Utente:BlackPanther2013/Sandbox/O.v.

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Aquila di mare ventrebianco

In Tasmania
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Aves
Ordine Accipitriformes
Famiglia Accipitridae
Genere Icthyophaga
Specie I. leucogaster
Nomenclatura binomiale
Icthyophaga leucogaster
(J. F. Gmelin, 1788)
Sinonimi

Ichthyaetus blagrus Blyth, 1843)

Areale

Areale della specie e dell'aquila di mare delle Salomone (quest'ultimo delimitato da un cerchio celeste)

L'aquila di mare ventrebianco (Icthyophaga leucogaster (J. F. Gmelin, 1788)) è un grande rapace diurno della famiglia degli Accipitridi (Accipitridae). Descritta per la prima volta da Johann Friedrich Gmelin nel 1788, è strettamente imparentata con l'aquila di mare di Sanford delle isole Salomone, tanto che le due vengono considerate una superspecie. Ha un aspetto caratteristico, con testa, petto, copritrici del sotto-ala e coda bianchi. Le parti superiori grigie e le remiganti nere del sopra-ala contrastano fortemente con il bianco delle copritrici. La coda è corta e a forma di cuneo, come quella di tutte le specie della sottofamiglia Haliaeetinae. Come in molti rapaci, la femmina è più grande del maschio e può raggiungere i 90 cm di lunghezza, i 220 cm di apertura alare e i 4,5 kg di peso. Gli esemplari immaturi hanno un piumaggio marrone che viene gradualmente rimpiazzato dal bianco fino all'età di cinque o sei anni. Il richiamo è un forte grido simile a quello di un'oca.

Presente sulle coste e lungo i principali corsi d'acqua dall'India e dallo Sri Lanka, attraverso il Sud-est asiatico, fino all'Australia, l'aquila di mare ventrebianco si nutre e va a caccia nei pressi dell'acqua; i pesci costituiscono circa metà della dieta. Predatrice opportunista, si nutre di carogne e di un'ampia varietà di animali. Sebbene considerata complessivamente «a rischio minimo» (Least Concern), il numero di esemplari è andato riducendosi in alcune parti del Sud-est asiatico, come la Thailandia, e l'Australia sud-orientale, tanto da essere classificata come «minacciata» (Threatened) nel Victoria e «vulnerabile» (Vulnerable) nell'Australia Meridionale e in Tasmania. La minaccia principale è il disturbo arrecato dall'uomo, sia da parte di attività umane dirette nei pressi dei nidi, che incidono negativamente sul successo riproduttivo, che dalla rimozione di alberi idonei per la nidificazione. L'aquila di mare ventrebianco è venerata dagli indigeni in molte parti dell'Australia ed è oggetto di vari racconti popolari in tutto il suo areale.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

L'aquila di mare ventrebianco venne descritta ufficialmente dal naturalista tedesco Johann Friedrich Gmelin nel 1788 con il nome scientifico Falco leucogaster.[2] Gmelin basò la sua descrizione su quella che aveva fatto John Latham nel 1781 a partire da un esemplare della collezione Leveriana che era stato acquisito nel febbraio 1780 a Panaitan, al largo dell'estremità occidentale di Giava, durante l'ultimo viaggio del capitano Cook.[3][4] Attualmente viene considerata una delle sei aquile collocate nel genere Icthyophaga, introdotto nel 1843 dal naturalista francese Marie Jules César Savigny.[5] Il suo appellativo specifico deriva dal greco antico leuko-, «bianco»,[6] e gaster, «ventre».[7] Il suo parente più stretto è la poco conosciuta aquila di mare di Sanford delle isole Salomone. Le due formano una superspecie e, come è normale in altre superspecie di aquile di mare, una (l'aquila di mare ventrebianco) ha la testa bianca, l'altra ha la testa scura. Il becco e gli occhi sono scuri e le zampe sono di colore giallo scuro, come quelli di tutte le aquile di mare dell'emisfero australe. Entrambe queste specie hanno un po' di colorazione scura sulla coda, sebbene tale aspetto non sia sempre chiaramente visibile nell'aquila dal ventre bianco. Le sequenze nucleotidiche del gene del citocromo b delle due aquile di mare furono tra quelle analizzate in uno studio del 1996. Sebbene differiscano notevolmente nell'aspetto e nell'ecologia, la loro divergenza genetica dello 0,3% indica che gli antenati delle due forme si siano separati non più di 150000 anni fa. Gli autori dello studio conclusero che, sebbene la divergenza genetica sia simile a quella che intercorre tra due sottospecie, le differenze nell'aspetto e nel comportamento ne giustificano la separazione in due specie distinte.[8] La sequenza mitocondriale del locus del citocromo b differisce solo leggermente da quella dell'aquila di mare di Sanford e indica una divergenza tra le due relativamente recente, avvenuta solo dopo che le aquile di mare ventrebianco presenti in Nuova Guinea colonizzarono le isole Salomone.[9][10]

A parte quella con l'aquila di mare di Sanford, le altre parentele dell'aquila di mare ventrebianco appaiono meno chiare: le analisi molecolari indicano che si tratta di una delle quattro specie tropicali di aquila di mare (insieme all'aquila pescatrice africana e all'aquila pescatrice del Madagascar), mentre le analisi degli allozimi indicano che potrebbe essere più strettamente imparentata con le aquile di mare dell'emisfero boreale.[9][11] Un ulteriore studio molecolare pubblicato nel 2005 ha dimostrato che l'aquila di mare ventrebianco e l'aquila di mare di Sanford sono forme basali rispetto alle altre quattro aquile di mare del genere Icthyophaga.[12]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Adulto in volo nel parco nazionale del Bundala (Sri Lanka); si noti il contrasto tra le remiganti nere e il resto delle ali.
Adulto in cattività nel parco zoologico di Arignar Anna di Chennai.

