Utente:Tuttoleone64/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Chiesa dell'Immacolata Concezione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneCalabria
LocalitàFagnano Castello
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
Consacrazione1580
Stile architettoniconeoclassico e barocco
Inizio costruzione1551
Completamento1580

La chiesa dell'Immacolata Concezione è una chiesa parrocchiale e santuario mariano situata a Fagnano Castello. Essa fa parte della diocesi di San Marco Argentano-Scalea, appartenente alla regione ecclesiastica Calabria.

Considerata la chiesa madre del comune, essa è posizionata nella parte più elevata rispetto alla conformazione urbana del tempo e attigua a quello che era il palazzo feudale dei Sanseverino, presenta la facciata prospiciente all'odierna piazza Alfonso Splendore e ad angolo con via Persano. L'impianto ha sviluppo longitudinale lungo un asse di direzione est-ovest e due ingressi, quello principale rivolto a levante con la quota pavimento rialzata di circa 2 metri dal piano strada a cui si accede attraverso una gradinata ed uno secondario su via Persano.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa sorge nel cuore di Fagnano Castello. Le notizie riguardanti la Chiesa Madre sono poche e non molto documentate, specialmente se riferite all'inizio dei lavori, che verosimilmente dovrebbero essere iniziati e completati dal II barone di Fagnano, Filippo Antonio Falangola (... – 1600)[1].

Secondo la tradizione si racconta che, nel 1551, il popolo di Fagnano si unì nella costruzione della chiesa (verosimilmente un'ampliazione di una chiesa preesistente[2]) per aiutare una povera donna, afflitta dal malessere da cui suo figlio era tormentato. Secondo questo racconto, la madre, triste e disperata, rivolse una preghiera a Maria con sincero proponimento di far sorgere un tempio in suo nome affinché suo figlio sia salvato. Così tutti i fagnanesi vollero offrire il braccio e l'avere per l'erezione del Tempio con amore sincero, e dopo trent'anni la chiesa fu completata ed inaugurata dall'allora Vescovo della diocesi di San Marco Argentano, Monsignor Giovanni Antonio Grignetta[2]. Costui, proveniente da Sessa Aurunca, si insediò a San Marco Argentano il 26 giugno 1578 e amministrò la diocesi per solo 7 anni a causa della sua morte sopraggiunta nel 1585[3]. Non è sicura la data di consacrazione della chiesa, ma il 13 febbraio 1580 la chiesa viene già definita parrocchiale[3], in occasione della morte del rettore Alessandro Pancaro e della successione del suo titolo al parroco Petruccio Gargisio, mandato da papa Gregorio XIII[3].

La chiesa, presumibilmente, subì dei danni, con il terremoto del 27 marzo 1638[3], considerati tra i più disastrosi nella Calabria.

Veniamo a conoscenza che nel 1665 al Sinodo Diocesano di San Marco, indetto dal vescovo Teodoro Fantoni, per la parrocchia di Fagnano partecipa come vicario foraneo don Francesco de Arena[4]. Nel 1686, su una popolazione di 1400 abitanti, la chiesa era amministrata da nove sacerdoti e da tre in Sacris[4], ed il titolare della parrocchia è l'arciprete don Carlo de Avolio[4]. Nel 1723 vediamo come titolare della parrocchia l'arciprete don Serafino Firrao, che viene eletto dall'allora vescovo di San Marco, Bernardo Cavaliere, esaminatore sinodale[4]. I Firrao, famiglia di origini italo-bizantine[5] ma oramai diventata napoletana, comprarono il baronato di Fagnano dai Falangola nel 1622, tenendolo fino al 1806[6], anno in cui vengono indette le leggi eversive della feudalità da Giuseppe Bonaparte.

Nonostante il clero di Fagnano, insieme a Belvedere, Diamante e San Sosti, risulta fra quello più ricco nella diocesi di San Marco[7], si ha notizia delle pessime condizioni in cui viene a trovarsi l'edificio nel 1744. Infatti nelle Relationes ad limina del Vescovo Alessandro Magno è riportato che la chiesa è talmente malridotta che bisognava ripararla per non causare danni a persone passanti sotto essa[7]. Il restauro avvenne per opera del parroco don Nilo Abate in una data incerta tra il 1750 e 1763[7]. La chiesa nel 1773 percepiva da parte del comune 15 ducati per il riparo della chiesa[7]. I lavori vennero seguiti da un certo Martino[8]. È difficile cercare di ricostruire l'aspetto dell'edificio religioso prima dell'intervento ma, molto verosimilmente, è con esso che si trasforma, adeguando il suo interno ad uno stile tardo barocco. Nelle Relationes ad limina del Mons. Brescia del 1763 descrive la chiesa così:

(LA)

«[...] que noviter, ae moderna forma constructa [...]»

