Katsudō shashin: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Black Sky83 (discussione | contributi)
→‎Bibliografia: +cid in cita pubblicazione visto l'utilizzo di Cita nel corpo della voce
Black Sky83 (discussione | contributi)
→‎Riscoperta: Diviso in sottosezioni e aggiunto ulteriori info
Riga 38: Riga 38:


== Riscoperta ==
== Riscoperta ==
Nel dicembre 2004, un rivenditore di oggetti usati di Kyoto contattò Natsuki Matsumoto,{{efn|{{Nihongo2|松本 夏樹|Matsumoto Natsuki}}, 1952}}<ref name=":1" /> esperto di [[iconografia]] dell'[[Università di Osaka|Università delle Arti di Osaka]].<ref name=":2">{{Cita|Clements e McCarthy 2006|p. 169}}</ref> Il commerciante aveva ottenuto una collezione di pellicole e proiettori da un'antica famiglia di Kyoto e Matsumoto arrivò il mese successivo per ritirarla.<ref name=":1" /> La collezione comprendeva tre proiettori, undici pellicole da 35 mm e tredici diapositive in vetro per lanterne magiche.<ref name=":1" />


=== Ritrovamento ===
Quando Matsumoto trovò ''Katsudō Shashin'' nella collezione,<ref name=":2" /> la pellicola era in pessime condizioni.<ref name=":7">{{Cita|López 2012|p. 584}}</ref> Delle undici pellicole che comprendeva la collezione tre erano d'animazione occidentale;<ref name=":3">{{Cita|Litten 2014|p. 12}}</ref> ''Katsudō Shashin'' potrebbe essere stato realizzato imitando esempi di animazione tedesca o occidentale.<ref name=":3" /> Sulla base di prove come le probabili date di procuzione dei proiettori della collezione, Matsumoto e lo storico dell'animazione [[Nobuyuki Tsugata]]{{Efn|{{Nihongo2|津堅 信之|Tsugata Nobuyuki}}, 1968}} hanno stabilito che il film è stato probabilmente realizzato nel tardo [[periodo Meiji]] (1868-1912);<ref>{{Cita|Matsumoto e Tsugata 2006|p. 101}}; {{Cita|Matsumoto 2011|p. 115}}</ref> lo storico Frederick S. Litten ha suggerito il 1907 circa come probabile data<ref name=":4" /> e che "una data di produzione antecedente al 1905 o successiva al 1912 era improbabile".<ref name=":6" /> All'epoca, le sale cinematografiche erano rare in Giappone;<ref name=":5" /> le prove suggeriscono che ''Katsudō Shashin'' fosse stato prodotto in serie per essere venduto ai ricchi proprietari di proiettori domestici.<ref>{{Cita|Matsumoto 2011|pp. 116-117}}</ref> Il creatore della pellicola rimane sconosciuto;<ref name=":2" /> per Matsumoto, la qualità relativamente scarsa e la tecnica di stampa a bassa tecnologia indicano che probabilmente proveniva da una piccola società.<ref name=":6" />
Nel dicembre 2004, un rigattiere di Kyoto contattò Natsuki Matsumoto,{{efn|{{Nihongo2|松本 夏樹|Matsumoto Natsuki}}, 1952}}<ref name=":1" /> esperto di [[iconografia]] dell'[[Università di Osaka|Università delle Arti di Osaka]].<ref name=":2">{{Cita|Clements e McCarthy 2006|p. 169}}</ref> Il commerciante aveva ottenuto una collezione di pellicole e proiettori da un'antica famiglia di Kyoto e Matsumoto arrivò il mese successivo per ritirarla.<ref name=":1" /> La collezione comprendeva tre proiettori, undici pellicole da 35 mm e tredici diapositive in vetro per lanterne magiche.<ref name=":1" />


