Valle del Niceto
Valle del Niceto | |
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Vista della valle da San Pier Niceto | |
Stati | Italia |
Regioni | Sicilia |
Province | Messina |
Località principali | Torregrotta Monforte San Giorgio San Pier Niceto |
Fiume | Niceto |
Cartografia | |
La Valle del Niceto (conosciuta anche come Piana di Torregrotta[1]) è una pianura costiera siciliana che giace alle pendici settentrionali dei monti Peloritani nella città metropolitana di Messina. Deve il suo nome all'omonimo torrente che ne solca il fondo. È luogo di produzione della sbergia[2].
Geografia
[modifica | modifica wikitesto]La valle costiera del Niceto si sviluppa da sud a partire dalla confluenza del torrente Bagheria nel Niceto digradando verso il mar Tirreno[3]. È delimitata ad oriente e ad occidente da due dorsali collinari trasversali al crinale peloritano[4]: la prima si diparte dal borgo di Roccavaldina chiudendosi ad est di Torregrotta[4]; la seconda digrada da San Pier Niceto raggiungendo la costa ad ovest della frazione Marina di Monforte San Giorgio[4]. L'andamento geomorfologico è pianeggiante con una ampiezza che supera il chilometro e una pendenza molto bassa[5]. Dal punto di vista litologico il territorio è costituito da uno strato di depositi alluvionali caratterizzati da miscele di ghiaia e ciottoli a legame sabbioso, con interstrati di limo sabbioso e argilloso[6]. Nella valle è notevole l'antropizzazione del territorio causata sia dalla rapida espansione della cittadina di Torregrotta[7], sia dall'attività agricola di tipo intensivo[7] costituita prevalentemente da colture orticole, come la patata[8]. Molto diffusi sono anche gli agrumeti e i frutteti di sbergie, varietà di pesche nettarine diffuse soltanto in questa piana siciliana[2][9].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La valle si originò nell'epoca geologica del Pleistocene superiore, circa 140.000 anni fa[2], grazie ai depositi alluvionali che nel corso dei secoli si andarono a stratificare strappando porzioni di territorio al mare. L'ambiente si presentava ricco di boschi nella parte alta e acquitrinoso nella parte vicino alla costa. Tre erano i fiumi che, scorrendo indipendenti, formavano un vasto delta: il Niceto, il Bagheria e il Lavina.
Con l'avvento dell'uomo, gli incontaminati boschi che frenavano l'irruenza dei fiumi furono progressivamente sostituiti da ampie porzioni di terreno destinate all'agricoltura e al pascolo degli animali, mentre la zona costiera rimase quasi del tutto disabitata sino all'inizio del XIX secolo quando furono intraprese grandi opere di bonifica: vennero infatti realizzati appositi canali di drenaggio, detti "saie", che convogliando le acque divennero dei veri e propri sistemi di irrigazione. Secondo una recente teoria, nell'area presso la foce del torrente Niceto si trovava un bacino artificiale alimentato da sorgenti di acque dolci perenni e collegato con il mare. Tale bacino venne battezzato dai Romani col nome di Nauloco e costituì luogo di rifugio e di messa a punto delle navi, divenendo poi famoso grazie alla battaglia, che da esso prese il nome, avvenuta nel 36 a.C. tra le flotte di Marco Vipsanio Agrippa e Sesto Pompeo. Il Nauloco fu in seguito sepolto dai detriti apportati dalle frequenti inondazioni dei fiumi e l'area fu abbandonata fin dal Basso Medioevo, soprattutto a causa della diffusione della malaria. Sebbene questa teoria non è concordemente accettata dagli storici, l'area in questione è conosciuta fin dal periodo romano col nome di Pantanum (da cui deriva il toponimo Pantano che ancora viene usato nella parte costiera della valle) e caratterizzata da acque sorgive molto copiose nel periodo estivo, fenomeno questo segnalato da Plinio il Vecchio nella sua opera Storia Naturale[10] e ampiamente documentato scientificamente negli anni ottanta[11]. Nel corso dei secoli diverse furono anche le inondazioni provocate dalle periodiche piene dei fiumi; l'ultima delle quali si verificò nell'inverno del 1839 quando, a causa dello straripamento del torrente Bagheria, vi fu una grande alluvione che provocò gravi danni ai terreni e alle abitazioni della parte alta di Torregrotta (contrada Grotta). Dopo questo evento vennero costruite diverse opere di contenimento ancor oggi visibili sebbene una parte di essi non assolve più al compito originario.