(IT)

«[...] ed ultimamente, costruita nella moderna forma [...]»

Questa descrizione è riferita proprio agli elementi architettonici e decorativi che rappresentano i caratteri fondamentali dell'architettura sacra di quel periodo.

Il 30 ottobre 1755 nella chiesa dell'Immacolata si insedia la Confraternita del SS. Sacramento, retta a sua volta da un proprio procuratore che doveva "con fedeltà amministrare le entrate della Congregazione" eretta nel suo interno.

Con il terremoto del 28 Marzo 1783 che sconvolse tutta la Calabria, anche se non si ebbero morti nel centro, Fagnano viene citato fra i comuni che "patirono lesioni considerevoli", con 10 case rese inabitabili e altre 46 lesionate compresa la chiesa e il Convento dei Minori[9]. La richiesta di aiuto, da parte della curia di San Marco, all'appena nata Cassa sacra viene respinta dalla Regia Camera della Sommaria poiché "nella provincia non sia seguita distruzione di alcun paese rovinato dal flagello del tremuoto"[10].

Invece l'edificio religioso non subì danni durante la scossa del 12 ottobre del 1835, registrata verso le ore 13:00 con epicentro nei pressi di Castiglione Cosentino e di San Pietro in Guarano[11]. Nonostante si trattò di una scossa abbastanza violenta, che provocò numerosi danni in tutto il Cosentino, le cui repliche, molto forti, continuarono nella stessa giornata e nei giorni successivi, la comunità fagnanese ne uscì indenne[11].

Durante il terremoto del 1905 la chiesa subì danni all'arco della murata a destra sovrastante al battistero. Si lesionò in diversi punti e per evitare un possibile crollo fu fatto puntellare dal funzionario del Genio Civile addetto ai lavori nel comune[12].

Nonostante i recenti interventi avvenuti 10 anni prima, nel 1939 il giovane novello don Olindo Settimio Tocci trova la chiesa in condizioni disperate: in prossimità dell'altare maggiore erano cresciute delle piantine di castagno, il pavimento, realizzato in battuto di cemento, completamente avallato e divelto, in prossimità del presbiterio vi era un vuoto da cui si vedevano le ossa dei defunti per l'apertura dell'ossario e la torre campanaria era priva di qualsiasi collegamento verticale, inoltre la travatura del tetto, essendo rotta, lasciava penetrare la pioggia nel suo interno[13]. Il prete Tocci chiuse la chiesa al culto, e iniziò i lavori di restauro portando la chiesa alle attuali condizioni di decoro[14]. L'avvenimento è ricordato da una lapide, posta sul lato sinistro dell'entrata principale, all'interno.

L'ultimo restauro avvenne il 2007.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

La Chiesa è costituita da tre navate concluse da tre absidi a forma semicircolare con copertura a calotta. La navata centrale, raddoppiata nelle dimensioni e più alta rispetto alle laterali, è sormontata da una volta a botte unghiata in cui si aprono lunettoni contenenti delle finestre strombate, poste sopra il cornicione, che danno luce all'edificio.

Facciata[modifica | modifica wikitesto]

La facciata, in stile neoclassico, ingloba sul lato destro la torre campanaria; sulla stessa sono presenti sei lesene nella parte inferiore e quattro in quella superiore terminanti con capitelli in stile corinzio: opera di artisti locali della scuola Barone. Nella parte superiore è presente una monofora con mosaico vitreo dell’Immacolata. L'interno trinavato è diviso da pilastri rettangolari collegati da archi a tutto sesto.

Avvennero molti interventi alla facciata durante l'ultimo secolo. Nel 1921, il desiderio di vedere la chiesa "rinnovata in ogni sua parte, avere quei caratteri di bellezza artistica che formano l'orgoglio di altri popoli e rispondere all'armonia della nostra fede" portò un gruppo di cittadini a costituire "Il comitato dei restauri Pro Chiesa Parrocchiale di Fagnano Castello", presieduto dal prof. Attilio Spinicelli[15]. Le motivazioni dell'iniziativa, con le sue finalità, furono raccolte in un opuscoletto presentato alla popolazione il 10 luglio 1921, all'interno di esso era inserita la scheda per la raccolta delle oblazioni e le indicazioni per l'invio delle offerte che oltre al Presidente del comitato potevano essere versate alla locale Cassa Rurale[15]. In copertina fu riprodotto il prospetto dell'edificio realizzato da Eduardo Barone. Dell'azione fu reso partecipe il vescovo Salvatore Scanu, il quale con una missiva del 15 agosto 1921 oltre al plauso per l'iniziativa, concesse "con la Pastorale Benedizione, l'indulgenza di 50 giorni per quanti daranno generosamente il loro concorso"[15]. I risultati vennero ottenuti in breve tempo: il 19 settembre 1921 iniziarono i lavori[16]. Attraverso lo scambio epistolare dei prelati, veniamo a conoscenza che, sebbene a più riprese, i lavori continuarono fino al 1926, data in cui si era "dovuto dolorosamente sospendere a causa della crisi economica che travagliava la popolazione"[16].

