Utente:Dans/Rom

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La bandiera Rom
Una donna rom con il suo bambino

Il popolo rom è una popolazione indoeuropea che parla una lingua di ceppo indiano, il romanì, concentrata soprattutto nell'Europa orientale, in Spagna e in Sud America (specie in Brasile e in Argentina). Contrariamente alla credenza comune, la maggior parte degli zingari sono sedentari e non nomadi.

Denominazione[modifica | modifica wikitesto]

Rom[modifica | modifica wikitesto]

In lingua romanì, rom (o rrom, plurale roma o rroma) significa semplicemente "persona", "essere umano". Il significato originario del termine sarebbe quello di "essere terrestre" ed è sinonimo di Adamo nell'Antico Testamento. Da notare che molti gruppi zingari usano ancora oggi i termini rom per l'uomo e romni per la donna.

Gitani[modifica | modifica wikitesto]

La parola italiana gitano, come l'ungherese cigány, l'inglese gypsy, il francese gitan, il portoghese cigano, ecc. sembrerebbe indicare una provenienza dall'Egitto e alimentare il mito degli zingari come discendenti dal figlio di Abramo con la schiava Agar, anche questo non sempre con una connotazione negativa; in realtà Ismaele nella Bibbia viene considerato "colui che camminava con Dio" (1).

Zingari[modifica | modifica wikitesto]

La parola italiana zingaro, come il francese tsigane e il tedesco zigeuner, deriverebbe invece dal greco athinganoi con il significato di "intoccabili", con connotazione negativa del significato (lo stesso nome dell'infima categoria extra-caste indiana in cui erano inseriti, in cui oggi sono inseriti, per esempio, i necrofori). Intorno al Seicento il termine ha assunto quella connotazione più generale e negativa che ha oggi. Ci sono tuttavia diversi gruppi di zingari che sono orgogliosi di essere chiamati così; come quelli della Calabria, che si definiscono "gli zingari veri". L'attributo "intoccabili" deriverebbe, secondo alcuni, al contrario, dai tanti privilegi di cui usufruivano gli zingari per secoli, come anche quello del 1423:

«Noi Sigismundo, per grazia di Dio sempre Augusto Re dei Romani, Re d'Ungheria, di Boemia, di Dalmazia, di Croazia... Per la quale cosa dovunque il detto Ladislao Voivoda e la sua gente giungano nei nostri domini, città e castella, con la presente lettera comandiamo e ordiniamo alle nostre fedeltà che il medesimo L.V. e gli zingari i suoi sudditi, tolto ogni impedimento e difficoltà debbano essere favoriti e protetti e difesi da ogni attacco e offesa. Se poi tra loro stessi sarà sorta qualche zizzania o contesa, allora né voi, né nessun altro di voi, ma lo stesso Ladislao Voivoda, abbia facoltà di giudicare e liberare.»

Nomadi[modifica | modifica wikitesto]

I rom sono spesso chiamati impropriamente anche nomadi, termine che in realtà si riferisce genericamente a chiunque conduca vita itinerante, e che quindi è improprio riferito ai Rom stanziali (la maggioranza) e, al contrario, potrebbe applicarsi a popolazioni che nulla hanno a che fare con i rom.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La tradizione rom è stata per secoli tramandata oralmente, così sappiamo del loro passato soprattutto ciò che hanno lasciato scritto le varie culture dominanti con cui i Rom sono venuti in contatto. Secondo gli studiosi la lingua dei Rom (il romanés, in italiano detta anche romanì e in inglese Romany) è simile al sanscrito, perciò oggi si pensa che provenissero dall'India, da dove sono dovuti fuggire intorno all'anno mille. Uno dei primi documenti sulla loro presenza lo troviamo a Nauplia, città della Grecia, dove nel 1378 i Veneziani confermarono i privilegi già garantiti ai rom dai Bizantini. (1)

Porajmos[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Porajmos.

Il regime nazista tentò di porre in atto il genocidio del popolo rom, circa 250.000 nei campi di sterminio, una cifra che deve essere raddoppiata considerando i rom uccisi appena catturati oppure morti durante il trasferimento verso i lager.[1] I rom ricordano oggi questa tragedia con il termine romanì Porajmos ("devastazione"), analogo a quello con cui si ricorda il più noto tentativo di sterminio nazista del popolo ebraico, la Shoah ("distruzione").

Religioni[modifica | modifica wikitesto]

Gli zingari normalmente adottano la religione appartenente alle popolazioni non zingare fra cui vivono, principalmente il cattolicesimo. Nel nord Europa sono protestanti, in Serbia, Russia, Romania, Bulgaria, Grecia, etc., ortodossi, mentre in Ungheria, Italia, Spagna, Francia, Polonia, Austria, Croazia, Slovenia, ecc. sono cattolici. Nel continente Americano sono presenti quasi esclusivamente in Brasile dove sono cattolici. Una piccola minoranza sono invece musulmani, in alcune zone della Bosnia, della Macedonia e del Kosovo e nei Paesi islamici, dove però sono raramente presenti. Non si trova alcun elemento né residuo che possa collegarsi ad alcuna religione o filosofia dell'India, il che, secondo alcuni, avrebbe potuto mettere in discussione la teoria dell'origine indiana, confermata però dalla lingua e dai caratteri antropologici.