=== Datazione ===
La scoperta è stata ampiamente trattata dai media giapponesi.<ref name=":1" /> Data la data di creazione ipotizzata, il film sarebbe stato contemporaneo o addirittura precedente alle prime opere animate di Cohl e degli animatori [[J. Stuart Blackton]] e [[Winsor McCay]]. Il quotidiano ''[[Asahi Shinbun|Asahi Shimbun]]'' ha riconosciuto l'importanza della scoperta dell'animazione del periodo Meiji, ma ha espresso riserve sulla collocazione del film nella [[genealogia]] dell'animazione giapponese, scrivendo che è "controverso che ''Katsudō Shashin'' debba essere chiamato animazione in senso contemporaneo".<ref name=":7" />
Quando Matsumoto trovò ''Katsudō Shashin'' nella collezione,<ref name=":2" /> la pellicola era in pessime condizioni.<ref name=":7">{{Cita|López 2012|p. 584}}</ref> Delle undici pellicole che comprendeva la collezione tre erano d'animazione occidentale;<ref name=":3">{{Cita|Litten 2014|p. 12}}</ref> ''Katsudō Shashin'' potrebbe essere stato realizzato imitando esempi di animazione tedesca o occidentale.<ref name=":3" /> Sulla base di prove come le probabili date di procuzione dei proiettori della collezione, Matsumoto e lo storico dell'animazione [[Nobuyuki Tsugata]]{{Efn|{{Nihongo2|津堅 信之|Tsugata Nobuyuki}}, 1968}} hanno stabilito che il film è stato probabilmente realizzato nel tardo [[periodo Meiji]] (1868-1912);<ref>{{Cita|Matsumoto e Tsugata 2006|p. 101}}; {{Cita|Matsumoto 2011|p. 115}}</ref> lo storico Frederick S. Litten ha suggerito il 1907 circa come probabile data<ref name=":4" /> e che "una data di produzione antecedente al 1905 o successiva al 1912 era improbabile".<ref name=":6" /> La sua creazione successiva al 1912 è ulteriormente considerata improbabile da Litten e Matsumoto, poiché il prezzo della [[celluloide]] è aumentato da quel momento e la preparazione di tali cortometraggi non sarebbero stati più redditizi.<ref name=":6" /><ref>{{Cita|Matsumoto 2011}}</ref> Altre fonti, come il ''[[China Daily]]'', hanno ipotizzato una data anteriore al 1907, ma non hanno supportato o addirittura contraddetto la ricerca scientifica della scoperta.<ref>{{Cita|Clements 2013|p. 20}}{{Citazione|e altri a proclamare che il frammento di Matsumoto era ancora più antico (''[[China Daily]]'', 2005). [...] divenne chiaro che non c'erano prove a sostegno di queste affermazioni.|3=and others to proclaim that the Matsumoto Fragment was even older (China Daily 2005). […] it became clear that there was no evidence to back up the claims.|lingua=en|lingua2=it}}</ref> All'epoca, le sale cinematografiche erano rare in Giappone;<ref name=":5" /> le prove suggeriscono che ''Katsudō Shashin'' fosse stato prodotto in serie per essere venduto ai ricchi proprietari di proiettori domestici.<ref>{{Cita|Matsumoto 2011|pp. 116-117}}</ref> Il creatore della pellicola rimane sconosciuto;<ref name=":2" /> per Matsumoto, la qualità relativamente scarsa e la tecnica di stampa a bassa tecnologia indicano che probabilmente proveniva da una piccola società.<ref name=":6" />

Data la data di creazione ipotizzata, il film sarebbe stato contemporaneo o addirittura precedente alle prime opere animate di Cohl e degli animatori [[J. Stuart Blackton]] e [[Winsor McCay]].

=== Casi mediatici ===
La scoperta è stata ampiamente trattata dai media giapponesi.<ref name=":1" /> Il quotidiano ''[[Asahi Shinbun|Asahi Shimbun]]'' il 30 luglio 2005,<ref>{{Cita|Matsumoto e Tsugata 2006}}</ref> nonché il primo ad avere riportato l'informazione, ha riconosciuto l'importanza della scoperta dell'animazione del periodo Meiji, ma ha espresso riserve sulla collocazione del film nella [[genealogia]] dell'animazione giapponese, scrivendo che è "controverso che ''Katsudō Shashin'' debba essere chiamato animazione in senso contemporaneo".<ref name=":7" /> Nonostante la natura speculativa della data del cortometraggio, l'anno 1907 è largamente prevalso, soprattutto nel mondo [[anglofono]],<ref name=":8">{{Cita|Annett 2014}}</ref> attraverso i media e le piattaforme internet come [[YouTube]].<ref name=":8" />