L'aquila di mare ventrebianco ha la testa, il groppone e le parti inferiori bianche, e il dorso e le ali di colore grigio scuro o grigio ardesia. In volo, il nero delle remiganti è chiaramente visibile quando l'animale viene visto dal basso. Il becco, grande e adunco, è di colore grigio-blu piombo con la punta più scura, e l'iride è marrone scuro. Anche la cera è grigio piombo. Le zampe e i piedi sono gialli o grigi, con lunghi artigli neri. A differenza di quelle delle specie del genere Aquila, le zampe non sono rivestite di piume. I sessi sono simili. I maschi misurano 66-80 cm di lunghezza e pesano 1,8-3 kg. Le femmine sono leggermente più grandi: 80-90 cm e 2,5-4,5 kg. L'apertura alare varia da 178 a 220 cm.[13][14][15] Uno studio del 2004 su 37 esemplari provenienti dall'Australia e dalla Papua Nuova Guinea (da 3° a 50° di latitudine sud) ha rilevato che il sesso poteva essere determinato in modo affidabile in base alle dimensioni e che gli uccelli provenienti da latitudini più meridionali erano più grandi di quelli che venivano da nord.[16] Nel piumaggio non vi è alcuna variazione stagionale.[17] Lo schema di muta dell'aquila dal ventre bianco è poco conosciuto. A quanto pare sembra che richieda più di un anno per essere completata e può essere interrotta e successivamente ripresa dal punto di interruzione.[18]

Durante la planata le ali vengono fortemente espanse. Nella sagoma dell'animale in volo il collo, la testa e il becco, relativamente lunghi, sporgono dalla parte anteriore quasi quanto la coda dietro. Durante il volo attivo, l'aquila dal ventre bianco alterna battiti d'ala forti e profondi a brevi periodi di planata.[17]

Un giovane nel parco nazionale delle Sundarbans (Bengala Occidentale).

Il giovane del primo anno ha il piumaggio prevalentemente marrone,[19] striato di crema chiaro sulla zona della testa, del collo, della nuca e del groppone.[17] Mano a mano il piumaggio diventa sempre più infiltrato di bianco, fino a divenire identico a quello degli adulti entro il quarto o quinto anno.[20] L'aquila di mare ventrebianco si riproduce dall'età di circa sei anni in poi.[21] Si ritiene che la speranza di vita sia di circa 30 anni.[22]

Il forte richiamo strombazzante, simile a quello di un'oca, è un suono familiare, in particolare durante la stagione riproduttiva; le coppie spesso lo emettono all'unisono[23] e proseguono in questo modo per un po' di tempo quando sono appollaiate. Il richiamo del maschio è più acuto e veloce di quello della femmina. Il naturalista australiano David Fleay osservò che tale richiamo è uno dei più rumorosi tra quelli degli uccelli australiani, nonché uno tra quelli udibili a maggiore distanza, in netto contrasto con i richiami relativamente deboli dell'aquila codacuneata.[24]

Gli esemplari adulti di aquila di mare ventrebianco sono inconfondibili ed è improbabile che possano essere confuse con qualsiasi altro volatile. Gli immaturi possono essere confusi con l'aquila codacuneata, ma quest'ultima ha il piumaggio più scuro, la coda più lunga e le zampe rivestite di piume. Potrebbero anche essere confusi con il nibbio pettonero (Hamirostra melanosternon), ma questa specie è molto più piccola, ha macchie bianche sulle ali e un volo più ondulato.[25] In India, il capovaccaio ha il piumaggio bianco, ma è più piccolo e ha il dorso e le ali più bianchi. Quando è in volo, la coda bianca dell'aquila di mare ventrebianco la distingue dalle altre specie di grandi aquile.[26] Nelle Filippine può essere confusa con l'aquila delle scimmie, facilmente riconoscibile per la sua cresta; gli esemplari immaturi di aquila di mare ventrebianco assomigliano agli immaturi di aquila pescatrice testagrigia, ma possono essere identificate dalle parti inferiori e dalle remiganti di colore quasi interamente marrone scuro e dalla coda a forma di cuneo.[27]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Nel Gippsland (Victoria).

