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Claudio Marenzi (Arona, 10 febbraio 1962) è un imprenditore e dirigente d'azienda italiano, presidente, amministratore delegato e direttore creativo dell'azienda Herno SpA e presidente di Pitti Immagine.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato ad Arona, è figlio di Giuseppe Marenzi (1924-2012)[1], fondatore dell'azienda di moda Herno SpA e sindaco della città di Lesa, sul Lago Maggiore, dal 1970 al 1990, e di Alessandra Diana, che insieme rilevarono un'antica fabbrica del Novecento e nel 1948 iniziarono a produrre impermeabili inventando una nuova tecnica che impiegava l'olio di ricino. Ha due fratelli, Massimo, laureato all'università Bocconi, che oggi si occupa della gestione finanziaria del Gruppo e Giorgio che, laureato in giurisprudenza, è responsabile del settore di produzione per conto di terzi.[2]

Dopo essersi diplomato nel 1984, Marenzi ha intrapreso la Facoltà di Filosofia all'Università Statale di Milano ma non ha mai terminato gli studi accademici perché in giovane età ha iniziato a lavorare per l'azienda di famiglia.[3] Durante il periodo universitario ha frequentato l'Istituto Secoli di Milano, scuola di alta formazione nell'ambito moda e design.[4]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Il percorso in Herno[modifica | modifica wikitesto]

Dopo gli studi, nel 1985 Marenzi ha iniziato a lavorare in Herno prima come responsabile dei tempi e delle modalità di lavorazione e, nel 1990, come responsabile di produzione per poi, due anni dopo, essere nominato consigliere delegato allo Sviluppo strategico della comunicazione e responsabile del marketing generale.[5] A tale carica si è poi aggiunta quella di Direttore Generale dell’azienda.[6]

Nel 2007 è diventato Amministratore Delegato dell'azienda, rilevandone il 51% e avviando sin dall’inizio un’operazione di ristrutturazione e modernizzazione dell’azienda investendo in tecnologie di produzione e materiali innovativi e sostenibili e in un restyling di prodotti e strategie di marketing.

Nel 2012 Marenzi ha acquisito ulteriore capitale rilevando le quote dei fratelli, non più interessati all’impresa, diventando così azionista di maggioranza assoluta.[5] Lo stesso anno è diventato Presidente unico e direttore creativo di Herno e ha dato inizio a un progetto di riorganizzazione e slancio dell’azienda di famiglia, ampliando la sede storica di Lesa e aprendone una ulteriore in Sicilia, dove ha creato una rete di laboratori di confezione.[7] 

Marenzi ha dato un forte impulso all’azienda, avviando un processo di internazionalizzazione in più di 80 Paesi nel mondo, con una quota export del 70%. Nel 2015 ha fondato anche Herno USA Inc. Sotto la sua guida, l’azienda è passata da un fatturato di 7 milioni di euro nel 2007, anno di inizio del suo mandato, a più di 130 milioni nel 2019, portandola ad entrare nella classifica delle “30 Top Aziende Italiane” nel settore moda.[5]

Dopo l’abbandono del CEO Roberto Giordani, nel 2022 Marenzi ha acquisito il 55% delle quote di Montura, brand di abbigliamento sportivo e sciistico, entrando così nel segmento di mercato dell’active wear. Tramite questa operazione è diventato il socio di maggioranza dell’azienda, a fianco della famiglia Agnelli, a capo della holding Exor e della famiglia Pao Cheng, proprietaria della compagnia di investimenti WWICL di Hong Kong, che rappresentano insieme il restante 45%.[8]

Impegno per il sistema moda italiano[modifica | modifica wikitesto]

Dopo esserne stato vicepresidente dal 2002 al 2004, dal 2005 è anche Presidente di Classico Italia, consorzio di moda maschile fondato a Firenze nel 1986 che negli anni ha unito importanti aziende italiane come Brunello Cucinelli, Kiton e Gallo e che sostiene il made in Italy e le piccole realtà artigianali. Alla sua guida, Marenzi ha intrapreso azioni di promozione e sostegno della filiera della moda italiana in ottica di sviluppo economico, puntando sul rafforzamento dei connotati di artigianalità, creatività, tradizione ed etica che la contraddistinguono e portando la Holding a realizzare all’estero il 70% del suo giro di affari.