I media hanno rapidamente ingigantito il significato dell'evento, trasformandolo dalla scoperta di un oggetto raro in qualcosa che avrebbe rivoluzionato la [[Storia dell'animazione|storia del cinema d'animazione]], suggerendo che il mezzo stesso fosse un'invenzione giapponese.<ref>{{Cita|Clements 2013|p. 20}}{{Citazione|i giornalisti hanno gonfiato la storia da semplice curiosità antica a scoperta che potrebbe sconvolgere il mondo degli studi sull'animazione, suggerendo che il mezzo stesso del film d'animazione potrebbe essere stato creato in Giappone.|3=journalists had inflated the story from that of a simple antique curio to a discovery that could rock the world of animation studies - suggesting that the medium of animated film itself might have been created in Japan|lingua2=it|lingua=en}}</ref> L'[[Circo mediatico|eccessiva mediatizzazione]] ha avuto luogo in Giappone e in alcune riviste di anime straniere.<ref>{{Cita|Clements 2013|p. 20}}{{Citazione|Alcune riviste straniere di anime hanno ripetuto con credulità l'annuncio|3=A few foreign anime magazines credulously repeated the hype|lingua=en|lingua2=it}}</ref>

Il filmato è stato scannerizzato e pubblicato su [[Internet]].<ref>{{Cita|Clements 2013|p. 20}}{{Citazione|Scannerizzato in un computer e messi in loop su Internet|3=Scanned into a computer and looped on the Internet|lingua=en|lingua2=it}}</ref>


== Note ==
== Note ==
Riga 52: Riga 62:


== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
*{{Cita libro|autore=Sandra Annett|titolo=Anime Fan Communities: Transcultural Flows and Frictions|url=https://books.google.com/books?id=ZLyYBgAAQBAJ&printsec=frontcove|anno=2014|editore=Springer|lingua=en|pp=28-30|cid=Annett 2014|ISBN=978-1-137-47610-4}}
*{{Cita libro|autore=Jonathan Clements|wkautore=Jonathan Clements|titolo=Anime: A History|url=https://books.google.com/books?id=LAMVCwAAQBAJ&pg=PA20|anno=2013|editore=[[British Film Institute]]|città=[[Londra]]|lingua=en|cid=Clements 2013|ISBN=978-1-84457-390-5}}
*{{Cita libro|autore=Jonathan Clements|wkautore=Jonathan Clements|autore2=Helen McCarthy|wkautore2=Helen McCarthy|titolo=The Anime Encyclopedia: A Guide to Japanese Animation Since 1917|anno=2006|editore=[[Stone Bridge Press]]|lingua=en|cid=Clements e McCarthy 2006|ISBN=978-1-84576-500-2}}
*{{Cita libro|autore=Jonathan Clements|wkautore=Jonathan Clements|autore2=Helen McCarthy|wkautore2=Helen McCarthy|titolo=The Anime Encyclopedia: A Guide to Japanese Animation Since 1917|anno=2006|editore=[[Stone Bridge Press]]|lingua=en|cid=Clements e McCarthy 2006|ISBN=978-1-84576-500-2}}
*{{Cita pubblicazione|autore=Frederick S. Litten|data=2013|titolo={{Nihongo2|招待研究ノート:日本の映画館で上映された最初の(海外)アニメーション映画について|Shōtai kenkyū nōto: Nihon no eigakan de jōei sareta saisho no (kaigai) animēshon eiga}}|rivista=The Japanese Journal of Animation Studies|volume=15|numero=1A|pp=27-32|lingua=ja|cid=Litten 2013|titolotradotto=Nota di ricerca su invito: sui primi film d'animazione (stranieri) proiettati nei cinema giapponesi}}
*{{Cita pubblicazione|autore=Frederick S. Litten|data=2013|titolo={{Nihongo2|招待研究ノート:日本の映画館で上映された最初の(海外)アニメーション映画について|Shōtai kenkyū nōto: Nihon no eigakan de jōei sareta saisho no (kaigai) animēshon eiga}}|rivista=The Japanese Journal of Animation Studies|volume=15|numero=1A|pp=27-32|lingua=ja|cid=Litten 2013|titolotradotto=Nota di ricerca su invito: sui primi film d'animazione (stranieri) proiettati nei cinema giapponesi}}

Versione delle 20:48, 29 gen 2023

Katsudō Shashin
Fotogramma finale del cortometraggio
Titolo originale活動写真
Lingua originalegiapponese
Paese di produzioneGiappone
Anno1907
Durata3 sec
Dati tecniciB/N e a colori
film muto
Generecommedia
Regiasconosciuto
Il Katsudō Shashin, anche detto Frammento di Matsumoto

Katsudō Shashin (活動写真? lett. "Immagini in movimento"), anche definito Frammento Matsumoto, è il più antico esempio di animazione giapponese conosciuta.

