Gianni Dova
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Gianni Dova (Roma, 8 gennaio 1925 – Pisa, 14 ottobre 1991) è stato un pittore italiano.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Nasce a Roma 8 gennaio 1925 da Edmondo Dova, romano di adozione, ma di origine piemontese e da Maria Rauchensteiner originaria di Monaco di Baviera. A 16 anni si trasferì a Milano con la famiglia e qui dal 1942 frequentò il Liceo Artistico di Brera con l'intenzione di passare poi alla Facoltà di Architettura del Politecnico. Ma la guerra modificò i suoi progetti, conobbe e frequentò gli artisti che si riunivano nei caffè letterari e che avevano tra gli altri come punto di riferimento il giornale edito da Ernesto Treccani, Corrente. Tra questi Renato Guttuso, Emilio Vedova, Renato Birolli, Ennio Morlotti, Bruno Cassinari, Giuseppe Migneco e insieme a loro riconobbe l'importanza dell'opera di Pablo Picasso: Guernica come simbolo della lotta degli artisti contro la barbarie. Nel 1945 si sposò con Maria Grazia della Valle. Nel 1946 aderì al manifesto del Realismo Oltre Guernica.
Nel 1947 espose alla Galleria del Cavallino a Venezia ed alla Galleria del Naviglio a Milano. Sempre nel 1947 aderì al Movimento Spazialista con Lucio Fontana, Roberto Crippa, Giorgio Kaisserlian, Beniamino Joppolo, Milena Milani, Antonio Tullier, Sergio Dangelo, Carlo Cardazzo, Cesare Peverelli, Gian Carozzi. Dova fu tra i protagonisti di questo movimento cresciuto intorno alla Galleria del Naviglio di Carlo Cardazzo e ne firmò diversi manifesti tra cui:
- il quarto (Manifesto dell'Arte Spaziale), Milano 26 novembre del 1951;
- il quinto (Lo Spazialismo e l'arte Italiana del secolo XX);
- il sesto: (Manifesto del Movimento Spaziale per la Televisione), Milano 1952.
Aderì in seguito, al movimento della pittura nucleare con Enrico Baj e Sergio Dangelo.
Il nipote, nato nel 1953 dalla sorella Marinella Dova, Pietro Spica, è anch'egli pittore.
Nel 1963 una sua opera viene esposta alla mostra Contemporary Italian Paintings, allestita in alcune città australiane[1]. Nel 1963-64 espone alla mostra Peintures italiennes d'aujourd'hui, organizzata in medio oriente e in nordafrica[2].
Le sue prime opere si avvicinano al surrealismo; l'artista vi integra delle reminiscenze di Max Ernst.
Muore a Marina di Pisa il 14 ottobre del 1991.
Mostre principali[modifica | modifica wikitesto]
- Nel 1962 partecipa alla selezione del premio Guggenheim a New York
- Nel 1962 espone con una sala alla Biennale di Venezia
- Nel 1966 espone con una sala personale alla Biennale di Venezia
- Nel 1971 una grande retrospettiva a Colonia
- Nel 1972 presenta una grande mostra personale a Palazzo Reale di Milano.
- Nel 1972 Mostra personale presso il Museo Gallierà, Parigi
- Nel 1974 Mostra personale presso la Galerie Reichenbach, Parigi
- Nel 1978 Mostra personale presso il Palais des Beaux-Arts, Bruxelles
- Nel 1979 Mostra personale presso il Louisiana Museum of Modern Art, Danimarca
Il dieci luglio del 1964, Gianni Dova si recò nel borgo affrescato di Arcumeggia, Casalzuigno (Va) dove affrescò un'opera di notevoli dimensioni (m 2,00 x 2,00) dal titolo "Corrida". L'affresco è tuttora visibile in Piazza Minoia. Nel 2014 l'opera è stata sottoposta a restauro conservativo, su mandato degli Enti istituzionali preposti alla salvaguardia della "Galleria all'aperto dell'affresco di Arcumeggia."
Opere nei musei[modifica | modifica wikitesto]
- Casa Boschi di Stefano di Milano
- Casa Museo Remo Brindisi di Comacchio con le opere: Linea sinuosa (1947), Vaso (1953), Il rabdomante (1959), Piatto con pesce,Composizione satratta (1970), Figure stilizzate (1977), piatto circolare (1982), e Figura Femminile.
- Galleria d'Arte Moderna Aroldo Bonzagni di Cento
- Galleria Civica d'Arte Moderna di Copparo con l'opera: Testa (1965).
- Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma
- MAGI '900 - Museo delle eccellenze artistiche e storiche di Pieve di Cento: Composizione nucleare (1954)
- MAGA museo d'arte moderna e contemporanea di Gallarate con l'opera: Cascata nello stagno.
- MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna
- MAON - Museo D'arte dell'Otto e Novecento di Rende
- Museo d'arte di Avellino con l'opera: Uccello di Bretagna (1990).
- MIM-Museum in Motion di San Pietro in Cerro con l'opera: Pesce.
- Museo Civico di Foggia con l'opera: Uccello di bretagna.
- Museo del Novecento di Milano con l'opera: Bocca (1954).
- Pinacoteca Leonida ed Albertina Repaci di Palmi con l'opera: Arciere
- Museo Cantonale d'Arte, di Lugano con l'opera: Senza Titolo, 1941.[3]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Contemporary Italian Paintings, su quadriennalediroma.org. URL consultato il 28 febbraio.
- ^ Peintures italiennes d'aujourd'hui, su quadriennalediroma.org. URL consultato il 28 febbraio 2016.
- ^ Museo Cantonale d'Arte, Lugano: Gianni Dova
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Olga Tirloni, Gianni Dova e il mistero della forma, Ed. Galleria d'arte Bergamo, Bergamo 1997, pp. 47.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gianni Dova
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- images.google.it: Gianni Dova, su google.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 37724899 · ISNI (EN) 0000 0000 6643 235X · SBN CFIV046688 · ULAN (EN) 500063935 · LCCN (EN) nr90006596 · GND (DE) 11936008X · BNF (FR) cb121501316 (data) · J9U (EN, HE) 987007509851005171 · NSK (HR) 000453128 · WorldCat Identities (EN) lccn-nr90006596 |
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