L'areale dell'aquila di mare ventrebianco si estende da Mumbai (talvolta con segnalazioni provenienti anche più da nord, nel Gujarat,[28] e, in passato, dalle isole Laccadive) verso est, in India,[29][30] Bangladesh e Sri Lanka nell'Asia meridionale, attraverso l'intera costa del Sud-est asiatico (Myanmar, Thailandia, Malesia, Indonesia, Indocina,[31] Filippine,[32] e Cina meridionale, compresi Hong Kong,[31] Hainan e Fuzhou,[33]) fino alla Nuova Guinea, all'arcipelago di Bismarck[34] e all'Australia. Nelle Salomone settentrionali è limitata a Nissan[35] e sostituita altrove dall'aquila di mare di Sanford.[34] Nel Victoria, dove altrimenti è scarsa, è localmente più comune nella Corner Inlet e nei laghi del Gippsland Lakes.[36] Allo stesso modo, nell'Australia Meridionale è più abbondante lungo la costa settentrionale dell'isola dei Canguri.[37] L'areale si estende fino alle isole dello stretto di Bass e alla Tasmania, e si ritiene che possa spostarsi tra le isole e la terraferma.[38] Vi sono anche una segnalazione non confermata dall'isola di Lord Howe e diverse altre dalla Nuova Zelanda.[39]

L'aquila di mare ventrebianco si incontra comunemente nelle zone costiere, ma si può vedere anche nell'entroterra (a quanto riferito, un esemplare è stato segnalato nella Riserva delle tigri di Panna, nell'India centrale, a quasi 1000 km dalla costa).[40][41] È generalmente sedentaria e territoriale, sebbene possa percorrere lunghe distanze. In alcuni casi si spostano lungo il corso dei fiumi per cacciare le volpi volanti (Pteropus spp.). Le popolazioni nell'entroterra dell'Australia si spostano alla ricerca degli specchi d'acqua temporanei che compaiono e si prosciugano.[39] In un caso, una coppia arrivò a riprodursi nel lago Albacutya, nel Victoria nord-occidentale, dopo che il lago era rimasto in secca per 30 anni.[42] La specie è particolarmente suscettibile al disturbo da parte dell'uomo, soprattutto durante la nidificazione, tanto da arrivare ad abbandonare i siti di nidificazione. Si incontra in numero maggiore nelle aree dove l'impatto o le interferenze da parte dell'uomo sono minimi o nulli.[43]

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Aquila che si alza in volo in un'immagine composta da 4 foto.

L'aquila di mare ventrebianco è generalmente territoriale; alcuni esemplari formano coppie permanenti che occupano tutto l'anno lo stesso territorio, mentre altri sono nomadi. È una specie monogama e le coppie rimangono insieme fino alla morte di uno dei due membri, dopodiché l'esemplare sopravvissuto cerca rapidamente un nuovo compagno. Ciò fa sì che alcuni siti di nidificazione vengano occupati per molti anni (un sito a Mallacoota è stato occupato per oltre cinquant'anni).[44] Gli esemplari immaturi tendono generalmente a disperdersi: molti si allontanano anche più di 50 km dall'area in cui sono stati allevati. Un giovane cresciuto a Cowell, nell'Australia Meridionale, venne segnalato a 3000 km di distanza nell'isola di Fraser, nel Queensland.[45] Uno studio sulla specie effettuato nella baia di Jervis ha dimostrato un aumento del numero di individui immaturi e subadulti in autunno, sebbene non fosse chiaro se si trattasse di uccelli nati localmente o (come ritenuto più probabile) affluiti da altre parti dell'Australia.[46] Queste aquile vengono spesso avvistate mentre stanno posate sulla cima degli alberi o si librano sopra i corsi d'acqua o le zone limitrofe. Si incontrano più comunemente da sole o in coppia. A volte si riuniscono in piccoli gruppi dove vi è un'abbondante fonte di cibo, come in prossimità di una carcassa o degli scarti di pesce gettati da un'imbarcazione.[47] Gran parte delle abitudini dell'aquila dal ventre bianco, in particolare quelle inerenti la riproduzione, sono tuttora poco conosciute.[48]

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

La stagione riproduttiva varia a seconda della località – durante la stagione secca nella regione del Trans-Fly e nella Provincia Centrale della Papua Nuova Guinea,[49] e da giugno ad agosto in Australia.[50] Le coppie di aquile di mare ventrebianco eseguono spettacolari esibizioni in volo prima dell'accoppiamento, con picchiate, planate e inseguimenti accompagnati da forti richiami. In alcuni casi i due partner eseguono le stesse azioni specularmente, volando a 2-3 m di distanza e copiando picchiate e sterzate. Talvolta la coppia vola a grande altezza, prima che uno dei due si capovolga a testa in giù e cerchi di afferrare gli artigli dell'altro con i propri; in caso di successo, i due si lasciano cadere roteando prima di separarsi quando si avvicinano al suolo.[51][52] Questo comportamento è stato segnalato anche come esibizione aggressiva nei confronti di un'aquila codacuneata.[53]