L'opera, dalla durata di tre secondi, mostra un giovane ragazzo vestito con un'uniforme da marinaio che scrive Katsudō Shashin. L'opera è stata presumibilmente realizzata tra il 1905 e il 1912 (secondo lo storico dell'animazione Frederick S. Litten nel 1907) e ritrovata nel dicembre 2004 dal ricercatore Natsuki Matsumoto in una collezione di film e proiettori a Kyoto, mentre l'autore risulta sconosciuto.

I fotogrammi sono stati disegnati usando il rosso e il nero tramite un dispositivo chiamato lanterna magica e la pellicola è stata fissata in un anello per la riproduzione continua.

Descrizione

Le due strisce che compongono il film

Katsudō Shashin consiste in una serie di immagini animate della durata di tre secondi, composta da cinquanta fotogrammi disegnati su una striscia di celluloide e con una frequenza dei fotogrammi di sedici fotogrammi al secondo.[1] Esso raffigura un ragazzino vestito da marinaio che scrive i kanji di Katsudō Shashin da destra a sinistra, poi si gira verso lo spettatore, si toglie il cappello e si inchina.[1] Katsudō Shashin è un titolo provvisorio dato che il suo vero titolo è sconosciuto.[2]

A differenza delle animazioni tradizionali, i fotogrammi non sono stati prodotti fotografando le immagini, ma bensì sono stati impressi sulla pellicola utilizzando uno stencil.[3] Ciò è stato fatto con un kappa-ban (合羽版?),[N 1] un dispositivo per stampare diapositive grazie alle lanterne magiche. Le immagini sono state disegnate utilizzando il rosso e il nero su una striscia di pellicola da 35 millimetri,[N 2][4] le cui estremità erano fissate ad anello per permetterne una visione continua.[5]

Genesi

Importazione di proiettori per l'animazione

Le prime scene animate venivano stampate in dispositivi ottici come lo zootropio che ha preceduto l'animazione cinematografica proiettata. Gebrüder Bing, un produttore tedesco di giocattoli presentò nel 1898 un cinematografo ad un festival del giocattolo a Norimberga; presto altri produttori di giocattoli vendettero dispositivi simili.[6] I film live-action per questi dispositivi erano costosi da produrre; forse già nel 1898 erano in vendita film animati per questi dispositivi, che potevano essere fissati in loop per una visione continua.[7] Le importazioni di questi dispositivi tedeschi apparvero in Giappone non prima del 1904;[8] le pellicole per questi dispositivi includevano probabilmente dei loop di animazione.[9]

Film d'animazione giapponesi come Namakura katana di Jun'ichi Kōuchi iniziarono ad apparire nelle sale nel 1917

La tecnologia del cinema proiettato giunse in Giappone dall'Occidente nel 1896-1897.[10] La prima proiezione di animazione straniera nelle sale giapponesi che può essere datata con certezza è quella di Les Exploits de Feu-Follet (lett. "Le gesta di Feu-Follet"),[N 3] risalente al 1911, dell'animatore francese Émile Cohl, presentato in anteprima a Tokyo il 15 aprile 1912. Le opere di Ōten Shimokawa, Seitarō Kitayama e Jun'ichi Kōuchi del 1917 furono i primi film d'animazione giapponesi a raggiungere gli schermi cinematografici.[11] I film sono andati perduti, ma alcuni sono stati ritrovati in versione "film giocattolo" (玩具?, gangu) per la visione domestica su proiettori a manovella; il più antico sopravvissuto è Hanawa Hekonai meitō no maki (塙凹内名刀之巻? lett. "Filmato della famosa spada di Hanawa Hekonai"), risalente 1917, intitolato Namakura katana nella sua versione domestica.[12]

Riscoperta

Ritrovamento

Nel dicembre 2004, un rigattiere di Kyoto contattò Natsuki Matsumoto,[N 4][3] esperto di iconografia dell'Università delle Arti di Osaka.[13] Il commerciante aveva ottenuto una collezione di pellicole e proiettori da un'antica famiglia di Kyoto e Matsumoto arrivò il mese successivo per ritirarla.[3] La collezione comprendeva tre proiettori, undici pellicole da 35 mm e tredici diapositive in vetro per lanterne magiche.[3]