Portale[modifica | modifica wikitesto]

All'esterno l'ampio portale dà magnificenza e risalto alla facciata[17]. L'infisso, a due battenti in legno di noce intagliato, è formato da otto pannelli quadrati simmetricamente contrapposti rispetto all'asse centrale, poggiati su uno zoccolo e contenuti da una cornice perimetrale[17]. Ne accentua l'eleganza un fregio continuo ad elementi vegetali interrotto da piccoli pannelli a motivi floreali che scandiscono la ripartizione dei riquadri. Ognuno di essi all'interno di una cornice ornata da ovuli e da elementi floreali contiene un pannello in bronzo[17].

Opera degli allievi della Scuola d'Arte Eduardo Barone, non fu mai completato perché non vennero realizzati i pannelli, ideati in legno, da collocare negli appositi riquadri, pertanto, rimase nei locali della scuola per molto tempo[17]. Negli anni 70 il desiderio di vederlo collocato al suo posto spinse i parrocchiali, con il sostegno dell'offerte, ad acquistare dei bassorilievi in bronzo, ma il portale continuò ugualmente a giacere per molti anni a terra nella navata laterale sinistra "perché non si è trovato un falegname capace di metterlo a posto"[17]. Negli anni 90 finalmente fu messo a dimora[17].

I pannelli, opera dell'artista Merendoni, raffigurano, nella serie posta a sinistra, quattro dei cinque Misteri Gaudosi. Manca il quinto dei Misteri, lo Smarrimento e ritrovamento di Gesù tra i dottori del tempio, analogamente al battente di sinistra.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

Navata centrale[modifica | modifica wikitesto]

La navata centrale è decorata con affreschi e stucchi, modanature, cornici, fregi a motivo floreale, capitelli, ne sottolineano le membrature portanti, esaltandone nella plasticità. Il ritmo compositivo della sovrastruttura decorativa acquista maggiore consistenza sulla sommità degli archi, infatti, ai motivi vegetali si aggiungono, altri elementi decorativi corrispondenti una coppia di puttini alati con corposi festoni; inoltre nell'estradosso degli archi, decorazioni rispondono a definitivi motivi geometrici.

Sopra la trabeazione grandi fasci di archi a botte schiacciata, corrispondenti al ritmo delle campate laterali, creano una ripartizione della volta in spazi nei quali sono stati realizzati dei dipinti che insieme agli elementi floreali in stucco conferiscono movimento alla volta. (PROTOTIPO, LE IMMAGINI NON SONO QUELLE GIUSTE)

  • Arcangelo Michele: Nella parte sopra l'ingresso si trova un raffigurante l'Arcangelo Michele trionfate contro le schiere del male. L'Arcangelo, sceso nel fuoco dell'inferno, è rappresentato con il piede sul petto del demone sconfitto insieme ad altri corpi giacenti di cui uno in evidente stato di terrore[18]. Ha tra le mani la bilancia e la spada insanguinata, simboli comuni dell'Arcangelo Michele. Il dipinto, prima dell'intervento conservatorio si presentava in cattivo stato, specialmente sotto l'aspetto cromatico, visto la mancanza di colore dovute all'umidità del muro. Il suo restauro, pertanto, è consistito prevalentemente nel ripristino pittorico.
  • Assunzione: Al centro del soffitto della navata campeggia il grande dipinto raffigurante l'Assunzione al cielo della Vergine Maria. Racchiusa in una cornice mistilinea in stucco, la rappresentazione, ricca di personaggi, raffigura la Vergine portata in volo da uno stuolo di angeli, mentre in basso sono posizionati, intorno al sepolcro ormai vuoto, gli apostoli in diversi atteggiamenti di sorpresa e contemplazione. L'opera, che riprende quelli che sono i caratteri di Francesco Solimena, è stato attribuito ad un ignoto pittore meridionale, forse della fine del XVIII secolo, da quanto riportato da Eduardo Barone un certo Giuliani del quale altro non dice[19]. Le dimensioni del dipinto sono 6.00x3.00 metri. Durante l'ultimo restauro avvenuto nel 2007, erano presenti macchie create dall'umidità nell'interno dell'edificio, che avevano inoltre reso friabile la superficie e ne aveva alterato i colori.
  • Sacra Famiglia: In corrispondenza del transetto, in una cornice mistilinea con elementi vegetali alle estremità che agganciano la decorazione alle unghie riprodotte sulla volta, è dipinto San Giuseppe beato. La scena raffigura la Sacra Famiglia, nel momento della morte di San Giuseppe. IL vecchio falegname disteso sul letto, con le braccia cadenti, ha il capezzale Maria che lo guarda mentre Gesù, tra l'Arcangelo Michele ed un altro angelo sullo sfondo, lo benedice. Prima del più recente restauro, questo era l'unico dipinto che si presentava in buono stato di conservazione, sebbene erano presenti palesi tracce di sporco e una lesione obliqua lo attraversava per tutta la scena. Il suo restauro, pertanto, è consistito, nelle parti interessate dalla lesione, nella stuccatura a base di malta in polvere, nella rimozione della patina di sporco e nel consolidamento del colore originale[20].