L'aquila di mare ventrebianco di solito sceglie di nidificare su alberi ad alto fusto o tralicci artificiali.[54] Spesso sceglie un albero secco particolarmente alto o un ramo alto dalla buona visibilità, che possono essere utilizzati come posatoio per sorvegliare l'area circostante,[55] che è generalmente un luogo vicino all'acqua dotato di una certa copertura forestale.[56] Con il tempo il posatoio si ricopre di feci e borre rigurgitate e resti di animali ricoprono il terreno immediatamente circostante.[57] Il nido ha la forma di una grande coppa profonda costruita con bastoncini e rami e rivestita con materiali come erba o alghe, e con i lavori di ristrutturazione annuali diventa gradualmente più grande. Di solito viene posizionato alla biforcazione di un grande albero affacciato su uno specchio d'acqua.[58] In alcuni casi vengono riadattati e utilizzati vecchi nidi di aquila dalla coda lunga e di nibbio fischiatore.[36] Anche le falesie costituiscono luoghi adatti per la nidificazione e sulle isole i nidi vengono talvolta costruiti direttamente sul terreno. Una coppia riproduttiva trascorre dalle tre alle sei settimane a costruire o rinnovare il nido prima di deporre le uova; in tale compito, il maschio si mostra più attivo della compagna.[59] Normalmente viene deposta una covata di due uova bianche e opache, di forma ovale, che misurano 73×55 mm[60] e vengono incubate per sei settimane. I piccoli, ricoperti di piumino quando escono dalle uova, sono semi-inetti. In un primo momento, il maschio si occupa di procurare il cibo e la femmina di nutrire i pulcini, ma man mano che crescono questi vengono alimentati da entrambi i genitori. Nonostante vengano deposte due uova, è raro che entrambi i pulcini vengano allevati con successo fino all'involo: un uovo potrebbe essere sterile, oppure uno dei pulcini può morire nel nido.[61] Se la prima covata va persa, i genitori possono provare a deporne un'altra sostitutiva.[62] I giovani si involano quando hanno un'età compresa tra 70 e 80 giorni e rimangono nel territorio dei genitori fino a sei mesi o fino alla stagione riproduttiva successiva.[63]

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Un adulto con il pesce catturato nelle Sundarbans (India).

L'aquila di mare ventrebianco è un carnivoro opportunista che si nutre di un'ampia varietà di animali, carogne comprese.[64] Spesso cattura i pesci volando bassa sull'acqua e afferrandoli con gli artigli.[65] Si prepara al colpo tenendo le zampe rivolte molto in avanti (quasi sotto il mento) e poi, una volta ghermita la preda, estendendole all'indietro, sbattendo contemporaneamente le ali per sollevarsi verso l'alto. Generalmente viene utilizzata una sola zampa per catturare la preda.[66] L'aquila di mare ventrebianco può anche tuffarsi con un angolo di 45 gradi dal suo posatoio e immergersi brevemente per catturare i pesci vicino alla superficie dell'acqua.[67] Quando caccia sull'acqua nelle giornate soleggiate, spesso vola direttamente verso il sole o ad angolo retto rispetto ad esso, apparentemente per evitare di proiettare ombre sull'acqua e quindi allertare potenziali prede.[68]

Un esemplare si lascia trascinare dalla preda catturata.

Di solito le prede principali sono pesci gatto e barramundi, sia di piccole che di grandi dimensioni (anche oltre 50 cm di lunghezza).[69] Altre importanti prede ittiche sono le aguglie e i labridi.[70] Insieme al falco pescatore, l'aquila di mare ventrebianco a volte cattura anche pesci tossici, come i pesci istrice e alcuni tetraodontidi.[70]

Tra i rettili oggetto di preda figurano la tartaruga collo di serpente settentrionale (Chelodina rugosa), l'acrocordo degli Arafura (Acrochordus arafurae) e vari serpenti di mare.[69][71] Le tartarughe costituiscono una parte importante della dieta e le aquile possono catturarne di varie età e dimensioni, fino ai grossi esemplasri adulti di tartaruga del fiume Macquarie (Emydura macquarii).[69][72] Una volta un'aquila cercò di catturare un varano fasciato adulto (Varanus salvator) di un metro e mezzo di lunghezza: sebbene fosse riuscita a ferirlo mortalmente, non riuscì a trasportarlo via, dato il suo peso.[73]

Le aquile catturano frequentemente uccelli acquatici come pinguini minori blu, folaghe comuni e berte,[74] e di tanto in tanto catturano anche mammiferi come le volpi volanti.[75] Nelle isole Bismarck è stato segnalato che si nutre di cani domestici, gatti e di due specie di marsupiali, il cusco lanoso e il cusco macchiato.[76][77] È un'abile cacciatrice e attacca prede fino alle dimensioni di un cigno. Si nutre anche di carogne, come pecore morte, uccelli e pesci che trova lungo la linea di galleggiamento; oltre a questo, saccheggia le reti da pesca e segue i pescatori con la lenza.[78][79]

Oltre a cacciare, l'aquila di mare ventrebianco molesta i rapaci più piccoli, come l'albanella del Pacifico, il nibbio codacuneata, il nibbio di Brahama e il falco pescatore, costringendoli a lasciar cadere le prede che stavano trasportando.[80][81] Altri uccelli che subiscono questo trattamento sono il gabbiano australiano, il gabbiano del Pacifico, i cormorani e la sula australiana. In un caso segnalato, un'aquila di mare ventrebianco, non essendo riuscita a catturare una preda, si limitò a depredare una sula. Le aquile possono rubare il cibo anche a membri della loro stessa specie, compresi i propri partner. Quando cerca di impadronirsi delle prede di altri uccelli, l'aquila li attacca colpendoli dall'alto con gli artigli tesi o volando a testa in giù sotto il predatore più piccolo e afferrando la preda, stridendo nel frattempo a squarciagola.[82] Anche gli arctocefali dell'Australia vengono depredati dei pesci catturati.[83]

Le aquile di mare ventrebianco si nutrono da sole, in coppia o in gruppi familiari. Le coppie possono cooperare nella caccia.[84] La preda può essere consumata in volo o dopo che l'uccello atterra su una piattaforma rialzata, come il suo nido. Quando mangia, l'aquila priva la preda della pelle.[85] L'apparato digerente è molto efficiente e l'aquila rigurgita solo minuscole borre di ossa frammentate, peli e piume.[86]