Datazione

Quando Matsumoto trovò Katsudō Shashin nella collezione,[13] la pellicola era in pessime condizioni.[14] Delle undici pellicole che comprendeva la collezione tre erano d'animazione occidentale;[15] Katsudō Shashin potrebbe essere stato realizzato imitando esempi di animazione tedesca o occidentale.[15] Sulla base di prove come le probabili date di procuzione dei proiettori della collezione, Matsumoto e lo storico dell'animazione Nobuyuki Tsugata[N 5] hanno stabilito che il film è stato probabilmente realizzato nel tardo periodo Meiji (1868-1912);[16] lo storico Frederick S. Litten ha suggerito il 1907 circa come probabile data[2] e che "una data di produzione antecedente al 1905 o successiva al 1912 era improbabile".[9] La sua creazione successiva al 1912 è ulteriormente considerata improbabile da Litten e Matsumoto, poiché il prezzo della celluloide è aumentato da quel momento e la preparazione di tali cortometraggi non sarebbero stati più redditizi.[9][17] Altre fonti, come il China Daily, hanno ipotizzato una data anteriore al 1907, ma non hanno supportato o addirittura contraddetto la ricerca scientifica della scoperta.[18] All'epoca, le sale cinematografiche erano rare in Giappone;[5] le prove suggeriscono che Katsudō Shashin fosse stato prodotto in serie per essere venduto ai ricchi proprietari di proiettori domestici.[19] Il creatore della pellicola rimane sconosciuto;[13] per Matsumoto, la qualità relativamente scarsa e la tecnica di stampa a bassa tecnologia indicano che probabilmente proveniva da una piccola società.[9]

Data la data di creazione ipotizzata, il film sarebbe stato contemporaneo o addirittura precedente alle prime opere animate di Cohl e degli animatori J. Stuart Blackton e Winsor McCay.

Casi mediatici

La scoperta è stata ampiamente trattata dai media giapponesi.[3] Il quotidiano Asahi Shimbun il 30 luglio 2005,[20] nonché il primo ad avere riportato l'informazione, ha riconosciuto l'importanza della scoperta dell'animazione del periodo Meiji, ma ha espresso riserve sulla collocazione del film nella genealogia dell'animazione giapponese, scrivendo che è "controverso che Katsudō Shashin debba essere chiamato animazione in senso contemporaneo".[14] Nonostante la natura speculativa della data del cortometraggio, l'anno 1907 è largamente prevalso, soprattutto nel mondo anglofono,[21] attraverso i media e le piattaforme internet come YouTube.[21]

I media hanno rapidamente ingigantito il significato dell'evento, trasformandolo dalla scoperta di un oggetto raro in qualcosa che avrebbe rivoluzionato la storia del cinema d'animazione, suggerendo che il mezzo stesso fosse un'invenzione giapponese.[22] L'eccessiva mediatizzazione ha avuto luogo in Giappone e in alcune riviste di anime straniere.[23]

Il filmato è stato scannerizzato e pubblicato su Internet.[24]

Note

Esplicative
  1. ^ Mentre il processo di stampa era chiamato kappa-zuri (合羽刷り?).
  2. ^ Da allora la pellicola si è ridotta a 33,5 mm.Litten 2014
  3. ^ In giapponese ニッパルの変形?, Nipparu no Henkei
  4. ^ 松本 夏樹?, Matsumoto Natsuki, 1952
  5. ^ 津堅 信之?, Tsugata Nobuyuki, 1968
Fonti
  1. ^ a b (EN) Oldest Anime Found, su Anime News Network, 7 agosto 2005. URL consultato il 28 gennaio 2023 (archiviato il 2 febbraio 2007).
  2. ^ a b Litten 2014, p. 13
  3. ^ a b c d e Matsumoto 2011, p. 98
  4. ^ Matsumoto 2011, p. 116
  5. ^ a b (JA) staff di Asahi Shimbun, 日本最古?明治時代のアニメフィルム、京都で発見 [Il più antico del Giappone? Film anime dell'era Meiji scoperto a Kyoto], su China People's Daily Online, 1º agosto 2005 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2007).
  6. ^ Litten 2014, p. 9
  7. ^ Litten 2014, p. 10
  8. ^ Litten 2014, p. 14
  9. ^ a b c d Litten 2014, p. 15
  10. ^ Matsumoto 2011, p. 112
  11. ^ Litten 2013, p. 27
  12. ^ Matsumoto 2011, pp. 96-97
  13. ^ a b c Clements e McCarthy 2006, p. 169
  14. ^ a b López 2012, p. 584
  15. ^ a b Litten 2014, p. 12
  16. ^ Matsumoto e Tsugata 2006, p. 101; Matsumoto 2011, p. 115
  17. ^ Matsumoto 2011
  18. ^ Clements 2013, p. 20
    (EN)