Abside centrale[modifica | modifica wikitesto]

L'abside centrale riprende sul muro i motivi decorativi della navata con la continuazione del cornicione sorretto dalle paraste. Inferiormente un altro cartiglio, a motivo vegetale, arricchisce la composizione e sopra di esso, nella parte alta centrale dell'abside, a coronamento, è posta incastonata la tela che raffigura la Vergine Immacolata. La riproduzione pittorica, di dimensioni 1.98 x 1.42 metri, rappresenta al centro Maria Immacolata coronata di stelle sopra le nuvole, con il viso a 3 quarti, leggermente inclinato e sguardo verso il basso per la sua discesa sulla terra; la Madonna è attorniata da uno stuolo di angeli, che recano i simboli delle laudi mariane ed il piede sinistro che schiaccia la testa del serpente. In alto il Padre Eterno regge il mondo. Nella parte inferiore, il propagarsi delle nuvole mostra uno squarcio di cielo che lascia intravedere un agglomerato urbano a cui fa da sfondo un paesaggio marino mentre, in primo piano ed in controluce, svetta una torre, paesaggio idealizzato di soggetto italiano, probabilmente lo scorcio del paese d'origine del suo autore. Il dipinte è databile tra il XVII-XVIII secolo ed è da attribuire ad un buon pittore, forse napoletano, che riprende quelli che sono gli schemi compositivi giordaneschi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gennaro Sinimarco, Pasqualino Magno, Fagnano Castello La Storia dal 989 al 2009, 2009, pp. 50
  2. ^ a b Albino Gallo, La chiesa matrice Immacolata Concezione di Fagnano Castello: storia e restauri, 2014, pp. 15
  3. ^ a b c d Albino Gallo, La chiesa matrice Immacolata Concezione di Fagnano Castello: storia e restauri, 2014, pp. 16
  4. ^ a b c d Albino Gallo, La chiesa matrice Immacolata Concezione di Fagnano Castello: storia e restauri, 2014, pp. 17
  5. ^ Famiglia Firrao, su nobili-napoletani.it.
  6. ^ Gennaro Sinimarco, Pasqualino Magno, Fagnano Castello La Storia dal 989 al 2009, 2009, pp. 22
  7. ^ a b c d Albino Gallo, La chiesa matrice Immacolata Concezione di Fagnano Castello: storia e restauri, 2014, pp. 21
  8. ^ Albino Gallo, La chiesa matrice Immacolata Concezione di Fagnano Castello: storia e restauri, 2014, pp. 22
  9. ^ Albino Gallo, La chiesa matrice Immacolata Concezione di Fagnano Castello: storia e restauri, 2014, pp. 47
  10. ^ Albino Gallo, La chiesa matrice Immacolata Concezione di Fagnano Castello: storia e restauri, 2014, pp. 48
  11. ^ a b Albino Gallo, La chiesa matrice Immacolata Concezione di Fagnano Castello: storia e restauri, 2014, pp. 49
  12. ^ Albino Gallo, La chiesa matrice Immacolata Concezione di Fagnano Castello: storia e restauri, 2014, pp. 50
  13. ^ Albino Gallo, La chiesa matrice Immacolata Concezione di Fagnano Castello: storia e restauri, 2014, pp. 83
  14. ^ Luigi Cordasco, Fagnano Castello, 1994, pp. 59
  15. ^ a b c Albino Gallo, La chiesa matrice Immacolata Concezione di Fagnano Castello: storia e restauri, 2014, pp. 64
  16. ^ a b Albino Gallo, La chiesa matrice Immacolata Concezione di Fagnano Castello: storia e restauri, 2014, pp. 66
  17. ^ a b c d e f Albino Gallo, La chiesa matrice Immacolata Concezione di Fagnano Castello: storia e restauri, 2014, pp. 167
  18. ^ Albino Gallo, La chiesa matrice Immacolata Concezione di Fagnano Castello: storia e restauri, 2014, pp. 125
  19. ^ Albino Gallo, La chiesa matrice Immacolata Concezione di Fagnano Castello: storia e restauri, 2014, pp. 126
  20. ^ Albino Gallo, La chiesa matrice Immacolata Concezione di Fagnano Castello: storia e restauri, 2014, pp. 128