Flora
[modifica | modifica wikitesto]L'area del pantano di cui fa parte anche la valle, ed in particolar modo la zona costiera nei pressi della foce del Niceto, può essere annoverata «fra i principali siti per la conservazione della bio-diversità nel distretto dei Peloritani»[12]. Oltre ad una fitta vegetazione composta da specie botaniche comuni a gran parte degli ambienti palustri italiani come la cannuccia palustre (Phragmites australis), il giunco spinoso (Juncus acutus), il sedano d'acqua (Apium nodiflorum) e l'equiseto maggiore (Equisetum telmateja), si aggiungono diverse specie tipiche dell'ambiente peloritano[13]:
- grespino marittimo (Sonchus maritimus L. subsp. maritimus)
- piantaggine d’acqua (Alisma plantago-aquatica L.)
- Galium palustre L. subsp. elongatum Lange
- coltellaccio maggiore (Sparganium erectum L.)
- salcerella (Lythrum salicaria L.)
- gramignone minore (Glyceria spicata Guss.)
Grazie ad uno studio condotto dal Dipartimento di Botanica dell'Università di Messina, sono state rinvenute diverse specie non ancora note per la flora peloritana, tra le quali:
- giaggiolo acquatico (Iris pseudacorus L.) - specie inserita nella lista rossa regionale con lo status VU (vulnerabile)
- Lisca lacustre (Schoenoplectus tabaernemontani Palla) - specie rara
Fauna
[modifica | modifica wikitesto]Nella valle del Niceto nidificano numerose specie di avifauna[14]:
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A queste si aggiungono altrettante numerose specie di aviofauna migratoria non nidificante[15], che in questo luogo trovano il giusto habitat per la sosta annuale[2]. Tra queste anche i Cigni reali (Cygnus olor) il cui ultimo avvistamento risale al periodo tra febbraio e marzo 2006, quando negli ambienti palustri attigui alla foce del Niceto avvenne lo svernamento di uno stormo[16][17]. Nella valle sono presenti anche le seguenti specie animali: (divise per classe)
- Mammiferi[18]: martora (Martes martes), donnola (Mustela nivalis), riccio (Erinaceus europaeus), coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus), mustiolo (Suncus etruscus), topo selvatico (Apodemus sylvaticus), topolino delle case (Mus musculus domesticus).
- Rettili[19]: biacco (Hierophis viridiflavus) - serpi nira nel dialetto locale, biscia dal collare (Natrix natrix), ramarro (Lacerta bilineata), lucertola campestre (Podarcis sicula), gongilo (Chalcides ocellatus), geco comune (Tarentola mauritanica) - Scurpiuni nel dialetto locale, luscengola (Chalcides chalcides).
- Anfibi[20]: raganella (Hyla intermedia), discoglosso dipinto (Discoglossus pictus), rospo comune (Bufo bufo), rospo smeraldino (Bufotes viridis).
- Actinopterygii: anguilla (Anguilla anguilla). Ormai del tutto scomparsa dal fiume Niceto, si ipotizza una persistenza nelle saie (canali) della valle, soprattutto durante il periodo di riproduzione, quando gli esemplari adulti migrano dai fiumi e verso il mare mentre gli esemplari giovani risalgono contro corrente[16].
Suddivisioni amministrative
[modifica | modifica wikitesto]La valle del Niceto è territorialmente divisa fra 3 comuni che, con i loro territori, formano tre fasce latitudinali: Torregrotta occupa la fascia ad est, Monforte San Giorgio la fascia centrale, San Pier Niceto quella ad Ovest. Considerando ragioni storiche e geografiche, ad essi si possono aggiungere anche i comuni collinari di Roccavaldina[21] e Valdina[22]. Il principale centro della valle è Torregrotta, sia per numero di abitanti[23] che di attività economiche e servizi[24].
Infrastrutture e trasporti
[modifica | modifica wikitesto]La valle è servita da tutte le principali vie di collegamento della Sicilia Settentrionale. La Strada Statale 113 scorre quasi in prossimità della costa e da essa si dipartono le strade provinciali che collegano gli storici borghi collinari con le proprie frazioni marine e con Torregrotta:
- Strada Provinciale n. 58 di "Valdina"
- Strada Provinciale n. 59 "Torregrotta – Roccavaldina"
- Strada Provinciale n. 60 "Torregrotta – Monforte San Giorgio – Pellegrino"
- Strada Provinciale n. 61 di "San Pier Niceto"
Gli svincoli della Autostrada A20 attualmente più vicini sono quelli di Milazzo e Rometta. Dal 1999[25] vi è un progetto per la costruzione di un nuovo svincolo nel territorio del comune di Monforte San Giorgio, a soli 500 metri dal centro urbano di Torregrotta[26]. Altra arteria che serve la valle è l'asse viario A.S.I. (Milazzo - Torregrotta)[27].
