decreto 2 aprile 1943[5]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di un importante caposaldo isolato posto a protezione di un fianco del Corpo d'Armata, immobilizzava per più giorni numerose forze avversarie motomeccanizzate sempre rintuzzando con ostinata energia ogni tentativo d'irruzione sulle posizioni. Durante un estremo tentativo nemico di soverchiare il valoroso presidio, incurante di ogni offesa, si portava alla testa dei suoi uomini che, animati dal suo esempio e dall'entusiasmo della sua fede animatrice, passavano al contrattacco stroncando ogni progresso nemico. Ferito gravemente, desisteva dalla lotta solo dopo il sopraggiungere di una nostra colonna che riusciva a congiungersi al presidio. Confermava in modo luminoso superbe doti di capo e valoroso combattente. Bir el Gobi (A.S.), 3-4-5-6- dicembre 1941
— Decreto Presidente della Repubblica 25 febbraio 1947[6]
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di battaglione, condusse con valore, intelligenza e perizia parecchie azioni belliche, conseguendo ovunque pieno successo. Sierra Argallen, 12-13-14—18 giugno 1937
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di battaglione muovendo con le compagnie avanzate, conquistava forte posizione nemica. Sferratosi un forte contrattacco avversario, condotto con forze superiori appoggiate da carri-cannone e autoblinde e perduto un tratto della posizione, incitando con le parole e con l'esempio i suoi soldati, ristabiliva definitivamente la situazione mettendo in fuga l'avversario. Portillo, 28 settembre 1938
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di battaglione, attaccato da rilevanti forze nemiche che tentavano in otto ore di combattimento, con successivi attacchi appoggiati da carri d'assalto, di occupare le nostre posizioni, resisteva tenacemente su tutta la fronte a lui affidata, incitando con l'esempio e la parola i soldati alla resistenza dando prova di ardimento e valore. Cerro di Navalcarazo e Cerro del Toro, 21-23 aprile 1937
Croce al merito di guerra (5 concessioni) - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto del 1 maggio 1941[7]
Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'argento per il lungo comando - nastrino per uniforme ordinaria
avanzamento per merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
avanzamento per merito di guerra
— Regio Decreto 14 dicembre 1919
avanzamento per merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
avanzamento per merito di guerra
«Ufficiale superiore di elette qualità, ha dimostrato in molti combattimenti cui partecipò col suo battaglione, singolari doti di comandante di truppe. Animato dalla più pura fede, fu sempre di esempio ai suoi dipendenti per coraggio, valore e ardimento. In combattimenti aspri e difficili fu sempre alla testa del suo battaglione o al comando di unità superiori ottenendo ovunque successi. Fu animatore e sagace organizzatore. Terra di Spagna, 1937-1939
— Regio Decreto 18 agosto 1939[9]

Onorificenze estere[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di III classe dell'Ordine dell'Aquila Tedesca (Germania) - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di Ferro di II classe (Germania) - nastrino per uniforme ordinaria
Military Cross (Gran Bretagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Medalla de la Campaña 1936-1939 (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Cruz Mérito Militar (Distintivo Rojo)(Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Cruz Mérito Militar (Distintivo Rojo)(Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Composto da elementi provenienti dal 2º e 9º Reggimento.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Digilander Libero.
  2. ^ a b c Mimmo Carratelli, Arrivano i bersaglieri sette salti dopo la morte, in La Repubblica, Roma, 15 aprile 2017.
  3. ^ Disposizione n.49840 del Ministero della Guerra del 18 Aprile 1941.
  4. ^ Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia n.262, del 5 novembre 1942, pag. 4529.
  5. ^ Bollettino Ufficiale 1943, disp.70, pag.5190.
  6. ^ Bollettino Ufficiale 1947, disp.14, pag.1333.
  7. ^ Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.806 del 30 dicembre 1941, pag.2.
  8. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali, 1942, p. 6686. URL consultato il 14 febbraio 2021.
  9. ^ Registrato alla Corte dei Conti lì 15 settembre 1939, registro 80, foglio 301.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • David Irving, La pista della volpe, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1978.

Periodici[modifica | modifica wikitesto]

  • Mimmo Carratelli, Arrivano i bersaglieri sette salti dopo la morte, in La Repubblica, Roma, 15 aprile 2017.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]