Uno studio del 2006 effettuato negli specchi d'acqua interni vicino a Canberra, dove l'aquila codacuneata e l'aquila di mare ventrebianco condividono l'areale, ha mostrato che le due specie si focalizzano per lo più su prede differenti. Le aquile codacuneata catturavano conigli, vari macropodidi, uccelli terrestri come cacatua e pappagalli e vari passeriformi, tra cui gazze e storni. Le aquile di mare ventrebianco, invece, catturavano pesci, rettili acquatici come la tartaruga collo di serpente orientale e il drago d'acqua australiano, e uccelli acquatici come anatre, svassi e folaghe. Entrambe le specie predavano l'anatra arboricola australiana. I conigli costituivano solo una piccola parte della dieta dell'aquila di mare. Nonostante nidificassero l'una accanto all'altra, le due specie interagivano raramente, poiché le aquile codacuneata cacciavano lontano dall'acqua e le aquile di mare cercavano cibo lungo le rive del lago.[77] Tuttavia, in Tasmania è stato registrato un episodio di conflitto tra le due specie per il sito di nidificazione sugli alberi rimasti.[46]

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Un giovane in volo.

L'aquila di mare ventrebianco è considerata una «specie a rischio minimo» (Least Concern) dalla IUCN.[87] Il numero complessivo di esemplari viene stimato tra le 10000 e le 100000, anche se sembra essere in diminuzione. La specie sta diventando rara in Thailandia e in altre parti del Sud-est asiatico,[88] mentre è relativamente numerosa a Hong Kong, dove la popolazione è aumentata da 39 a 57 esemplari tra il 2002 e il 2009.[89] Uno studio sul campo sull'isola dei Canguri, nell'Australia Meridionale, ha mostrato che le coppie nidificanti in aree ad alto disturbo antropico (zone sottoposte a dissodamento del terreno e ad elevata attività umana) presentavano tassi di successo riproduttivo inferiori.[90] Nella penisola di Eyre, sempre nell'Australia Meridionale, i nidi sono stati abbandonati perché il territorio delle aquile è stato invaso dalle attività umane.[91] Altrove, l'abbattimento degli alberi adatti alla nidificazione ha fatto sparire l'aquila da alcune zone, come il distretto di Visakhapatnam in Andhra Pradesh (India), dove sono stati distrutti i boschetti di Casuarina equisetifolia.[92] In India, è stata rilevata una densità di circa un nido ogni 4,32 km di costa a Sindhudurg e di uno ogni 3,57 km (45 nidi su un tratto di 161 km) nel distretto di Ratnagiri nel Maharashtra.[93][94] Le aquile nidificano anche sull'isola di Netrani, dove nel 1875 Allan Octavian Hume segnalò la presenza di un centinaio di esemplari: secondo lo studioso, quest'isola (allora conosciuta come Pigeon Island) ospitava forse la più grande colonia riproduttiva della specie.[95] Nel 2000 si temette che il disturbo arrecato all'isola dalle esercitazioni di lancio di siluri da parte della marina indiana potesse minacciarne la sopravvivenza,[96] ma nel 2004 furono censiti quasi 100 nidi.[97]

Il DDT era un pesticida ampiamente utilizzato in agricoltura, fino a quando non si è scoperto che aveva effetti negativi significativi sulla fauna selvatica, in particolare sui rapaci, dal momento che ne provocava l'assottigliamento del guscio delle uova e la conseguente rottura. Un'analisi dell'impatto del DDT sui rapaci australiani tra il 1947 e il 1993 ha rilevato che lo spessore medio del guscio delle uova era diminuito del 6%. Non si riteneva che questo livello medio di assottigliamento avesse comportato un rischio per la sopravvivenza delle covate, ma un ulteriore assottigliamento si sarebbe rivelato fatale. L'aquila di mare ventrebianco è stata una delle specie più colpite, probabilmente perché si alimentava in aree pesantemente trattate con p esticidi, come le paludi. L'utilizzo del DDT raggiunse il picco nel 1973, ma il suo impiego non venne più approvato dopo il 1987 e il suo uso cessò definitivamente nel 1989.[98]

Australia[modifica | modifica wikitesto]

L'aquila di mare ventrebianco è elencata nelle categorie di specie «marina» e «migratrice», che le conferiscono protezione ai sensi della leffe federale australiana sulla protezione dell'ambiente e sulla conservazione della biodiversità del 1999. Essendo una specie prevalentemente costiera, è vulnerabile alla distruzione dell'habitat nelle sempre più popolate e urbanizzate aree costiere dell'Australia. Tuttavia, è possibile che la popolazione presente nell'interno sia aumentata, in seguito alla creazione di bacini artificiali, dighe e sbarramenti e alla diffusione delle carpe (Cyprinus carpio) introdotte. Tuttavia, è rara lungo il fiume Murray, dove un tempo era comune.[43] La specie figura anche come Threatened («minacciata») ai sensi del Victoria's Flora and Fauna Guarantee Act (1988), dal momento che in questo stato ne rimangono forse meno di 100 coppie riproduttrici.[36] Nell'elenco consultivo del 2007 della fauna vertebrata minacciata del Victoria, l'aquila di mare ventrebianco figura come vulnerable («vulnerabile»).[99]

