Adriano Franceschini

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Adriano Franceschini (Ferrara, 17 aprile 1920Ferrara, 22 dicembre 2005) è stato uno storico ed epigrafista italiano.

Adriano Franceschini con una sua classe V. Scuola elementare di Porotto, Ferrara. Inizio anni '60

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Si è dedicato tutta la vita al suo lavoro di maestro elementare, educando per decenni generazioni di ragazzi, affiancando presto a tale attività la passione per la ricerca storica realizzata attraverso lo studio dei documenti notarili, delle epigrafi e dei testi antichi, molti dei quali conservati nella Biblioteca comunale Ariostea o nell'archivio del Duomo di Ferrara, oppure nelle biblioteche di Verona, Modena e Mantova e di vari centri del Polesine, da dove inizialmente era partito come storico. Si è interessato particolarmente alle vicende locali di Ferrara e delle zone limitrofe (con ricerche durate oltre 40 anni), pubblicando saggi sul ghetto ebraico, sui commerci e sulla vita medievale e rinascimentale, sugli artisti e sulle vicende di tante persone comuni, fotografate in momenti di vita quotidiana. Non è mai stato attirato dalle apparizioni pubbliche preferendo piuttosto dar vita ai documenti che ogni volta recuperava dal passato. Ha ottenuto in seguito un giusto riconoscimento solo grazie ai tanti studiosi che hanno trovato nel suo lavoro un aiuto fondamentale nelle loro ricerche storiche.

Jacob Burckhardt nei pressi dell'Archivio di Basilea, nel 1890

Inizio dell'attività di ricerca[modifica | modifica wikitesto]

Come molti storici più legati agli archivi che non agli studi accademici la sua attività prese spunto da una committenza, che nel caso specifico arrivò dal Comune di Bergantino, interessato a recuperare fonti autorevoli sulla sua storia locale.

Da questo stimolo iniziale prese il via il suo lavoro di ricerca, per vari aspetti simile a quello di un altro grande storico contemporaneo, Marino Berengo. Fu spinto dalla sua saggezza contadina quando cominciò ad indagare, attraverso gli atti notarili, le vicende dell'Alto Polesine, e fu questo approccio a spingerlo in seguito ad interessarsi della storia della sua città, delle sue vicende artistiche e della presenza ebraica. Come apertura al primo testo che produsse[1] scelse le parole di un'epigrafe: Ognuno vede ciò che reca in cuore, e tali parole possono sintetizzare lo spirito che lo muoveva.[2][3]

Frequentò in modo attento, minuzioso e assiduo i luoghi dove sono conservati i testi antichi, e concretizzò la sua azione nella trascrizione dei volumi consultati in centinaia di quaderni contenenti anche appunti personali, ricontrollando le fonti pure a distanza di decenni. Dedicò molta parte del suo tempo e del suo stipendio di maestro elementare nelle spese per i viaggi e per la ricerca dei documenti originali. Per Adriano Prosperi l'immagine che più lo rappresenta è quella che ritrae Jacob Burckhardt mentre esce dall'Archivio di Basilea con una grande teca di documenti sotto il braccio.[4]

Partendo dallo studio delle comunità polesane iniziò ad interessarsi dei mutamenti prodotti dall'avvento della giurisdizione episcopale in sostituzione del precedente primato benedettino. Venne così in contatto col lavoro di altri studiosi, del passato o recenti, come Ludovico Antonio Muratori, Girolamo Tiraboschi, Giovanni Tabacco e Pier Francesco Fumagalli.[5]

Presenza ebraica a Ferrara[modifica | modifica wikitesto]

Ferrara, via Vignatagliata, lapide scuola ebraica a ricordo della cacciata degli alunni e degli insegnanti ebrei dalle scuole italiane dopo il 1938

Franceschini arrivò ad indagare sulla presenza ebraica nella zona ferrarese dopo il lungo lavoro di approfondimento sulle comunità contadine polesane. Pure gli ebrei, come i contadini dei quali si era interessato, erano stati soggetti a vessazioni e soprusi, spesso cacciati dalle loro terre, considerati estranei eppure necessari. Appare quindi molto probabile che il maestro ritenesse doveroso riconoscere al popolo ebraico, integrato e radicato da secoli nella comunità ferrarese, in particolare considerando il periodo del ghetto, le persecuzioni e la spinta a rimuovere la sua identità attraverso il battesimo, il diritto del ricordo per il ruolo avuto nella storia cittadina.[5]