Nel marzo 2013 è stato eletto Presidente di Sistema Moda Italia, federazione di oltre 47mila aziende, che rappresenta il made in Italy nel mondo. Durante il suo mandato ha attuato un piano di supporto e rilancio economico del sistema fieristico e incentivato progetti di reshoring, incentivando il rientro in Italia delle aziende che si erano delocalizzate in Paesi esteri e supportando le imprese italiane del settore.

La sua carica è durata fino al 2017, anno in cui è diventato il primo presidente di Confindustria Moda, che rappresenta oltre 64mila imprese del made in Italy. La federazione, creata lo stesso anno sotto l’impulso di Marenzi, è nata dalla fusione di organi preesistenti, fra cui SMI stessa e dall’intuizione di Marenzi e di altri fondatori di creare una sede che facilitasse il dialogo e l’integrazione tra i diversi attori della filiera, dai funzionari agli imprenditori, e con le istituzioni italiane ed europee, differenziandosi così dal duopolio francese e dalla statalizzazione delle associazioni di settore in Cina e dalla necessità di tutelare in modo più unitario l’industria italiana della moda, del tessile e dell’accessorio nel mondo. Marenzi è rimasto alla presidenza fino al 2020.

Nel 2016 è stato nominato Presidente di EMI (Ente Moda Italiana) con un mandato di tre anni durante il quale, nell’ottica di rafforzare il sistema fieristico, ha promosso l’organizzazione di fiere di moda su territorio internazionale, tra le quali Côterie a New York e Rooms a Tokyo e la partecipazione di piccole e media imprese italiane per supportare il sistema moda italiano nel mondo.

Il 31 maggio dello stesso anno è stato eletto Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per il settore Industria, riconoscendo l’impegno e la dedizione di Marenzi in qualità di rappresentante e figura di spicco della filiera della moda italiana e le capacità imprenditoriali del trasformare Herno da una piccola realtà locale a un’azienda internazionale e innovativa per l’intero settore. Prima di lui, il padre era stato insignito dello stesso riconoscimento nel 1996.

Per il triennio 2015-2017 è stato anche Consigliere di CFMI (Centro di Firenze per la Moda Italiana).

Dal 2017 è anche presidente di Pitti Immagine, fiera mondiale della moda maschile, impegnandosi a favorire il dialogo tra produzione, distribuzione e comunicazione del settore moda italiano e tutelare la filiera italiana. A capo di Pitti, nel 2020 Marenzi ha introdotto Pitti Connect, piattaforma digitale nata in concomitanza con l’emergenza pandemica di Covid-19 che unifica le sfilate e le manifestazioni dedicate all’abbigliamento maschile, junior e filati, che poi ha deciso di mantenere, favorendo la digitalizzazione del sistema moda. Nel gennaio 2022, nonostante la crisi pandemica, decide di inaugurare l’edizione 101 della fiera, contribuendo alla ripresa del mercato della moda italiano.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2020 ha avviato un progetto parallello all’impegno in Herno e ha fondato, assieme al creatore di Altea Federation Andrea Rustica, la piattaforma IT di tecnologia informativa BeSight, volta informatizzare le piccole e medie imprese del settore del tessile, della moda e del lusso che necessitano di coniugare tradizione e innovazione, diventando uno strumento di trasformazione digitale delle stesse.

Impatto e traguardi in campo sociale e sostenibile[modifica | modifica wikitesto]

Impegno in campo sostenibile[modifica | modifica wikitesto]

Marenzi si è pubblicamente dichiarato contrario al fenomeno del greenwashing, denunciando qualsiasi utilizzo e sfruttamento della sostenibilità a mero scopo mediatico ed economico. È stato uno dei primi a parlare di sostenibilità in Italia nei primi anni 2000, quando l’attenzione ai criteri ESG (Environmental, Social and Governance) era ancora minima. Durante gli anni alla presidenza di Sistema Moda Italia ha promosso l’instaurazione della Commissione Sostenibilità, Ricerca e Innovazione della moda italiana assieme al ministro Calenda, all’epoca vice-ministro, che ha istituito una metrica unica di qualità e sostenibilità che definisca gli standard di produzione del mercato moderno.