L'unica stazione ferroviaria presente nella valle è la stazione di Torregrotta nella quale fermano diversi treni regionali[28] in circolazione lungo la linea ferrata Messina-Palermo. Quest'ultima dal 9 agosto 2009[29] scorre in nuova sede, con un tracciato interamente su viadotto e a doppio binario, in sostituzione dello storico tracciato a binario unico.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ ECCI, 2008, p. 460.
- ^ a b c d Crisafulli
- ^ Bacino idrografico della fiumara di Niceto, 2004, p. 18.
- ^ a b c Bacino idrografico della fiumara di Niceto, 2004, p. 12.
- ^ Bacino idrografico della fiumara di Niceto, 2004, p. 15.
- ^ Bacino idrografico della fiumara di Niceto, 2004, p. 32.
- ^ a b Mazzeo, 2012, p. 89.
- ^ Bacino idrografico della fiumara di Niceto, 2004, p. 20.
- ^ Antonino Bacarella, Agroalimentare e flussi turistici in Sicilia (PDF), Università degli studi di Palermo, 2003, p. 47. URL consultato il 16 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2006).
- ^ (LA) Plinio il Vecchio, Naturalis historia, su penelope.uchicago.edu, XXXI, 28. URL consultato il 15 gennaio 2016.«In Sicilia quidem circa Messanam et Mylas hieme in totum inarescunt fontes, aestate exundant amnemque faciunt»
- ^ Domenico Ryolo, Notizie sul territorio di Milazzo. Falda acquifera e storia geologica, Milazzo, Rotary Club Milazzo, 1980.
- ^ Crisafulli, Flora.
- ^ Crisafulli, Flora Naturale.
- ^ Crisafulli, Avifauna nidificante.
- ^ Crisafulli, Avifauna non nidificante.
- ^ a b Crisafulli, Fauna.
- ^ Cigni reali alla foce del Niceto, in Gazzetta del Sud, Società Editrice Sud, 05 febbraio 2006.
- ^ Crisafulli, Mammiferi.
- ^ Crisafulli, Rettili.
- ^ Crisafulli, Anfibi.
- ^ Coco, 1993, p.13
«[...] le sue origini (di Torregrotta), ed alcuni momenti storici, devono essere necessariamente ricollegate a quelle di Roccavaldina» - ^ Storia di Valdina, su comune.valdina.me.it, Sito ufficiale Comune di Valdina. URL consultato il 15 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ Censimento della popolazione 2011, su dati.istat.it, ISTAT. URL consultato il 6 febbraio 2013.
- ^ Censimento generale dell’industria e dei servizi 2001, su dwcis.istat.it, ISTAT. URL consultato il 6 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2013).
- ^ G.M., Svincoli, entro 30 giorni i progetti, in Gazzetta del Sud, Società Editrice Sud, 22 giugno 1999.
- ^ Alessandro Tumino, La viabilità per gli inerti del Ponte forse utile allo svincolo di Monforte, in Gazzetta del Sud, Società Editrice Sud, 18 dicembre 2010.
- ^ A.S.I. - Strade in esercizio nell’agglomerato di Milazzo, su asimessina.it. URL consultato il 29 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2013).
- ^ Quadro orario Stazione di Torregrotta, su prm.rfi.it. URL consultato il 1º ottobre 2012.
- ^ Chiude la linea storica Palermo-Messina tra Rometta e Pace del Mela, in ilpendolaremagazine.it, 04 agosto 2009. URL consultato il 1º ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Angelo Coco, Nino De Leo; Pietro Di Stefano; Pippo Pandolfo, Torregrotta, una storia ricostruita, Messina, ediz. EDAS, 1993, ISBN 88-7820-080-8.
- Guglielmo Scoglio, Monforte S.G. nell’antichità, Udine, L. Chiandetti, 1982.
- Mario Crisafulli, Aspetti storici, etno-antropologici, e naturalistici presso le foci del Muto e del Niceto, Legambiente Tirreno. URL consultato il 19 ottobre 2012.
- Pubbliedi, Enciclopedia Contemporanea - I Comuni d'Italia, 16, Sicilia, 2008.
- AA. VV., Bacino idrografico della fiumara di Niceto (ZIP), Regione Siciliana, 2004. URL consultato il 4 novembre 2012.
- Paolo Mazzeo, Note sulla rete idrografica del versante tirrenico della provincia di Messina (PDF), su Humanities, Università degli studi di Messina, gennaio 2012, pp. 82-93. URL consultato il 26 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).