Benedetto Ubaldi

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Benedetto Ubaldi
cardinale di Santa Romana Chiesa
 
Incarichi ricoperti
 
Nato1588 a Perugia
Nominato vescovo2 aprile 1634 da papa Urbano VIII
Consacrato vescovo23 aprile 1634 dal cardinale Antonio Barberini, O.F.M.Cap.
Creato cardinale28 novembre 1633 da papa Urbano VIII
Deceduto18 gennaio 1644 a Perugia
 

Benedetto Ubaldi (Perugia, 1588Perugia, 18 gennaio 1644) è stato un cardinale e vescovo cattolico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Benedetto Ubaldi era figlio di Mario Monaldi e Zenobia Ubaldi (o Baldeschi)[1]; suo padre ottenne che la famiglia Monaldi ereditasse il nome e il titolo della famiglia Ubaldi, oltre al titolo, verso il 1635, di marchese di Migliano[2]. Egli fu spesso citato come Benedetto Monaldi Baldeschi o Benedetto Baldeschi. Era, infatti, nipote di Monsignor Francesco Baldeschi, uditore della Sacra Rota e fratello della madre[1][2]. Suo fratello era Orazio Monaldi, vescovo di Gubbio e di Perugia[2].

Ubaldi studiò dapprima presso il Seminario di Perugia e poi, nel 1611, si laureò in Lettere presso l'Università di Perugia[2] sotto la guida di Marco Antonio Bonciari[1].

Dopo la laurea, si trasferì per due anni ad Avignone assieme allo zio Francesco per studiare giurisprudenza [1][2]. Tornato a Perugia, si trasferì subito a Roma su richiesta dello zio per studiare e praticare giurisprudenza[1][2].

Il 2 dicembre 1626, Benedetto Ubaldi fu nominato da papa Urbano VIII uditore[3] della Sacra Rota[1], succedendo a suo zio Francesco, e, nel 1628, divenne uditore e datario del cardinale Antonio Barberini[2].

Fu poi legato in Lombardia (1628) e nel Ducato di Urbino nel 1631[2]. Fu anche abate commendatario di San Bevignate, vicino a Perugia.

Fu creato cardinale diacono dal papa Urbano VIII in occasione del concistoro del 28 novembre 1633, ricevendo, il 9 gennaio 1634, il titolo dei Santi Vito e Modesto[1][2][3].

Il cardinale Ubaldi fu quindi legato a Bologna dal febbraio 1634 fino al 1637; fu eletto vescovo di Perugia il 2 aprile 1634 e fu consacrato la domenica 23 aprile presso la Cappella Sistina dal cardinale Antonio Barberini[1][2]. Lasciò la guida della diocesi prima del 14 dicembre 1643[2] a suo fratello Orazio, che ne prese possesso il 29 dicembre dello stesso anno[1]. Morì a Perugia il 18 gennaio 1644 (secondo alcune fonti il 20) e fu sepolto nella chiesa di Santa Maria Nuova dei Servi[1][2].

Genealogia episcopale e successione apostolica[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Cardinale diacono dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia Successore
Lelio Biscia 9 gennaio 1634 - 18 gennaio 1644 Federico Sforza
Predecessore Legato apostolico di Bologna Successore
Antonio Santacroce 2 giugno 1634 - 22 giugno 1637 Giulio Cesare Sacchetti
Predecessore Vescovo di Perugia Successore
Cosimo de Torres 2 aprile 1634 - 14 dicembre 1643 Orazio Monaldo
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