Nel 2013 ha intrapreso il primo studio in Europa su prodotti e processi produttivi eco-sostenibili insieme al gruppo chimico Radici Group e al produttore di tessuti Eurojersey, con i quali nel 2014 ha presentato a Bruxelles il progetto PEF (Product Environmental Footprint), protocollo dall’Unione Europea che calcola l’impronta ambientale dei prodotti nell’intero processo produttivo dei capi e seguendo il quale Marenzi è arrivato a creare il primo indumento a usare tale tecnologia. Da allora, ha incluso il progetto di tracciabilità dei capi Herno in tutte le collezioni.[9]

Innovazioni sostenibili in Herno[modifica | modifica wikitesto]

Sostenitore della sostenibilità ambientale applicata all’ambito moda, Claudio Marenzi è stato uno dei primi a compiere scelte sostenibili nel settore, a partire dalla propria sede che, già dalla sua fondazione ha utilizzato come fonte di energia elettrica il torrente Erno, dal quale l’azienda prende il nome. Dal 2010 ha intrapreso un percorso di rinnovamento della struttura dell’azienda, facendola diventare un polo sostenibile completamente autonomo dal punto di vista energetico grazie ad impianti fotovoltaici, macchinari a basso consumo e tecnologie moderne a impatto zero.[10]

Dal 2007, quando ha assunto il controllo di Herno, ha intrapreso un cambiamento di strategia aziendale, rinnovando continuamente i processi produttivi e investendo in progetti di sperimentazione di nuovi materiali ecosostenibili. Dopo anni di ricerca e sviluppo in collaborazione con Gore, nel 2010 ha lanciato la linea Herno Laminar, creando i primi capi di ingegneria sartoriale ecosostenibili.

Nel 2020 ha creato l’etichetta Herno Globe che raccoglie tutti i prodotti e progetti ecosostenibili realizzati dal brand. Sotto tale etichetta, Marenzi ha realizzato numerosi processi di innovazione che hanno portato alla creazione, ad esempio, di Fast5Degradable, il primo piumino completamente biodegradabile, dall’imbottitura agli accessori che, grazie a un particolare nylon, ha un processo di degradazione completo di 5 anni contro i 50 del comune nylon.

Nella collezione di Herno per l’autunno/inverno 2020-2021, ha presentato l’evoluzione del prodotto precedente, producendo capi realizzati con il Nylon 100% rigenerato Econyl, fibra prodotta utilizzando rifiuti pre e post consumo derivanti da reti da pesca dismesse, scarti industriali di tessuti e utilizzati per confezionare tutti i capi di Herno Globe, interamente derivanti da materiali di riciclo.  Nella stessa collezione Marenzi, come direttore creativo, ha presentato anche indumenti in Dye-Free Wool, 100% lana merino biologica che impiega tinture naturali con componenti estratte da ortaggi e frutta.

Sotto la sua guida, Herno è diventata una delle prime aziende a creare capi di lusso sostenibili al 100%, riuscendo a coniugarli con la tradizione sartoriale italiana.[11]

Impegno sociale[modifica | modifica wikitesto]

Nel marzo e aprile 2020, durante l’emergenza sanitaria causata da Covid-19, Marenzi ha introdotto nella produzione di Herno un nuovo materiale antibatterico per la creazione di camici da medici e mascherine, arrivando a produrne 600 al giorno, che ha interamente donato a ospedali e Comuni.[12]

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • 2011 Premio "Pitti Immagine Uomo".
  • 2015 Tao award per l’imprenditoria.
  • 2016 nominato Cavaliere del lavoro. Prima di lui, già il padre aveva ottenuto lo stesso riconoscimento nel 1996.
  • 2017 Premio tedesco "Textilwirtschaft Awards" con Pitti Uomo Immagine.
  • 2017 Premio Casentino per l'imprenditoria.
  • 2018 Premio "CEO Italian Award" da Forbes e Business International nella categoria fashion.
  • 2018 Premio Leonardo “Premio Qualità Italia”
  • 2020 Premio "Chi è Chi" alla Carriera, perché ha saputo innovare e sperimentare facendo crescere l’azienda di famiglia con successo e ha saputo investire in processi di ecosostenibilità diventando un esempio per tutto il comparto moda.