La sua opera principale dedicata a questo tema: Presenza ebraica a Ferrara. Testimonianze archivistiche fino al 1492 e pubblicata postuma ebbe genesi da un incontro fortuito tra il maestro e l'avvocato Paolo Ravenna durante i lavori di preparazione di una mostra al Palazzo dei Diamanti. Era la fine degli anni 80 e la mostra sarebbe stata preparata per il 1990. Lo studioso era già noto a livello internazionale ed era impegnato in quel momento nella stesura di tre volumi: Artisti a Ferrara in età umanistica e rinascimentale, che sarebbero stati pubblicati nel 1993, nel 1995 e nel 1997.[6]

Citazioni[modifica | modifica wikitesto]

Viene citato da vari studiosi che si sono interessati ai temi da lui approfonditi. Tra questi Dana E. Katz fa riferimento ai lavori di Franceschini nel suo The Jew in the Art of the Italian Renaissance.[7]

Onorificenze e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Mel 1976 ottenne il Premio Stampa Ferrara e, per la prima volta, il premio venne consegnato senza una cerimonia ufficiale in una sala di rappresentanza ma a domicilio, e la commissione, nella quale era presente anche il sindaco di Ferrara Radames Costa, si recò a Fondo Reno, dal maestro, che per modestia aveva cercato di non apparire pubblicamente.[nota 1]

Targa commemorativa per Adriano Franceschini posta sulla Scuola elementare di Porotto a lui intitolata. Comune di Ferrara. Ferrariae Decus

La sua attività venne apprezzata da storici a livello nazionale e internazionale, e il suo lavoro forse più impegnativo, Presenza ebraica a Ferrara. Testimonianze archivistiche fino al 1492, venne pubblicato postumo, nel 2007. Nella presentazione del volume il Presidente della Fondazione Carife ricorda la sua modestia come persona e il suo valore come studioso del patrimonio artistico e culturale della città estense nel periodo rinascimentale.[8]

Nel 1999 è stato insignito del titolo di Benemerito della cultura e dell’arte per essersi distinto nel mondo della cultura. L'anno successivo l'Università degli Studi di Ferrara gli ha riconosciuto la Laurea honoris causa in Lettere.[9]

A lui è stata intitolata la Scuola Elementare di Porotto, dove insegnò per moltissimi anni, e la sala di studio dell'Archivio di Stato di Ferrara, tante volte frequentata.[10]

Medaglia d'argento ai benemeriti della cultura e dell'arte - nastrino per uniforme ordinaria
I frammenti epigrafici degli statuti di Ferrara del 1173 venuti in luce nella cattedrale, 1969

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni
  1. ^ Motivazioni del Premio Stampa Ferrara 1976: "Profondo conoscitore della storia medievale e umanistico-rinascimentale, citato nella bibliografia italiana e straniera per l’originalità delle sue scoperte, Adriano Franceschini ha trattato con metodo scientifico e illuminato acume, la Vita Sociale del Medioevo ferrarese, dell’Università di Ferrara, degli umanisti ferraresi”.Premio Stampa Ferrara, p.18.
Fonti
  1. ^ comunità rurali altopolesane.
  2. ^ Franceschini, p.X.
  3. ^ Andrea Zerbini, In memoriam (PDF), su santafrancesca.altervista.org, Centro Storico Benedettino Italiano, gennaio-giugno 2014, p. 4. URL consultato il 23 maggio 2016.
  4. ^ Franceschini, p.IX.
  5. ^ a b Franceschini, p.XI.
  6. ^ Franceschini, p.XIII.
  7. ^ Dana E. Katz.
  8. ^ Franceschini, p.VII.
  9. ^ laNuovaFerrara.
  10. ^ S.E.A.Franceschini.
  11. ^ FRANCESCHINI Adriano, su quirinale.it, Presidenza della Repubblica, 2 marzo 1999. URL consultato il 13 settembre 2016.
    «Medaglia d'argento ai benemeriti della cultura e dell'arte»

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN27094605 · ISNI (EN0000 0000 8105 481X · SBN CFIV029944 · BAV 495/130581 · LCCN (ENnr89004325 · GND (DE136930719 · BNF (FRcb12097796s (data) · J9U (ENHE987007302984805171 · WorldCat Identities (ENlccn-nr89004325