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Rosanna Bianchi (Milano, 29 maggio 1929) è una ceramista italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Rosanna Bianchi Piccoli nasce a Milano nel 1929. Dopo la formazione al liceo artistico di Brera con Guido Ballo e all’Accademia di Belle Arti di Brera alla scuola di Carlo Carrà e Mauro Reggiani, inizia a viaggiare per approfondire studi ed esperienze nell’ambito della ceramica.

Dal 1951 al 1963 visita botteghe artigiane e fabbriche di ceramica, studi d’artista ed i più importanti musei d’Europa. Viaggia a est in Germania, Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria, e da lì raggiunge l’ Austria. Trascorre lunghi periodi in nord Europa: in Danimarca, Svezia, Finlandia, e Norvegia. Viaggia anche in Francia, Spagna e Svizzera, Olanda e Belgio. Intanto studia la tradizione della ceramica italiana, quella colta e quella popolare.

Tra il 1957 e il 1963 su incarico E.N.A.P.I., Ente Nazionale Artigianato e Piccole Industrie svolge un’ attività di ricerca socio-etno-antropologica, un lavoro sperimentale di gruppo in Abruzzo, Marche e Sicilia, Lanciano, Rapino, Fratterosa, Santo Stefano di Camastra e Collesano. Suo obiettivo è ricollegarsi alla tradizione ceramica, soprattutto nella sua valenza antropologica, per arrivare a un linguaggio contemporaneo consapevole delle proprie origini e aperto alla ricerca d’avanguardia. E’ quello che fa. In questi anni realizza pezzi unici, Intime Geometrie (1952/1956), Albarelli (1957/1958), Graffiti, (1957/1961), Celadon (1959/1961). Sono pezzi caratterizzati da una precisa scrittura graffita che evoca antiche civiltà, ma si ricollega soprattutto alla ricerca segnica e gestuale dell’avanguardia contemporanea.

A Milano, dove in quegli anni ha studio in Corso Italia, Rosanna Bianchi Piccoli frequenta gli artisti. Lucio Fontana per lei come per molti suoi coetanei è un punto di riferimento, gli scambi di visite in studio sono frequenti. Intanto si confronta con i giovani della sua generazione, Aldo e Marirosa Ballo, Ugo Mulas, Dario Fo, Gianni Dova, Giò e Arnaldo Pomodoro, Alik Cavaliere, Bobo Piccoli, (che sposerà nel 1965). Vasaia nel senso antropologico, che Claude Lévi-Strauss affida a quest’identità, Rosanna Bianchi Piccoli intraprende in questi anni una ricerca e un lavoro che prosegue a tutt’ oggi. Nel 1958 e nel 1960 è corsista speciale al Laboratorio Tecnico-Sperimentale dell’Istituto per la ceramica G. Ballardini di Faenza e collabora con lo scultore Angelo Biancini. Nel 1959 segue uno stage all’Istituto per la porcellana a Sesto Fiorentino.

Nel 1958 inizia a lavorare con la Galleria Il Sestante di via della Spiga a Milano (dove operano Ettore Sottsass, i fratelli Pomodoro, Hans von Klier e molti altri) con un rapporto contrattuale che dura fino al 1983 e dove tiene diverse mostre personali, la prima nel 1959.

Negli anni Sessanta e Settanta il pensiero sulla ceramica come forma simbolica del percorso umano si sviluppa anche in progetti di design in piccola serie, Piccoli Vasi (1962) e Vasi (1965/1970), in realizzazioni per La Rinascente (1962), per Pirex Ware di New York (1967) e con Richard Ginori (Progetto Megalopoli di Agneta Holst, 1984). Intanto alcuni pezzi unici in porcellana biscuit 1280° (fuoco a gas in atmosfera riducente) costituiscono l’inizio della sua ricerca degli anni Ottanta che si slega dalla funzione dell’oggetto. Terra Incontrata (1962), un pane in biscuit, Gesto Trovato (1962/1965), un massello di porcellana tenera legato con fettuccia rossa e fili di ferro, e Terre Trovate si concentrano su riflessioni astratte che distillano il lavoro fatto fino a questo momento. Ritornano i Calami, dei Graffiti (1957/1961), Impronte d’Acqua, Parole Bianche, Diari, Horti Sicci. In ognuna di queste opere frammenti esistenziali si legano indissolubilmente alla materia, tanto da sembrare generati dalla materia stessa, in un discorso sull’arte e sulla ceramica che con Lévi-Strauss vede in questo fare una potente energia generante e rigenerante.


