Fernando Silvestri

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Fernando Silvestri
Fernando Silvestri da giovane
NascitaRoma, 1º ottobre 1896
MorteRoma, 27 febbraio 1959
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Regia Aeronautica
Aeronautica Militare Italiana
Reparto45ª Squadriglia
12ª Squadriglia
GradoGenerale di squadra aerea
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
CampagneCampagna del Nordafrica
BattaglieOperazione Compass
Comandante di20º Stormo
3ª Zona Aerea Territoriale (Z.A.T.)
Aeronautica della Libia - Est
Decorazionivedi qui
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Fernando Silvestri (Roma, 1º ottobre 1896Roma, 27 febbraio 1959) è stato un generale e aviatore italiano. Ufficiale d'artiglieria del Regio Esercito, combatté durante la prima guerra mondiale nel corso della quale divenne Osservatore d'aeroplano. Al termine del conflitto transitò nelle neocostituita Regia Aeronautica ricoprendo vari incarichi. All'atto dell'entrata in guerra dell'Italia, il 10 giugno 1940, ricopriva l'incarico di comandante del settore est dell'Aeronautica della Libia. Tra il febbraio 1941 e il giugno 1942 ricoprì l'incarico di Capo di stato maggiore della 5ª Squadra aerea.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Roma il 1º ottobre 1896,[1] e nel gennaio 1915 entrò volontario nel Regio Esercito, assegnato in qualità di Allievo Ufficiale[N 1] al 13º Reggimento artiglieria da campagna. Promosso sottotenente di complemento nel giugno successivo, fu aggregato al 23º Reggimento artiglieria da campagna per il servizio di prima nomina. In quello stesso anno, dopo aver frequentato il corso teorico di artiglieria pesante presso la Scuola di Applicazione di Torino, fu inviato al fronte in forza al 1º Reggimento artiglieria pesante campale, dove rimase fino al novembre del 1916. In quella data divenne Allievo Osservatore presso la 45ª Squadriglia aeroplani[2] che operava in zona di guerra, volando a bordo di apparecchi Farman 14 e Savoia-Pomilio SP.2.[3] Nel luglio 1917,[4] ottenuto il brevetto di Osservatore d'aeroplano e la promozione a tenente, partecipò ad un combattimento aereo su Dolganiva, dove il suo apparecchio fu abbattuto ed egli rimase ferito.[N 2] Per questa azione gli fu conferita la Medaglia d'argento al valor militare. Dopo essere guarito rientrò in servizio presso il Deposito Aviatori di Torino, ma pochi giorni dopo si imbarcò a Siracusa per raggiungere la Tripolitania, dove arrivò il 28 ottobre 1917[5] per prestare servizio presso la 12ª Squadriglia Caproni[N 3][6] di stanza a Tripoli.[5] Nell'aprile 1922 fu trasferito definitivamente all'Arma Aeronautica,[7] entrando in forza al 3º Raggruppamento Aeroplani[8], ma nell'ottobre 1923 cessò di appartenere al Regio Esercito entrando definitivamente in servizio, con il grado di tenente, presso il Corpo di Stato maggiore generale della neocostituita Regia Aeronautica.[9] Nel maggio 1924 assunse il comando del 20º Stormo da ricognizione, e nell'aprile del 1925 fu promosso comandante di squadriglia che, dopo la riorganizzazione interna della Regia Aeronautica, si trasformerà nel grado di capitano a.a.r.c., venendo insignito nel dicembre dello stesso anno della Croce di Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia.[N 4] Nel giugno 1926 ottenne l'abilitazione al pilotaggio del velivolo Ansaldo A.300/4, assumendo nell'ottobre successivo il Comando della 3ª Zona Aerea Territoriale (Z.A.T.) che mantenne fino al febbraio 1928. In quella data rientrò in servizio presso l'Ufficio di Stato maggiore della Regia Aeronautica, ma nel maggio 1930 riassunse il comando del 20º Stormo con il grado di maggiore, venendo promosso tenente colonnello nel marzo 1932. Nel maggio 1934 assunse il comando della Scuola di Osservazione Aerea di Cerveteri, ricoprendo contemporaneamente l'incarico di Istruttore professionale di volo e insegnante di Arte Militare Aerea.

