Val Perino

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Val Perino
L'alta val Perino nella zona di Pradovera
StatiBandiera dell'Italia Italia
Regioni  Emilia-Romagna
Province  Piacenza
Località principaliTravo, Bettola, Farini, Coli
FiumePerino
Veduta aerea confluenza tra val Perino (a destra) e val Trebbia
Veduta aerea della Val Trebbia, dove il torrente Perino (a destra) confluisce nel fiume Trebbia (a sinistra)

La val Perino è una valle dell'Appennino ligure, formata dall'omonimo torrente affluente del fiume Trebbia e situata interamente in provincia di Piacenza.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

La val Perino è formata dall'omonimo torrente che nasce sui monti della Campagna[1] nel comune di Farini. Dalle sorgenti del torrente fino alla sua confluenza nel Trebbia lo sviluppo della valle è di circa 15 km.

La vallata è delimitata sul lato meridionale dalla vetta del monte Liscaro, sul lato occidentale dal crinale formato dai monti Capra, Poggio Alto e gruppo Concrena, e sul lato orientale dal monte Osero. Il paesaggio della val Perino è costituito da un'alternanza tra tratti dediti a coltivazioni e dalle pendenze moderate e tratti più ripidi e scoscesi[2].

Il passo Santa Barbara

Confina a est con la val Nure e a ovest con la val Trebbia.

Valichi[modifica | modifica wikitesto]

La vetta del monte Capra
Le cascate del Perino

La val Perino è messa in comunicazione con la val Trebbia tramite il passo Santa Barbara[3] e la Sella dei Generali[4] e con la val Nure tramite il passo della Cappelletta[5] e con la stessa Sella dei Generali.

Monti[modifica | modifica wikitesto]

Le vette principali della val Perino sono il monte Liscaro, il monte Capra, il monte Poggio Alto, il gruppo della Concrena e il monte Osero.

Idrografia[modifica | modifica wikitesto]

Il corso d'acqua principale della valle è il torrente Perino, affluente del fiume Trebbia, lungo circa 15 km. Nel medio corso il torrente scorre incassato in una stretta gola formando una dozzina di cascate, con salti che arrivano fino ai 12 m[2].

Gli affluenti principali del Perino sono il rio Fossato, il rio Pradovera e il rio della Maradina.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nella zona dell'alta valle, nei pressi del passo Santa Barbara, presso dei ripiani frutto dell'interramento di laghi glaciali, durante la fine del Mesolitico, furono presenti insediamenti di cacciatori che si spingevano qui dalla pianura seguendo le proprie prede[6].

Nel XII secolo viene costruito da parte del comune di Piacenza a Pradovera un castello, con lo scopo di controllare la zona di Appennino tra la val Trebbia e la val Nure e difendersi dalle potenti famiglie della zona, tra le quali spiccano i Nicelli. Nel corso del trecento la zona è teatro di scontri tra la fazione guelfa e quella ghibellina, fedele alla famiglia Pallavicino[7].

La famiglia Nicelli, detentrice del predominio sulla zona di Bettola costruisce nel 1400 un'imponente fortificazione, il castello di Erbia con la funzione di avamposto per precludere l'accesso alla strada dalla val Trebbia alla val Nure[8].

Nel 1438 Pradovera viene elevata a contea da parte del duca Filippo Maria Visconti con la concessione dell'investitura a Bartolomeo Anguissola. Nel 1519 la rocca viene scelta da parte di Pier Maria Scotti, detto il Buso, come base utilizzata dalle truppe a lui fedeli per condurre saccheggi nella zona[7]. Nel cinquecento il castello di Pradovera è distrutto da parte di truppe francesi[9].

In età napoleonica, con la creazione dei comuni la val Perino viene divisa tra i comuni di Travo, Coli e San Giovanni che, in seguito, si sarebbe unito con il comune di San Bernardino andando a formare il comune di Bettola. Nel 1867, con il regio decreto 4066, pubblicato in gazzetta ufficiale il 17 novembre, che sancisce la costituzione del comune di Farini, la frazione di Pradovera viene distaccata dal comune di Coli e assegnata al neonato comune[10][11].

A partire dall'età moderna molti castelli della valle iniziano a essere abbandonati; l'abbandono genera un progressivo decadimento delle loro condizioni di conservazione generando una serie di crolli: nel XIX secolo va in rovina la rocca di Pradovera[7], negli anni sessanta del XX secolo crolla il castello di Villanova, mentre nei primi anni del XXI secolo crolla il castello di Erbia[12].