I popoli Rom in Europa[modifica | modifica wikitesto]

I popoli Rom in Italia[modifica | modifica wikitesto]

Suddivisioni[modifica | modifica wikitesto]

In Italia i Rom sono quantificati in circa 160.000, tra rom, sinti, camminanti e rom romeni. Si suddividono in:

  • Rom italiani (con cittadinanza): circa 90.000, di cui:
    • 30.000 residenti nel Sud Italia, distinguibili in:
      • Rom abruzzesi e molisani: giunti in Italia al seguito dei profughi arbares'h dall’Albania dopo la battaglia di Kosovo Polje nel 1392, parlano romanì e praticano l’allevamento e il commercio di cavalli, oltre che, nel caso delle donne, la chiromanzia (romnìa)
      • Rom napoletani (napulengre): ben integrati, fino agli anni ’70 si occupavano principalmente della fabbricazione di attrezzi da pesca e di spettacoli ambulanti
      • Rom cilentani: comunità di 800 persone residente ad Eboli, con punte di elevata alfabetizzazione
      • Rom lucani: uno dei gruppi più integrati
      • Rom pugliesi
      • Rom calabresi: uno dei gruppi più poveri, con 1550 ancora residenti in abitazioni di fortuna
      • Camminanti siciliani:
    • Sinti giostrai: circa 30.000, residenti principalmente in Nord e Centro Italia e occupati principalmente come giostrai, mestiere che sta scomparendo e che li costringe ultimamente a reinventarsi in nuovi mestieri, da rottamatori a venditori di bonsai. In migliaia hanno abbracciato la Chiesa evangelica.
    • Rom harvati: 7.000 persone giunte dalla Jugoslavia settentrionale dopo la seconda guerra mondiale. I khalderasha ne costituiscono un sottogruppo.
    • Rom lovara: circa 1.000 persone
  • Rom balcanici: circa 70.000
    • Rom jugoslavi: presenti principalmente in campi del Nord Italia. Meno del 10% dei minori frequenta le scuole pubbliche e bassissimo è il tasso d’impiego degli adulti.
    • Rom romeni: sono il gruppo in maggior crescita; hanno comunità a Milano, Roma, Napoli, Bologna, Bari, Genova, ma si stanno espandendo anche nel resto d’Italia. A seguito dell’ingresso della Romania nell’Unione Europea dal 2007, in qualità di cittadini europei, ci si aspetta l'afflusso di un consistente numero di rom romeni in Italia e negli altri paesi dell'Europa Occidentale. Solo il 10% dei rom romeni vive in strutture pubbliche. Tra i minori rom romeni attualmente in Italia, solo il 3% frequenta regolarmente le scuole.

A questi si aggiungono i rom clandestini, il cui numero non è stabilito ufficialmente. A Roma la Prefettura riporta la presenza di 12-13.000 rom clandestini a fronte dei 7.000 regolari, residenti in una ventina di campi non autorizzati. La Fondazione per le iniziative e gli studi della multietnicità in Lombardia riporta la presenza di circa 7.000 irregolari a Milano.

Situazione demografica[modifica | modifica wikitesto]

I 160.000 rom presenti in Italia costituiscono oggi lo 0,3% della popolazione italiana. L'età media è tra 40 e 50 anni.
Per quanto riguarda la distribuzione per fascie d'età:

  • il 40% è maggiore di 18 anni
  • il 60% è minore di 18 anni, di cui:
    • il 23% ha tra i 15 e i 18 anni
    • il 47% ha tra i 6 e i 15 anni
    • il 30% ha tra 0 e 5 anni

Condizioni abitative[modifica | modifica wikitesto]

Nel decidere la propria collocazione abitative, i rom tendono a preservare l'unità della famiglia estesa (comprendente fino a 60 persone), cercando allo stesso tempo di non mescolarsi con altri gruppi.
La maggior parte dei rom in Italia è sedentaria e vive in case popolari e alloggi costruiti in zone autorizzate dai comuni.
Esistono un centinaio di campi nomadi autorizzati dai comuni, dove le abitazioni sono costituite da container, roulotte, tende e baracche. Le condizioni igieniche e di sicurezza abitativa sono spesso precarie, e non sono rari gli incendi e gli incidenti mortali dovuti all'utilizzo di bombole a gas. Oltre ai campi autorizzati, esistono almeno 500 campi abusivi, abitati principalmente da rom romeni e jugoslavi.
Sono stati compiuti alcuni tentativi di creare dei micro-villaggi che permettessero ai rom di preservare la propria struttura familiare e al tempo stesso innalzare i propri standard abitativi e sociali, purtroppo con risultati scoraggianti:


Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La stima di circa 500.000 vittime totali è comunemente accettata dalla maggior parte degli studiosi del fenomeno. Si veda, ad esempio: Comune di Torino, Divisione Servizi Sociali, Settore Stranieri e Nomadi.L'Ufficio Rom, Sinti e Nomadi, pp. 4-5, dal sito web del Comune di Torino. Riportato il 14 febbraio 2007.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]


Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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