Nel febbraio 1936 fu promosso colonnello, assumendo nel mese di agosto il Comando settore est dell'Aeronautica della Libia. Nel 1939 fu promosso generale di brigata aerea. Prese parte alle prime operazioni belliche seguenti all'entrata in guerra dell'Italia, 10 giugno 1940, ma in seguito alla riorganizzazione delle forze italiane scomparve la denominazione di Aeronautica della Libia, che dal 15 luglio divenne 5ª Squadra aerea.[10] A partire dal febbraio 1941[N 5] divenne Capo di stato maggiore della 5ª Squadra aerea, mantenendolo fino al febbraio 1942 quando, promosso generale di divisione aerea rientrò in Patria assegnato allo Stato Maggiore della Regia Aeronautica.[N 6] Al termine del conflitto fu promosso Generale di squadra aerea ,[N 7] e nel luglio 1948 divenne Ispettore delle Forze Aeree e Comandante Generale della Difesa Aerea Territoriale. Nel febbraio 1951 fu nominato Segretario Generale dell'Aeronautica Militare, ricoprendo tale incarico fino al 30 aprile 1955 quando fu posto in congedo per raggiunti limiti d'età. Nominato Presidente della Commissione tecnica per la costruzione del nuovo aeroporto di Fiumicino si uccise, sparandosi alla tempia, il 29 novembre 1959.[1][N 8]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di Settore Aeronautico prima e Capo di Stato Maggiore di Squadra poi, dava prova di elevate capacità operative e di comando, preparando, fra ostacoli di ogni genere, basi e servizi dello schieramento orientale e sistemando e impiegando inizialmente i reparti aerei su quel fronte. Contribuiva poi validamente a riordinare le forze aeree ed a condurle sulle basi riconquistate della Cirenaica e della Marmarica attraverso ad una serie di vittoriose operazioni. Provvedeva a realizzare in brevissimo tempo e superando gravi difficoltà il nuovo ordinamento dell'Aeronautica dell'Africa Settentrionale da lui studiato nei dettagli, secondo le complesse esigenze operative logistiche dell'arma. In 16 mesi di guerra si prodigava ininterrottamente a terra e in volo, con dedizione assoluta ed altissimo rendimento. Africa Settentrionale Italiana, 6 novembre 1939-31 agosto 1941.»
— Regio Decreto 12 gennaio 1942[1][11]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«"Ufficiale osservatore d'Aeroplano in numerosi voli di ricognizione sul nemico, in difficili condizioni atmosferiche, dava prova di ardimento e di fermezza mirabile. In uno dei questi, pur essendo colpito in pieno l'apparecchio da granata che spezzava interamente un longherone, compromettendo gravemente la stabilità dell'apparecchio stesso, non lasciava la posizione che dopo ultimato il suo compito. Durante una direzione di tiro, mitragliato da quattro apparecchi nemici, ferito ai piedi, con l'apparecchio colpito in parti vitali, incoraggiava il pilota, nuovo della zona, mentre passava a bassissima quota dalle linee nemiche, dalle quali partiva violenta fucileria, in piedi alla carlinga sparava l'ultimo caricatore su quelle cercando di offendere sino all'ultimo il nemico. Cielo di Sveto - Asteria di Dolganiva - 17 luglio 1917.»
Croce al merito di guerra (2) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa delle Campagne di Libia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di lunga navigazione aerea di 1º grado - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze estere[modifica | modifica wikitesto]

Croce al merito con Spade e Stella dell'Ordine dell'Aquila tedesca (Germania) - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di Ferro di II classe - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Con una ferma di 3 anni.
  2. ^ Silvestri riporto fratture e lesioni multiple.
  3. ^ In Tripolitania fu insignito, a pochi mesi di distanza una dall'altra, di due Croci al merito di guerra.