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Castello di Erbia
Costruito intorno al 1400 ad opera di Pietro Nicelli con la funzione di avamposto lungo il percorso che univa la val Perino con la val Nure, il castello fu sottoposto a distruzioni da parte della famiglia Camia nel 1539 in seguito all'uccisione di Giovanni Camia da parte di membri della famiglia Nicelli. In seguito il forte divenne di proprietà della famiglia Gulieri a cui rimase fino ai primi del novecento. In pessime condizioni di conservazione, l'edificio è parzialmente crollato nei primi anni del XXI secolo[12].
Castello di Pozzo
Castello con una torre merlata su pianta quadrata, il cortile del fortilizio è contornato da antiche case in sasso; era un avamposto al vicino castello di Macerato.
Torre di Macerato
Ultima parte superstite di un più ampio castello risalente all'epoca alto-medioevale. Fu, a partire dal 1026, fu proprietà del monastero di S. Paolo di Mezzano, al quale rimase fino al XIII secolo, passando, poi, agli Anguissola e poi ai Caracciolo, i quali lo cedettero a agricoltori locali durante l'Ottocento[13].
Torre San Giovanni
Struttura difensiva situata nella località Bacchetti, nei pressi della frazione di Villanova, era in origine collegata al locale castello, andato gradualmente in rovina e definitivamente crollato negli anni sessanta del novecento[14].

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

L'alta valle è attraversata dalla strada provinciale 57 dell'Aserey che, partendo da Farini, in val Nure, raggiunge la val Perino valicando il passo della Cappelletta per poi raggiungere Coli, in val Trebbia, attraverso il passo Santa Barbara[15]. Nella parte bassa della valle la strada provinciale 39 del passo del Cerro si dirama dalla strada statale 45 di Val Trebbia nei pressi della foce del torrente Perino nel Trebbia risalendo la val Perino per, poi, raggiungere la val Nure dopo aver valicato il passo del Cerro[16].

La val Perino nei pressi di Aglio, frazione di Coli

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

La val Perino appartiene amministrativamente ai comuni di Bettola, Coli, Farini e Travo; Bettola e Farini comprendono porzioni territoriali su entrambe le sponde del torrente, mentre i territori dei comuni di Coli e di Travo si trovano rispettivamente sulla sponda sinistra e destra del Perino. Nessuno dei capoluoghi comunali si trova in val Perino.

La porzione di valle ricadente nei comuni di Bettola e Farini ha fatto parte della comunità Montana valli del Nure e dell'Arda, fino alla sua chiusura avvenuta nel 2013[17], analogamente la parte di valle compresa nei comuni di Travo e Coli ha fatto parte della comunità montana Appennino Piacentino, anch'essa sciolta.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Molossi, p. 360.
  2. ^ a b Camminate piacentine: le cascate del Perino, in PiacenzaSera, 14 giugno 2012.
  3. ^ Passo Santa Barbara, 1151m (Piacenza), su massimoperlabici.eu. URL consultato il 4 marzo 2020.
  4. ^ Sella dei Generali, 1211 m (Piacenza), su massimoperlabici.eu. URL consultato il 4 marzo 2020.
  5. ^ Passo della Cappelletta, 1036 m (Piacenza), su massimoperlabici.eu. URL consultato il 29 agosto 2019.
  6. ^ Camminate piacentine: grande anello al monte Aserei, in PiacenzaSera, 21 settembre 2013.
  7. ^ a b c Rocca di Pradovera, su valnure.info. URL consultato il 4 marzo 2020.
  8. ^ Artocchini.
  9. ^ Pradovera, su valnure.info. URL consultato il 4 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2019).
  10. ^ Regio decreto 17 novembre 1867, n. 4066
  11. ^ Alessandro Garilli, “Una storia lunga 150 anni tra guerre mondiali, migrazioni e alluvioni: auguri al Comune di Farini”, in Piacenza24, 28 dicembre 2017.
  12. ^ a b Marco Gallione, Castello di Erbia, su altavaltrebbia.net, 28 novembre 2012. URL consultato il 6 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 12 luglio 2021).
  13. ^ Marco Gallione, Torre di Macerato, su altavaltrebbia.net, 19 settembre 2012. URL consultato il 3 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 3 gennaio 2020).
  14. ^ Comune di Bettola, su turismoapiacenza.it. URL consultato il 6 dicembre 2019.
  15. ^ Provincia di Piacenza - servizio edilizia, progettazione infrastrutture e grandi opere (PDF), su provincia.piacenza.it. URL consultato il 5 marzo 2020.
  16. ^ Ferraris, pp. 58-61.
  17. ^ La regione scioglie ufficialmente la comunità montana valli Nure e Arda, in Libertà, 25 giugno 2013.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Carmen Artocchini, Castelli Piacentini, Piacenza, Edizioni TEP, 1967.
  • Alberto Ferraris, Passi e valli in bicicletta. Emilia Romagna - Province di Piacenza, Parma e Reggio Emilia, Ediciclo editore.
  • Lorenzo Molossi, Vocabolario topografico dei ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, Parma, Tipografia Ducale, 1832-1834.

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