Meno di 1000 esemplari adulti sopravvivono in Tasmania, dove la specie è elencata come Vulnerable secondo la Tabella 3.1 del Tasmanian Threatened Species Protection Act 1995. In Tasmania è minacciata da disturbo dei nidi, perdita dell'habitat adatto per la nidificazione, uccisioni deliberate, avvelenamenti, intrappolamenti e collisioni con linee elettriche e turbine eoliche, nonché da intrappolamenti nelle reti da pesca e inquinamento ambientale. Gli estuari sono un habitat prediletto da questa specie, ma molto spesso sono soggetti a disturbi ambientali.[100] Gli studiosi hanno osservato che le aquile di mare stanno espandendo i propri territori di caccia in modo da includere gli allevamenti di salmoni, ma l'effetto di questo sul successo della nidificazione non è noto.[101]

Importanza culturale[modifica | modifica wikitesto]

Adulto in volo in Tasmania.

L'aquila di mare ventrebianco ricopriva un ruolo importante nella mitologia di diverse tribù indigene di tutta l'Australia. Animale custode della comunità aborigena di Wreck Bay, è anche l'emblema ufficiale del parco nazionale Booderee nel Territorio della Baia di Jervis: gli aborigeni, infatti, consideravano l'area circostante il parco nazionale in connessione con questa specie.[102] Gli aborigeni dell'area di Sydney la chiamavano gulbi ed era l'animale totem di Colebee, capo indigeno dei Gadigal della fine del XVIII secolo.[103] L'aquila di mare è importante per i Mak Mak delle pianure alluvionali a sud-ovest di Darwin, nel Territorio del Nord, che ne riconoscevano il legame con il «buon paese». È tuttora il loro totem ed è integralmente connessa con la loro terra.[104] Con il nome Mak Mak, inoltre, chiamano sia sé stessi che questo uccello.[105] La zona conosciuta come Kuna-ngarrk-ngarrk del parco naturale della Gola di Umbrawarra era un sito del Sogno di questo animale.[106] L'aquila era altrettanto simbolica per gli indigeni della Tasmania: Nairanaa era uno dei nomi con cui là veniva chiamata.[107]

Conosciuta come Manulab dagli abitanti dell'isola di Nissan, l'aquila di mare ventrebianco viene considerata un essere speciale ed è vietato ucciderla. Si dice che i suoi richiami notturni preannuncino un pericolo e che vedere un gruppo di aquile che volano in alto indichi che qualcuno è morto.[108] Nei racconti popolari malesi l'aquila di mare ventrebianco grida per avvertire i frutti di mare del cambiamento delle maree, tanto che uno dei suoi nomi locali, burung hamba siput, significa letteralmente «schiavo dei frutti di mare».[109] Chiamata Kaulo nella lingua aka-bo, recentemente scomparsa, l'aquila era considerata l'antenata di tutti gli uccelli in un racconto popolare delle Andamane.[110] Sulla costa del Maharashtra viene chiamata kakan e si dice che il suo richiamo indichi la presenza di pesci nel mare. In questa zona le aquile talvolta nidificano sulle palme da cocco, ma i proprietari degli alberi distruggono i nidi per evitare di essere attaccati durante la raccolta delle noci di cocco.[93]

L'aquila di mare ventrebianco è raffigurata sulla banconota da 10000 dollari di Singapore,[109] immessa in circolazione il 1° febbraio 1980,[111] ed è l'emblema dello stato malese di Selangor.[109] Il magnate malese Loke Wan Tho fece costruire una torre alta 40 metri al solo scopo di osservare il nido di un'aquila di mare ventrebianco nei giardini del palazzo di Istana Bukit Serene a Johor Bahru.[112] Risalenti al febbraio 1949, le fotografie da lui scattate apparvero su The Illustrated London News nel 1954.[113] L'uccello è l'emblema della squadra di rugby Manly Warringah Sea Eagles[102] fin dalla sua fondazione, nel 1947.[114] Nel 2010, i tentativi di allevare una nidiata di una coppia nidificante di aquile di mare furono ripresi dal vivo 24 ore su 24 da una particolare videocamera nascosta, ribattezzata «EagleCam»: i filmati venivano mostrati nel vicino Birds Australia Discovery Centre nel Sydney Olympic Park. Dopo aver allevato una covata, tuttavia, il nido crollò nel febbraio 2011.[115] La storia attirò l'attenzione in tutto lo stato.[116]