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Claudio Marenzi è sposato con Alessandra Capra, amministratore delegato di Pam, azienda di calzature di Arona appartenente alla famiglia Capra che è presente sul territorio nazionale con la catena di negozi in franchising Bagatt e il cui presidente, dal 2018, è Roberto Braccialini. Hanno due figli, Alessandro ed Edoardo.[2] Marenzi è appassionato di sci alpino ed è un collezionista di arte contemporanea.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Lo stato della moda” con Confindustria, 2019. Ha contributo alla scrittura della prefazione, parlando del libro come presa di coscienza della situazione e delle prospettive delle aziende di moda capaci di coniugare la sensibilità delle emozioni e il fare sostenibilità con l’essere impresa.
  • In flumine est vita” Claudio Marenzi e Andrea Vitali, Editore TeNeues, 2018, libro celebrativo per i settant'anni del brand Herno.[13]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Making it - fitting the future, Dietro le quinte delle eccellenze del fashion con 25 ritratti di imprenditori del Made in Italy, pubblicazione realizzata da Deloitte, 2019 con il supporto di Scuola Holden. La storia del brand e di Marenzi è all'interno del capitolo cinque.
  • Innovazione e sostenibilità nell'industria tessile, Carlo Noè e Aurora Magni, 2019 l'intervista di Marenzi viene riportata nel capito quarto.
  • Crescere! Un manifesto in dodici mosse, Francesco Morace, 2017, Marenzi partecipa al dialogo nel prologo del libro e sostiene che per comprendere la sfida della crescita dell'industria della moda bisogna affrontare tre grandi temi: sostenibilità, innovazione dei processi e la trasparenza nei conforti dei partner e consumatori.
  • L'alfabeto della rinascita, 26 storie di imprese esemplari, Francesco Morace, Editore Egea, 2022. Arrivati alla lettera H come Herno. Il luogo e i suoi talenti viene spiegata l'innovazione che negli anni ha distinto in brand ma soprattuto come la sostenibilità sia diventato uno stile di vita.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Addio a Marenzi, fondatore della Herno ed ex sindaco di Lesa, su lastampa.it, 28 agosto 2012. URL consultato il 2 marzo 2022.
  2. ^ a b Herno, il mondo di «Mister double-face», su ilGiornale.it, 8 settembre 2006. URL consultato il 2 marzo 2022.
  3. ^ Wallpaper* Magazine, Exclusive Herno factory tour with CEO Claudio Marenzi, su Wallpaper*, 26 febbraio 2022. URL consultato il 2 marzo 2022.
  4. ^ Emanuela Cavalca Altan, Moda e design in bilico. Nuove sfide e nuovi lavori: Nuove sfide e nuovi lavori, FrancoAngeli, 25 agosto 2012, ISBN 978-88-568-7702-1. URL consultato il 2 marzo 2022.
  5. ^ a b c Cavaliere, su Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro. URL consultato il 5 marzo 2022.
  6. ^ Claudio Marenzi nuovo Presidente di Sistema Moda Italia - Technofashion, su technofashion.it. URL consultato il 5 marzo 2022.
  7. ^ STRATEGIE: Herno: nuova azienda in Sicilia. No all'ipotesi Borsa, su www.fashionmagazine.it. URL consultato il 6 marzo 2022.
  8. ^ Maria Silvia Sacchi, Marenzi (Herno): i piumini di lusso comprano le giacche da sci Montura, su Corriere della Sera, 30 novembre 2021. URL consultato il 3 marzo 2022.
  9. ^ In che modo l'Italia è basata sulla moda, su Google Arts & Culture. URL consultato il 9 marzo 2022.
  10. ^ (EN) The Brands: "I wanted us to become energetically autonomous", su the-spin-off.com. URL consultato il 9 marzo 2022.
  11. ^ FashionNetwork com IT, Herno lancia la label green “Globe” e apre il primo flagship a Londra, su FashionNetwork.com. URL consultato il 9 marzo 2022.
  12. ^ Raethia Corsini, Intervista a Claudio Marenzi, su Wall Street International, 12 settembre 2020. URL consultato il 9 marzo 2022.
  13. ^ Condé Nast, Herno per i 70 anni anche un libro che racconta la storia del marchio, su GQ Italia, 9 ottobre 2018. URL consultato il 9 marzo 2022.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]