Crazy Rhythms

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Crazy Rhythms
album in studio
ArtistaThe Feelies
Pubblicazioneaprile 1980
Durata43:04
Dischi1
Tracce9
Genere[1]New wave
Post-punk
Rock
EtichettaStiff
ProduttoreBilly Million, Glenn Mercer, Mark Abel
RegistrazioneVanguard Studios, NY, 1979
FormatiLP, MC, CD
The Feelies - cronologia
Album precedente
Album successivo
The Good Earth
(1986)

Crazy Rhythms è l'album di debutto del gruppo musicale statunitense The Feelies. Venne pubblicato nell'aprile del 1980 dalla Stiff Records[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Tutti i brani sono accreditati alla coppia "Mercer/Million", con l'eccezione della cover dei Beatles Everybody's Got Something to Hide (Except Me and My Monkey).

A proposito dell'album, il membro della band Glenn Mercer disse: «Il sound era una reazione contro la scena punk [...] Essendo un po' più vecchi, sentivamo che era già stato fatto tutto prima. Volevamo che le chitarre suonassero più pulite, e cominciammo a sperimentare con un sacco di percussioni».[3]

La prima uscita del disco in formato CD avvenne in Germania e negli Stati Uniti nel 1986. L'edizione del 1990 pubblicata dalla A&M Records includeva, come bonus track, una cover dei The Rolling Stones, la canzone Paint It, Black. Il brano non risaliva però all'epoca dell'uscita del 33 giri originario, ma si trattava di una registrazione del 1990 (senza la partecipazione di Fier o DeNunzio), non registrata durante le sessioni per l'album Crazy Rhythms.[4] La terza edizione del disco in CD è stata pubblicata dalla Bar/None Records nel settembre 2009 negli Stati Uniti e in Canada. La Domino Records si è poi occupata di distribuire l'album anche in Europa. Nella confezione del CD è presente una card con dei codici personali per il download digitale di 5 bonus tracks: la versione su singolo di Fa Cé-La (1979), il demo di The Boy With The Perpetual Nervousness e di Moscow Nights, e le versioni dal vivo registrate il 14 marzo 2009 di Crazy Rhythms e I Wanna Sleep In Your Arms.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
AllMusic[5]
The A.V. ClubA[6]
Christgau's Record GuideA−[7]
The Guardian[8]
Mojo[9]
Pitchfork9.1/10[10]
PopMatters9/10[11]
Rolling Stone[12]
The Rolling Stone Album Guide[13]
Spin Alternative Record Guide10/10[14]

L'album venne acclamato dalla critica e ricevette recensioni entusiastiche, fu votato uno dei migliori album del 1980 nella classifica annuale della rivista Village Voice, battendo altri dischi famosi usciti lo stesso anno, come Scary Monsters (David Bowie), Closer (Joy Division), e Emotional Rescue (Rolling Stones).[15] Inoltre si è classificato alla posizione numero 49 nella classifica dei "100 migliori album degli anni ottanta" della rivista Rolling Stone.

Nel settembre 2009 l'album è stato interamente suonato dal vivo dai membri del gruppo riformatosi recentemente, durante il festival All Tomorrow's Parties.

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

Tutti i brani opera di Bill Million e Glenn Mercer eccetto dove indicato.

Lato A[modifica | modifica wikitesto]

  1. The Boy with the Perpetual Nervousness – 5:10
  2. Fa Cé-La – 2:04
  3. Loveless Love – 5:14
  4. Forces at Work – 7:10

Lato B[modifica | modifica wikitesto]

  1. Original Love – 2:55
  2. Everybody's Got Something To Hide (Except Me and My Monkey) (John Lennon, Paul McCartney) – 4:18
  3. Moscow Nights – 4:34
  4. Raised Eyebrows – 3:00
  5. Crazy Rhythms – 6:13

Bonus track dell'edizione CD 1990[modifica | modifica wikitesto]

Bonus tracks dell'edizione CD 2009[modifica | modifica wikitesto]

  • Fa Cé-La (versione singolo, originariamente pubblicata nel 1979 dalla Rough Trade)
  • The Boy With The Perpetual Nervousness (versione demo di Carla Bley)
  • Moscow Nights (versione demo di Carla Bley)
  • Crazy Rhythms (live) (registrata al 9:30 Club, Washington D.C., 14 marzo 2009)
  • I Wanna Sleep In Your Arms (live) (registrata al 9:30 Club, Washington D.C., 14 marzo 2009)

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

  • Bill Million - chitarra ritmica, voce, percussioni, campane
  • Glenn Mercer - chitarra elettrica, voce, tastiere, percussioni
  • Keith De Nunzio - basso, percussioni e cori
  • Anton Fier - batteria, percussioni

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Crazy Rhytms su All Music Guide, su allmusic.com. URL consultato il 22 maggio 2008.
  2. ^ Eddy Cilia e Federico Guglielmi, New wave: 100 album fondamentali, in Mucchio Extra, Stemax Coop, #30 autunno 2008.
  3. ^ 100 Best Albums of the Eighties – The Feelies, 'Crazy Rhythms', in Rolling Stone, 16 novembre 1989. URL consultato il 1º febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2017).
  4. ^ "Crazy Rhythms by The Feelies" on Rate Your Music website, ultimo accesso: 10 marzo 2008.
  5. ^ Ned Raggett, Crazy Rhythms – The Feelies, su allmusic.com, AllMusic. URL consultato il febbraio 2013.
  6. ^ Keith Phipps, The Feelies: Crazy Rhythms / The Good Earth, in The A.V. Club, 15 settembre 2009. URL consultato il febbraio 2013.
  7. ^ Robert Christgau, The Feelies: Crazy Rhythms, in Christgau's Record Guide: The '80s, Pantheon Books, 1990, ISBN 0-679-73015-X. URL consultato il febbraio 2013.
  8. ^ Michael Hann, The Feelies: Crazy Rhythms, in The Guardian, 22 ottobre 2009. URL consultato il 24 febbraio 2012.
  9. ^ Victoria Segal, The Feelies: Crazy Rhythms, in Mojo, n. 192, novembre 2009, p. 110.
  10. ^ Mike Powell, The Feelies: Crazy Rhythms / The Good Earth, in Pitchfork, 14 settembre 2009. URL consultato il febbraio 2013.
  11. ^ Craig Carson, The Feelies: Crazy Rhythms / The Good Earth, in PopMatters, 23 settembre 2009. URL consultato il 1º febbraio 2013.
  12. ^ Rob Sheffield, The Feelies: Crazy Rhythms, in Rolling Stone, 8 settembre 2009. URL consultato il 1º febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 12 settembre 2009).
  13. ^ J. D. Considine, The Feelies, in Nathan Brackett e Christian Hoard (a cura di), The New Rolling Stone Album Guide, 4th, Simon & Schuster, 2004, p. 296, ISBN 0-7432-0169-8.
  14. ^ Eric Weisbard, Feelies, in Eric Weisbard e Craig Marks (a cura di), Spin Alternative Record Guide, Vintage Books, 1995, pp. 146–47, ISBN 0-679-75574-8.
  15. ^ "The 1980 Pazz & Jop Critics Poll" su Robert Christgau website

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]