References[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) BirdLife International. 2021, BlackPanther2013/Sandbox/O.v., su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (LT) Johann Friedrich Gmelin, Systema naturae per regna tria naturae: secundum classes, ordines, genera, species, cum characteribus, differentiis, synonymis, locis, vol. 1, 13ª ed., Lipsia, Georg. Emanuel. Beer, 1788, p. 257.
  3. ^ John Latham, A General Synopsis of Birds, vol. 1, Londra, Printed for Leigh and Sotheby, 1781, p. 33, No. 7a.
  4. ^ Erwin Stresemann, Birds collected during Capt. James Cook's last expedition (1776–1780), in Auk, vol. 67, n. 1, 1950, p. 82, DOI:10.2307/4080770, JSTOR 4080770.
  5. ^ Frank Gill, David Donsker e Pamela Rasmussen (a cura di), Hoatzin, New World vultures, Secretarybird, raptors, su IOC World Bird List Version 12.2, International Ornithologists' Union, agosto 2022. URL consultato il 6 dicembre 2022.
  6. ^ Liddell e Scott, 1980, p. 411.
  7. ^ Liddell e Scott, 1980, p. 138.
  8. ^ Wink, Heidrich e Fentzloff, 1996, pp. 783-91.
  9. ^ a b Seibold e Helbig, 1996, pp. 103-12.
  10. ^ Michael Wink e H. Sauer-Gurth, Phylogenetic relationships in diurnal raptors based on nucleotide sequences of mitochondrial and nuclear marker genes (PDF), in R. D. Chancellor e B. U. Meyburg (a cura di), Raptors Worldwide, Berlino, WWGBP, 2004, pp. 483-98.
  11. ^ Schreiber e Weitzel, 1995
  12. ^ Lerner e Mindell, 2005
  13. ^ Hollands, 2003, p. 196.
  14. ^ Ferguson-Lees, Christie, Franklin, Mead e Burton, Raptors of the World, Houghton Mifflin, 2001, ISBN 0-618-12762-3.
  15. ^ S. Ali, The Book of Indian Birds, Bombay, Bombay Natural History Society, 1993, ISBN 0-19-563731-3.
  16. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore ShephardCatterallHughes2004
  17. ^ a b c Marchant e Higgins, 1993, p. 82.
  18. ^ Marchant e Higgins, 1993, p.92.
  19. ^ Hollands, 2003, p. 196.
  20. ^ Hollands, 2003, p. 196
  21. ^ Marchant e Higgins, 1993, p. 87.
  22. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Biodiv2011
  23. ^ Strange, 2000, p. 73
  24. ^ Fleay, 1948.
  25. ^ Marchant e Higgins, 1993, p. 83.
  26. ^ Ferguson-Lees e Christie, 2001, p. 392.
  27. ^ Kennedy, 2000, p. 54.
  28. ^ Hari Narayan G. Acharya, The Whitebellied Sea-Eagle (Haliaeetus leucogaster Gmelin) in North Gujarat, in Journal of the Bombay Natural History Society, vol. 38, n. 4, 1936, p. 828.
  29. ^ Rasmussen e Anderton, 2005, p. 86
  30. ^ S. Ali e S. D. Ripley, Handbook of the Birds of India and Pakistan: Volume 1, 2ª ed., Nuova Delhi, Oxford University Press, 1978, pp. 287-89, ISBN 0-19-565506-0.
  31. ^ a b Strange, 2000, p. 73.
  32. ^ Kennedy, 2000, p. 54.
  33. ^ Ferguson-Lees e Christie, 2001, p. 390.
  34. ^ a b Coates, 1985, pp. 116-17
  35. ^ Hadden, 2004, p. 63.
  36. ^ a b c Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Threatened-Vic
  37. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore KangarooIsland
  38. ^ Threatened Species Sectione e DPIW, 2006, p. 13.
  39. ^ a b Marchant e Higgins, 1993, p. 84.
  40. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Sadvi2009
  41. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore SriramSriramAnand2008
  42. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Tarr1962
  43. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore sprat
  44. ^ Marchant e Higgins, 1993, p. 87.
  45. ^ Marchant e Higgins, 1993, p. 85.
  46. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore SpencerLynch2005
  47. ^ Marchant e Higgins, 1993, p. 87.
  48. ^ Debus, 2008.
  49. ^ Coates, 1985, pp. 116-17.
  50. ^ Beruldsen, 2003, p. 200.
  51. ^ Lindgren, 1972.
  52. ^ Hollands, 2003, p. 196.
  53. ^ Simmons e Mendelsohn, 1993.
  54. ^ Marchant e Higgins, 1993, p. 83.
  55. ^ Marchant e Higgins, 1993, p. 83.
  56. ^ Shaun D. Thurstans, Modelling the nesting habitat of the White-bellied Sea Eagle Haliaeetus leucogaster in Tasmania, in Corella, vol. 33, n. 3, 2009, pp. 51-65.
  57. ^ Marchant e Higgins, 1993, p. 87.
  58. ^ Marchant e Higgins, 1993, p. 89.
  59. ^ Debus, 2008.
  60. ^ Beruldsen, 2003, p. 200.
  61. ^ Marchant e Higgins, 1993, p. 90.
  62. ^ Favaloro, 1944.
  63. ^ Debus, 2008
  64. ^ Marchant e Higgins, 1993, p. 85.
  65. ^ Hollands, 2003, p. 196.
  66. ^ Marchant e Higgins, 1993, p. 85.
  67. ^ Marchant e Higgins, 1993, p. 85.
  68. ^ Favaloro, 1944.
  69. ^ a b c Laurie Corbett e Tony Hertog, Diet and breeding of White-bellied Sea-Eagles Haliaeetus leucogaster in subtropical river habitats in the Northern Territory, Australia, in Corella, n. 35, 2011, pp. 41-48.
  70. ^ a b Geoffrey C. Smith, An analysis of prey remnants from Osprey Pandion haliaetus and White-bellied Sea-Eagle Haliaetus leucogaster feeding roosts, in Emu-Austral Ornithology, vol. 85, n. 3, 1985, pp. 198-200.
  71. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore GopiPandav2006