  4. ^ Sempre nel mese di dicembre del 1925 sposò la signorina Carolina Pezzi di Collevecchio, matrimonio che rafforzò gli stretti legami di amicizia con Enrico e Mario Pezzi, suoi cognati e compagni d'arma.
  5. ^ Sostituì il generale di brigata aerea Egisto Perino.
  6. ^ Durante la sua permanente alla Stato maggiore fu uno dei promotori dell'Operazione S, il simbolico bombardamento di New York da effettuarsi tra il 1942 e il 1943, ma mai realizzato.
  7. ^ Con decorrenza dal 1946.
  8. ^ Secondo alcuni autori probabilmente il suicidio è da collegarsi allo scandalo dei costi per la costruzione del nuovo aeroporto di Fiumicino.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969, p. 181.
  2. ^ Molfese 1925, p. 15.
  3. ^ Molfese 1925, p. 27.
  4. ^ Molfese 1925, p. 46, durante i preparativi per la Battaglia della Bainsizza.
  5. ^ a b Lioy 1965, p. 59.
  6. ^ Lioy 1965, p. 49.
  7. ^ Fraschetti 1986, p. 95, con Regio Decreto del 20 aprile 1920 l'Aeronautica militare fu elevata ad Arma.
  8. ^ Fraschetti 1986, p. 96.
  9. ^ Fraschetti 1986, p. 110.
  10. ^ Dunning 1988, p. 4.
  11. ^ Bollettino Ufficiale 1942, dips.10, pag.493.
  12. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) F. D'Amico e G. Valentini, Regia Aeronautica Vol,2 Pictorial History of the Aeronautica Nazionale Repubblicana and the Italian Co-Belligerent Air Force 1943-1945, Carrolton, Squadron/Signal Publications, 1986, ISBN 0-89747-185-7.
  • (EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
  • Paolo Ferrari e Giancarlo Garello, L'Aeronautica italiana. Una storia del Novecento, Milano, Franco Angeli Storia, 2004, ISBN 88-464-5109-0.
  • Massimo Ferrari e Giancarlo Garello, Le ali del ventennio: l'aviazione italiana dal 1923 al 1945. Bilanci storiografici e prospettive di giudizio, Milano, Franco Angeli Storia, 2005, ISBN 88-464-5109-0.
  • Alessandro Fraschetti, Prima organizzazione dell'Aeronautica Militare in Italia dal 1884 al 1925, Roma, Stato Maggiore Aeronautica Ufficio Storico, 1986.
  • Roberto Gentili e Paolo Varriale, I reparti dell'Aviazione italiana nella Grande Guerra, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1999.
  • I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977.
  • Vincenzo Lioy, L'Italia in Africa. L'opera dell'Aeronautica Eritrea-Libia (1988-1932) Vol.1, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1965.
  • Manlio Molfese, L'aviazione da ricognizione italiana durante la grande guerra europea (maggio 1915-novembre-1918), Roma, Provveditorato generale dello Stato, 1925.
  • Francesco Pricolo, La Regia Aeronautica nella seconda guerra mondiale, Milano, Longanesi & C., 1967.
  • Ordine Militare d'Italia 1911-1964, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1969.
  • Franco Pagliano, Aviatori italiani: 1940-1945, Milano, Ugo Mursia Editore, 2004, ISBN 88-425-3237-1.
  • (EN) Charles D. Pettibone, The Organization and Order of Battle of Militaries in World War II Volume VI Italy and France Including the Neutral Countries of San Marino, Vatican City (Holy See), Andorra, and Monaco, Trafford Publishing, 2010, ISBN 1-4269-4633-3.
Periodici
  • Fabio Mannu, La 5ª Squadra Aerea da El Alamein a Tunisi, n. 3, Roma, Associazione Arma Aeronautica, marzo 1999, pp. 16-17.
  • Ferdinando Pedriali, Biplani d'assalto in Africa Settentrionale, in Rivista Storica, n. 10, Roma, Coop. Giornalisti Storici a.r.l., novembre 1995, pp. 14-25.

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