Dagli anni Ottanta lavora a Erbario Segreto, biscuit di porcellana a 1280°, che si sviluppa in famiglie di pezzi come Parole Bianche, Horti Sicci, Scansioni, Essenze, Diari, Terre Trovate.

Mostre collettive[modifica | modifica wikitesto]

Tra le principali mostre collettive ha partecipato: al Concorso Internazionale delle Ceramiche di Faenza nel 1957, ]1958, 1960, 1964; alla Triennale di Milano nel 1960 e 1964; all’ Esposizione Internazionale della Ceramica di Praga nel 1962; alle mostre dell’Artigianato Italiano a Helsinki (Atheneum Museum), Copenhagen (Louisiana Museum di Humlebaek), Oslo (Norway Design Gallery), Goteborg (Konstmuseet), Stoccolma nel 1961; Belgrado, Sarajevo, Zagabria, Lubiana, Sofia, Varsavia, Buenos Aires e Francoforte nel 1963; Tokyo e New York nel 1965; alla XXXVI Biennale Internazionale di Venezia nel 1972. Sono inoltre da segnalare le seguenti mostre: “Terra e Terra Quattro”, “Presenze negli Anni Cinquanta”, al Museo della Ceramica di Cerro (Laveno), 1989; Galleria Vismara, Milano, 1988 e 1997; Galleria Luisa delle Piane, Milano, 1996, 1998, 2006; Galleria Avida Dollars, Milano, 1996, 2001, 2002; Vietri, 2001; “Manifatture Aristocratiche”, Palazzo Cavour, Torino, 2002; “Alta Temperatura”, Museo Palazzo Botton, Castellamonte (TO), 2004; “Terracotta Innanzitutto”, Museo delle Ceramiche, Palazzo Toschi Mosca, Pesaro, 2005; “Ballo + Ballo, Il linguaggio dell’oggetto”, PAC, Milano, 2009; “Arte del Quotidiano”, Fondazione Ragghianti, Lucca, 2009; “Rosanna Bianchi Piccoli”, antologica, Museo Internazionale della Ceramica di Faenza, (MIC) 2010; “Zoom, Italian Design”, Vitra Museum, Wail am Rhein, 2011; “Megalopoli”, Otto Luogo dell’Arte, Firenze, 2011; “Meet Design, Design una storia italiana”, Mercati di Traiano, Museo dei Fori Imperiali, Roma, 2011- Palazzo Bertalazone di S. Fermo, Torino, 2011/12; “Zoom, Italian Design”, From Vitra Design Museum to Vandalorum Museum, Varnamo, Sweden, 2011/2012; “Zoom, Design Italiano”, da Vitra Design Museum a Museu De Arte Brasileira, San Paolo, Brasile, 2012.

Mostre personali[modifica | modifica wikitesto]

  • 2010: Faenza, MIC, Museo Internazionale Ceramica
  • 1995: Milano, Studio d' Ars - Invito
  • 1989: Cerro (Laveno), Palazzo Perabò, Museo Ceramica, “Terra e Terra Quattro”
  • 1967: Milano, Galleria II Sestante, “Cosmopiatti”
  • 1961: Milano, Galleria II Sestante
  • 1959 : Milano, Galleria II Sestante
  • 1959 : Milano, Galleria Pater
  • 1952: Milano, Libreria Einaudi

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • P. Daverio, B. Finessi, G. Pettena, “Megalopoli di Agneta Holst”, Ed. Otto Luogo dell’Arte, 2011.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]