  72. ^ Stephen J. S. Debus, Biology and diet of the White-bellied Sea-Eagle Haliaeetus leucogaster breeding in northern inland New South Wales, in Australian Field Ornithology, vol. 25, n. 4, 2008, pp. 165-193.
  73. ^ Muhammad Iqbal, Christoph Zockler e Evgeny Syroechkovskiy, White-bellied Sea-Eagle'Haliaeetus leucogaster' attempting to prey on water monitor 'Varanus salvator', in Australian Field Ornithology, vol. 30, n. 4, 2013, pp. 206-209.
  74. ^ Hollands, 2003, p. 196.
  75. ^ P. Mikula, F. Morelli, R. K. Lučan, D. N. Jones e P. Tryjanowski, Bats as prey of diurnal birds: a global perspective, in Mammal Review, vol. 46, n. 3, 2016, pp. 160-174, DOI:10.1111/mam.12060.
  76. ^ Heinsohn, 2000, pp. 245-46.
  77. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore OlsenFuentesRose2006
  78. ^ Hollands, 2003, p. 196.
  79. ^ Marchant e Higgins, 1993, p. 85.
  80. ^ Hollands, 2003, p. 196.
  81. ^ Marchant e Higgins, 1993, p. 85.
  82. ^ Marchant e Higgins, 1993, p. 85.
  83. ^ Terry E. Dennis e Ross Brittain, Attempted kleptoparasitism by White-bellied Sea Eagles on fur-seal (PDF), in South Australian Ornithologist, vol. 35, n. 1-2, 2006, p. 68 (archiviato dall'url originale il 19 giugno 2012).
  84. ^ Marchant e Higgins, 1993, p. 85.
  85. ^ Marchant e Higgins, 1993, p. 85.
  86. ^ Fleay, 1948.
  87. ^ IUCN Red List, 2012.
  88. ^ Ferguson-Lees e Christie,2001, p. 390.
  89. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore So2010
  90. ^ Terry E. Dennis, Rebecca R. McIntosh e Peter D. Shaughnessy, Effects of human disturbance on productivity of White-bellied Sea Eagles (Haliaeetus leucogaster), in Emu, vol. 111, n. 2, 2011, pp. 179-85, DOI:10.1071/MU10044.
  91. ^ Terry E. Dennis, Conservation status of the White-bellied Sea Eagle, osprey and peregrine falcon on western Eyre Peninsula and adjacent offshore islands in South Australia (PDF), in South Australian Ornithologist, vol. 34, 2004, pp. 222-28 (archiviato dall'url originale il 19 giugno 2012).
  92. ^ P. S. Raja Sekhar, P. Kanna Kumar, K. Anil e A. Suresh Babu, Sighting of the White-bellied Sea Eagle (Haliaeetus leucogaster) in Andhra University Campus, Visakhapatnam, Andhra Pradesh (PDF), in Zoos' Print Journal, vol. 19, n. 5, 2004, p. 20. URL consultato il 29 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 21 marzo 2012).
  93. ^ a b Vishwas Katdare, Ram Mone e Pramod Joshi, Status of White-bellied Sea Eagle Haliaeetus leucogaster in Sindhudurg District, Maharashtra, in Journal of the Bombay Natural History Society, vol. 101, n. 2, 2004, pp. 314-16.
  94. ^ Vishwas Katdare e Ram Mone, Status of the White-bellied Sea Eagle in Ratnagiri District, Maharashtra, in Journal of the Bombay Natural History Society, vol. 100, n. 1, 2003, pp. 113-16.
  95. ^ A. O. Hume, The Laccadives and the west coast, in Stray Feathers, vol. 4, 1876, pp. 413-483.
  96. ^ Madhav Gadgil, Karnataka State of Environment Report and Action Plan: Biodiversity Sector. ENVIS Technical Report No. 16 (PDF), ENVIS, CES, IISc, Bangalore, 2004, p. 10. URL consultato il 2 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2009).
  97. ^ N. A. Madhyastha, A paradise for White-bellied Sea Eagle: Netrani Island, in Newsletter for Birdwatchers, vol. 44, n. 1, 2004, p. 14.
  98. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Olsen-Emu1993
  99. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore DSE2007
  100. ^ Threatened Species Section, DPIW, 2006, p. 14.
  101. ^ Jason M. Wiersma e Alastair Richardson, Foraging of White-bellied Sea Eagles (Haliaeetus leucogaster) in relation to marine fish farms in Tasmania (PDF), in Corella, vol. 33, n. 3, 2009, pp. 71-79.
  102. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Baldwin2010
  103. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Smith2005NLAnews
  104. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Rose1996
  105. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore DaiyiRose2002
  106. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore LonelyPlanet2003
  107. ^ Threatened Species Section, DPIW,2006, p. 9.
  108. ^ Hadden, 2004, p. 265.
  109. ^ a b c Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Pwee2002
  110. ^ Abbi, 2010.
  111. ^ Bird Series – $10000, su Monetary Authority of Singapore, 31 maggio 2011. URL consultato il 1º luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 21 marzo 2008).
  112. ^ Sanger, 1995, p. 316.
  113. ^ The Illustrated London News, vol. 225, n. 6011-6023, 1954, p. 296.
  114. ^ Sean Fagan, Manly-Warringah Sea Eagles History, su mwse.com.au, 2011 (archiviato dall'url originale il 30 luglio 2011).
  115. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore EagleCam
  116. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Huxley2010

General references[modifica | modifica wikitesto]