    «and others to proclaim that the Matsumoto Fragment was even older (China Daily 2005). […] it became clear that there was no evidence to back up the claims.»

    (IT)

    «e altri a proclamare che il frammento di Matsumoto era ancora più antico (China Daily, 2005). [...] divenne chiaro che non c'erano prove a sostegno di queste affermazioni.»

  19. ^ Matsumoto 2011, pp. 116-117
  20. ^ Matsumoto e Tsugata 2006
  21. ^ a b Annett 2014
  22. ^ Clements 2013, p. 20
    (EN)

    «journalists had inflated the story from that of a simple antique curio to a discovery that could rock the world of animation studies - suggesting that the medium of animated film itself might have been created in Japan»

    (IT)

    «i giornalisti hanno gonfiato la storia da semplice curiosità antica a scoperta che potrebbe sconvolgere il mondo degli studi sull'animazione, suggerendo che il mezzo stesso del film d'animazione potrebbe essere stato creato in Giappone.»

  23. ^ Clements 2013, p. 20
    (EN)

    «A few foreign anime magazines credulously repeated the hype»

    (IT)

    «Alcune riviste straniere di anime hanno ripetuto con credulità l'annuncio»

  24. ^ Clements 2013, p. 20
    (EN)

    «Scanned into a computer and looped on the Internet»

    (IT)

    «Scannerizzato in un computer e messi in loop su Internet»

Bibliografia

  • (EN) Sandra Annett, Anime Fan Communities: Transcultural Flows and Frictions, Springer, 2014, pp. 28-30, ISBN 978-1-137-47610-4.
  • (EN) Jonathan Clements, Anime: A History, Londra, British Film Institute, 2013, ISBN 978-1-84457-390-5.
  • (EN) Jonathan Clements e Helen McCarthy, The Anime Encyclopedia: A Guide to Japanese Animation Since 1917, Stone Bridge Press, 2006, ISBN 978-1-84576-500-2.
  • (JA) Frederick S. Litten, 招待研究ノート:日本の映画館で上映された最初の(海外)アニメーション映画について?, Shōtai kenkyū nōto: Nihon no eigakan de jōei sareta saisho no (kaigai) animēshon eiga [Nota di ricerca su invito: sui primi film d'animazione (stranieri) proiettati nei cinema giapponesi], in The Japanese Journal of Animation Studies, vol. 15, 1A, 2013, pp. 27-32.
  • (EN) Frederick S. Litten, Japanese color animation from ca. 1907 to 1945 (PDF), su Litten de, 17 giugno 2014. URL consultato il 28 gennaio 2023 (archiviato il 14 luglio 2014).
  • (EN) López Antonio, A New Perspective on the First Japanese Animation, International Conference on Illustration and Animation (Conferenza internazionale sull'illustrazione e l'animazione), Confia, 29-30 novembre 2012. Atti pubblicati., IPCA, 2012, pp. 579-586, ISBN 978-989-97567-6-2.
  • (JA) Natsuki Matsumoto e Nobuyuki Tsugata, 国産最古と考えられるアニメーションフィルムの発見について?, Kokusan saikō to kangaerareru animēshon firumu no hakken ni tsuite [Sulla scoperta del più antico film d'animazione di produzione nazionale], in Eizōgaku, n. 76, 2006, pp. 86-105, ISSN 0286-0279 (WC · ACNP).
  • (JA) Natsuki Matsumoto, 映画渡来前後の家庭用映像機器 [Attrezzature video domestiche prima e dopo l'arrivo del cinema in Giappone.], in Kenji Iwamoto (a cura di), 日本映画の誕生?, Nihon eiga no tanjō [La nascita del cinema giapponese], Shinwa-sha, 2011, pp. 95-128, ISBN 978-4-86405-029-6, OCLC 759150685.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni